Abbiamo pensato la stessa cosa, @Florian.
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Originariamente Scritto da …:
“Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.
https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108
E' i più bel video che io abbia mai visto di come si possa vivere la musica totalmente, da dentro. Le parole non servono a niente. Bisogna solo vedere, ascoltare e sentire il musicista e la sua musica.
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Infinito
Amo questa collina, solitaria come la mia vita.
E questa siepe che mi impedisce di vedere
tutto l'orizzonte, è come un sipario aperto
sul lontano palcoscenico del mondo,
dove l'umanità recita da sempre la sua Storia.
Ogni tanto mi siedo qui e contemplo
lo spettacolo della realtà,
non con lo sguardo, ma - chiusi gli occhi -
con un senso sottile, quello dell'intuizione.
Ed ecco che vedo distese senza confine e vedo
si, vedo la sagoma soprannaturale del silenzio
e l'ombra antica della pace, fantasmi spaventosi
che mi stringono il cuore con gelide dita.
Vedo, e ascolto - chiudendomi le orecchie con le mani -
la vera voce del vento che si insinua tra gli alberi,
identica al silenzio. In quella nota, che è il canto dell'eterno,
eco dei giorni morti si fonde al grido del presente,
che è pura vita. E come l'universo la mia anima si espande,
annega dolcemente nella luce.
Giacomo Leopardi
(traduzione di R. Malini)
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"È cosa osservata che le antiche opere classiche, non solo perdono moltissimo, tradotte che sieno, ma non vaglion nulla, non paiono avere sostanza alcuna, non vi si trova pregio che l’abbia potute fare pur mediocremente stimabili, restano come stoppa e cenere."
(G. Leopardi, Zibaldone di pensieri, pag. 3475)
Non ci credo, non ci posso proprio credere che un poeta, in questo caso Roberto Malini, possa aver fatto uno sgarbo così assurdo all'Infinito di Leopardi.
Leopardi, come ebbe a dire Eugenio Montale, per la originalità ed il particolare suono della sua poesia, è intraducibile: le sue parole traslate nella diversa lingua restano come stoppa e cenere.
Ma la cosa ancora più incredibile è che qualcuno possa aver pensato di tradurre Leopardi... in italiano!
Cos'è dunque questa parafrasi dell'Infinito, attribuita a R. Malini, che esiste solo in un paio di blog internettiani, una volta col titolo "Infinito 2006" e un'altra col titolo "Infinito 2007"?
Io posso pensare solo a due ipotesi:
- Un/una liceale presuntuoso/a ha voluto "aggiornare" Leopardi, credendo di arricchirlo con inutilmente aggiuntivi aggettivi e concetti, facendolo annegare nella luce anziché naufragare nel mare e costringendo il povero lettore a chiudersi "le orecchie con le mani" in un muto urlo di Munch; in questo caso l'attribuzione a Malini è una classica aggiunta posteriore tra un copiaincolla e l'altro, per dare più auctoritas alla cosa copiata.
- Effettivamente Malini è anche uno stimato traduttore, dall'antico greco di Saffo e dall'inglese della Dickinson: potrebbe essersi arrischiato a tradurre Leopardi in inglese o forse in una lingua ancor più estranea come l'ebraico o il romanì; quindi questo 'Infinito 2006' sarebbe la ritraduzione in italiano della traduzione di Malini che sconta il ridicolo effetto del "gioco del telefono" che si faceva da bambini (e comunque con una buona dose di inconsulte aggiunte di palcoscenici, fantasmi, orecchie e annegamento finale anziché dolce naufragio).
In ogni caso, foss'anche realmente opera di Malini, al mio gusto non vi si trova pregio che l’abbia potuta fare pur mediocremente stimabile, resta come stoppa e cenere, se non peggio; ma, ahimé, perfettamente adeguata allo standard delle collazioni poetiche qualunquemente diffusissime sulla Rete.
@trash
Hai ragione nell'affermare che non si può/non si deve tradurre in italiano le poesie di Leopardi.
Però a me è piaciuta così com'è, non ci posso fare niente. Non è la prima volta che la leggo e ogni volta m'immagino dentro la poesia, seduta "sulla collina solitaria" a osservare il mondo.
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Teniamoci stretti, che c'è vento forte.
Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.
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Teniamoci stretti, che c'è vento forte.
Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.
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Sì, ma il problema non è apprezzarla o meno, ognuno ha i suoi gusti.
L'imperdonabile sbaglio (di chi per primo l'ha scritta o copiata in rete) è scriverci sotto "Giacomo Leopardi", dando la paternità di quella cosa al già troppo sfortunato poeta.
Il povero Giacomo è morto da un pezzo, ma se fosse ancora vivo si arrabbierebbe parecchio come successe a Dante nell'episodio che qui sotto riporto in un italiano di sette secoli fa che non mi azzardo a tradurre, ovviamente:
Dante Allighieri fiorentino,[...] esce di casa, e avviasi per andare a fare la faccenda, e passando per porta San Piero, battendo ferro uno fabbro su la ’ncudine, cantava il Dante come si canta uno cantare, e tramestava i versi suoi, smozzicando e appiccando, che parea a Dante ricever di quello grandissima ingiuria.
Non dice altro, se non che s’accosta alla bottega del fabbro, là dove avea di molti ferri con che facea l’arte; piglia Dante il martello e gettalo per la via, piglia le tanaglie e getta per la via, piglia le bilance e getta per la via, e cosí gittò molti ferramenti.
Il fabbro, voltosi con uno atto bestiale, dice:
- Che diavol fate voi? sete voi impazzato?
Dice Dante:
- O tu che fai?
- Fo l’arte mia, - dice il fabbro, - e voi guastate le mie masserizie, gittandole per la via.
Dice Dante:
- Se tu non vuogli che io guasti le cose tue, non guastare le mie.
Disse il fabbro:
- O che vi guast’io?
Disse Dante:
- Tu canti il libro e non lo di’ com’io lo feci; io non ho altr’arte, e tu me la guasti.
Franco Sacchetti - Il Trecentonovelle (1399) - Novella CXIV
Ti ho tolto dall'ignore, perché ho visto che hai scritto nel mio thread.
Non faccio nulla di male, assolutamente. Ho letto sia l'originale che la poesia che ho postato qui sopra che mi ha trasmesso emozioni bellissime. Perché dovrei rinnegarle?
Sono sicura che Leopardi mi perdonerà.
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