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  1. #1
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    Predefinito Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazione.

    La sinistra è ormai globalista. Non resta che difendere la nazione - Il Fatto Quotidiano


    Gentile dottor Chiesa,
    Mi trovo a riscriverle perché non riesco proprio a comprendere il suo entusiasmo per questi movimenti nazionalistici (…) di sicuro non vedo nei movimenti nazionalistici la soluzione. Anzi a ben vedere rappresentano tutti un ritorno al passato che storicamente non ha mai funzionato. Lei (e molti altri) insiste sul fatto che destra e sinistra non esistono più e che adesso la vera dicotomia sia tra nazionalisti e globalisti (…). Ora, personalmente mi trovo solo parzialmente d’accordo con la sua analisi. Quello su cui mi permetto di dissentire fortemente è sulla sua idea che i “nuovi” movimenti nazionalisti siano al di sopra della dicotomia destra-sinistra. (…) Mi sembra che lei guardi con simpatia a questi movimenti, mentre io penso che rappresentino una cura peggiore del male stesso. (…) Non stupisce infatti che nessun movimento nazionalista abbia una soluzione (…). Visto che credo che entrambi proveniamo da un background di sinistra, vorrei capire come faccia a non vedere questi fattori macroscopici. Solo che il ritorno che lei sembrerebbe augurarsi è del tutto inadeguato a rispondere alle sfide dei prossimi decenni. Potrebbe dirmi cosa ne pensa di DIEM25 di Varoufakis che a me sembra l’unica opzione con un minimo di senso nel panorama europeo contemporaneo. Certo resta il fatto che sembra essere un movimento culturalmente elitario e non ancora in grado di parlare alle masse, nondimeno a me sembra che quella sia la direzione giusta: un movimento europeista democratico e di sinistra. La ringrazio e le auguro buon lavoro. Distinti saluti,
    Giovanni Fini

    ___________________________________________

    Gentile signor Fini,
    la sua lettera è molto interessante perché mi consente di affrontare questioni che spesso sono fonte di equivoci sia terminologici che politici.

    Lei esordisce attribuendomi, sconcertato, un mio “entusiasmo” per i “movimenti nazionalistici” che non mi risulta di avere mai espresso. Infatti io non ho mai pensato che essi rappresentino la soluzione dei problemi della nostra epoca. Né io penso che “la vera dicotomia sia tra nazionalisti e globalisti”. Io ragiono invece così: che tutti questi numerosi e distinti movimenti stanno sorgendo e moltiplicandosi come risposta alla globalizzazione americana o occidentale che dir si voglia. Sono la risposta spontanea, irriflessa, difensiva. Come tali essi sono il sintomo di una crisi profondissima delle società industriali cosiddette “avanzate”. E la loro azione, come lei scrive, sta infliggendo colpi durissimi, inattesi, alle classi dominanti dell’Occidente. Io plaudo a questi colpi, che ritengo salutari. Ma non posso essere entusiasta di ciò perché vedo, come lei, che chi prende la guida di questi movimenti sono spesso (non sempre) forze che non hanno a loro volta una visione della crisi, che guardano indietro (come lei giustamente rileva) anche perché non sanno cosa c’è davanti.

    Il problema, uno dei problemi, è che la “sinistra”, tutte le miriadi di “sinistre” che conosciamo, non esistono più in forma di progetto. Esistono in quanto sono residuati storici, qualche volta semplicemente nostalgici, ma hanno perduto, agli occhi delle grandi masse popolari, ogni connotazione alternativa alla globalizzazione imperiale. L’hanno sposata senza condizioni, la appoggiano mentre organizza le guerre. E anche le sinistre più sinistre sono prive di ogni programma del presente, impegnate a recitare giaculatorie del passato che nessuno capisce. Non esiste più un’analisi di classe dell’epoca della sparizione delle classi così come le si intendeva nel secolo scorso. Non esiste più alcuna capacità dunque, di individuare le forze di un cambiamento possibile. E senza una tale capacità non c’è più alcun cambiamento possibile. Dunque la constatazione della sparizione della sinistra come alternativa alla globalizzazione fa sì che l’alternativa sia quasi dovunque di “destra”. Ma anch’essa, a ben vedere, non ha nulla in comune con quella della destra tradizionale, quella del XX secolo, anch’essa fagocitata dalla globalizzazione.

    Dunque la mia posizione è molto diversa da quella che lei mi attribuisce. Anche per quanto concerne il discorso sulla fine della dicotomia destra-sinistra. La sinistra ha accolto la globalizzazione occidentale come il proprio orizzonte. E, con questo, ha finito di essere alternativa a quell’orizzonte. La destra politica che vediamo in Europa e negli Stati Uniti è anch’essa tutta all’interno di quell’orizzonte. Invocare una alternativa di sinistra in questo contesto equivale a una catastrofica illusione. Occorre una alternativa diversa rispetto a quel dualismo ormai morto. Come diceva molto bene Gore Vidal la democrazia occidentale è come un uccello con due ali, entrambe destre.

    Io penso che occorre trovare le forze per sconfiggere la globalizzazione. E, quando mi pongo questo compito, penso al mondo, non all’Italia dove, molto probabilmente, queste forze non esistono più. Queste forze, dove esistono, sono tutte basate sul concetto, sull’idea di “nazione”. Si difendono, per ora, con la loro tradizione, con la loro lingua, la loro cultura, i loro strumenti finanziari (dove non ci sono più li stanno creando, come fa la Cina e la Russia, per esempio). Queste forze nazionali sono dei giganti. È ad esse che dobbiamo ispirarci e con esse dobbiamo stabilire rapporti.

    Io penso che queste idee, accompagnate dalla difesa della propria sovranità, siano le uniche possibili per una difesa strategica contro la globalizzazione imperiale. Ho visto con i miei occhi la ricostruzione di una Russia, già soggiogata e colonizzata, mediante queste idee. L’idea di nazione non può essere mescolata con quella di nazionalismo che, come lei coglie, giustamente, è regressiva. Esiste un’idea di nazione che è, invece, una forza motrice per la salvaguardia dello stato nazionale. Per la salvaguardia delle istituzioni democratiche nazionali, le uniche dove i popoli possono decidere sovranamente. Quindi come opposizione a una globalizzazione, a un “internazionalismo”, che puntano alla disgregazione degli Stati, a una perdita totale della fisionomia delle diverse civiltà, a una omologazione totale.

    Il globalismo della sinistra è la versione attuale, stravolta, dell’ “internazionalismo proletario” della sinistra. Poiché non esiste più il proletariato (non esiste più come coscienza di sé, né come organizzazione), questo internazionalismo è ora globalismo imperiale allo stato puro: “Un catafalco ideologico radical-chic-human rights-buonista-we can”. Non per niente le uniche idee che la sinistra propaganda sono i “diritti umani” nella versione imperiale.

    Per quanto concerne DIEM25 di Varoufakis, trovo che sia totalmente all’interno di questo schema “internazionalista” di sinistra. Non c’è una parola sulla Nato, sulla guerra, sulla sovranità europea rispetto alla capitale imperiale, sulla sovranità degli stati europei all’interno di un’Europa democratica. Non andrà da nessuna parte. Quelli che stanno sopra non sono di destra, o di sinistra: sono dei dementi che ci portano al suicidio. Questa è la mia linea di demarcazione. Io sono “di sotto”, e penso di dover aiutare le masse popolari a rovesciare, finché siamo in tempo, quelli che stanno “di sopra”.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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  2. #2
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    Volevo postarlo proprio io. Un'analisi che non fa una piega.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  3. #3
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Volevo postarlo proprio io. Un'analisi che non fa una piega.
    Una mente ancora lucida, una delle poche rimaste a sinistra.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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  4. #4
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    ma esiste una sinistra nazionalista e patriottica o l'internazionalismo proletario hanno deciso di farlo coi fancazzisti africani?
    sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione

  5. #5
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    Citazione Originariamente Scritto da MarinoBuia Visualizza Messaggio
    ma esiste una sinistra nazionalista e patriottica o l'internazionalismo proletario hanno deciso di farlo coi fancazzisti africani?
    Esiste ed è sempre esistita, ma dopo la totale trasformazione della maggior parte della sinistra in una delle tante facce interne al sistema capitalistico ed il suo completo passaggio nel campo del liberalismo, con conseguente svendita e abbandono degli ideali socialisti, popolari, comunitari e patriottici per abbracciare l'individualismo liberale, il consumismo, il dirittoumanismo, ed ad aver ridotto l'inter-nazionalismo socialista a mero globalismo immigrazionista al servizio degli interessi del grande capitale finanziario, è diventata, nell'europa occidentale, esigua minoranza.
    Resta però ancora maggioritaria nei movimenti popolari e socialisti dell'America Latina e di alcuni paesi dell'Est europeo.
    Quelli che hanno deciso di spacciare l'internazionalismo proletario col favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di fancazzisti africani a me già viene molto difficile chiamarli sinistra, perchè fanno tutt'altri interessi rispetto a quelli dei lavoratori italiani.
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  6. #6
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    La sinistra nazionale s'è spaccata in due tronconi in un periodo che va dal 1919 e il 1922. C'è chi ha scelto di stare con Mussolini e chi, al contrario, con le forze repubblicane, socialiste o comuniste.

    Nel dopoguerra, Togliatti e altri esponenti del PCI parlarono di patria, così come di una via italiana al socialismo.
    Anche nel PSI, soprattutto negli anni '80, la parola "patria" circolava con una certa frequenza.
    Altri autentici patrioti erano raccolti attorno al PRI. Il loro era un patriottismo di stampo risorgimentale e mazziniano. Peccato che il partito, entro breve, scelse la via dell'atlantismo più becero.

    Per il resto, mi vengono in mente solo esperienze marginali come "Pensiero Nazionale" di Stanis Ruinas (prima vicino al PCI, poi al PSI e infine a Enrico Mattei), alcuni elementi della Giovane Europa, pur non accettando in toto le loro idee, e il più recente Socialismo Patriottico.

    Riguardo quest'ultima esperienza, nutriamo tutti quanti pareri discordanti. Ottima l'impostazione patriottica e anticapitalista degli esordi, ottima l'attività sindacale , ottima l'idea di creare piazze alternative tanto alla c.d. sinistra quanto alla destra e ottimo il dialogo con realtà politiche internazionali. I problemi, però, sono giunti quando dal marxismo si è passati al craxismo e a una confusa forma di "produttivismo nazionale" (quella che abbiamo contestato anche a Fusaro). Non accettabili, sotto nessun punto di vista, le indicazioni di voto per partiti del centro-destra e la totale immersione nella dimensione geopolitica.
    Da questi progetti , ormai esauriti, si dovrebbe imparare qualcosa. Sia ciò che non va ripetuto sia ciò che potrebbe tornare utile.
    Ultima modifica di LupoSciolto°; 31-07-17 alle 19:21
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  7. #7
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    comunque il buon giulietto centra il punto
    sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione

  8. #8
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    Citazione Originariamente Scritto da MarinoBuia Visualizza Messaggio
    ma esiste una sinistra nazionalista e patriottica o l'internazionalismo proletario hanno deciso di farlo coi fancazzisti africani?
    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    La sinistra nazionale s'è spaccata in due tronconi in un periodo che va dal 1919 e il 1922. C'è chi ha scelto di stare con Mussolini e chi, al contrario, con le forze repubblicane, socialiste o comuniste.

    Nel dopoguerra, Togliatti e altri esponenti del PCI parlarono di patria, così come di una via italiana al socialismo.
    Anche nel PSI, soprattutto negli anni '80, la parola "patria" circolava con una certa frequenza.
    Alcuni autentici patrioti erano raccolti attorno al PRI. Il loro era un patriottismo risorgimentale e mazziniano. Peccato che il partito, entro breve, scelse la via dell'atlantismo più becero.

    Per il resto, mi vengono in mente solo esperienze marginali come "Pensiero Nazionale" di Stanis Ruinas (prima vicino al PCI, poi al PSI e infine a Enrico Mattei), alcuni elementi della Giovane Europa, pur non accettando in toto le loro idee, e a il più recente Socialismo Patriottico.

    Riguardo quest'ultima esperienza, nutriamo tutti pareri discordanti. Ottima l'impostazione patriottica e anticapitalista degli esordi, ottima l'attività sindacale , ottima l'idea di creare piazze alternative tanto alla c.d. sinistra quanto alla destra e ottimo il dialogo con realtà politiche internazionali. I problemi, però, sono giunti quando dal marxismo si è passati al craxismo e a una confusa forma di "produttivismo nazionale" (quella che abbiamo contestato anche a Fusaro). Non accettabili, sotto nessun punto di vista, le indicazioni di voto per partiti del centro-destra e la totale immersione nella dimensione geopolitica.
    Da questi progetti , ormai esauriti, si dovrebbe imparare qualcosa. Sia ciò che non va ripetuto sia ciò che potrebbe tornare utile.
    ottima la disamina di lupo.
    aggiungo che negli anni del craxismo, lessi tempo fa, non so se era ironica la cosa, qualcuno addirittura parlò di 'socialismo nazionale' (forse perché si guardava all'Egitto o alle esperienze latinoamericane non marxiste?) e certamente fu l'ultima volta in cui l'Italia godette non solo di ampia stima a livello internazionale, ma pure di sprazzi di sovranità.
    "Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
    Tristan Tzara

    Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
    (L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)

  9. #9
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    Citazione Originariamente Scritto da Dean M. Visualizza Messaggio
    ottima la disamina di lupo.
    aggiungo che negli anni del craxismo, lessi tempo fa, non so se era ironica la cosa, qualcuno addirittura parlò di 'socialismo nazionale' (forse perché si guardava all'Egitto o alle esperienze latinoamericane non marxiste?) e certamente fu l'ultima volta in cui l'Italia godette non solo di ampia stima a livello internazionale, ma pure di sprazzi di sovranità.
    Nulla di clamoroso ed esaltante, ma giusto il minimo di dignità e decenza. Ovvio che a rapportare quel periodo al servilismo fantozziano odierno, quei politici appaiono come giganti in confronto a nani e giullari che abbiamo oggi.
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  10. #10
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    Predefinito Re: Giulietto Chiesa: La sinistra è ormai globalista, non resta che difendere la nazi

    Citazione Originariamente Scritto da Dean M. Visualizza Messaggio
    ottima la disamina di lupo.
    aggiungo che negli anni del craxismo, lessi tempo fa, non so se era ironica la cosa, qualcuno addirittura parlò di 'socialismo nazionale' (forse perché si guardava all'Egitto o alle esperienze latinoamericane non marxiste?) e certamente fu l'ultima volta in cui l'Italia godette non solo di ampia stima a livello internazionale, ma pure di sprazzi di sovranità.
    Ottima osservazione. Tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80, il PSI craxiano cercò di instaurare un dialogo con gli appartenenti alle forze armate (tendenzialmente ostili ai partiti di sinistra). Chi vide in Craxi una sorta di "Peròn" fu il giornalista e politico Giano Accame, noto missino ed ex esponente di Nuova Repubblica, partito gollista-golpista guidato dal repubblicano Randolfo Pacciardi. Accame scrisse un libro dal titolo "Socialismo Tricolore" dove, sostanzialmente, teorizzava una forma di laburismo nazionale. Inutile dire che io mi posiziono su un versante più radicale e di lotta.

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