Originariamente Scritto da
hus
La laurea, da titolo riservato a capaci e meritevoli soggetti, è divenuta una moda più che una reale necessità ( oggi è tale effettivamente). Papà e mamma vogliono che i loro figli si laureino, col risultato che un esercito di cosiddetti laureati ha inondato il mercato del lavoro di gente inutile, incapace e boriosa, generando un'ipervalutazione del pezzo di carta a detrimento della reale capacità pragmatico-intellettiva dell'individuo che cerca occupazione. Ho conosciuto giovani laureati ignoranti - moltissimi del Sud, qualcuno del Nord - come capre ( con tutto il rispetto per le capre ), così come ho incontrato diplomati di scuola media superiore ( la stragrande maggioranza settentrionali, alcuni - pochissimi- meridionali ) assai colti e preparati, i quali per scelta o necessità non hanno frequentato le università italiote. Ricordo di aver letto, tempo addietro, di un concorso ad esami per la magistratura tenuto a Napoli, che, malgrado pressioni di varia natura ( vi lascio indovinare quali), la commissione esaminatrice (o il TAR o altri ancora, non ricordo esattamente chi ) si vide costretta suo malgrado, assai malvolentieri ( com'è ovvio ), ad annullare per manifesta incapacità dei concorrenti ( tutti laureati in materie giuridiche ). Costoro, nella prova scritta, avevano clamorosamente dimostrato di che pasta erano fatti: la parola giurisprudenza scritta con due z, s o p, magistrato con due s e due t, legale con due g. Non so come sia andata a finire tale vicenda, ma posso immaginarlo. Una cosa, però, posso affermarla con certezza: poveri noi. Saluti