Un anno fa il risultato per il quale abbiamo lavorato anni contro tutto e contro tutti, non solo con tenacia ma intelligenza e professionalità, portando le "ragioni dell'innocenza" prima in Italia e poi in mezzo mondo.
La petizione alla U.E. era stata presentata a settembre 2014, la cassaforte indiana l'abbiamo aperta a agosto 2015, l'audizione alla U.E. l'abbiamo ottenuta il 19 aprile 2016, la Corte Suprema indiana ha tentato di glissare andando in ferie, ma dopo 40 giorni con una precipitosa marcia indietro ha finalmente mollato l'ostaggio perchè gli abbiamo messo di mezzo 150 miliardi l'anno di esportazioni indiane nella U.E. come "nazione più favorita".
Per quattro anni ragazzi e ragazze di Casapound hanno fatto le collette per pagarmi il biglietto del treno e dell'aereo in decine di convegni in tutta Italia, da Bolzano a Catania, aggregando in questo modo intorno alla vicenda centinaia di migliaia di persone: a loro un grazie particolare.
Ora le "memorie" italiane e indiane presentate al Tribunale Arbitrale dell'Aia sono di nuovo "secretate" ma se qualcuno pensa di riprovarci abbia chiaro che non ci siamo scambiati medaglie e patacche e messi a riposo. Niente affatto, posso ancora chiedere di essere sentito dal Tribunale Arbitrale dell'Aia, dal Tribunale di Amburgo sul Diritto del Mare, e dal Tribunale Speciale indiano.