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  1. #11
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    E' colpa mia.
    Spaghetti e pistole

  2. #12
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    Citazione Originariamente Scritto da amaryllide Visualizza Messaggio
    Ok, cari amici dell'Espresso, la colpa non è di Renzi. Votatevelo pure.
    E' sempre colpa di qualcun altro.

    Se vedi qualcuno sorridere nelle avversità, significa che ha già pensato a chi dare la colpa, diceva Oscar Wilde.

  3. #13
    Date e vi sarà chiesto.
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    Citazione Originariamente Scritto da Rotwang Visualizza Messaggio
    L'Espresso

    Tommaso Cerno

    C’è una domanda da farci: perché quando a sinistra le cose vanno male è sempre colpa del leader? Successe già con Prodi. Poi con Veltroni. Oggi in modo ancor più plateale succede con Renzi. E’ il vizietto dei progressisti, questa ossessione Renzi sì-Renzi no? La risposta che danno in giro è: Renzi è bullo, non è capace di includere, questione di carattere. Penso che una risposta così, che riempie i giornali, sia quella di un Paese arretrato. Anzi, tenda di Prodi o non tenda di Prodi, se la crisi a sinistra ha legami stretti con l’ex premier, dare tutta la colpa a lui è un errore più grave di quelli che gli si imputano.

    Proviamo a dare un’altra spiegazione. In Italia c’è un referendum permanente su Renzi perché non abbiamo digerito il referendum del 4 dicembre. E non l’abbiamo analizzato davvero. Quel macigno enorme non si è abbattuto solo sull'ex premier, ma su un pezzo di storia del nostro Paese.

    Le strategie riformiste con cui l’ex sindaco di Firenze aveva scalato il Pd dopo il flop di Bersani alle politiche del 2013 si reggevano su un presupposto politico: dopo le prove generali della Seconda repubblica, che aveva portato a un’alternanza di fatto fra due poli, per comodità definiti destra e sinistra, ma nei fatti mescolati al centro, il Paese sembrava invocare una spinta ufficiale verso il maggioritario, non fatto alla carlona, ma costituzionalmente sancito.

    Questo presupposto è venuto meno la notte del 4 dicembre, quando fallì non il “papocchio del bullo Renzi”, come qualcuno ripete, bensì l’ottavo tentativo di riforma costituzionale della storia repubblicana, se prendiamo come prima data utile la riforma di Aldo Bozzi del 1983. Decade cioè qualcosa di molto più importante di un leader, decade la facoltà del Parlamento di auto-razionalizzarsi, come avvenuto in Francia, in Gran Bretagna e in Germania, nel nome di una propria storia (diversa per ognuno) e rispetto a una visione di futuro, condivisa almeno sul piano delle regole generali.

    Da noi capita il contrario: per il combinato disposto fra il No al referendum, più che legittimo, e i correttivi della Consulta all’Italicum, evidentemente legittimi, quasi come un incantesimo l’Italia si trova improvvisamente catapultata da un maggioritario per la prima volta netto a un risveglio del proporzionale. Uno zombie accolto come un grande ritorno ai fasti della Prima repubblica, ma in verità portatore di una logica d’epoca postfascista: nessuno deve vincere davvero, tutti devono essere rappresentati, governa sempre la Dc.

    Per darci un tono, abbiamo pensato di chiamarlo “sistema tedesco”. Ma sono storie troppo diverse. In Germania il partito comunista era fuori legge, perché i comunisti erano uno Stato sovrano che stava al di là di un Muro. Ne viene di conseguenza che ciò che stava di qua del Muro, in Germania, era coalizzabile. In Italia, al contrario, il proporzionale portava come corollario il fatto che il Pci stesse all’opposizione.

    Tanto che, dopo il 1989, la metamorfosi in socialdemocratici è stata un processo difficile e ancora non finito. Così fragile sul piano della percezione collettiva, che Berlusconi l’ha usato, smascherandone i difetti, per gridare al pericolo rosso e coalizzare la destra. Oggi che questo processo doveva essere compiuto, siamo tornati a zero.

    La sinistra è spaccata, prevale la rissa. La destra si dice vincente, attrae il voto dei grillini pentiti, è dura nei modi e nei temi. Ed è il preludio a una grande decisione: Berlusconi sceglierà di provare a vincere con i suoi storici alleati, tutti ruspe e stranieri raus, o rifuggirà da loro e dalla sinistra scissionista che ha votato contro i trattati Ceta insieme a Lega e M5s - su temi globali come l’Europa?

    Ecco che il Pd di Renzi – che fece la scelta di non proporre solo soluzioni che provengono dalla propria storia politica, vedi Jobs Act – ha bisogno di un supplemento di visione, non di cacciare il leader. Attingere a soluzioni altrui non è inciucio, ma al contrario rende possibile la vittoria solitaria di Macron in Francia. Un leader che non dice, come in Italia, «non sono né di destra né di sinistra». Ma nega che le soluzioni possano essere contenute in una sola delle classiche visioni del mondo del Novecento. Comprese le sinistre alla Corbyn o alla Sanders. Affascinanti e capaci di attrarre giovani, ma alla fine perdenti. Ai rigori, ma perdenti. A differenza della sinistra di Obama. Che ha indole maggioritaria, ma ha bisogno, per dirla con papa Roncalli, di aggiornamento.
    Se fosse solo la sinistra ad incolpare Renzi.... ma credo che ci sia pure mezza Italia e più. Qualche dubbio sul suo operato vien da se!
    Non c'è uomo così virtuoso che, se dovesse sottoporre tutti i suoi pensieri e tutte le sue azioni al giudizio della legge, non meriterebbe di essere impiccato dieci volte nella vita.
    Michel de Montaigne

  4. #14
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    Marco Remaschi ora rischia il posto di assessore regionale - Toscana - Il Tirreno

    RENZI addirittura nel ballottaggio a Lucca ha fatto telefonare al candidato sindaco di destra promettendo un aiutino a danno del Pd di Tambellini,perche fa parte di Bersani,ma vi rendete conto che uomo di merda è questo ? la colpa è solo di questo demente,chi lo difende è perchè è scemo oppure un leccaulo numero uno

  5. #15
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    Citazione Originariamente Scritto da saltarellicristiano Visualizza Messaggio
    Un centrodestra che ha fatto aumentare il lavoro di 800.000 unità, molte di queste con contratto a tempo indeterminato, che ha più che dimezzato la CIGS confrontandosi con 156 crisi aziendali, che ha aumentato le imposte sulle rendite finanziarie, ritoccato in alto i redditi dei lavoratori con salari più bassi, incrementato il recupero delle imposte evase al massimo della storia fiscale d'Italia, fatto convenzioni con Svizzera, San Marino e Monaco per l'emersione dei capitali occulti, sarà centrodestra, ma a me questo centrodestra va bene.
    800 mila contratti in più ... vero però magari vediamo di andare oltre gli slogan
    I lavoratori a tempo indeterminato sono aumentati soprattutto nel 2015 (dato che nel 2016 sono aumentati di 80000 unità LAVORO, NEL 2016 +82.000 CONTRATTI STABILI MA CROLLANO LE ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO  - PARLAMENTONEWS) e questo è dovuto innanzitutto a 2 fattori, il fatto che a fine 2014 gli imprenditori in attesa appunto del JA hanno smesso di assumere e soprattutto come seconda cosa LE DECONTRIBUZIONI, infatti nel 2016 e soprattuttoi nel 2017 in assenza delle stesse (o meglio con decontribuzioni ridotte) i contratti sono ritornati ad essere in gran parte a tempo determinato, inoltre il 41% degli stessi sono contratti a part time Lavoro, Inps: "Nel 2015 creati con gli sgravi 1,4 milioni di posti a tempo indeterminato, 760mila in più del 2014" - Il Fatto Quotidiano e inoltre in molti casi abbiamo avuto solo una trasformazione di altre tipologie di lavoro in JA.
    Consideramo inoltre che il JA di indeterminato ha solo la data del futuro licenziamento (dato che l'art 18 ... quello che che impediva all'Italia di crescere è per loro morto e sepolto) e dopo la NASPI c'è solo la CARITAS
    Al confronto Pirro è un conquistatore
    sulla cassa integrazione il discorso è lungo ma questo articolo è significativo a riguardo: Edilizia, la denuncia di Cgil, Cisl e Uil «La cassa integrazione e? sparita» - uiltn
    Aumentando il reddito dei lavoratori : vero peccato che non è minimamente stato considerato il quoziente famigliare .. percui quelli che avevano in famiglia più stipendi sono stati quelli che più hanno avuto ... chi non ne aveva ha continuato a non avere nulla ... a ma dimenticavo per Renzi quelli sono choosy percui è corretto che nulla abbiano (piccolo dettaglio .. saranno pure choosy .. ma purtroppo per lui VOTANO )
    Riguardo alle imposte è vero ... ma mi viene un dubbio .. Renzi era capo del governo o della guardia di finanza ??? inoltre i trattati da lui chiusi non sono certo tutta farina del suo sacco ... erano anni che la cosa era allo studio ... un po come l'Expo .. lui ha tagliato il nastro .. ma senza il lavoro di quelli prima di lui avrebbe al massimo tagliato un pezzo di stoffa.
    Fatta la somma (e senza considerare l'aumento del deficit, il fatto che continuiamo a essere buoni ultimi in qualsiasi classifica europea ecc ecc) se uno vuole proprio essere di destra direi che l'imitazione non è certo meglio dell'originale !!!
    Se invece uno vuole esser di sinistra direi che Renzi può esser visto come il male peggiore !

  6. #16
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    Citazione Originariamente Scritto da vasconcelos Visualizza Messaggio
    Marco Remaschi ora rischia il posto di assessore regionale - Toscana - Il Tirreno

    RENZI addirittura nel ballottaggio a Lucca ha fatto telefonare al candidato sindaco di destra promettendo un aiutino a danno del Pd di Tambellini,perche fa parte di Bersani,ma vi rendete conto che uomo di merda è questo ? la colpa è solo di questo demente,chi lo difende è perchè è scemo oppure un leccaulo numero uno
    entrambe le cose , forse?

  7. #17
    Orgogliosamente Bannato .
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    Citazione Originariamente Scritto da Rotwang Visualizza Messaggio
    L'Espresso

    Tommaso Cerno

    C’è una domanda da farci: perché quando a sinistra le cose vanno male è sempre colpa del leader? Successe già con Prodi. Poi con Veltroni. Oggi in modo ancor più plateale succede con Renzi. E’ il vizietto dei progressisti, questa ossessione Renzi sì-Renzi no? La risposta che danno in giro è: Renzi è bullo, non è capace di includere, questione di carattere. Penso che una risposta così, che riempie i giornali, sia quella di un Paese arretrato. Anzi, tenda di Prodi o non tenda di Prodi, se la crisi a sinistra ha legami stretti con l’ex premier, dare tutta la colpa a lui è un errore più grave di quelli che gli si imputano.

    Proviamo a dare un’altra spiegazione. In Italia c’è un referendum permanente su Renzi perché non abbiamo digerito il referendum del 4 dicembre. E non l’abbiamo analizzato davvero. Quel macigno enorme non si è abbattuto solo sull'ex premier, ma su un pezzo di storia del nostro Paese.

    Le strategie riformiste con cui l’ex sindaco di Firenze aveva scalato il Pd dopo il flop di Bersani alle politiche del 2013 si reggevano su un presupposto politico: dopo le prove generali della Seconda repubblica, che aveva portato a un’alternanza di fatto fra due poli, per comodità definiti destra e sinistra, ma nei fatti mescolati al centro, il Paese sembrava invocare una spinta ufficiale verso il maggioritario, non fatto alla carlona, ma costituzionalmente sancito.

    Questo presupposto è venuto meno la notte del 4 dicembre, quando fallì non il “papocchio del bullo Renzi”, come qualcuno ripete, bensì l’ottavo tentativo di riforma costituzionale della storia repubblicana, se prendiamo come prima data utile la riforma di Aldo Bozzi del 1983. Decade cioè qualcosa di molto più importante di un leader, decade la facoltà del Parlamento di auto-razionalizzarsi, come avvenuto in Francia, in Gran Bretagna e in Germania, nel nome di una propria storia (diversa per ognuno) e rispetto a una visione di futuro, condivisa almeno sul piano delle regole generali.

    Da noi capita il contrario: per il combinato disposto fra il No al referendum, più che legittimo, e i correttivi della Consulta all’Italicum, evidentemente legittimi, quasi come un incantesimo l’Italia si trova improvvisamente catapultata da un maggioritario per la prima volta netto a un risveglio del proporzionale. Uno zombie accolto come un grande ritorno ai fasti della Prima repubblica, ma in verità portatore di una logica d’epoca postfascista: nessuno deve vincere davvero, tutti devono essere rappresentati, governa sempre la Dc.

    Per darci un tono, abbiamo pensato di chiamarlo “sistema tedesco”. Ma sono storie troppo diverse. In Germania il partito comunista era fuori legge, perché i comunisti erano uno Stato sovrano che stava al di là di un Muro. Ne viene di conseguenza che ciò che stava di qua del Muro, in Germania, era coalizzabile. In Italia, al contrario, il proporzionale portava come corollario il fatto che il Pci stesse all’opposizione.

    Tanto che, dopo il 1989, la metamorfosi in socialdemocratici è stata un processo difficile e ancora non finito. Così fragile sul piano della percezione collettiva, che Berlusconi l’ha usato, smascherandone i difetti, per gridare al pericolo rosso e coalizzare la destra. Oggi che questo processo doveva essere compiuto, siamo tornati a zero.

    La sinistra è spaccata, prevale la rissa. La destra si dice vincente, attrae il voto dei grillini pentiti, è dura nei modi e nei temi. Ed è il preludio a una grande decisione: Berlusconi sceglierà di provare a vincere con i suoi storici alleati, tutti ruspe e stranieri raus, o rifuggirà da loro e dalla sinistra scissionista che ha votato contro i trattati Ceta insieme a Lega e M5s - su temi globali come l’Europa?

    Ecco che il Pd di Renzi – che fece la scelta di non proporre solo soluzioni che provengono dalla propria storia politica, vedi Jobs Act – ha bisogno di un supplemento di visione, non di cacciare il leader. Attingere a soluzioni altrui non è inciucio, ma al contrario rende possibile la vittoria solitaria di Macron in Francia. Un leader che non dice, come in Italia, «non sono né di destra né di sinistra». Ma nega che le soluzioni possano essere contenute in una sola delle classiche visioni del mondo del Novecento. Comprese le sinistre alla Corbyn o alla Sanders. Affascinanti e capaci di attrarre giovani, ma alla fine perdenti. Ai rigori, ma perdenti. A differenza della sinistra di Obama. Che ha indole maggioritaria, ma ha bisogno, per dirla con papa Roncalli, di aggiornamento.
    Perché una parte dellla cosiddetta vecchia guardia , ormai buona soltanto per il museo , non intende levarsi dai piedi .
    Mi ricordano tanto quegli over 40 che si ostinano a fare serate in discoteca ogni we , ridicoli , patetici e soprattutto smemorati , visto che non ricordano cosa , quando si aveva 20 anni e giustamente, si pensava degli over 40 in disco .

  8. #18
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    A me sembra che Renzi abbia pagato più che altro il suo carattere e il fatto di essere passato direttamente da Firenze all'Italia, quindi senza esperienza. Un po' come il primo Berlusconi.

  9. #19
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    da che mondo è mondo se qualcosa va male è colpa del leader, del re, dell'imperatore, del capo tribù.

    ma chi è questo giornalista

    w i montanelli, i panza, i ghirelli...

  10. #20
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    Predefinito Re: Il vizio della sinistra di incolpare Renzi

    Citazione Originariamente Scritto da Hynkel Visualizza Messaggio
    A me sembra che Renzi abbia pagato più che altro il suo carattere e il fatto di essere passato direttamente da Firenze all'Italia, quindi senza esperienza. Un po' come il primo Berlusconi.
    A me sembra che abbia pagato la sua incapacità.
    Spaghetti e pistole

 

 
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