Comitato Ventotene
La Statale di Milano è un'università prestigiosa, importante, che ben si inserisce nel florido contesto delle realtà meneghine. La quasi totalità degli indirizzi ha il numero chiuso.
La Statale di Milano ha, oggi, un problema.
Si badi che la questione però è molto ampia, intricata, perché è lo specchio di un intero gruppo di irriducibili giapponesi che ostinatamente combatte una battaglia surreale.
Il diritto allo studio deve essere, cari compagni che lottate strenuamente contro il numero chiuso, diritto ad uno studio di qualità.
Seguire una lezione per terra, da fuori l'aula, in condizioni precarie, è un qualcosa di inaccettabile e non dà agli studenti la possibilità di dare il massimo.
Questa, amici, non è giustizia. Giustizia è permettere a tutti di dare il massimo in ogni contesto.
Il mondo, persino quello umanista di cui vi onorate di fare parte - che in Italia è ormai diventato una trincea di posizioni antistoriche ed indifendibili - è proiettato nel futuro, è proiettato verso standard di rendimento altissimi. Del conservatorismo sessantottino non sa cosa farsene.
Tutti gli indirizzi già hanno questa, per nulla insormontabile, barriera all'ingresso, la protesta è soltanto la difesa del passato.
Che poi il ministro Valeria Fedeli - un plauso invece a Beppe Sala - difenda la protesta è soltanto l'ennesima dimostrazione che al ministero dell'istruzione c'è una persona che non solo non ha i titoli per ricoprire il suo ruolo, ma è anche il tentativo di inglobare nell'esecutivo la peggiore tradizione politico-sindacale nostrana, quella che odia il merito e, vista la posizione in merito alla vicenda vaccini, non è nemmeno troppo allineata con la scienza.
Per fortuna il mondo gira diversamente, ma quando anche quest'area se ne sarà accorta sarà tardi.
Evviva il merito, evviva chi permette di esprimerlo!