Si ma messa in quel modo sembrava si trattasse ci contrattazione...comunque è altamente improbabile che si accetti lo scambio di protezionismo (giusto o sbagliato che sia) per una maggiorazione di stipendio ; questo ovviamente dove è ancora possibile, ergo nel pubblico.
« Il popolo non crede ai cultori delle cedole bancarie.Crede all'azione, a chi gli indica le vie del destino.Crede soprattutto a chi gli aprirà le strade vere della giustizia sociale. » Filippo Corridoni
« Nec spe nec metu » Isabella d'Este
No scusa, qui mi sono spiegato male io : in effetti un "pacchetto europeista" nemmeno esiste.
Ci si può rifare a vari modelli , ma sarebbero comunque onori ed oneri per tutti....e parliamo comunque di pura utopia in Italia.
Non sarebbe accettato ad alti vertici da nessuno (in modo speculare intendo).
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« Nec spe nec metu » Isabella d'Este
Doppio post, sorry.
Ultima modifica di Max72; 18-08-17 alle 14:05 Motivo: doppio post.
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« Nec spe nec metu » Isabella d'Este
Non necessariamente : devi discernere le categorie basse dalle alte e vedere il comparto....a prescindere dai luoghi comuni, non è che nel pubblico siano tutti fancazzisti e non lavori nessuno e sia in vigore una illicenziabilità assoluta.
Questo tempo fa, al giorno d'oggi parecchie teste saltano....resta maggior protezionismo, ma anche quando ho iniziato a lavorare io nel 1989 (ho studiato dopo essermi congedato, ho iniziato a lavorare a nemmeno 17 anni) nel privato, a parte un periodo di prova che era costituito dai famosi CFL (Treu), non era così semplice licenziare qualcuno come oggi.
Occorrevamo motivazioni serie ; specialmente se come me, lavoravi nell'industria.Nell'artigianato le cose erano si diverse ; ma era un momento in cui c'era un casino di lavoro, è se eri bravo nel tuo lavoro, anche li non si arrivava a soluzioni drastiche se non per mancanze gravi.
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« Nec spe nec metu » Isabella d'Este
Infatti il Job Act è diventato indispensabile proprio perché di fatto era impossibile licenziare, se non a prezzo di rischi enormi per cui le aziende preferivano tenersi i fannulloni piuttosto che rischiare di riassumerli.
Nel pubblico, di fatto, al di là dei proclami altisonanti (licenzieremo in 48 ore...) continuano a non licenziare nessuno. Lo testimoniano le povere telecamere che ogni volta pizzicano più gente a timbrare per conto terzi che per conto proprio.
Qui in Germania ho conosciuto un'insegnante tedesca che ha fatto, per un progetto, un periodo in una scuola italiana.
Ha detto che il lavoro dei docenti italiani è qualcosa di folle. In Germania gli insegnanti hanno solo le lezioni frontali. Tutto il lavoro di riunioni, consigli di classe, collegio docenti, ricevimento genitori, scrutini, dipartimenti, POF... semplicemente NON ESISTE. Fanno la lezione ed i compiti li correggo a casa. Le lezioni le preparano a casa.
Siccome mi sono scassata gli zebedei dei soliti denigratori che insultano senza avere dati certi... comincio a chiedere ai colleghi tedeschi, quando posso.
Notiziona: anche qui ci sono docenti ottimi, bravi, meno bravi e decisamente scarsi. Gli ottimi sono percentualmente in minoranza, come in Italia.
I docenti qui guadagnano decisamente di più per fare di meno.
Deficienti!!! <-- è un link
I docenti tedeschi lavorano più di quelli italiani? Un mito da sfatare - Orizzonte Scuola
Giulia Boffa – Quanti giorni di ferie estive hanno i docenti tedeschi?
Ce lo racconta un articolo di Italia Oggi, che spiega bene che il computo delle vacanze dei ragazzi del Paese, che ha fama di essere terra di gran lavoratori e che non conosce crisi, lungo tutto il corso dell’anno è uguale a quello dell’Italia, con buona pace di chi vorrebbe l’Italia gran vacanziera.
Gli studenti tedeschi e i loro professori hanno vacanze scaglionate per tutto l’anno e sono diversi i giorni nei vari Land; non tutte le regioni coprono gli stessi giorni, anche per vacanze nazionali come Pasqua. A Berlino si andrà in vacanza dal 25 marzo al 6 aprile; in Renania Palatinato dal 20 marzo al 5 aprile, come in Turingia, in Sassonia-Anhalt i ragazzi si dovranno accontentare di una settimana, dal 25 al lunedì di Pasqua, ad Amburgo le vacanze pasquali iniziano e terminano prima di Pasqua, già dal 4 del prossimo mese fino al 15.
Dopo Pasqua per gli studenti arriva Pentecoste, che è paragonabile al nostro Ferragosto: a Berlino dal 10 al 21 maggio, a Stoccarda dal 21 maggio al 1° giugno, ad Amburgo dal 2 al 10 maggio. Poi arriva l’estate con 6 settimane: si parte prima al Nord, e dopo al Sud. A Berlino si chiude il 19 giugno e si torna sui banchi il 2 di agosto, come ad Amburgo; in Assia si aspetta il primo lunedì di luglio, come in Renania; le Sommerferien dovrebbero ruotare di Land in Land, ma la Baviera parte sempre per ultima, quest’anno il 31 luglio, per tornare a scuola l’11 settembre.
Dopo ci sono le ferie autunnali, ancora una settimana o dieci giorni a ottobre, e infine il Natale, un paio di settimane come in Italia.
In inverno c’è la settimana bianca che si festeggia in questi giorni: lunedì prossimo se ne andranno a sciare i bavaresi; in Turingia lunedì 18 febbraio, nel Baden-Württemberg, al Sud, e in Nord Renania Westafalia, al Nord, la settimana bianca non è prevista.
Contandole tutte, ne fanno quante noi, ma distribuite in modo diverso e soprattutto programmate con largo anticipo, in modo che il turismo non conosca tregua e i genitori possano programmare con molto anticipo e serenamente le ferie.
L’articolo chiude con la riflessione che in Italia non arriveremo mai a una tale organizzazione, che sarebbe da copiare secondo l’autore, ma possiamo aggiungere anche che non arriveremo a copiare neanche gli stipendi dei nostri colleghi d’Oltralpe: gli insegnanti tedeschi in questione guadagnano 78 dollari per ora di lezione, che è di 45 minuti e non di 60, contro i 57 dollari degli italiani (il 36,6% in più!).
In Germania lo stipendio di un insegnante è pari al 97% di uno stipendio medio di un laureato, mentre in Italia è pari ad appena il 58%; un insegnante tedesco di scuola secondaria di primo grado percepisce dopo 15 anni di carriera 57.978 euro l’anno, contro i 32.859 del collega italiano, ma ha una media di 14,9 studenti contro 10,2, e resta in classe per 758 ore di 45 minuti contro 601 ore di 60 minuti degli italiani, che in soldoni sono una trentina di ore in meno.
Davvero dura da copiare…
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