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  1. #11
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    Enrico Sola Blog sabato 10 giugno 2017

    Una proposta per le primarie Renzi vs Pisapia

    281

    Questo post (breve e confuso) nasce da una chiacchiera che si è sviluppata sul mio profilo Facebook a proposito della richiesta da parte di Giuliano Pisapia a Matteo Renzi di indire delle primarie di coalizione.

    Ci tenevo a dire pochi concetti. Il primo è che come elettore di sinistra del centrosinistra, ci sto. E se il confronto fosse tra Pisapia e Renzi, sarei felice. Finalmente avrei l’imbarazzo della scelta e non l’inevitabilità di fare scelte imbarazzanti.

    Prima il programma, poi “programmarie” e le primarie

    A proposito di un’ipotetica tornata elettorale di Primarie di coalizione tra Renzi e Pisapia, però, vorrei esprimere un po’ di desideri:

    1 – che non sia un “tutti contro Renzi, Renzi contro tutti”, perché non servirebbe a niente: le primarie hanno senso se i due candidati principali e i relativi elettori si riconoscono vicendevolmente cittadinanza nel centrosinistra e legittimità; insomma, niente toni da “noi contro i barbari” o “vendichiamoci di Renzi l’usurpatore”. Eliminando i “muro contro muro”, i revanscismi (e tenendo a bada le teste calde, per esempio lasciando MDP alla propria naturale estinzione), si potrebbe davvero fare una cosa buona e giusta.

    2 – che ci sia un preciso patto di lealtà. Nessuna fuga di chi perde, perché tutti concordiamo sul fatto che si confrontano due modalità di declinare la stessa cosa: il centrosinistra. Non sono due modalità incompatibili, ma due visioni affini ma non identiche.

    3 – (per me è il punto più importante) che il momento del voto sia l’ultima parte di un lungo processo di confronto.
    Mi aspetto, cioè, che Renzi e Pisapia (coi rispettivi staff, beninteso) si trovino e scrivano insieme un programma serio e dettagliato (niente più pippe mentali vaghe alla coalizione di Bersani 2013), cercando di mettere nero su bianco tutti i punti su cui c’è una visione comune ben definita o su cui è possibile trovare una sintesi.
    Per i punti su cui non è possibile accordarsi, sarebbe sano dare la parola agli elettori: le Primarie potrebbero servire a quello. La proposta mi ispira così tanto che le dono un punto a sé e perfino un nome: “Programmarie”. Proseguite.

    4) che le Primarie siano l’occasione per far votare al popolo del centrosinistra, oltre al candidato Presidente del Consiglio, le parti di programma su cui non è stato possibile accordarsi.
    Sarebbe un’innovazione notevole nella relazione tra partiti e base, ben superiore alla patetica democrazia (etero)diretta grillina.
    Fossimo davvero bravi, faremmo votare agli elettori i singoli punti “aperti” del programma (ricordando che una stragrande maggioranza sarebbe già stata fissata in precedenza dalla sintesi fatta dai due candidati), senza la solita impostazione “winner-takes-all” delle Primarie.
    Per esempio sarei ben felice di votare a favore della proposta di Pisapia sui diritti civili e delle proposte di Renzi sul mercato del lavoro.
    Finalmente noi elettori voteremmo parte del programma, avendo l’ultima parola sui punti dubbi.

    Mi rendo conto che questo è un post ad altissimo tasso di ingenuità e wishful thinking (quindi evitate di farmelo sapere nei commenti: lo so già), ma l’opportunità presentata dall’ipotesi di una coalizione Pisapia-Renzi è così succosa da meritare tutto il candore possibile. E ci tenevo a far sapere ai diretti interessati, ai dirigenti del PD e agli altri elettori del centrosinistra che si può (ancora) fare qualcosa di buono e ragionevole. Lo facciamo?


    Una proposta per le primarie Renzi vs Pisapia - Il Post
    «Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]

  2. #12
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    Non hanno comunque senso le coalizioni tra partiti col consultello. Alla camera non sono proprio previste, al senato solo per regalare seggi a qualcuno non essendoci il premio al vincente. Renzi lo potrebbe fare al senato per imbarcare Pisapia e tagliare gli altri ma le primarie di coalizione sarebbero ridicole.
    "la Le Pen col 40% avrà incassato una grande vittoria" (Candido)


  3. #13
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    Citazione Originariamente Scritto da Gdem88 Visualizza Messaggio
    Enrico Sola Blog sabato 10 giugno 2017

    Una proposta per le primarie Renzi vs Pisapia

    281

    Questo post (breve e confuso) nasce da una chiacchiera che si è sviluppata sul mio profilo Facebook a proposito della richiesta da parte di Giuliano Pisapia a Matteo Renzi di indire delle primarie di coalizione.

    Ci tenevo a dire pochi concetti. Il primo è che come elettore di sinistra del centrosinistra, ci sto. E se il confronto fosse tra Pisapia e Renzi, sarei felice. Finalmente avrei l’imbarazzo della scelta e non l’inevitabilità di fare scelte imbarazzanti.

    Prima il programma, poi “programmarie” e le primarie

    A proposito di un’ipotetica tornata elettorale di Primarie di coalizione tra Renzi e Pisapia, però, vorrei esprimere un po’ di desideri:

    1 – che non sia un “tutti contro Renzi, Renzi contro tutti”, perché non servirebbe a niente: le primarie hanno senso se i due candidati principali e i relativi elettori si riconoscono vicendevolmente cittadinanza nel centrosinistra e legittimità; insomma, niente toni da “noi contro i barbari” o “vendichiamoci di Renzi l’usurpatore”. Eliminando i “muro contro muro”, i revanscismi (e tenendo a bada le teste calde, per esempio lasciando MDP alla propria naturale estinzione), si potrebbe davvero fare una cosa buona e giusta.

    2 – che ci sia un preciso patto di lealtà. Nessuna fuga di chi perde, perché tutti concordiamo sul fatto che si confrontano due modalità di declinare la stessa cosa: il centrosinistra. Non sono due modalità incompatibili, ma due visioni affini ma non identiche.

    3 – (per me è il punto più importante) che il momento del voto sia l’ultima parte di un lungo processo di confronto.
    Mi aspetto, cioè, che Renzi e Pisapia (coi rispettivi staff, beninteso) si trovino e scrivano insieme un programma serio e dettagliato (niente più pippe mentali vaghe alla coalizione di Bersani 2013), cercando di mettere nero su bianco tutti i punti su cui c’è una visione comune ben definita o su cui è possibile trovare una sintesi.
    Per i punti su cui non è possibile accordarsi, sarebbe sano dare la parola agli elettori: le Primarie potrebbero servire a quello. La proposta mi ispira così tanto che le dono un punto a sé e perfino un nome: “Programmarie”. Proseguite.

    4) che le Primarie siano l’occasione per far votare al popolo del centrosinistra, oltre al candidato Presidente del Consiglio, le parti di programma su cui non è stato possibile accordarsi.
    Sarebbe un’innovazione notevole nella relazione tra partiti e base, ben superiore alla patetica democrazia (etero)diretta grillina.
    Fossimo davvero bravi, faremmo votare agli elettori i singoli punti “aperti” del programma (ricordando che una stragrande maggioranza sarebbe già stata fissata in precedenza dalla sintesi fatta dai due candidati), senza la solita impostazione “winner-takes-all” delle Primarie.
    Per esempio sarei ben felice di votare a favore della proposta di Pisapia sui diritti civili e delle proposte di Renzi sul mercato del lavoro.
    Finalmente noi elettori voteremmo parte del programma, avendo l’ultima parola sui punti dubbi.

    Mi rendo conto che questo è un post ad altissimo tasso di ingenuità e wishful thinking (quindi evitate di farmelo sapere nei commenti: lo so già), ma l’opportunità presentata dall’ipotesi di una coalizione Pisapia-Renzi è così succosa da meritare tutto il candore possibile. E ci tenevo a far sapere ai diretti interessati, ai dirigenti del PD e agli altri elettori del centrosinistra che si può (ancora) fare qualcosa di buono e ragionevole. Lo facciamo?


    Una proposta per le primarie Renzi vs Pisapia - Il Post
    ottimo post.

  4. #14
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    Come prendere in giro gli elettori, insomma.

    Non solo chiedi di eleggere un fantaleader di coalizione che non ha alcun senso di esistere, ma chiedi pure di creare il programma di una coalizione che al governo da sola non ci arriverà mai e che, al 99%, si scioglierà un minuto dopo la formazione del nuovo Parlamento.

    Le coalizioni in un sistema proporzionale non hanno senso di esistere.

  5. #15
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    Hanno senso se miri al premio che scatta al 40%.
    Si deve fare una minima variazione alla legge elettorale. Cosa più facile che inglobare Pisapia nel Pd o fare improbabili primarie

  6. #16
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    Citazione Originariamente Scritto da Desmond Visualizza Messaggio
    Beh, ma è meraviglioso.

    Non contenti di aver discusso per mesi delle primarie del PD, ora, chiuse quelle da poche settimane, iniziamo una nuova discussione sulle primarie di una fantomatica coalizione (che sarebbe formata da un partito che ha un terzo dei voti e da altri partiti che ad oggi manco esistono, coi secondi che fin da subito non riconoscono l'egemonia in coalizione del PD, si parte bene insomma) in un sistema elettorale in cui, oltretutto, non hanno alcun senso.
    Peraltro, quelli che adesso non riconoscono l'egemonia elettorale del Pd, sono gli stessi che qualche mese pretendevano che Renzi non si candidasse alle primarie per fare il segretario del Pd ( e poi sono usciti dal partito per questo).

    Una piccola minoranza nel centrosinistra che vorrebbe comandare nel centrosinistra insomma (più veti che voti).
    Ma che poi quando si trova a guidare il paese si fa mettere facilmente i piedi in faccia dai poteri forti e da altri partiti come durante il governo Monti e governo Letta.

  7. #17
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    Citazione Originariamente Scritto da Iannis Visualizza Messaggio
    Hanno senso se miri al premio che scatta al 40%.
    Si deve fare una minima variazione alla legge elettorale.
    Tu e quale esercito ?
    "I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri."

  8. #18
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    ma chi cazzo è 'sto calenda? quanti voti ha?

  9. #19
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?

    I “duri” in campo contro Pisapia. Con la manina del lider Maximo

    Sinistra - I ?duri? in campo contro Pisapia. Con la manina del lider Maximo | l'Unità TV

    In campo l’anima avversa alla leadership dell’ex sindaco di Milano




    La nuova coppia della sinistra italiana – Tomaso Montanari e Anna Falcone – ha promosso un’assemblea per chiamare a raccolta la parte più radicale della galassia a sinistra del Pd, quella, diciamo così, irriducibile ad ogni ipotesi di accordo con il partito di Renzi.

    Al Brancaccio di Roma oggi Montanari ha tenuto un discorso che è piaciuto tantissimo a chi era presente. Un manifesto antirenziano in piena regola ma anche un altolà a chi pensa di collaborare con il Pd.

    Di Montanari – uomo molto intelligente, colto, affabulatore (mirabili le sue trasmissioni su Rai5 su Caravaggio) – offrì tempo fa un bel ritratto Marianna Rizzini sul Foglio, sostenendo che il presidente di Libertà e Giustizia (il cenacolo di Zagrebelsky-ndr) ha tutto “per piacere alla meglio gioventù del Pigneto (quartiere off di Roma e base dell’ avanguardia ‘anti’ che legge e cita gli articoli firmati dallo scrittore e giornalista Christian Raimo su Internazionale) e ce n’è abbastanza anche per tramutarsi in idolo della pancia indignata del web, tanto più che il Montanari prof. non governativo è ora anche molto ricercato come consulente culturale presso le nuove giunte grilline o di sinistra-sinistra”.

    Politicamente l’indicazione di Montanari e Falcone è chiara: ripartire dal No al referendum del 4 dicembre (i due furono alfieri di quella battaglia): “Serve dunque una rottura e, con essa, un nuovo inizio: un progetto politico che aspiri a dare rappresentanza agli italiani e soluzioni innovative alla crisi in atto, un percorso unitario aperto a tutti e non controllato da nessuno, che non tradisca lo spirito del 4 dicembre, ma ne sia, anzi, la continuazione“, hanno scritto.

    E’ dunque una iniziativa che punta a distinguere quest’area da quella di Giuliano Pisapia, che sarà a Piazza Santi Apostoli il 1 luglio con una sua manifestazione. Il discrimine “plastico” – al di là di differenze di analisi – sta esattamente nel No al referendum istituzionale: non a caso Pisapia (e gli viene semrpe rimproverato) il 4 dicembre votò Sì.

    Ma è evidente che il referendum a questo punto è poco più di un simbolo. Lo scontro vero è sul rapporto con Renzi.

    Montanari e Falcone d’altronde sono chiari sul punto: “La leadership di Giuliano Pisapia (il sindaco dell’Expo e un uomo del Sì al referendum costituzionale) è il sigillo di questa ennesima versione del centrismo. E infatti Pisapia continua a predicare la possibilità/necessità di un’intesa col Pd renziano: che per la sinistra-sinistra invece “è indistinguibile da qualunque centro-destra liberista europeo”.

    Ergo: il No al referendum significa anche un No alla leadership di Pisapia (se non addirittura al suo diritto di cittadinanza nell’area della sinistra a sinistra del Pd).

    L’ex sindaco di Milano infatti è sospettato di “intelligenza col nemico”, fautore – come abbia visto nelle parole di Montanari e Falcone – di una “ennesima versione del centrismo”.

    Sembra evidente che Pisapia non condivida (almeno non del tutto) questa analisi che sovrappone il Pd alla destra, con l’obbligata conclusione della primaria necessità di abbattere il leader riformista, giacché l’avvocato milanese ricorda sempre positivamente la collaborazione unitaria del Pd alla sua giunta milanese e non esclude chiude (anzi, lavora per questo) che Renzi sposti a sinistra la sua barra.

    Sono due linee diverse, anzi confliggenti. Man mano che passano i giorni in quest’area le posizioni si vanno radicalizzando. E si assiste ad una crescente insofferenza, per esempio, di Sinistra Italiana verso Pisapia e una differenziazione in Mdp, dove la posizione di Massimo D’Alema pone come pregiudiziale la testa di Renzi mentre Pier Luigi Bersani appare pronto ad accettare la leadership di Pisapia.

    Su Huffington post, Montanari si era espresso molto criticamente verso Mdp: “E’ diffusa la sensazione di una certa confusione tra mezzi e fini. Come se la principale preoccupazione dei pezzi di sinistra che provano ad unirsi fosse quella di garantire un futuro materiale ai loro apparati. Quasi che l’obiettivo primario sia cercare di andare in Parlamento: e non cercare di capire a cosa servirebbe andarci”.

    Per questo il dilemma resta: o D’Alema o Pisapia.

    D’Alema – non è un mistero – coltiva da tempo un rapporto speciale con Montanari con il quale si trova d’accordo con una valutazione di fondo: “Renzi non fa più parte della foto di famiglia del riformismo europeo”. Lo spinse per entrare nella giunta Raggi, lo convoca spesso nella prestigiosa sede della fondazione ItalianiEuropei, vede nello storico dell’arte un possibile leader. E anche Anna Falcone si è molto messa in mostra nella campagna anti-referendum, evidenziando, anche lei, una ottima preparazione: un ticket nuovo, affabile, radicale.

    L’ex leader dei Ds dunque ha tutto l’interesse a una forte scesa in campo di un motivato gruppo anti-Pisapia. C’è la sua linea dietro l’iniziativa di domenica.

    I due intellettuali, che peraltro giurano di non essere candidati a nulla (ma, si sa, esiste una forza delle cose…), dunque il 18 cominceranno a contarsi. Potrebbe uscirne l’ennesima versione di una sinistra minoritaria e identitaria, refrattaria alla prospettiva di governo, esaltata dai (relativi) successi di Mélenchon e Corbyn (dopo la delusione storica di Tsipras): e soprattutto pronta a combattere “derive centriste”. Quella di Renzi? No, quella di Pisapia.

  10. #20
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    Predefinito Re: Renzi chiama Pisapia e Calenda, si apre una nuova fase?


 

 
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