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Discussione: Vaccini e vaccate.

  1. #471
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Morti sospette dopo vaccinazione anti-Covid, si attiva Eurojust
    22:26 17.07.2021

    L''Agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale coordinerà le inchieste aperte in Italia e negli altri Paesi Ue a seguito delle reazioni avverse letali dopo la somministrazione del siero anti-Covid di AstraZeneca.
    Interviene Eurojust per coordinare le inchieste aperte in Italia e in altri Paesi europei a seguito dei decessi verificatisi per reazioni avverse gravi dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid della casa farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca.
    Il coordinamento dell'Agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale è necessario "per capire l'estensione del fenomeno e i vari provvedimenti giudiziari adottati", ha dichiarato a conferma della notizia, citato dall'Ansa, il procuratore capo di Genova facente funzioni Francesco Pinto.

    Grazie all'attivazione di Eurojust i magistrati liguri, insieme ai colleghi di altre procure in Italia e nei Paesi Ue potranno condividere gli elementi raccolti in questi mesi di indagini.

    Sporta denuncia per la donna 49enne morta a Crotone vaccinata con AstraZeneca
    30 Giugno, 17:09
    I magistrati liguri stanno in particolare indagando il decesso di Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante morta per una trombosi cerebrale dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca in un open day organizzato dalla sua regione di residenza. In base a quanto trapelato, dietro la morte della ragazza potrebbe esserci anche un errore dei medici di Lavagna, dal momento che la giovane aveva chiesto aiuto ai medici dopo aver accusato malessere con sintomi riconducibili ad una trombosi, ma frettolosamente era stata rimandata a casa.

    La Procura genovese indaga anche il decesso di Francesca Tuscano, l'insegnante 32enne stroncata da una trombosi ad aprile.


    https://it.sputniknews.com/20210717/...-12177620.html
    Sabbia europea.
    Ultima modifica di Eridano; 18-07-21 alle 18:17

  2. #472
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    La campagna vaccinale si sta fermando?
    Categoria: Medicina & Salute

    Pubblicato: 19 Luglio 2021
    Visite: 12941

    La grande campagna vaccinale nel mondo sembra di colpo essersi arrestata. Partita con gran fanfara nel gennaio di quest’anno, sembrava che in pochi mesi il magico vaccino avrebbe liberato l’umanità dalla maledizione del Covid, e avrebbe riportato tutto alla normalità.

    Invece la campagna vaccinale ha subito un primo, duro contraccolpo in primavera, quando i gravi effetti avversi causati da AstraZeneca (e non soltanto) sono diventati di pubblico dominio. Per la prima volta, milioni di persone che riponevano una fiducia cieca della vaccinazione hanno cominciato ad avere dei dubbi. Ma il contraccolpo è stato presto riassorbito, poiché le agenzie del farmaco, ben supportate dai media a voce unificata, sono riuscite a far passare il nuovo slogan “i benefici superano i rischi”. E così la maggior parte della popolazione si è convinta comunque a proseguire. Magari con qualche dubbio in più, ma le vaccinazioni sono riprese a pieno ritmo in tutti i paesi dell’Occidente.

    Poi però deve essere successo qualcos’altro, perchè i proclami trionfalistici dei media pro-vax hanno cominciato a scomparire.

    Il presidente americano Biden aveva annunciato con orgoglio per il 4 luglio – festa nazionale americana – l’agognato traguardo del 70% della popolazione vaccinata. Ma il 4 luglio è passato, e quel traguardo non solo non è stato raggiunto, ma ormai sembra inarrivabile.

    Anche in Italia, inizialmente Figliuolo decantava quotidianamente il “mezzo milione di vaccinati al giorno”, ma da un po’ di tempo questo ritornello non si sente più. E chi va a guardare da vicino le statistiche, scopre che ormai il 90% delle vaccinazioni che vengono effettuate sono in realtà seconde dosi. Di gente che si vaccini adesso con la prima dose ormai se ne trova molto poca.

    Quello che è successo, in realtà, è molto semplice: è stato raggiunto, bene o male, il numero massimo delle persone che desiderano vaccinarsi, o perché si sentono più sicure, o perché, più semplicemente, sono convinte di riacquistare in questo modo le proprie libertà. Ma tutti quelli che rimangono, ormai, sono persone che del vaccino non vogliono proprio sentir parlare.

    Nonostante il fatto che i media tacciano sull’alto numero di persone colpite da reazioni avverse gravi (morti comprese), c’è infatti una realtà che non si può eliminare: la gente parla. Uomini e donne di tutta Italia parlano quando si incontrano per strada, parlano nei bar, parlano al telefono, parlano sui social, e ormai è diventato molto difficile trovare una persona che non conosca qualcuno che - in modo diretto o indiretto – sia stato colpito da una reazione avversa grave.

    È quindi comprensibile che le persone che prendono coscienza di questa realtà decidano categoricamente di non vaccinarsi. E anche nei paesi dove la percentuale di vaccinati è molto alta (es. Israele, Regno Unito), la gente comincia a chiedersi perchè il virus continui a circolare esattamente come prima.

    Questo spiega molto chiaramente il nervosismo da parte dei vari governi, che stanno precipitosamente passando dalla carota al bastone. Macron introduce un greenpass talmente restrittivo che lo si può tranquillamente equiparare ad un obbligo vaccinale di fatto. Il governo italiano si accoda, e cerca di approfittare dello squarcio aperto da Macron per irririgidire anche da noi le restrizioni per i non vaccinati. In USA Biden ha addirittura accusato Facebook di essere dei “killer”, perché non avrebbero fatto abbastanza per sopprimere quelle che lui definisce “disinformazione sul Covid”. (Pensate: un presidente democratico che arriva a lamentarsi che non sia stata applicata sufficiente censura nel “paese più democratico del mondo”).

    E chiaro che la situazione si sta incattivendo un pò dappertutto, ma il problema di fondo non cambia. Quelli che hanno deciso di non vaccinarsi, ormai molto difficilmente lo faranno. E servirà a poco mettere in atto restrizioni più dure. Anzi, casomai ciò provocherà l’effetto opposto, ovvero quello di scatenare la ribellione di coloro che si sentiranno ingiustamente privati dei loro diritti più fondamentali.

    Forse sarebbe ora di prendere atto della realtà, di accettare che i vaccini non rappresentano la soluzione (nella migliore delle ipotesi "funzionicchiano", come dice Massimo Galli), e di capire che l’unico modo per andare avanti senza scatenare una guerra civile, è quello di accettare serenamente la presenza di chi non vuole vaccinarsi all’interno della società.

    E forse, sarebbe finalmente ora di cominciare ad utilizzare in maniera sistematica tutte quelle cure che sappiamo benissimo esistere, ma che fino ad oggi ci sono state negate.

    Ma, per fare questo, bisognerebbe fare un grosso dispiacere a Big Pharma. E di governanti (e di giornalisti) con le palle per fare una cosa del genere all’orizzonte se be vedono ben pochi.

    Massimo Mazzucco

    https://luogocomune.net/21-medicina-...%C3%A8-fermata
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #473
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  4. #474
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Aifa: Casi di miocardite e pericardite dopo alcuni vaccini
    19 LUGLIO 202119 LUGLIO 2021 CRONACA LETTURA 1 MIN

    “Dopo la vaccinazione con i vaccini a mRna anti Covid-19 Comirnaty* e Spikevax* sono stati osservati casi molto rari di MIOCARDITE e pericardite. I casi si sono verificati principalmente nei 14 giorni successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile”. Lo sottolinea riguardo ai prodotti-scudo a Rna messaggero di Pfizer/BioNTech e di Moderna l’Agenzia italiana del farmaco Aifa, che anche dopo quanto già comunicato dall’Agenzia europea del farmaco Ema comunica “aggiornamenti su alcuni punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza di MIOCARDITE e pericardite dopo vaccinazione con vaccini a mRna”. “I dati a disposizione – precisa l’ente regolatorio nazionale – suggeriscono che il decorso della MIOCARDITE e pericardite dopo la vaccinazione non è diverso da quello della MIOCARDITE o della pericardite in generale”. “Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di MIOCARDITE e pericardite”, raccomanda l’Aifa. “Gli operatori sanitari – aggiunge – devono istruire i soggetti vaccinati a rivolgersi immediatamente al medico qualora dopo la vaccinazione sviluppino sintomi indicativi di MIOCARDITE o pericardite, quali dolore toracico, respiro affannoso o palpitazioni”.

    https://www.lanuovapadania.it/cronac...lcuni-vaccini/
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  5. #475
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Pass, “vaccini” e niente cure: se l’Italia resta nella follia
    Scritto il 17/7/21 • nella Categoria: idee

    Blinda la supercazzola brematurata, con vaccinazione a sinistra. La signora si sta avvicinando agli ottant’anni, ma finora ha evitato l’inoculo. Lo scorso inverno non ha nemmeno avuto un semplice raffreddore stagionale, grazie all’elevato dosaggio di vitamine e zinco. La dottoressa aveva insistito: davvero, non se la sente di ricevere la dose? Davvero. Al che, la sanitaria dell’Asl ha vuotato il sacco: da due mesi, dopo l’iniezione – ha ammesso – soffre per uno stato infiammatorio diffuso. Quanto all’anziana paziente, se ha problemi di salute (solo fastidi, nonostante l’età) si rivolge a un altro medico, in forma privata. Quel dottore ha alle spalle decenni di esperienza ospedaliera, e oggi esplora le nuove frontiere della medicina complementare, che limita al minimo la biochimica farmacologica. Dice il dottore: ho appena ricevuto l’ultimatum dall’Ordine dei Medici, per sottopormi all’inoculo. Il che – aggiunge – significa una sola cosa: che non resterò più a lungo nell’albo, perché non vedo alternative alla inevitabile radiazione. Subire quello che ancora chiamano vaccino? Non se ne parla nemmeno: ci tengo, alla salute, quanto alla mia libertà, che è sacra.
    Il dottore, naturalmente, cura a domicilio anche l’influenza: quella che nel 2020 è diventata il problema numero uno dell’umanità. Come è riuscita, l’influenza, a compiere la sua storica impresa? Facilissimo: è bastato non curarla, praticamente mai (né a casa, né all’ospedale). Certo il dottore – ancora per poco nell’elenco nazionale dei medici – non si vanta affatto di saperla curare, questa influenza, registrando il 100% delle guarigioni: pur sempre di influenza si tratta, dice, anche se con sintomi particolari, ormai perfettamente trattabili con i farmaci adatti, se prontamente somministrati. Cioè: esattamente quello che anche il governo italiano – quello che impone ai medici di “vaccinarsi” – continua a non fare: ancora non esiste un protocollo nazionale per mettere il medico di famiglia nelle condizioni di curare efficacemente i pazienti, utilizzando i medicinali opportuni (secondo la prassi terapeutica ormai collaudata da centinaia di medici onesti, costretti a operare in semi-clandestinità: come se guarire i pazienti da casa fosse un reato, visto che nessuno di loro necessita del ricovero e recupera la piena salute nel giro di pochi giorni).
    Non che negli ospedali la situazione sia migliore, racconta un amico. Da qualche anno è alle prese con un tumore, ha già subito un intervento chirurgico e i medici lo seguono con grande attenzione. Uno, in particolare, lo ha avvertito: mi raccomando, se dovessi contrarre l’influenza chiamami. E per favore, ha aggiunto, non sognarti di chiamare il 118. Se poi dovessi stare davvero male, a maggior ragione: chiama me, prima di andare al pronto soccorso, perché nel nostro ospedale – in assenza di un protocollo sanitario – i pazienti colpiti dall’influenza vengono curati “a sentimento”, in base alle impressioni del medico di turno e al quadro clinico del malato. Ha detto proprio così: a sentimento. Come se lavorasse in un’infermeria da campo del Burundi, e non in Italia nel 2021, terzo millennio, in una rinomata struttura ospedaliera del paese la cui nazionale di calcio è appena diventata campione d’Europa.
    Si cura “a sentimento”, in quell’ospedale: e a essere curati “a sentimento” sono quegli sfortunatissimi pazienti abbandonati per giorni nelle loro case, senza terapie, in compagnia dei loro sintomi. Tachiripina e vigile attesa: è come fare il tifo per l’influenza, sperando che si aggravi al punto da indurre il poveretto a chiamare il 118. A quel punto sarà l’ambulanza a trasportarlo – ormai tardi – nel pronto soccorso dove verrà curato “a sentimento”. E non è tutto: perché in questo Burundi che è diventata l’Italia, con l’avvento dell’influenza 2020 (con quel suo nome sinistro, targato 2019), ora si prova anche a limitare ulteriormente la libertà di movimento, imponendo il cosiddetto pass vaccinale per poter salire su un treno. C’è chi preme per imitare la Francia, che il lasciapassare medievale lo pretende anche per sedersi al bar a prendere un caffè, e chi invece frena e protesta, gridando al liberticidio.
    Da qualche mese c’è un governo diverso, che sembra voler evitare a tutti i costi le operazioni di macelleria condotte in modo spietato dall’esecutivo che era in carica nel 2020. Però nessuno – né il nuovo governo, né le forze politiche che si oppongono alle discriminazioni che verrebbero introdotte con il pass – accennano alla vera e unica soluzione del problema: l’adozione di un normalissimo protocollo per le cure domiciliari precoci, quelle che dall’influenza guariscono praticamente tutti. Le terapie ormai sono tante, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma sono tutte ferocemente osteggiate. Il ministero della sanità le ha addirittura proibite, facendo appello alla magistratura attraverso cavilli procedurali. Sarebbe un bel guaio, in effetti, se all’ospedale non venisse ricoverato più nessuno: dove finirebbero i titoli dei giornali e le aperture dei telegiornali, da un anno e mezzo impegnati a strombazzare il quotidiano bollettino di guerra?
    Prima erano esibiti i morti, i ricoveri in terapia intensiva. Poi i tamponi, i cosiddetti “casi”, cioè i contagi (largamente asintomatici). E infine le dosi giornaliere del farmaco genico sperimentale che, se fosse stata ammessa l’esistenza delle normali cure, non sarebbe stato autorizzato prima del 31 dicembre 2023. Quante vittime è costata, questa spaventosa farsa? Quanti pazienti sono stati lasciati morire senza cure, per poter arrivare all’autorizzazione d’emergenza per i farmaci genici sperimentali che solo un cinico impostore (o un ignorante) può ancora continuare a chiamare vaccini? E’ come se i migliori medici italiani – tantissimi – fossero stati presi a ceffoni: avete trovato le cure adatte per guarire i pazienti da casa? Male, malissimo. Non solo non le autorizziamo, le vostre cure (che salvano vite umane), ma vi costringiamo anche a subire un trattamento sanitario obbligatorio illegittimo, visto che si tratta di un farmaco ancora solo sperimentale.
    Viene da domandarsi dove speri di andare, un paese così. Puoi vincere gli europei di calcio, puoi evitare la catastrofe socio-economica delle chiusure (e non è poco, visti i precedenti recentissimi). Ma non puoi – non vuoi? – guarire nessuno. La malattia, quella vera, non è l’influenza. E’ una patologia ben più temibile: si chiama follia. Ha un nome antico, ma miete vittime a milioni. E viene da lontano: non è certo di oggi. Non è solo italiana, ha contagiato gran parte del pianeta, specie l’Occidente. E’ un male oscuro, psico-politico e mediatico. Impone teoremi, dogmi, superstizioni. E intanto umilia i medici, massacra i malati, terrorizza gli sprovveduti e vessa tutti, nessuno esclsuso, limitando la libertà di ciascuno. Fino a quando? L’unica terapia efficace in questo caso non è clinica, è squisitamente politica: si chiama verità. Più verità sarà somministrata, e più la guarigione farà progressi. Punto cardinale: bonificare il sistema dal cancro della menzogna, diffuso a reti unificate anche censurando la verità e imbavagliando chi la rivela e la pratica.
    La madre di tutte le menzogne è ancora dominante: il cosiddetto vaccino, come unica possibile soluzione per debellare l’influenza. E dunque la coercizione, la minaccia, l’intimidazione, le ritorsioni contro chi si ribella all’abuso di potere fondato sulla falsità. La sintomatologia è speculare – sia pure sul piano della narrativa sanitaria, stavolta – all’anamnesi socio-religiosa dell’austerity: un problema altrettanto inventato e fasullo (la scarsità di moneta) maneggiato per incutere timore e imporre sottomissione. Il signor Mario Draghi, ieri in prima linea in questa disgustosa specialità, oggi ha palesemente cambiato squadra: lavora per rimediare al disastro trentennale provocato dalla crisi artificiosa del rigore. Quanto all’altro problema (l’influenza, o meglio: la follia criminale): il solo fatto che sia costretto a tenersi lo stesso “ministro della paura” in carica nel governo precedente dimostra quanto sia maledettamente complicato, nel giro di qualche mese, provare a smontare il paradigma universale della menzogna.
    E’ come se l’adesione (stolida e cieca, in apparenza) alla religione del “vaccino” fosse una sorta di atroce tributo inevitabile, da pagare alla potente holding del terrore globale, sorretta dall’Università delle Frottole e dal Telegiornale del Panico, per poter cominciare a uscire – per gradi – dall’incubo della grande follia. Per questo, probabilmente, l’Italia attenuerà il più possibile la legge del taglione (quella del pass), alleggerendo le conseguenze per i renitenti. Purtroppo, però, il falso vangelo della salvezza tuttora impone il sacrificio umano dei medici e anche degli insegnanti, arrivando a insidiare direttamente i minorenni, già sottoposti a torture devastanti come il vuoto pneumatico della “didattica a distanza” e l’attentato alla salute costituito dall’imposizione della museruola in classe. La grande tristezza consiste nel vedere come, tuttora, nessuna forza politica intenda fare le barricate per smantellarla, la menzogna, pretendendo finalmente l’adozione delle cure. Terapie che renderebbero superflua qualunque profilassi: compresa quella del vaccino (se esistesse realmente, un vero vaccino). Il farmaco salva-vita è un altro: la verità. Senza la quale, è scontato, tutti soffriranno ancora moltissimo, e chissà per quanto.


    https://www.libreidee.org/2021/07/pa...-nella-follia/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  6. #476
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  7. #477
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    https://www.marcotosatti.com/2021/07...icordiamocelo/


    La dice lunga com'è il governo.

    L'ennesimo volto degli stellini rivelato.

  8. #478
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  9. #479
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    https://www.maurizioblondet.it/dichiarata-la-dittatura/


    Dichiarata la Dittatura


    Maurizio Blondet 22 Luglio 2021


    Stasera 22 luglio, in tv Draghi e Speranza hanno ufficialmente proclamato la Dittatura. Come ogni regime che si rispetta è essenziale il controllo della popolazione, in nome di uno stato di eccezione – l’emergenza – allo scopo enfatizzata. E come in ogni regime che si rispetta si discrimina quella parte della popolazione che si dimostra refrattaria. Ieri la stella gialla, oggi il pass “verde”. Sottomissione o discriminazione.

    Ricordatevi che Draghi fu colui che, nel 1992, sul panfilo Britannia, di sua maestà britannica, svendette il nostro patrimonio pubblico alle banche d’affari angloamericane. Da lì inizio la sua carriera che da direttore generale del Tesoro lo porto fino alla Banca Centrale Europea per il tramite prima di Goldman Sachs sezione europea e poi di Bankitalia.

    Egli è il perfetto rappresentante e braccio esecutivo dell’élite finanziaria globale. La democrazia, già da anni in agonia, oggi muore definitivamente. Non si parli più di 25 aprile ed altre retoriche amenità del genere. (Luigi Copertino)

    Draghi, mentre giustifica la dittatura sanitaria con la Menzogna: finge di non sapere che sono i vaccinati quelli che infettano.



    La realtà che i media tacciono:

    Di seguito, l’apostrofe di Riccardo Cascioli che illustra da ogni lato l’atto totalitario

    Io non mi vaccino, venite pure a prendermi

    Visto che ormai si è scatenata la caccia a chi non vuole vaccinarsi contro il Covid e la campagna d’odio verso chi sprezzantemente è definito “no vax” sta raggiungendo livelli senza precedenti, ho deciso di costituirmi: io non mi vaccinerò; venitemi pure a prendere se oltre a fare i leoni da tastiera o i generali dei proclami, avete il coraggio di un incontro fisico, reale.

    Però intanto cominciamo a chiarire le cose: non sono affatto “no-vax”, così come non lo è la stragrande maggioranza di coloro che non intendono vaccinarsi contro il Covid. Non solo ho fatto tutti i vaccini che l’Italia comanda, ma avendo girato un po’ per il mondo, ho fatto tranquillamente tutti i vaccini e le profilassi richieste.

    Ciò non ha impedito, come è logico che sia, che qualche “souvenir sanitario” di questi viaggi mi sia rimasto; a ricordare che vaccini e profilassi non ci rendono superuomini immortali, ma hanno i loro margini di rischio.
    Non solo, come Bussola abbiamo sempre sostenuto l’importanza delle vaccinazioni essenziali nei paesi in via di sviluppo, dove si muore giovanissimi per malattie qui ampiamente sconfitte.

    Ma ci sono vaccinazioni e vaccinazioni: davvero questi apostoli del vaccino ritengono che le migliaia di sanitari in Italia che stanno rischiando il posto e la carriera pur di non sottoporsi al vaccino siano dei pericolosi estremisti o dei creduloni che si abbeverano a fonti inattendibili?

    Noi stessi sulla Bussola abbiamo sempre sostenuto che ci sono delle categorie di persone a cui può essere riconosciuto lo stato di necessità e quindi, valutando il rapporto rischi-benefici, consigliato di vaccinarsi. Ma appunto: consigliato, forse raccomandato, e comunque a certe condizioni. Certamente non obbligato. E riguarda solo una fascia di popolazione, quella che ha dimostrato essere più a rischio di vita nel caso di una infezione da Covid.

    Ma è evidente che già da molto tempo la questione Covid ha smesso di essere un problema sanitario per diventare uno strumento politico. Solo così si spiega la furia, il disprezzo e l’odio contro chi pone obiezioni all’obbligatorietà dei vaccini. Solo così si spiega la totale irrazionalità di certe posizioni dogmatiche.

    Non mi vaccino per tanti motivi, tre in particolare: perché i rischi sono maggiori dei benefici; perché c’è un problema etico; perché stante l’evidente scopo politico del green pass, questa è diventata anche una battaglia a difesa della libertà.

    Sintetizzo il primo punto: anzitutto per quanto non sia affatto augurabile ammalarsi di Covid, e malgrado a leggere i giornali sembrerebbe che almeno mezza Italia sia infetta, la probabilità di contagio è molto bassa, sia per stile di vita personale (ho una scarsa propensione all’assembramento) sia per dati oggettivi: il bollettino di ieri sera riportava che in Italia ci sono poco più di 51mila contagiati (contagiati, non malati), vale a dire lo 0,08% della popolazione italiana.

    E solo una minima parte di questi risultano ricoverati con qualche sintomo: 1.194 (il 2,3% dei positivi, lo 0,002% della popolazione italiana). Leggendo i giornali e ascoltando la tv, politici e influencer vari, si ha comunque la sensazione che una nuova ondata si sia rimessa effettivamente in moto.

    Ebbene, si rimane stupiti a notare che in effetti stiamo assistendo a un calo notevole dei malati di Covid: l’1 luglio, tanto per fare un esempio, i “ricoverati con sintomi” erano 1.532. Vale a dire che in 20 giorni c’è stata una diminuzione del 22%. Discorso analogo per le terapie intensive, passate in 20 giorni da 229 a 158 presenze (-31%).

    Se comunque venissi contagiato so di poter contare sulle terapie precoci che – ne abbiamo tantissime prove – danno ottimi risultati. Certo, nessuno ci garantisce di non morire comunque di Covid, ma lo stesso vale per i vaccini, come stiamo vedendo in questi mesi. Devo agire con prudenza e ragione; ma non spinto dalla paura di morire.

    Devo essere invece sempre cosciente che la mia vita è ultimamente affidata a Dio (lui è il Signore della vita e della morte), non ai farmaci, ai virologi, ai generali (e neanche ai preti).

    A fronte di questa bassa probabilità di contagio c’è un rischio evidente in vaccini sperimentali, i cui “bugiardini” vengono aggiornati man mano che i vaccinati registrano reazioni avverse gravi, anche letali; i cui effetti a lungo termine sono sconosciuti, la cui reale efficacia è ancora tutta da dimostrare.

    Sulla questione etica è presto detto: non si tratta di stabilire quanto sia remota la cooperazione al male compiuto da chi ha praticato quegli aborti da cui sono state tratte le cellule che, riprodotte milioni di volte, sono arrivate a contribuire alla realizzazione di questi vaccini.

    Questa lontananza la diamo per acquisita. Ma come ricordava il recente documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, anche in questo caso la liceità dell’uso di questi vaccini è legato all’esistenza di alcune condizioni, tra cui lo stato di necessità (cosa che appunto potrebbe verificarsi al massimo soltanto per una fascia della popolazione) e il fare un’azione di pressione su politici e case farmaceutiche perché non usino più cellule da feti abortiti.

    Soprattutto quest’ultimo punto è importante perché siamo in un contesto – come abbiamo già dettagliatamente spiegato – in cui l’uso di embrioni per la ricerca e di cellule da feti abortiti è in espansione e viene sempre più ritenuto normale. Non dire nulla davanti a questo è una grave omissione.

    Ma detto questo è chiaro, come già detto, che la questione sanitaria è da tempo – forse dall’origine – passata in seconda linea, è soltanto un pretesto per affermare qualcosa d’altro. Come ha ben sintetizzato recentemente il filosofo Giorgio Agamben «nel Green pass non è in gioco la salute, ma il controllo della popolazione».

    Realizzare un regime di apartheid con i numeri di contagiati e malati sopra citati sarebbe pura follia se non ci fosse un progetto più ambizioso. Altrettanto folle sarebbe vaccinare giovani e bambini che per il Covid hanno una mortalità praticamente pari a zero.

    I non vaccinati sono pericolosi non perché portatori di contagi mortali, ma perché sfuggono al controllo, ciò che una società che sta rapidamente trasformandosi in un regime totalitario non può tollerare.

    Anche se si vaccinasse il 100% della popolazione il virus non sparirebbe sia perché produce sempre nuove varianti, alcune delle quali probabilmente provocate dagli stessi vaccini e che a questi sfuggono sia perché bisogna considerare che il virus circola in tutto il mondo.

    Del resto è sempre stato chiaro che i vaccini non sono in grado di estirpare il Covid, ma di minimizzarne gli effetti. I fatti di questi giorni dimostrano che gli stessi vaccinati si contagiano e contagiano per cui i Green pass sono tutto meno che un certificato di sicurezza sanitaria.

    A questo si aggiunge il dato temporale: la validità del Green pass dura 270 giorni dall’inoculazione della seconda dose del vaccino. Ebbene, in Italia le seconde dosi sono iniziate il 17 gennaio; vale a dire che dal 14 ottobre i primi “immunizzati” non avranno più la copertura del Green pass e per Natale oltre tre milioni di vaccinati si ritroveranno di nuovo scoperti e quindi esclusi dai locali pubblici, ristoranti, treni, aerei, e così via. Cosa succederà? Ecco che il Green pass servirà a spingere alla terza dose, e poi alla quarta, e così via.

    Chi si sta vaccinando non per scelta sanitaria ragionata, ma pensando così di riacquistare la libertà, avrà presto un’amara sorpresa. Al contrario dire di no al Green pass e all’obbligatorietà dei vaccini è ormai una battaglia di libertà contro un regime che si sta affermando tra gli applausi entusiasti delle sue vittime.

    La spinta a vaccinarsi ha anche una inquietante analogia con la richiesta dei primi secoli di bruciare l’incenso all’Imperatore per avere la libertà di culto. Tanti cattolici hanno già deciso di farlo e, anzi, la chiamano carità. Ma noi non bruceremo l’incenso all’Imperatore. Resto qui ad aspettarvi.

    L’ex culla del diritto:

    Confindustria, mossa anti-no vax: senza vaccino niente stipendio, la proposta

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #480
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    Predefinito Re: Vaccini e vaccate.

    Io non mi vaccino, gli egoisti siete voi. E mi difenderò!



    23 Luglio 2021

    di MARCO PESCAROLIO

    Scusatemi per lo sfogo, ma sinceramente non posso sopportare oltre. La campagna di odio riversato sulle persone che hanno scelto di non sottoporsi al “vaccino” sta raggiungendo livelli insopportabili, tanto più perché sponsorizzata (e in modo non figurato) dallo Stato.

    Mi ritrovo ad avere limitazioni per piccole cose come la festa di compleanno di mia figlia (ridete, ma le avete già tolto una scuola e una socialità normale), a dover dire ai bambini che non è certo che possiamo andare in vacanza, a dover rimandare viaggi di lavoro importanti con relativo danno economico (e con il mio lavoro da imprendiotre contribuisco a tenere in piedi la baracca, incluso il welfare di quelli che hanno avuto l’aumento dal divano, nel 2020 e le attrezzature degli ospedali).

    Ho dovuto attendere per un’ora la morte di una anziana amica, prima che, essendo morta (benché sopravvissuta al coronavirus e 2 volte vaccinata) non potessi nuocerle, morente, non essendo vaccinato.

    Il Covid-19 ha “ucciso ufficialmente” circa 5 volte le persone che normalmente uccide l’influenza, perchè non si sono curate le persone e sono stati considerati morti di Covid anche i deceduti per altre patologie. Cercare, quindi, delle responsabilità in chi la pensa diversamente (e magari gli assassini sono anche tra i vostri paladini al servizio del Ministero della Salute) è psicologicamente comprensibile, ma razionalmente sbagliato. La natura ha fatto il proprio corso, tragicamente. La nostra reazione poteva essere migliore, ma non certo inseguendo l’utopia del contenimento. A proposito: fate caso al fatto che oggi, con l’emergenza lontana, con tutte le misure adottate siamo più limitati dalla legge e meno liberi rispetto a 12 mesi fa? Voglio chiarire alcune cose.

    Io non mi vaccino per questi motivi:

    1) Ho 48 anni, ho una cultura scientifica di grado elevato, ho letto i rapporti AIFA, ho letto tutti i report degli studi disponibili per i vaccini più diffusi. Ho fatto la mia scelta consapevole, molto più consapevole di molti che hanno accettato il vaccino. Il vaccino per me (che sono un padre e un imprenditore e quindi sono utile, forse indispensabile alla società, il vaccino ha più incognite che vantaggi, almeno alla mia età.

    2) L’attuale letalità del “Covid19-variante-delta” è veramente paragonabile a quella dell’influenza. Non dico che sia sempre stato cosi, ma ritengo che dopo 18 mesi (reali 24) di esposizione della popolazione, parlare di “immunità di gregge da ricercare con il vaccino” sia ridicolo. Sono convinto (e la letteratura scientifica, pur non univoca, ritiene questa ipotesi molto realistica, sicuramente molto più dell’utopia di estignuere il virus con i vaccini) che la reciproca evoluzione del virus e dell’organismo vada nella direzione di una riduzione della letalità. I dati odierni lo confermano.

    3) La teorie per cui il vaccino estingue il virus sono stupidaggini pericolose.
    Il coronavirus esiste da sempre e provoca milioni di morti, come l’HIV. In entrambi i casi un vaccino definitivo non esiste, nonostante una ricerca che dura da decenni.

    4) La teoria per cui, se lasciamo libero il virus allora arrivano le varianti è assurda. Le varianti danno solo fastidio (vedi punto precedente) al vaccino e a chi impone il vaccino come unica soluzione, con atteggiamento anti-scientifico. Le varianti sono anche il modo che ha il virus (per dinamica evolutiva) di assorbire quella “discontinuità” genetica che ha portato al picco di letalità del Covid19 originale, qualunque sia l’origine della discontinuità.

    5) Il trattato di Helsinki, il codice di Norimberga, La convenzione di Oviedo, La Costituzione Italiana impediscono qualsiasi discriminazione volta a imporre di fatto un farmaco. Stracciare queste fondamenta della civiltà moderna significa rinnegare la fine del nazismo: una volta stracciate queste conquiste, la storia si ripete.

    6) Noi non mettiamo a rischio la vita degli altri, voi mettete a rischio la mia. Chi ha un sistema immunitario sano e crede nel vaccino, è tutelato. Chi è immunodepresso ha molte più probabilità di morire di rhinovirus, coronavirus non Covid-19, influenza, un miliardo di batteri, tumori. Non potrebbe in ogni caso vivere liberamente.

    7) Non chiamatemi “No-vax”, la mia è una scelta specifica e consapevole, relativa a questi vaccini che non hanno affrontato studi clinici di 4 livello, a differenza per esempio, di quelli pediatrici. Studiate i rapporti sui vaccini degli anni precedenti per verificare le differenze, oppure tacete e non pretendete di imprigionarmi.

    Non sono egoista, gli egoisti siete voi, pronti a limitare la felicità degli altri, a falsificare la realtà scientifica, a imprigionare le persone per la vostra paura, per la vostra ignoranza, per la vostra necessità di esercitare il potere, per dare soddisfazione al Dio Stato che vi mantiene, esercitando la violenza che non avete il coraggio di rendere esplicita per conto vostro. Cavalcare una eterna emergenza non ripoterà in vita i vostri cari, ma consoliderà il potere che adulate.

    Non sono egoista e difenderò la mia libertà, se aggredito,
    in ogni modo.

    https://www.miglioverde.eu/io-non-mi...-mi-difendero/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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