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Discussione: Vaccini e vaccate.

  1. #1051
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #1052
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  3. #1053
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  4. #1054
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Vaccini, ricercatrice Pfizer: “Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo costruendo”

    Dopo le affermazioni di Janine Small, presidente della sezione della Pfizer dedicata allo sviluppo dei mercati internazionali, rilasciate in audizione presso l’Europarlamento, è la volta di quelle di Kathrin Jansen, responsabile della ricerca e sviluppo dei vaccini presso Pfizer, e recentemente andata in pensione. Le dichiarazioni di Jensen sono state raccolte in una intervista a lei fatta da parte della rivista Nature e danno, una volta di più, il senso di come la politica emergenziale pandemica sia stata sorretta da una narrazione politico-mediatica non aderente alla realtà dei fatti. «Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo», sono state alcune delle affermazioni di Jansen.

    Kathrin Jansen ha lavorato più di trent’anni per l’industria del farmaco, in particolare nel campo dei vaccini, per industrie come Merk e Pfizer. Mentre lavorava alla Merck ha guidato lo sviluppo del vaccino contro il papillomavirus umano Gardasil, per cui numerose cause sono in corso negli Stati Uniti. Più tardi, in Pfizer, ha abbracciato la tecnologia coniugata proteina-polisaccaride che ha portato ai vaccini polivalenti Prevnar per la malattia da pneumococco, i quali, solo lo scorso anno, hanno generato una vendita per un valore di circa 5,3 miliardi di dollari.

    Quando l’emergenza da Sars-Cov2 si è affermata nel 2020, Pfizer stava già collaborando con BioNTech sui vaccini mRNA per l’influenza ma, come dice Jansen nell’intervista a Nature, «il COVID ha cambiato tutto in termini di come affrontare il concetto di ricerca e sviluppo del vaccino end-to-end, guidato dall’enorme urgenza». La ricercatrice ha poi spiegato come, nel marzo 2020, il CEO di Pfizer, Alber Bourla, abbia chiesto che il vaccino fosse pronto entro la fine di quello stesso anno e che la sua reazione è stata quella di dire che ciò fosse «pazzesco». Jansen prosegue però dicendo che «il denaro non era un problema e, quindi, puoi fare cose incredibili in una quantità incredibile di tempo». Infatti, i soldi non erano un problema perché gli Stati hanno lautamente finanziato il processo di ricerca e di produzione da parte delle aziende, salvo poi dover pagare profumatamente anche i vaccini prodotti grazie agli stessi fondi pubblici. Secondo i dati raccoltati dal portale The Knowledge Network on Innovation and Access to Medicines del Global Health Center, fino a marzo 2021, dei 5,9 miliardi di dollari di investimenti in ricerca e sviluppo sui vaccini Covid-19, il 98,1% proveniva da finanziamenti pubblici.

    In merito quindi all’urgenza richiesta, sia da parte dell’azienda che da parte degli Stati, Jansen prosegue con delle affermazioni inequivocabili circa la sperimentazione del prodotto e la produzione: «Siamo diventati creativi: non potevamo aspettare i dati, dovevamo fare così tanto a rischio. Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo». Non solo. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, la ricercatrice continua dicendo: «Tutta la burocrazia è caduta. Stavamo facendo le cose in parallelo, guardando i dati e facendo la produzione. Di solito, la produzione non viene coinvolta fino a distanza di anni in un programma». Ma c’è di più. Proseguendo, Jansen ricorda, oltre le intere e convulse giornate a lavorare, le telefonate con i colleghi di ricerca e produzione in cui diceva: «Abbiamo quattro costrutti diversi, preparateli tutti e quattro»; e continua dicendo che «Col passare del tempo e della produzione, poi più tardi l’abbiamo ristretto. Abbiamo buttato via molto che non funzionava, ma avevamo sempre altre cose già su larga scala da portare avanti». In altre parole, sperimentazione e produzione hanno proceduto sullo stesso binario e senza soluzione di continuità, in continuo aggiornamento mentre milioni e miliardi di dosi di prodotto venivano vendute e inoculate.

    Nell’agosto scorso Pfizer e BioNTech hanno chiesto alla Food and Drug Administration (FDA) – l’organo statunitense che regola i prodotti farmaceutici – di autorizzare, nei confronti degli individui dai 12 anni in su, l’uso emergenziale di una dose addizionale di un vaccino anti-Covid bivalente adattato alla variante Omicron BA.4/BA.5. La richiesta all’ente regolatore arrivò però senza alcuno studio clinico ancora effettuato e senza quindi nessun dato in supporto. Mentre nell’ottobre scorso la Procura europea ha aperto un’indagine sugli acquisti di vaccini anti-Covid 19 da parte dell’UE – con tutta la questione annessa dei rapporti tra Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla – questo mese, a quasi due anni dall’inizio della campagna vaccinale, Pfizer e Moderna hanno annunciato l’avvio di alcuni studi clinici con l’intento di fare luce sugli effetti avversi a lungo termine che potrebbero manifestarsi nei giovani che hanno riscontrato problemi cardiaci in seguito alla somministrazione del vaccino anti-Covid.

    [di Michele Manfrin]

    https://www.lindipendente.online/202...mo-costruendo/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #1055
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Interrogato sotto giuramento, Fauci “non ricorda praticante niente di quello che ha fatto sul COVID”
    Maurizio Blondet 25 Novembre 2022

    Premessa:

    FDA (Food and Drugs Administration, l’ente statale che autorizza i farmaci) SOTTO ACCUSA si difende in TRIBUNALE dicendo che non ha mai vietato l’uso dell’ivermectina!

    Se si fosse saputo che l’Ivermectina cvura il virus ed è un efficacissimo anti—virale noto da un settantennio, non sarebbe stato legale autorizzare i sieri mRNA “sperimentali” – come il FDA ha fatto.

    La paura delle condanne (cure negate) fa ritrattare l’ente governativo USA con l’implicita ammissione che la cura al covid-19 c’era e c’é! Impossibile autorizzare i sieri covid sperimentali tanto più renderli obbligatori.

    “Si è svolta oggi la deposizione di Anthony Fauci nell’ambito della causa avviata dalla Louisiana e dal Missouri, in cui si sostiene che numerosi funzionari dell’amministrazione Biden hanno colluso con i giganti della tecnologia e dei social media e li hanno indirizzati a censurare le voci scientifiche e mediche dissenzienti riguardo al Covid.
    L’amministrazione Biden ha collaborato con le piattaforme di social media per censurare e sopprimere i contenuti
    La Corte costringe Fauci e Jean-Pierre a rispondere a domande sotto giuramento e a produrre documenti nel caso di collusione Biden-Big Tech
    Tribunale: Fauci deve testimoniare sotto giuramento sul coinvolgimento nella censura dei social media COVID
    Non sappiamo molto di quello che è successo. La deposizione, pur essendo stata registrata, non è stata trasmessa in streaming. Sembra che ci sia un ordine di protezione che vieta alle parti o ai presenti di registrare separatamente.
    Prima della deposizione, il procuratore generale del Missouri (e senatore eletto) Eric Schmitt ha promesso che avrebbe cercato di ottenere risposte da Fauci:
    “Domani, insieme al mio collega della Louisiana, il mio ufficio e io deporremo contro il dottor Anthony Fauci nella nostra causa contro l’amministrazione Biden per la presunta collusione con le società di social media per censurare la libertà di parola”, ha dichiarato il procuratore generale Schmitt. “Da quando abbiamo intentato la nostra storica causa, abbiamo scoperto documenti e scoperte che dimostrano un chiaro coordinamento tra l’Amministrazione Biden e le società di social media per censurare la libertà di parola, ma non abbiamo ancora finito. Abbiamo intenzione di ottenere risposte per conto del popolo americano. Restate sintonizzati”.
    Non è chiaro quante risposte siano state date. Il procuratore generale della Louisiana Jeff Landry, che ha assistito alla deposizione, ha twittato che Fauci aveva una mancanza di memoria.
    È stato incredibile passare 7 ore con il dottor Fauci. L’uomo che da solo ha distrutto l’economia degli Stati Uniti basandosi sulla “scienza”. Per poi scoprire che non ricorda praticamente nulla della sua risposta al Covid!
    Di Nicholas Ballasy
    Aggiornato: 24 novembre 2022 –
    Il procuratore generale della Louisiana Jeff Landry ha dichiarato che il dottor Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases e principale consigliere medico del presidente degli Stati Uniti, non è riuscito a ricordare i dettagli della sua risposta al COVID-19 durante una deposizione.
    Landry e il procuratore generale del Missouri Eric Schmitt hanno interrogato Fauci nell’ambito della loro “causa contro il governo federale per la presunta collusione con le aziende di social media per censurare la parola”.
    Secondo un comunicato stampa dell’ufficio di Landry, “la Louisiana e il Missouri hanno intentato questa causa storica nel maggio del 2022 e da allora hanno portato alla luce una serie di scoperte che dimostrano che il governo federale e l’amministrazione Biden hanno collaborato con le società di social media per censurare il discorso su argomenti come la COVID-19 e altre questioni”.
    Landry ha commentato la deposizione di Fauci mercoledì.
    “È stato incredibile passare 7 ore con il dottor Fauci”, ha scritto mercoledì Laundry su Twitter. “L’uomo che da solo ha distrutto l’economia degli Stati Uniti basandosi sulla ‘scienza’. Solo per scoprire che non ricorda praticamente nulla della sua risposta al Covid!”.
    Prima della deposizione, Landry ha detto che sperava di “scoprire quanto #Fauci fosse coinvolto nella censura del popolo americano durante la pandemia di COVID”.
    Effetti della vittoria dei repubblicani inUSA?^

    https://www.maurizioblondet.it/inter...tto-sul-covid/

  6. #1056
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  7. #1057
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    per forza , e' l'unico sangue che non coaguli .

  8. #1058
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    È stato spento il microfono all’Avvocato Sinagra mentre parlava dinanzi alla Corte Costituzionale. Il motivo
    Maurizio Blondet 30 Novembre 2022

    Per futura memoria: l’avvocato Sinagra è stato zittito da Silvana Sciarra, Presidente della Corte Costituzionale, quando è stato citato un nome e un giornale: Donatella Stasio e la Stampa di Torino.

    Probabilmente in pochi avranno collegato la questione al fatto proprio l’altro ieri è uscito un articolo della Stasio, appunto sulla Stampa di Torino, che affermava che l’obbligo vaccinale tutela i diritti costituzionali.

    Parliamo di un parere di un pinco pallino qualsiasi di cui si può fare a meno?

    Non proprio, la Stasio è (lo è attualmente come si evince dal sito della CC ma la sua carica decadeva il 31 ottobre 2022) responsabile ufficio stampa della Corte Costituzionale e un parere così netto, lanciato sulla carta stampata che entra a gamba tesa su una questione delicata che sarebbe stata discussa 48 ore dalla Corte Costituzionale è un segnale pessimo. La Stasio, che è stata ed è probabilmente ancora la voce della Corte Costituzionale, a due giorni da un’udienza manda pizzini mezzo stampa e se lo si fa notare, si viene zittiti.

    https://www.maurizioblondet.it/wp-co...968414.mp4?_=1

    Grandi manovre per condizionare la sentenza di domani: Abrignani aveva giurato che la terza dose proteggeva per anni e ora vuole smontare presunte «balle» altrui. Interviene (mentendo) persino l’ex portavoce dei giudici.

    L'editoriale di @belpietrotweet https://t.co/hEut9PNRf4

    — La Verità (@LaVeritaWeb) November 29, 2022

    Quanto al direttore de La Stampa, lo ricordiamo inchinarsi al suo superiore (di loggia?) così

    https://www.italiador.com/il-giornalista-giannini-sinchina-davanti-a-speranza/

    Per noi, un utile promemoria:

    I bambini scomparsi d’Europa
    Novembre 30, 2022

    Nove mesi dopo la vaccinazione di massa, nascono 110.000 bambini in meno.
    Negli Stati Uniti, i dati sulle nascite sono scarsi e pochi menzionano la parola F: Fertilità



    In Svizzera, le nascite sono diminuite drasticamente dopo le campagne di vaccinazione contro il covid. I tassi di vaccinazione mensili sono mostrati in alto, le nascite in basso. La linea rossa al centro è etichettata in tedesco “9 Monate” (9 mesi), a indicare l’intervallo tra le tendenze. Un modello quasi identico in altri Paesi è raffigurato di seguito. (Fonte: causa contro Swissmedic, 14 novembre 2022).

    In Europa si stanno moltiplicando le prove del fatto che, in seguito all’introduzione della vaccinazione contro il covid-19, si sono registrate molte meno nascite. Questo fenomeno diffuso sta allarmando medici, analisti di dati e altri che sostengono che si stia ignorando un segnale monumentale.

    “Dal gennaio 2022, il numero di nascite vive è diminuito come mai prima d’ora in Svizzera e nel Cantone di Berna”, si legge in un rapporto urgente dei legislatori cantonali. Un’altra ricerca svizzera, invece, ha riportato un calo del 10% delle nascite nella prima metà del 2022 rispetto alla media triennale precedente. Utilizzando un modello statistico, ha trovato “una sorprendente correlazione temporale tra il picco della prima vaccinazione e il calo delle nascite in Svizzera“.

    Sebbene la nazione alpina, notoriamente neutrale, sia emersa come il punto di partenza della battaglia contro l’infertilità legata ai vaccini, diversi altri rapporti suggeriscono che si tratti di un problema che riguarda tutto il continente e che dovrebbe fare notizia in tutto il mondo.Questi rapporti chiave emergenti non sono in inglese, quindi sono praticamente sconosciuti negli Stati Uniti.

    Nello studio forse più ampio su questa preoccupante tendenza, tre analisti con sede in Germania hanno studiato i dati di diciannove Paesi europei. Hanno riscontrato un calo delle nascite del 7%, che si traduce in 110.059 nascite in meno nella prima metà del 2022 rispetto alla media di periodi simili dal 2019 al 2021. (I dati non sono stati analizzati per il Regno Unito e l’Italia).

    Le parole usate per descrivere queste tendenze aiutano a cogliere la gravità: senza precedenti, massiccia, notevole.

    Questa ondata emergente di ricerche europee – la maggior parte negli ultimi quattro mesi – è stata condotta al di fuori dei normali canali e da ricercatori indipendenti: un medico, un professore universitario e un legislatore qui; un educatore di scuola superiore, un farmacista e uno statistico là. In questo modo, una rete di professionisti non istituzionali, ma esperti di statistica sta colmando il vuoto lasciato dal governo e dalle agenzie di regolamentazione che rifiutano la possibilità di danni da vaccino, tranne che in pochissimi casi.

    Scritto in tedesco e tradotto anche in francese, lo studio europeo ha riportato cali delle nascite superiori al 10% in cinque Paesi. In altri dieci, le nascite sono diminuite dal 4 al 9,4 percento. Il calo più elevato, pari al 18,8%, si è registrato in Romania.

    “Questo segnale molto allarmante non può essere spiegato dalle infezioni da Covid-19“, concludeva il rapporto del 25 agosto 2022, che, come i rapporti svizzeri, vedeva un parallelo tra le grandi campagne di vaccinazione e, nove mesi dopo, l’inizio di quello che un rapporto ha definito un “baby gap“.

    “La correlazione con la campagna di vaccinazione e la situazione dell’epoca suggerisce che la vaccinazione abbia avuto influenze fisiologiche sulla fertilità delle donne o degli uomini“, afferma il rapporto sull’Europa, sottolineando le prove di irregolarità mestruali e di diminuzione del numero di spermatozoi dopo la vaccinazione.

    Finora, però, gli studi svizzeri ed europei, insieme agli articoli sull’aumento dei nati morti in Germania e sul calo delle nascite in Germania e Svezia, non hanno suscitato grande interesse nelle strutture normative europee.

    Swissmedic, che è la versione svizzera della Food and Drug Administration statunitense, ha respinto qualsiasi “connessione causale” tra i vaccini covid e il calo delle nascite.



    Questo grafico mostra l’andamento delle nascite in Svizzera. Il calo delle nascite nel 2022 è stato eclissato solo una volta, durante la mobilitazione per la Prima Guerra Mondiale. (Fonte: Dr. Konstantin Beck)
    I 6.000 scomparsi
    Il 14 novembre, un avvocato di Zurigo ha annunciato una causa contro tre funzionari di Swissmedic e cinque del Gruppo Insel, che gestisce un grande centro ospedaliero a Berna. La denuncia di 300 pagine sostiene che Swissmedic ha violato il codice penale nazionale approvando vaccini inefficaci e mal testati e ignorando poi migliaia di casi svizzeri di invalidità e morte correlati. L’Insel Group fa parte, secondo la denuncia, della “cerchia dei colpevoli”.

    Tra i molti presunti danni elencati nella denuncia, tra cui disabilità e decessi, c’è questo: “Crollo delle nascite: oltre 6.000 bambini scomparsi nel 2022”.

    Il dottor Konstantin Beck, economista e statistico dell’Università di Lucerna, è stato coautore del principale rapporto svizzero che ha rilevato un calo “storico” delle nascite. L’ultimo calo delle nascite paragonabile, pari al 13%, mi ha detto, risale alla mobilitazione dell’esercito svizzero del 1914, all’inizio della Prima Guerra Mondiale.

    In una telefonata Zoom, Beck e il suo coautore, il medico di malattie infettive Pietro Vernazza, hanno discusso del “calo storicamente senza precedenti dei tassi di natalità” che hanno riscontrato. Insieme a ricercatori come loro, stanno analizzando i dati man mano che si rendono disponibili e aggiornando le loro scoperte; sono perfettamente consapevoli della necessità di condividere rapidamente queste tendenze in un mondo in cui le donne adulte in età fertile sono ancora sottoposte a pressioni per vaccinarsi.

    Per ora, Vernazza ha dichiarato di non essere del tutto “convinto” che i vaccini stiano effettivamente facendo calare le nascite. Ma è anche sospettoso, rammentando le prime rassicurazioni ufficiali, ad esempio che le particelle del vaccino non si muovessero in tutto il corpo; le prove hanno poi dimostrato il contrario, compreso il fatto che si accumulino negli organi riproduttivi.

    “In questa situazione, come medico che vuole decidere, o aiutare a decidere, se prendere un richiamo o un vaccino“, ha dichiarato, “ho sempre meno fiducia che questo vaccino non possa causare problemi di fertilità”.

    Avvertire i potenziali genitori? Assolutamente no.
    Il rapporto di trentanove pagine di Beck e Vernazza, datato 22 settembre 2022, invita Swissmedic ad avvertire i potenziali genitori dei possibili rischi per la fertilità dati dal vaccino. Al di là del documentato calo delle nascite post-vaccino, essi sostengono che un disturbo della fertilità causato dalla vaccinazione sia “plausibile” sulla base dei risultati pubblicati.

    “I dati farmacocinetici sperimentali di Pfizer mostrano un aumento continuo del livello tissutale di particelle lipidiche mRNA nelle ovaie e nei testicoli degli animali da esperimento fino a 48 ore dopo l’iniezione”, scrivono. Mancano i dati sulla durata delle concentrazioni, hanno osservato.

    Inoltre, e anche per quanto riguarda la fertilità, hanno citato uno studio su donatori di sperma che ha rilevato un calo del 22% nel numero di spermatozoi mobili tre o quattro mesi dopo la vaccinazione. Il calo era ancora del 19% dopo cinque mesi.

    I ricercatori riconoscono che questi pochi e incompleti studi “non sono sufficienti a documentare un meccanismo per la comparsa di questo calo delle nascite”.

    Tuttavia, sono sufficienti per suggerire che la vaccinazione delle persone che desiderano avere figli potrebbe essere riconsiderata. Dato il basso rischio di covid-19 in questa popolazione, l’immunità naturale di cui gode la maggior parte delle persone e la “portata sconosciuta dei disturbi della fertilità, saremmo favorevoli a una raccomandazione immediata alla popolazione: le persone che desiderano ancora avere figli dovrebbero essere consapevoli della possibilità di un disturbo della fertilità… e astenersi da ulteriori vaccinazioni fino a quando questo nesso causale ancora aperto non sarà stato chiarito“.

    Swissmedic non era d’accordo. Otto giorni dopo la pubblicazione del rapporto sulle nascite in Svizzera, l’agenzia ha rifiutato categoricamente le sue conclusioni in una lettera a Beck e Vernazza.

    “Dopo aver esaminato attentamente il rapporto, Swissmedic è giunta alla conclusione che i dati presentati e l’analisi non sono in grado di dimostrare statisticamente una connessione causale“, si legge nella lettera.



    Paese dopo paese, l’intervallo di nove mesi dopo le campagne di vaccinazione contro il covid (mostrato mensilmente in alto) è seguito da un calo delle nascite (in basso). L’intervallo è rappresentato dalla linea rossa tra i grafici in alto e in basso. I grafici, in francese, mostrano, in senso orario dall’alto a sinistra, Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Germania. (Fonte: “Declino del tasso di natalità in Europa”, agosto 2022).
    Nove mesi dopo
    Come in Svizzera, lo studio sull’Europa, intitolato “Declino del tasso di natalità in Europa“, ha collegato il calo delle nascite al lancio dei vaccini. “Un effetto delle vaccinazioni Covid 19 è evidente alla luce del calo complessivo dei tassi di natalità 9 mesi dopo l’inizio della campagna di vaccinazione nella fascia di età 18-49 anni”, si legge nel rapporto. “Questo è evidente in quasi tutti i Paesi“.

    Raimund Hagemann, un insegnante di chimica in pensione in Germania, ha lavorato con due ricercatori che la pensano allo stesso modo per assemblare il rapporto, che è parte delle prove nella causa svizzera. Lo studio comprende ottantanove pagine di compilazioni statistiche rappresentate in grafici e annotate con riferimenti scientifici.

    Il gruppo di Hagemann ha riferito che la sua analisi ha prodotto una vera e propria garanzia statistica di accuratezza, sotto forma di valori p di 0,005 o meno. In altre parole, c’era meno di una possibilità su 200 che il collegamento tra l’aumento dei livelli di vaccinazione e il calo delle nascite fosse errato. Questo vale per l’analisi dell’Europa nel suo complesso e, singolarmente, per i Paesi di Finlandia, Svizzera, Paesi Bassi, Lettonia, Austria, Germania e Lituania.

    Hagemann ha detto di aver ottenuto i dati sulle nascite dal sistema di rilevazione statistica di ciascun Paese, che era disponibile fino al 2022 per tutte le nazioni tranne una manciata. Negli Stati Uniti, invece, tali dati sono inspiegabilmente difficili da reperire, anche se le segnalazioni aneddotiche indicano problemi nella gravidanza.

    Hagemann condivide la frustrazione di avere a che fare con governi che non hanno alcun interesse a criticare i programmi di vaccinazione che hanno incessantemente sbandierato come sicuri, efficaci e persino virtuosi. Pensate a cosa si potrebbe fare se prendessero sul serio questi segnali.

    “Se ci si impegnasse seriamente per chiarire la situazione“, si legge nel rapporto, “una stretta collaborazione tra cliniche e medici specialisti potrebbe fornire informazioni preziose per una necessaria e urgente rivalutazione della valutazione dei rischi e dei benefici“. Questo, però, “non è chiaramente auspicabile sotto la grande influenza della politica e dell’industria farmaceutica“.

    In effetti, il rifiuto di Swissmedic di valutare qualsiasi legame tra il crollo delle nascite e i vaccini era, per sua stessa ammissione, strettamente legato al movimento dei vaccini a livello internazionale, non a ciò che sta effettivamente accadendo nel suo stesso cortile:

    “I risultati della cooperazione internazionale di Swissmedic con altre autorità competenti in materia di farmaci hanno dimostrato che in nessuno dei Paesi presi in esame è stato visto o valutato un segnale relativo alle vaccinazioni Covid-19 e a un calo del tasso di natalità“.

    Primi segnali di problemi
    Gli studi sui gemelli condotti in Germania, hanno fornito le prime avvisaglie dei problemi riscontrati nei reparti di maternità di tutta Europa. I loro risultati sono in linea con gli studi più recenti.

    Il primo, pubblicato online il 18 agosto, ha individuato un legame tra le campagne di vaccinazione contro il covid e un’altra tendenza inquietante: l’aumento del numero di morti inspiegabili non legate al covid. Analogamente a quanto rilevato da altri ricercatori, lo studio ha riscontrato un forte legame con le iniezioni di mRNA: quattro ondate di decessi correlate al “forte aumento del numero di vaccinazioni”.

    Altrettanto inquietante, lo studio, condotto da un attuario-matematico e da uno psicologo, ha rilevato un aumento “improvviso e sostenuto” dei bambini nati morti. “Nell’anno 2021, a partire dal mese di aprile, si osserva un sorprendente eccesso di mortalità [di nati morti]”, hanno scritto.

    Un secondo studio, pubblicato all’inizio di settembre dall’Istituto federale tedesco per la ricerca sulla popolazione e dall’Università di Stoccolma, intitolato “Fertility declines near the end of the COVID-19 pandemic: Evidence of the 2022 birth declines in Germany and Sweden“, ha riportato un calo delle nascite in Germania e Svezia del 14 e del 10% all’inizio del 2022. Lo studio ha riscontrato una “forte associazione tra l’inizio dei programmi di vaccinazione e il declino della fertilità nove mesi dopo tale inizio”.

    Significativamente, lo studio non ha trovato alcuna associazione statistica con altri tre possibili fattori: infezioni da covirus, decessi da coronavirus e disoccupazione.

    Nonostante questi segnali d’allarme, l’Ufficio svizzero della sanità pubblica continua a incoraggiare le donne a vaccinarsi con annunci pubblicitari in francese, tedesco e inglese. Su una fotografia di tre braccia femminili con cerotti a forma di cuore, gli annunci recitano: “CON IL RICHIAMO SI OTTIENE UNA MIGLIORE PROTEZIONE IN GRAVIDANZA”.

    Questo articolo fa parte di una collaborazione editoriale tra RESCUE e TrialSite News.

    https://www.maurizioblondet.it/e-sta...ale-il-motivo/
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  9. #1059
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Youtube censura «Gli Invisibili»
    Maurizio Blondet 29 Novembre 2022

    Ricevo e posto, dagli autori del documentario sugli effetti avversi del vax non curati dal sistema sanitario:

    È arrivata la censura!

    Sapevamo che sarebbe successo: da questa notte su YouTube gli INVISIBILI… diventano ancora più invisibili.

    Motivo? Il documentario, che aveva superato le 120.000 visualizzazioni, contraddice gli esperti in materia sanitaria dell’OMS.

    INVISIBILI era presente sul social da settembre senza aver riscontrato problemi, crediamo che l’eco suscitata dalla proiezione a Casarza Ligure sia stata “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Segno che quando verità scomode escono dalla solita nicchia fanno davvero paura ai poteri che vogliono mantenere lo status quo.

    Ricordiamo che è possibile ricaricare INVISIBILI su tutti gli altri social e vi invitiamo a farlo, specialmente dopo l’accaduto, affinché questo messaggio diventi sempre più… visibile!

    Il documentario è tuttora disponibile qui: https://invisibili.playmaster.it/

    Sostieni il nostro lavoro con una donazione #Playmastermovie http://bit.ly/3syMo1
    e unisciti al nostro canale Telegram https://t.me/playmastermovie
    Questa censura è fatta per il vostro bene. Dobbiamo infatti vaccinarci tutti perché è arrivata nuova variante: che non dà sintomi e non è rilevata dai tamponi, insomma che non c’è



    il terribile virus camuffato

    Studio CDC: i colpi di mRNA COVID-19 aumentano il rischio di miocardite del 13.200%
    Lunedì 28 novembre 2022 di: Olivia Cook

    Questo articolo può contenere affermazioni che riflettono l’opinione dell’autore



    ( Natural News ) Uno studio condotto dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha rivelato che i vaccini contro il coronavirus di Wuhan (COVID-19) aumentano il rischio di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) del 13.200%.

    Ha esaminato gli effetti della vaccinazione utilizzando le iniezioni di mRNA COVID-19 di Pfizer e Moderna, sulla base del Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) del CDC. I casi sono stati quindi sottoposti a controlli incrociati per corrispondere alla definizione di miocardite del CDC. Sono stati esaminati un totale di 1.626 casi di miocardite.

    Secondo i ricercatori del CDC, sono stati registrati 105,9 casi di miocardite per milione di dosi nella coorte maschile di età compresa tra 16 e 17 anni a cui è stata iniettata la seconda dose. La coorte maschile di età compresa tra 12 e 15 anni, nel frattempo, ha registrato 70,7 casi di miocardite per milione di dosi dopo la seconda vaccinazione. Inoltre, la coorte maschile di età compresa tra 18 e 24 anni ha visto anche tassi significativamente più elevati di miocardite sia per i vaccini Pfizer (52,4 casi per milione) che per Moderna (56,3 casi per milione). (Correlato: un ampio studio nordico rileva che i vaccini mRNA COVID aumentano il rischio di miocardite .)

    Gli autori dello studio hanno infine concluso che il rischio di miocardite dopo aver ricevuto vaccini mRNA COVID-19 dovrebbe essere considerato nel contesto dei presunti “benefici” della vaccinazione.

    L’agenzia di sanità pubblica, tuttavia, ha raddoppiato la sua insistenza sul fatto che le reazioni avverse dopo la vaccinazione sono rare.

    “I vaccini COVID-19 sono sicuri ed efficaci e le reazioni gravi dopo la vaccinazione sono rare”, ha affermato il CDC. “La maggior parte dei pazienti con miocardite o pericardite dopo la vaccinazione contro il COVID-19 ha risposto bene ai farmaci e al riposo e si è sentita meglio rapidamente.

    https://www.maurizioblondet.it/youtu...li-invisibili/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #1060
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    È stato spento il microfono all’Avvocato Sinagra mentre parlava dinanzi alla Corte Costituzionale. Il motivo
    Maurizio Blondet 30 Novembre 2022

    Per futura memoria: l’avvocato Sinagra è stato zittito da Silvana Sciarra, Presidente della Corte Costituzionale, quando è stato citato un nome e un giornale: Donatella Stasio e la Stampa di Torino.

    Probabilmente in pochi avranno collegato la questione al fatto proprio l’altro ieri è uscito un articolo della Stasio, appunto sulla Stampa di Torino, che affermava che l’obbligo vaccinale tutela i diritti costituzionali.

    Parliamo di un parere di un pinco pallino qualsiasi di cui si può fare a meno?

    Non proprio, la Stasio è (lo è attualmente come si evince dal sito della CC ma la sua carica decadeva il 31 ottobre 2022) responsabile ufficio stampa della Corte Costituzionale e un parere così netto, lanciato sulla carta stampata che entra a gamba tesa su una questione delicata che sarebbe stata discussa 48 ore dalla Corte Costituzionale è un segnale pessimo. La Stasio, che è stata ed è probabilmente ancora la voce della Corte Costituzionale, a due giorni da un’udienza manda pizzini mezzo stampa e se lo si fa notare, si viene zittiti.

    https://www.maurizioblondet.it/wp-co...968414.mp4?_=1

    Grandi manovre per condizionare la sentenza di domani: Abrignani aveva giurato che la terza dose proteggeva per anni e ora vuole smontare presunte «balle» altrui. Interviene (mentendo) persino l’ex portavoce dei giudici.

    L'editoriale di @belpietrotweet https://t.co/hEut9PNRf4

    — La Verità (@LaVeritaWeb) November 29, 2022

    Quanto al direttore de La Stampa, lo ricordiamo inchinarsi al suo superiore (di loggia?) così

    https://www.italiador.com/il-giornalista-giannini-sinchina-davanti-a-speranza/

    Per noi, un utile promemoria:

    I bambini scomparsi d’Europa
    Novembre 30, 2022

    Nove mesi dopo la vaccinazione di massa, nascono 110.000 bambini in meno.
    Negli Stati Uniti, i dati sulle nascite sono scarsi e pochi menzionano la parola F: Fertilità



    In Svizzera, le nascite sono diminuite drasticamente dopo le campagne di vaccinazione contro il covid. I tassi di vaccinazione mensili sono mostrati in alto, le nascite in basso. La linea rossa al centro è etichettata in tedesco “9 Monate” (9 mesi), a indicare l’intervallo tra le tendenze. Un modello quasi identico in altri Paesi è raffigurato di seguito. (Fonte: causa contro Swissmedic, 14 novembre 2022).

    In Europa si stanno moltiplicando le prove del fatto che, in seguito all’introduzione della vaccinazione contro il covid-19, si sono registrate molte meno nascite. Questo fenomeno diffuso sta allarmando medici, analisti di dati e altri che sostengono che si stia ignorando un segnale monumentale.

    “Dal gennaio 2022, il numero di nascite vive è diminuito come mai prima d’ora in Svizzera e nel Cantone di Berna”, si legge in un rapporto urgente dei legislatori cantonali. Un’altra ricerca svizzera, invece, ha riportato un calo del 10% delle nascite nella prima metà del 2022 rispetto alla media triennale precedente. Utilizzando un modello statistico, ha trovato “una sorprendente correlazione temporale tra il picco della prima vaccinazione e il calo delle nascite in Svizzera“.

    Sebbene la nazione alpina, notoriamente neutrale, sia emersa come il punto di partenza della battaglia contro l’infertilità legata ai vaccini, diversi altri rapporti suggeriscono che si tratti di un problema che riguarda tutto il continente e che dovrebbe fare notizia in tutto il mondo.Questi rapporti chiave emergenti non sono in inglese, quindi sono praticamente sconosciuti negli Stati Uniti.

    Nello studio forse più ampio su questa preoccupante tendenza, tre analisti con sede in Germania hanno studiato i dati di diciannove Paesi europei. Hanno riscontrato un calo delle nascite del 7%, che si traduce in 110.059 nascite in meno nella prima metà del 2022 rispetto alla media di periodi simili dal 2019 al 2021. (I dati non sono stati analizzati per il Regno Unito e l’Italia).

    Le parole usate per descrivere queste tendenze aiutano a cogliere la gravità: senza precedenti, massiccia, notevole.

    Questa ondata emergente di ricerche europee – la maggior parte negli ultimi quattro mesi – è stata condotta al di fuori dei normali canali e da ricercatori indipendenti: un medico, un professore universitario e un legislatore qui; un educatore di scuola superiore, un farmacista e uno statistico là. In questo modo, una rete di professionisti non istituzionali, ma esperti di statistica sta colmando il vuoto lasciato dal governo e dalle agenzie di regolamentazione che rifiutano la possibilità di danni da vaccino, tranne che in pochissimi casi.

    Scritto in tedesco e tradotto anche in francese, lo studio europeo ha riportato cali delle nascite superiori al 10% in cinque Paesi. In altri dieci, le nascite sono diminuite dal 4 al 9,4 percento. Il calo più elevato, pari al 18,8%, si è registrato in Romania.

    “Questo segnale molto allarmante non può essere spiegato dalle infezioni da Covid-19“, concludeva il rapporto del 25 agosto 2022, che, come i rapporti svizzeri, vedeva un parallelo tra le grandi campagne di vaccinazione e, nove mesi dopo, l’inizio di quello che un rapporto ha definito un “baby gap“.

    “La correlazione con la campagna di vaccinazione e la situazione dell’epoca suggerisce che la vaccinazione abbia avuto influenze fisiologiche sulla fertilità delle donne o degli uomini“, afferma il rapporto sull’Europa, sottolineando le prove di irregolarità mestruali e di diminuzione del numero di spermatozoi dopo la vaccinazione.

    Finora, però, gli studi svizzeri ed europei, insieme agli articoli sull’aumento dei nati morti in Germania e sul calo delle nascite in Germania e Svezia, non hanno suscitato grande interesse nelle strutture normative europee.

    Swissmedic, che è la versione svizzera della Food and Drug Administration statunitense, ha respinto qualsiasi “connessione causale” tra i vaccini covid e il calo delle nascite.



    Questo grafico mostra l’andamento delle nascite in Svizzera. Il calo delle nascite nel 2022 è stato eclissato solo una volta, durante la mobilitazione per la Prima Guerra Mondiale. (Fonte: Dr. Konstantin Beck)
    I 6.000 scomparsi
    Il 14 novembre, un avvocato di Zurigo ha annunciato una causa contro tre funzionari di Swissmedic e cinque del Gruppo Insel, che gestisce un grande centro ospedaliero a Berna. La denuncia di 300 pagine sostiene che Swissmedic ha violato il codice penale nazionale approvando vaccini inefficaci e mal testati e ignorando poi migliaia di casi svizzeri di invalidità e morte correlati. L’Insel Group fa parte, secondo la denuncia, della “cerchia dei colpevoli”.

    Tra i molti presunti danni elencati nella denuncia, tra cui disabilità e decessi, c’è questo: “Crollo delle nascite: oltre 6.000 bambini scomparsi nel 2022”.

    Il dottor Konstantin Beck, economista e statistico dell’Università di Lucerna, è stato coautore del principale rapporto svizzero che ha rilevato un calo “storico” delle nascite. L’ultimo calo delle nascite paragonabile, pari al 13%, mi ha detto, risale alla mobilitazione dell’esercito svizzero del 1914, all’inizio della Prima Guerra Mondiale.

    In una telefonata Zoom, Beck e il suo coautore, il medico di malattie infettive Pietro Vernazza, hanno discusso del “calo storicamente senza precedenti dei tassi di natalità” che hanno riscontrato. Insieme a ricercatori come loro, stanno analizzando i dati man mano che si rendono disponibili e aggiornando le loro scoperte; sono perfettamente consapevoli della necessità di condividere rapidamente queste tendenze in un mondo in cui le donne adulte in età fertile sono ancora sottoposte a pressioni per vaccinarsi.

    Per ora, Vernazza ha dichiarato di non essere del tutto “convinto” che i vaccini stiano effettivamente facendo calare le nascite. Ma è anche sospettoso, rammentando le prime rassicurazioni ufficiali, ad esempio che le particelle del vaccino non si muovessero in tutto il corpo; le prove hanno poi dimostrato il contrario, compreso il fatto che si accumulino negli organi riproduttivi.

    “In questa situazione, come medico che vuole decidere, o aiutare a decidere, se prendere un richiamo o un vaccino“, ha dichiarato, “ho sempre meno fiducia che questo vaccino non possa causare problemi di fertilità”.

    Avvertire i potenziali genitori? Assolutamente no.
    Il rapporto di trentanove pagine di Beck e Vernazza, datato 22 settembre 2022, invita Swissmedic ad avvertire i potenziali genitori dei possibili rischi per la fertilità dati dal vaccino. Al di là del documentato calo delle nascite post-vaccino, essi sostengono che un disturbo della fertilità causato dalla vaccinazione sia “plausibile” sulla base dei risultati pubblicati.

    “I dati farmacocinetici sperimentali di Pfizer mostrano un aumento continuo del livello tissutale di particelle lipidiche mRNA nelle ovaie e nei testicoli degli animali da esperimento fino a 48 ore dopo l’iniezione”, scrivono. Mancano i dati sulla durata delle concentrazioni, hanno osservato.

    Inoltre, e anche per quanto riguarda la fertilità, hanno citato uno studio su donatori di sperma che ha rilevato un calo del 22% nel numero di spermatozoi mobili tre o quattro mesi dopo la vaccinazione. Il calo era ancora del 19% dopo cinque mesi.

    I ricercatori riconoscono che questi pochi e incompleti studi “non sono sufficienti a documentare un meccanismo per la comparsa di questo calo delle nascite”.

    Tuttavia, sono sufficienti per suggerire che la vaccinazione delle persone che desiderano avere figli potrebbe essere riconsiderata. Dato il basso rischio di covid-19 in questa popolazione, l’immunità naturale di cui gode la maggior parte delle persone e la “portata sconosciuta dei disturbi della fertilità, saremmo favorevoli a una raccomandazione immediata alla popolazione: le persone che desiderano ancora avere figli dovrebbero essere consapevoli della possibilità di un disturbo della fertilità… e astenersi da ulteriori vaccinazioni fino a quando questo nesso causale ancora aperto non sarà stato chiarito“.

    Swissmedic non era d’accordo. Otto giorni dopo la pubblicazione del rapporto sulle nascite in Svizzera, l’agenzia ha rifiutato categoricamente le sue conclusioni in una lettera a Beck e Vernazza.

    “Dopo aver esaminato attentamente il rapporto, Swissmedic è giunta alla conclusione che i dati presentati e l’analisi non sono in grado di dimostrare statisticamente una connessione causale“, si legge nella lettera.



    Paese dopo paese, l’intervallo di nove mesi dopo le campagne di vaccinazione contro il covid (mostrato mensilmente in alto) è seguito da un calo delle nascite (in basso). L’intervallo è rappresentato dalla linea rossa tra i grafici in alto e in basso. I grafici, in francese, mostrano, in senso orario dall’alto a sinistra, Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Germania. (Fonte: “Declino del tasso di natalità in Europa”, agosto 2022).
    Nove mesi dopo
    Come in Svizzera, lo studio sull’Europa, intitolato “Declino del tasso di natalità in Europa“, ha collegato il calo delle nascite al lancio dei vaccini. “Un effetto delle vaccinazioni Covid 19 è evidente alla luce del calo complessivo dei tassi di natalità 9 mesi dopo l’inizio della campagna di vaccinazione nella fascia di età 18-49 anni”, si legge nel rapporto. “Questo è evidente in quasi tutti i Paesi“.

    Raimund Hagemann, un insegnante di chimica in pensione in Germania, ha lavorato con due ricercatori che la pensano allo stesso modo per assemblare il rapporto, che è parte delle prove nella causa svizzera. Lo studio comprende ottantanove pagine di compilazioni statistiche rappresentate in grafici e annotate con riferimenti scientifici.

    Il gruppo di Hagemann ha riferito che la sua analisi ha prodotto una vera e propria garanzia statistica di accuratezza, sotto forma di valori p di 0,005 o meno. In altre parole, c’era meno di una possibilità su 200 che il collegamento tra l’aumento dei livelli di vaccinazione e il calo delle nascite fosse errato. Questo vale per l’analisi dell’Europa nel suo complesso e, singolarmente, per i Paesi di Finlandia, Svizzera, Paesi Bassi, Lettonia, Austria, Germania e Lituania.

    Hagemann ha detto di aver ottenuto i dati sulle nascite dal sistema di rilevazione statistica di ciascun Paese, che era disponibile fino al 2022 per tutte le nazioni tranne una manciata. Negli Stati Uniti, invece, tali dati sono inspiegabilmente difficili da reperire, anche se le segnalazioni aneddotiche indicano problemi nella gravidanza.

    Hagemann condivide la frustrazione di avere a che fare con governi che non hanno alcun interesse a criticare i programmi di vaccinazione che hanno incessantemente sbandierato come sicuri, efficaci e persino virtuosi. Pensate a cosa si potrebbe fare se prendessero sul serio questi segnali.

    “Se ci si impegnasse seriamente per chiarire la situazione“, si legge nel rapporto, “una stretta collaborazione tra cliniche e medici specialisti potrebbe fornire informazioni preziose per una necessaria e urgente rivalutazione della valutazione dei rischi e dei benefici“. Questo, però, “non è chiaramente auspicabile sotto la grande influenza della politica e dell’industria farmaceutica“.

    In effetti, il rifiuto di Swissmedic di valutare qualsiasi legame tra il crollo delle nascite e i vaccini era, per sua stessa ammissione, strettamente legato al movimento dei vaccini a livello internazionale, non a ciò che sta effettivamente accadendo nel suo stesso cortile:

    “I risultati della cooperazione internazionale di Swissmedic con altre autorità competenti in materia di farmaci hanno dimostrato che in nessuno dei Paesi presi in esame è stato visto o valutato un segnale relativo alle vaccinazioni Covid-19 e a un calo del tasso di natalità“.

    Primi segnali di problemi
    Gli studi sui gemelli condotti in Germania, hanno fornito le prime avvisaglie dei problemi riscontrati nei reparti di maternità di tutta Europa. I loro risultati sono in linea con gli studi più recenti.

    Il primo, pubblicato online il 18 agosto, ha individuato un legame tra le campagne di vaccinazione contro il covid e un’altra tendenza inquietante: l’aumento del numero di morti inspiegabili non legate al covid. Analogamente a quanto rilevato da altri ricercatori, lo studio ha riscontrato un forte legame con le iniezioni di mRNA: quattro ondate di decessi correlate al “forte aumento del numero di vaccinazioni”.

    Altrettanto inquietante, lo studio, condotto da un attuario-matematico e da uno psicologo, ha rilevato un aumento “improvviso e sostenuto” dei bambini nati morti. “Nell’anno 2021, a partire dal mese di aprile, si osserva un sorprendente eccesso di mortalità [di nati morti]”, hanno scritto.

    Un secondo studio, pubblicato all’inizio di settembre dall’Istituto federale tedesco per la ricerca sulla popolazione e dall’Università di Stoccolma, intitolato “Fertility declines near the end of the COVID-19 pandemic: Evidence of the 2022 birth declines in Germany and Sweden“, ha riportato un calo delle nascite in Germania e Svezia del 14 e del 10% all’inizio del 2022. Lo studio ha riscontrato una “forte associazione tra l’inizio dei programmi di vaccinazione e il declino della fertilità nove mesi dopo tale inizio”.

    Significativamente, lo studio non ha trovato alcuna associazione statistica con altri tre possibili fattori: infezioni da covirus, decessi da coronavirus e disoccupazione.

    Nonostante questi segnali d’allarme, l’Ufficio svizzero della sanità pubblica continua a incoraggiare le donne a vaccinarsi con annunci pubblicitari in francese, tedesco e inglese. Su una fotografia di tre braccia femminili con cerotti a forma di cuore, gli annunci recitano: “CON IL RICHIAMO SI OTTIENE UNA MIGLIORE PROTEZIONE IN GRAVIDANZA”.

    Questo articolo fa parte di una collaborazione editoriale tra RESCUE e TrialSite News.

    https://www.maurizioblondet.it/e-sta...ale-il-motivo/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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