Nell'unico paese nordico alle prese con una situazione economica difficile e con disagio sociale crescente, si rotta la coalizione al potere, dopo che il partito dei 'Veri finlandesi' ha eletto come nuovo leader un esponente antimigranti, recentemente condannato per insulti razzisti. Ora accordo con i partiti pro-Ue o elezioni anticipate





Crisi di governo in Finlandia: un colpo per i populisti nel Grande Nord - pure responsabili per sfida cosciente della fine della coalizione - a poche ore dal trionfo di Macron alle legislative francesi e dall'insuccesso degli euroscettici e populisti alle amministrative italiane. Il premier liberalconservatore finnico Juha Sipil, un tycoon di successo passato alla politica, ha annunciato che si prepara a recarsi dal capo dello Stato, Sauli Niinist, per presentare le dimissioni. Perch, ha spiegato, dopo la svolta a destra dei populisti ('Veri finlandesi', junior partner nella coalizione al potere da due aFInalnni insieme ai centristi del tycoon Sipil, e ai conservatori) tenere in piedi la coalizione non pi possibile. Alla radice della crisi politica appunto la radicale svolta a destra antimigranti e antieuropea dei Veri finlandesi, con un vero e proprio golpe di partito al loro ultimo congresso. Il fondatore e finora ministro degli Esteri e vice premier Timo Soini stato spodestato dal leader dell'ala oltranzista, il 46enne Jussi Halla-aho. Fautore in pubblico di una politica durissima, di tolleranza zero verso i migranti, e fortemente antieuropea, e recentemente condannato per insulti razzisti contro i musulmani e specie contro la comunit di somali fuggiti in Finlandia dallo sfacelo e dalle guerre. "Collaborare con i veri finlandesi, se esprimono posizioni simili, diventa inaccettabile", ha detto il premier Sipil in una conferenza stampa improvvisata oggi pomeriggio nella capitale Helsinki. A questo punto tutto possibile: che il centrista Sipil tenti di formare una nuova coalizione, con (oltre ai conservatori) il partito della minoranza di lingua svedese e il piccolo partito democristiano. Oppure che il paese della comunit nordica afflitto dai pi gravi problemi dell'area, tra crescita economica debole o zero, contrasti sociali, disoccupazione e tensioni interne etniche e d'altro tipo - e unico dei cinque del Nord membro dell'eurozona - vada a elezioni anticipate.

Frenetiche consultazioni sono in corso in queste ore a Helsinki ai vertici dei moderati di Sipil e degli alleati rimasti al loro fianco, i conservatori guidati dal ministro delle Finanze Petteri Orpo. Non escluso che Sipil abbia consultato informalmente anche i leader degli altri quattro paesi della comunit nordica, cio Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda, vista la stretta integrazione del gruppo di democrazie settentrionali. Lo scontro decisivo era stato aperto dal trionfo di Halla-aho al congresso dei veri finlandesi, sabato scorso. "Speriamo che quanto convenuto nel programma di governo rispetto ai migranti e allintegrazione ulteriore nella Ue venga attuato in modo pi conseguente", aveva detto Halla-aho prima al congresso, poi stamane in un incontro col premier Sipil e il ministro delle Finanze e leader conservatore Orpo. In altre parole aveva chiesto un duro irrigidimento contro i migranti e meno spinta allintegrazione nella Ue. Dopo lincontro, il leader populista stato il primo, su Facebook, ad annunciare: "Il premier ha appena detto che un ravvicinamento tra le sue e le mie posizioni sullimmigrazione non possibile e quindi che non sussistono le condizioni per continuare a lavorare insieme nel governo". Pochi istanti dopo, la gelida risposta del premier su twitter: "Con Halla-aho non pi possibile restare al governo insieme ai Veri finlandesi".

Partiti populisti sono junior partner del governo nella Norvegia della premier conservatrice Erna Solberg (ma alle elezioni politiche d'autunno i sondaggi annunciano un ritorno al potere dei laburisti), appoggiano dall'esterno lesecutivo conservatore in Danimarca, crescono all'opposizione nella Svezia del governo riformatore socialdemocratici-verdi, la potenza-guida del nord, culla del modello nordico e paese industrializzatissimo ad alta crescita e bassissimi debito sovrano e disoccupazione. In nessun paese della comunit nordica comunque un partito della nuova destra aveva assunto posizioni cos radicali e razziste (persino contro la minoranza svedese) come i Veri finalndesi, fino appunto a subire una condanna per insulti razzisti. Secondo gli osservatori a Helsinki il leader populista Halla-aho non vede l'ora di tornare all'opposizione sperando in tal mondo di recuperare i consensi perduti in due anni di partecipazione alla maggioranza. Dal ruolo di terzo partito col 17,7 per cento dei voti alle politiche del 2015, i Veri finlandesi sono crollati nei sondaggi a un misero 9 per cento.

E d'altra parte le loro posizioni demagogiche non aiutano certo il premier Sipil nel suo difficile tentativo di rilanciare l'economia, la pi debole del Nord, e l'occupazione. Mentre la Svezia ha un pil che corre oltre il doppio di quello tedesco e dovuto per met all'export di eccellenze industriali e internettiane, una disoccupazione del 4 per cento e un debito sovrano di appena il 38 per cento, mentre vanno bene anche l'Islanda grazie a turismo ed ecoenergia e Danimarca, e mentre la Norvegia si converte con successo da Stato petrolifero a economia capace di reindustrializzarsi sotto il segno dell'energia rinnovabile e pulita, la Finlandia vede esplodere i costi del welfare e la crescita del pil resta al palo o poco pi. I vecchi comparti economici della crescita di ieri (cartiere, Nokia) sono stati messi K.O. dalla crisi dei media cartacei e dal trionfo degli smartphone, Helsinki non trova nuove idee d'investimento. Problemi sociali, emarginazione dal mercato del lavoro, nuova povert spingono non pochi economisti a definire la bella Finlandia "l'Italia o la Grecia del Nord". Su questo sfondo, Sipil spera e punta in riforme dure e rilancio, ma l'ultr populista Halla-aho lo sfida cercando di cavalcare il malcontento di chi colpito dai problemi economici. Dall'esito dello scontro politico a Helsinki dipende non poco, nella Comunit nordica, e la vittoria dell'uno o dellaltro non saranno senza conseguenze per l'Eurozona e la Ue intera, e per tutti i populisti del Vecchio continente.