La Stampa

«La sfida della Sicilia è la sfida del Movimento al governo del Paese: vogliamo prenderci la responsabilità di mettere a posto la Regione». Luigi Di Maio lancia così la lunga campagna elettorale isolana che si apre con l’annuncio del candidato governatore e si chiude a novembre con il voto.

Non c’è il rischio che la Sicilia possa essere per voi una nuova Roma con molti problemi e soluzioni difficili?

«Quando ci vogliamo prendere una responsabilità la vogliamo portare avanti. Roma ha più del doppio dei debiti della Sicilia e di sicuro faremo tesoro del know how dei nostri Comuni. Oltretutto, la Sicilia è una Regione a statuto speciale e questo ci permettere di agire in modo efficace con leggi mirate. Per esempio, dimezzeremo subito gli stipendi dei deputati regionali siciliani ed elimineremo i vitalizi».

Con la legge elettorale siciliana, non si può escludere che per governare dovrete aprirvi per forza ad alleanze.

«Chi arriva primo elegge il governatore, al massimo i problemi riguarderanno l’assemblea regionale. Ma non è un discorso all’ordine del giorno, noi siamo molto fiduciosi».

La Sicilia significa anche sbarchi e voi state battendo molto sul tema migranti. Ora c’è polemica su Matteo Renzi e il suo «aiutiamoli a casa loro».

«Renzi ha delle responsabilità pesantissime. Ciò che è emerso con il video della Bonino è scandaloso e l’ex ministro Mauro ha ricordato senza mezzi termini che furono Renzi e Alfano a sottoscrivere un accordo “che ci garantisse maggiore flessibilità sui conti pubblici in cambio di una accoglienza unilaterale dei migranti”. Ora provano a mettere delle pezze ma con pessimi risultati. E mi sono vergognato di Minniti che è andato a Tallinn con toni minacciosi e poi è tornato con la promessa di nuovi hotspot».

E voi cosa pensate di fare invece? Finora non avete avanzato risposte concrete.

«Noi le risposte concrete le abbiamo. Dovrebbe chiedere al ministro Minniti, visto che a parole ha detto esattamente quanto da noi proposto mesi fa. Ormai è chiaro che sono tutti europeisti con le frontiere italiane e le coste siciliane. Per questa ragione incontrerò il capo missione di Frontex a Bruxelles, per capire che margini ci sono, far rispettare norme e regole alle ong, e sarò a Ventimiglia a vedere il campo profughi. Dopo queste visite valuteremo il da farsi e suggeriremo al governo una cifra da stornare dal contributo che versiamo alla Ue. O ci aiutano su questo fronte o i nostri soldi ce li teniamo e facciamo da noi».

Un sondaggio la accrediterebbe come il politico più apprezzato. Non la spaventa?

«Non mi spaventa il sondaggio, dimostra che stiamo facendo un buon lavoro, ma non ci manderanno i sondaggisti al governo».

Un sondaggio Ipsos rivela che gli elettori del centrodestra preferirebbero in caso di larghe intese un governo con voi piuttosto che con il centrosinistra. Farete alleanze alla fine se necessario?

«Chi ci conosce sa bene che non facciamo alleanze e la maggior parte degli elettori di centrodestra mi sa che è più preoccupata dai litigi. Li invito a votar direttamente M5S».

Lei si candiderà premier per il Movimento?

«Se gli iscritti dovessero decidere per me io sarò disponibile ma per ora la nostra priorità è il blocco dei vitalizi. Il Pd farà il suo solito gioco di prestigio. E anche Berlusconi, che finge di voler aiutare i pensionati, poi vota contro il taglio dei vitalizi. Una vergogna».

Ultimamente vi state astenendo su molti provvedimenti: è una tattica in vista delle Politiche quella di non prendere posizione su tematiche spinose.

«Il senso dell’astensione è legato al fatto che le leggi hanno un bel titolo ma dentro sono un disastro. Lo ius soli è un pastrocchio, la legge sulla tortura ha scontentato tutti, il codice antimafia rischiano di favorire a mio avviso i corrotti. Di fronte a questo non puoi che astenerti».

Cosa pensa dell’incontro Trump-Putin?

«Penso sia un bene se Russia e Usa trovano accordi. Fa bene anche all’Italia che ha buoni rapporti storicamente con entrambi i Paesi».