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  1. #1
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    Predefinito i presidenti alle partite - io (non) c'ero

    Il 17 luglio 1994 compivo il compleanno, sí lo stesso giorno, una domenica, della finale mondiale col Brasile e invitiamo degli amici a casa nostra. Mia moglie aveva preparato una torta, ma un po' per dimenticanza, un po' perché avevano tutti i musi lunghi dopo i rigori di Baggio e Baresi, e andarono subito, la torta non la mangió nessuno, neppure noi. Succede a mischiare, a fare di due feste una.
    Il primo processo per mafia si svolse dopo l'assassinio del sindacalista Salvatore Carnevale. Uscirono tutti assolti, ma l'avvocato dell'accusa, il futuro presidente Sandro Pertini, non si presentò. Quello della difesa, anch'egli un futuro presidente, Giovanni Leone, invece, fu discretamente presente. Il futuro porta bene alla Repubblica (ri)nascente , https://forum.termometropolitico.it/...assazione.html ma tra chi ti difende che non si presenta e la presenza di chi offende (difende i tuoi nemici), io non avrei dubbi.
    Il primo maggio 1994, domenica, io ero invitato con la mia famiglia a pranzo da un colonnello, futuro (se il fidanzamento fosse durato) suocero di mia sorella. Quindi quel primo maggio, strappo alla regola, non facevamo, ma non mi dispiaceva, la classica gita fuori porta. Ritardai di parecchio, perché di mattina presi la macchina di papà e ruppi i braccetti dello sterzo, prendendo una curva troppo larga, mentre andavo a zonzo nelle Madonie. Arrivai alle due-tre del pomeriggio, a pranzo inoltrato perché lo sterzo andava per conto suo e dovevo continuamente riaggiustarlo (900mila lire di meccanico dell'epoca per rimetterla, ma restó difettata, e pericolosa). Mio padre soltanto mi rimproveró aspramente, all'arrivo in quella festa, perché doveva (lo avrebbe fatto per molto meno, solo per ritardare di qualche secondo qualunque pranzo). E mi tenne il pollice verso, e soprattutto la faccia meno che approvante, anzi diciamola tutta, traumatizzante, per tutto il giorno, e seguenti. Anche se ce l'avevo messa tutta, naturalmente involontariamente (il modo peggiore), per farmi notare, la mia assenza, colpevolmente parziale, più colpevole di un'assenza totale, o di un diniego, passó abbastanza (quasi) inosservata. Quel pomeriggio fu monopolizzato dalla morte (ancora non annunciata, mi.sembra che lo dissero la sera) di Senna. E il giorno prima, altro motivo di chiacchiera coprente anziché mimetica, era morto Ratzenberger.
    l'azzardo è basato sulla comprensione, sulla democrazia e la discussione.

  2. #2
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    Predefinito Re: i presidenti alle partite - io (non) c'ero

    forse mio padre lo faceva solo per un sereno rapporto tra classi. Berlusconi era appena sceso in campo, ma per tutto, come dice Gentiloni e contrariamente a quanto asserisce la Protezione Civile, per la Sicurezza ci vuol tempo. Le buone classi dominanti erano ancora serenamente sottosopra (per non parlare dei loro telefoni: forse da lì prese felicemente l'abbrivio la telefonia mobile di massa) per i fatti di Tangentopoli.
    l'azzardo è basato sulla comprensione, sulla democrazia e la discussione.

  3. #3
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    Predefinito Re: i presidenti alle partite - io (non) c'ero

    un anziano si dà del cretino per quello che sta per raccontare. Dice agli ascoltatori: giudicate voi. Ha provato a vendere delle bifere, specie di fichi un tempo molto ricercati, provenienti dai suoi campi, e ha portato due cassette di questi frutti a un rivenditore. Dopo due giorni va a incassare. E l'amico gli dice che sí, li ha venduti, ma lo paga con un chilo e mezzo di ciliegie. Persino i suoi figli li sconoscono, dice l'anziano che vuole tagliare gli alberi per mancata successione dinastica. Peró le pizze le mangiano, aggiunge sconsolato.
    Quando il dottore Di Bernardo si laureò, molti anni fa, siccome non era di famiglia ricca, la Bagheria bene commentava quella riuscita con una punta di perfidia, insinuando che il nuovo medico avesse tanto studiato sforzando gli occhi, risparmiando la luce ("il fumo") della lampada. La laurea checché ne dicesse don Milani è un fatto compiuto, accettare devi accettare. Forse era il loro modo divertito e sfumato (nel tempo, col tempo, dottore...) di ribellarsi all'accettazione di qualunque cosa accada, specie portata alle sue fasi conclusive (Deus sive natura), un sano scetticismo che conferiva più valore a qualunque alloro (successo non è essere notati, è essere ricordati, al momento opportuno. Ma alcuni, al contrario, dicono sia essere notati, non ricordati per come eravamo visti, che poi era come eravamo) che fosse uscito da loro. E allora non c'erano tutti questi medici. Ma che non si dica, adesso, ripercorrendo più o.meno storicamente, insinuazione bassa piú del sospetto, che nei diversi gradi di istruzione scolastica all'epoca si bocciassero più quelli di famiglia povera (8 su 10 tra i figli dei contadini e 5 su 10 tra i figli degli operai nelle fabbriche).
    Ma la vita riserva sorprese. Per uno che non ce la fa, perché ci credeva, c'e sempre uno che supera tutti i pregiudizi.
    l'azzardo è basato sulla comprensione, sulla democrazia e la discussione.

  4. #4
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    Predefinito Re: i presidenti alle partite - io (non) c'ero

    Citazione Originariamente Scritto da pietro lo iacono Visualizza Messaggio
    un anziano si dà del cretino per quello che sta per raccontare. Dice agli ascoltatori: giudicate voi. Ha provato a vendere delle bifere, specie di fichi un tempo molto ricercati, provenienti dai suoi campi, e ha portato due cassette di questi frutti a un rivenditore. Dopo due giorni va a incassare. E l'amico gli dice che sí, li ha venduti, ma lo paga con un chilo e mezzo di ciliegie. Persino i suoi figli li sconoscono, dice l'anziano che vuole tagliare gli alberi per mancata successione dinastica. Peró le pizze le mangiano, aggiunge sconsolato.
    Quando il dottore Di Bernardo si laureò, molti anni fa, siccome non era di famiglia ricca, la Bagheria bene commentava quella riuscita con una punta di perfidia, insinuando che il nuovo medico avesse tanto studiato sforzando gli occhi, risparmiando la luce ("il fumo") della lampada. La laurea checché ne dicesse don Milani è un fatto compiuto, accettare devi accettare. Forse era il loro modo divertito e sfumato (nel tempo, col tempo, dottore...) di ribellarsi all'accettazione di qualunque cosa accada, specie portata alle sue fasi conclusive (Deus sive natura), un sano scetticismo che conferiva più valore a qualunque alloro (successo non è essere notati, è essere ricordati, al momento opportuno. Ma alcuni, al contrario, dicono sia essere notati, non ricordati per come eravamo visti, che poi era come eravamo) che fosse uscito da loro. E allora non c'erano tutti questi medici. Ma che non si dica, adesso, ripercorrendo più o.meno storicamente, insinuazione bassa piú del sospetto, che nei diversi gradi di istruzione scolastica all'epoca si bocciassero più quelli di famiglia povera (8 su 10 tra i figli dei contadini e 5 su 10 tra i figli degli operai nelle fabbriche).
    Ma la vita riserva sorprese. Per uno che non ce la fa, perché ci credeva, c'e sempre uno che supera tutti i pregiudizi.
    peccato che andiamo indietro: per uno che non ce la fa oggi, credendoci perché "si dimentica" delle difficoltà reali, cercandole di superare con un balzo di ottimismo la cui unica ragione di successo sarebbe il suo essere retró, uno ce la faceva ieri, ma molto ieri. Agli albori. Quando non c'erano i concorsi.
    l'azzardo è basato sulla comprensione, sulla democrazia e la discussione.

 

 

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