I patetici pigolii di padoan e mezzoculo...
I patetici pigolii di padoan e mezzoculo...
purtroppo i nazisti furono troppo buoni e non fecero saltare in aria parigi
«che giova ne la fata dar di cozzo?»
“Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”
Non diamo ora tutte le colpe a Macron.
Voleva fare pure gli hotspot in Libia per toglierci qualche castagna dal fuoco ma Gentiloni si è imputato peggio di un francese.
" Gli hotspot no! E cazzo!"
Appena ieri era tutto un "l' Europa ci lascia soli".
Giustappunto i coglioni calati vanno a coppia: il lercio eurocrate voltagabbana e voltaculi e il lombricone che per fare il fenomeno deraglia.
Come nel golfo d'Alaska dove due oceani si incontrano, ma non si mischiano.
"Preferisco stare in fondo ad un abisso senza cielo, piuttosto che vedere te, cielo di luce, macchiato di nuvole lente."
Identità, cultura, razza.
Il lumacotto Franchecca gentiloni strilla perché teme che l'intervento francese possa alterare il continuo flusso di negri in entrata.
Fincantieri, la risposta di Calenda: «Non ci muoviamo di un millimetro» - Corriere.it
Calenda ai limiti dell'apologia
Come nel golfo d'Alaska dove due oceani si incontrano, ma non si mischiano.
"Preferisco stare in fondo ad un abisso senza cielo, piuttosto che vedere te, cielo di luce, macchiato di nuvole lente."
Identità, cultura, razza.
Parigi – A leggere le cifre pubblicate dall’Ifop (l’istituto francese di statistica), all’Eliseo c’è poco da stare allegri. Emmanuel Macron, il presidente che aveva salvato la Francia dalla “fascista” Le Pen, il volto nuovo della politica francese contro i partiti tradizionali, il simbolo di una società civile che si riprende le leve del potere – insomma: il novello Messia della Francia democratica e repubblicana, è ora in caduta libera nei sondaggi. La sua popolarità infatti, che si attestava al 62% al momento dell’elezione, è drasticamente scesa nei mesi estivi fino al 40%, con un picco negativo del 14% nel solo mese di agosto.
Per capire cosa questo significhi, basti dire che un presidente neoeletto non andava così male dal 1995 con Chirac. Lo stesso Hollande, che a fine legislatura avrebbe pagato dazio (e tanto), era riuscito a far molto meglio, mantenendo dopo quattro mesi di governo la sua popolarità intorno al 54%. Ma non è tutto: se l’indice di gradimento scende, è ovvio che la percentuale degli scontenti cresce. Se all’inizio del mandato di Macron si diceva contrario al presidente il 43% dell’elettorato, ora siamo arrivati al 57%. In sostanza, la maggioranza dei francesi si dice contraria, o almeno scettica, nei confronti delle politiche di Macron.
Al di là delle cifre, però, a che cosa è dovuto questo brusco scalo di consensi? Secondo Frédéric Dabi, direttore generale aggiunto dell’Ifop, uno dei motivi è da ricercare nella scarsa chiarezza del posizionamento di Macron all’interno dello scacchiere politico francese, con i suoi “né-né” e “a volte di destra a volte di sinistra”. A questo si aggiungono le politiche annunciate dal neoeletto presidente che andranno a incidere negativamente sulle pensioni e, soprattutto, la tanto discussa riforma del lavoro – tutte misure che sono percepite come ingiuste da molti elettori.
Attualmente è proprio la riforma neoliberista del mercato del lavoro che tiene banco e fa discutere. Se gli industriali non possono che essere contenti di maggiore “flessibilità” (leggi: licenziamenti più facili), i sindacati sono al contrario molto delusi dall’andamento delle contrattazioni. E, a giudicare dai numeri, pare chiaro che, almeno in questo momento, le politiche neoliberiste del pupillo degli europeisti non pagano neanche un po’.
Federico Pagi
Finita la 'luna di miele' coi francesi: Macron in caduta libera nei sondaggi
Macron "il presidente dei ricchi", via le tasse sulle grandi fortune - Repubblica.it
Con la finanziaria per il 2018 presentata, parte la soppressione di parte dell’Isf, l’imposta sulle grandi fortune, che d’ora in poi tasserà soltanto il patrimonio immobiliare dei francesi più danarosi ma non i guadagni sugli investimenti, anche se stratosferici
Sempre più snob: gli operai protestano e Macron li invita a "cercarsi un lavoro"
Parigi, 10 ott – In principio era Maria Antonietta, poi venne Emmanuel Macron. Non stiamo parlando di trucchi e belletti, ma di operai. Se la regina a cui la Rivoluzione tagliò la testa divenne famosa per la frase “se hanno fame mangino le brioches”, il presidente francese che oggi siede all’Eliseo non è da meno. Di fronte a una manifestazione di operai in una regione della Francia Centrale, Macron se ne è uscito con a seguente frase: “invece di piantare casino, farebbero meglio a cercarsi un lavoro”.
Che a Macron gli operai non piacciano è risaputo: ci si ricorderà come in campagna elettorale circolò un video che attribuiva a Macron la colpa di essersi pulito le mani con una salviettina detergente dopo aver stretto le mani ad alcuni operai. In realtà pare che le mani Macron se le sia pulite dopo la visita ad alcuni pescatori e dopo essersi cimentato nella pesca dell’anguilla. In ogni caso non è un mistero che il nuovo inquilino dell’Eliseo preferisca le banche alla fabbriche. Ed è altrettanto risaputo che anche agli operai Macron non sia molto gradito, basti pensare ai fischi ricevuti in campagna elettorale dagli operai di Amiens.
Questa volta, però, sembra proprio che quello di Macron sia stato a dir poco uno scivolone. Accanto al coro di critiche da parte degli oppositori, con il leader dei “Patriotes” Florian Philippot che ha urlato al “disprezzo di classe” e al vice del leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, secondo cui le parole di Macron sono “vergognose”, anche i francesi non l’hanno presa bene.
Un sondaggio condotto subito dopo la gaffe sugli operai dice che 6 francesi su 10 trovano un insulto le parole del presidente. Nel dettaglio, il 57% degli intervistati si è detto “scioccato”, e il 71% pensa che questa uscita non giovi a Macron, che si pone in una posizione di debolezza nella realizzazione del suo programma riformista. E proprio oggi, per la prima volta in 10 anni tutti i sindacati del pubblico impiego si sono uniti e hanno indetto uno sciopero contro la riforma del lavoro. In tutto questi sindacati rappresentano 5,4 milioni di funzionari pubblici francesi.
Anna Pedri