Confindustria in Svezia: “Basta espulsioni di migranti, sennò delocalizziamo”
Di La Redazione - 19 febbraio 2018
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Confindustria in Svezia: “Basta espulsioni di migranti, sennò delocalizziamo”
Di La Redazione - 19 febbraio 2018 3 212
svezia accoglienza immigrati
Stoccolma, 19 feb – Che l’immigrazione fosse una “risorsa” solo per alcuni era ben noto da tempo: ong, cooperative, chiese, partiti di sinistra. E industriali, ovviamente. Che c’è di meglio, infatti, di una massa di disperati, non sindacalizzati e disposti a qualsiasi paga per comprarsi una pagnotta? Marx lo chiamava “esercito industriale di riserva”, nel gergo economico si dice “dumping salariale”, i politici e gli industriali stessi lo definiscono invece “competitività”. Cioè: per avere prezzi “competitivi” (cioè più convenienti per gli acquirenti), abbasso il “costo del lavoro” (i salari).
Come faccio? Semplice: se tu lavoratore mi chiedi troppo, non c’è problema, al posto tuo assumo un immigrato che è ben felice di accettare una paga miserrima che tu, invece, ti ostini a rifiutare. Altrimenti esiste pur sempre il piano B: delocalizzare. È questo il succo della lettera aperta, pubblicata sul quotidiano economico Dagens Industriinviato, che la Confindustria svedese ha inviato al proprio governo. Tra i firmatari sono presenti anche gli amministratori delegati dei colossi Ericsson e H&M. Börje Ekholm, ad della stessa Ericsson, non ha avuto remore nel minacciare delocalizzazioni massicce, qualora l’esecutivo continui la sua linea dura sulle espulsioni. «L’immigrazione economica deve funzionare in modo razionale e prevedibile per permettere a gruppi come Ericsson di tenere in patria le principali attività produttive e di ricerca».
Ma da dove nasce questa polemica? La Svezia, com’è noto, è stata una delle nazioni europee più colpite dall’invasione migratoria del 2015. Questo ha portato alla nascita di quartieri-ghetto, zone sottratte alla sovranità statale, aumento della criminalità e degli stupri. Insomma, gli immigrati non si sono affatto comportati come ospiti discreti. Per questo motivo, con una popolazione incazzata e l’approssimarsi delle elezioni nazionali (si terranno il prossimo 9 settembre), il governo di minoranza socialisti/verdi, spalleggiato dal centrodestra, ha ridotto gli arrivi e aumentato le espulsioni. Il tutto per evitare l’avanzata del partito nazionalista (Democratici svedesi), già adesso in prepotente ascesa.
Gabriele Costa