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  1. #1
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    Predefinito La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    questo thread in realtà dovrebbe essere molto connesso con quello sui media e quello del "ma chi ce lo fa fare", perché il punto del discorso è proprio questo

    iniziò probabilmente George Carlin diversi anni fa

    il nostro Montanelli disse che in Italia c'erano due tipi di fascismo, quello di destra che tutti conosciamo e quello di sinistra, di cui però nessuno parla (ci ha provato Trump ricevendo un sacco di critiche, ma aveva ragione)

    qui c'è un'altra riflessione sui Social Justice Warrior che avrebbero creato il fenomeno Trump


    ma il più bravo in questo genere di discorsi è Matt
    https://www.youtube.com/playlist?lis...K1yYvWu6JkeRPn


    poi metterò una selezione dei video

    in un video Tucker Carlson dibatte con una tipa che dimostra plasticamente diverse cose:

    1) lei e quelli come lei hanno una reazione enorme alla idea che esista della gente che si autodefinisca neonazi
    2) il pericolo della sola loro esistenza viene visto come talmente enorme che anche se non facessero nulla la loro stessa esistenza è una violenza verso gli altri.
    3) per rispondere a questa presunta violenza (in modo preventivo) bisogna usare il massimo della violenza verso di loro
    4) in buona sostanza loro fanno esattamente quello che i nazisti farebbero e lo fanno in modo preventivo ma si sentono giustificati perché si sentono sotto attacco anche se questi non si muovono e non fanno nulla
    5) estendono la definizione di nazi a chiunque non senta gli stessi impulsi violenti e repressivi che sentono loro

    fossero solo degli sfigati qualsiasi non ci sarebbero problemi, il problema è che questa gente di fatto ha occupato e presidiato i mainstream media, basti pensare agli anchor men and women dei principali network televisivi (CNN, BBC, MSNBC, ABC, NBC, CBS ecc, a parte FOX in sostanza), ma hanno anche riempito i giornali soprattutto online (ma oramai si stanno spostando tutti online lo ha fatto anche il NYTimes)

  2. #2
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    il thread è in forma di bozza, ma metterò moltissimi video e articoli e cercherò di connettere 3 argomenti fondamentali


    1) l'impatto dei social sul nuovo "giornalismo"
    2) l'importanza che i nuovi giornalisti "social" danno alle sensazioni e alle emozioni a discapito dei fatti
    3) la molla compulsiva che ci fa reagire sui social (il thread "ma chi ce lo fa fare")
    4) la conseguente decadenza dei media mainstream
    5) la vittoria del politicamente corretto, dei Social Justice Warrior e della isteria di massa
    6) la diffusione di questo virus a sinistra e la reazione conservatrice delle masse
    7) la disgregazione della società occidentale

    piano piano ho intenzione di sviluppare il discorso in questo modo

    perché il giornalismo è cambiato?
    Perché i social lo hanno cambiato così tanto?
    Ci sono diversi motivi, il primo nasce da un fattore inconscio che è venuto fuori grazie alla interattività dei social stessi.
    Alla massa interessano le notizie solo in chiave alle proprie stesse sensazioni. In questo video c'è un comico che dice delle cose molto interessanti. Quando qualcuno esprime la propria solidarietà attraverso i social ad un evento tragico non sta parlando delle vittime ma sta cercando di dire "non dimenticatevi di me e dei miei sentimenti"

    i nuovi giornalisti quindi sono solo degli utenti motivati il più delle volte da un grandissimo ego (più grande della media) e un grandissimo narcisismo.
    C'è anche un aumento del "virtue signalling" grazie ai social, ovvero tutti cercano di dimostrare al mondo come sono bravi buoni e virtuosi (ma su questo ci torneremo).
    Il famoso studio sulla provenienza e radicalizzazione dei nuovi giornalisti dimostra che essi sono di solito giovani (anche perché i giovani vengono di solito pagati meno di quelli che sono già professionisti) e provenienti da contee e città molto ricche. Il che non vuol dire che siano ricchi loro, essendo per lo più giovani, ma che lo sono molto probabilmente le loro famiglie.
    The Media Bubble is Real ? And Worse Than You Think - POLITICO Magazine
    Giovani idealisti di famiglie borghesi e benestanti che iniziano un percorso culturale che li porta verso il giornalismo.
    E non è la prima volta che succede: alla fine degli anni 60 e per tutti gli anni 70 i movimenti studenteschi (di piccolo borghesi provenienti da famiglie benestanti che tiravano sassi in testa a proletari gridando di fare questo per i proletari) fecero lo stesso.
    Il movimento Lotta Continua ha prodotto un sacco di direttori di giornali e telegiornali.
    Solo che all'epoca non c'erano i social ad amplificare.
    Pare che fosse stato Churchill a dire che se non sei socialista a 20 anni sei senza cuore, se lo sei a 40 sei senza cervello.
    E' probabile che molti di questi che rinfoltiscono le schiere dei nuovi giornalisti siano dei giovani idealisti, ovviamente narcisi ed egocentrici.
    Il giornalismo visto come una professione nobile, idealista, ambita, moralmente ineccepibile (per chi la pensa come il giornalista ovviamente) che porta a spirito di emulazione.
    Quindi cosa sono i social in questo contesto? Sono un grandissimo giornale online con miliardi di giornalisti e di reporter, di cui solo alcuni sono poi di successo permanente e molti altri hanno un successo molto limitato od effimero.
    Ognuno di loro col suo narcisismo e il suo egocentrismo tende a mettere al centro della attenzione comune le proprie sensazioni, i propri sentimenti, come se questi fossero una notizia.
    Il problema dei social è che questo modo nuovo di fare giornalismo "emozionale" funziona, viene condiviso, fa click e coi click arrivano i soldi (non molti rispetto a prima, basti vedere il NY Times come è crollato come introiti da quando il giornalismo cartaceo è un declino e la gente si informa sui social). Arrivando meno soldi ed essendoci sui social una richiesta di notizie "emozionali" che non richiedono alcuna verifica si è finito con l'abbassare pesantemente gli standard giornalistici.
    I principali media mondiali hanno iniziato a portare avanti una agenda politica che si è adattata alla massa di "virtue signalling" della rete senza alcun controllo, cosa che col cartaceo invece facevano eccome.


    sul punto 2: emozioni vs fatti

    se il discorso complessivo dei nuovi media e dei nuovi "emo" dei social si basa sulle emozioni quando queste si scontrano coi fatti di solito prendono delle brutte mazzate, perché a un certo punto la realtà quella vera bussa alla porta e ti mette in faccia una realtà alla quale non puoi sfuggire se non chiudendoti in te stesso.
    La depressione di molti giovani ha questa radice.
    Interessante leggere la riflessione di cui avevamo già parlato a proposito del teorema di Lucy:
    https://concettodelsolk.com/2013/12/...ne-e-infelice/

    questa generazione NEET finisce col cercare le proprie soddisfazioni, le proprie piccole gratificazioni in due cose:
    1) social
    2) videogiochi

  3. #3
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    Spettacolare dimostrazione di come i media americani come la CNN abbiano perso contatto con la realtà. Dopo mesi a raccontare la storia ridicola che la Clinton avrebbe perso le elezioni per colpa dei russi hanno pensato di passare alla narrativa del razzismo di Trump. Dopo due settimane di giornalisti della CNN che piangevano in diretta per le parole secondo loro razziste di Trump hanno invitato 6 persone comuni, tipo giuria popolare, per discutere quelle che secondo loro sono parole da nazista da parte di Trump. Le sei persone erano abbastanza variegate in termini di sesso età razza e hanno dato tutti risposta unanime: Trump ha risposto benissimo, ha condannato il KKK e i neonazi in maniera inequivocabile, ha anche condannato la violenza degli anarchici black block incappucciati di estrema sinistra, che però la CNN ha equiparato ai soldati americani che hanno combattuto la seconda guerra mondiale. Nessuno della "giuria popolare" ha trovato questo accostamento ragionevole, infatti i giornalisti della CNN sono solo dei ricchi privilegiati che vivono in una torre d'avorio senza alcun contatto con la realtà, dei veri imbecilli che raccontano un mondo che non esiste e coloro che li guardano se ne accorgono. Dicono che Trump abbia un gradimento basso (ma certo con questo clima mediatico anche chi lo appoggia preferisce non rispondere ai sondaggi, ma poi vota Trump!) ma la CNN ha un gradimento sottozero. Solo degli imbecilli di estrema sinistra anarchica possono equiparare i soldati della seconda guerra mondiale ai debosciati anarchici incappucciati, e ovviamente le persone normali oramai non gli danno più retta assolutamente. In Italia arrivano solo queste notizie scritte da questi giornalisti ridicoli che nostri giornalisti altrettanto ridicoli traducono e commentano in modo bovino senza rendersi conto che la CNN il NY Times e il Washington compost non sono più i media di una volta. Sono pieni di rimbambiti e bimbiminchia frignoni ricchi e viziati.

  4. #4
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    Citazione Originariamente Scritto da Gianluca Visualizza Messaggio
    ricchi privilegiati che vivono in una torre d'avorio senza alcun contatto con la realtà, dei veri imbecilli...imbecilli di estrema sinistra anarchica...ridicoli che nostri giornalisti altrettanto ridicoli traducono e commentano in modo bovini...rimbambiti e bimbiminchia frignoni ricchi e viziati.
    che analisi assolutamente oggettiva e unbiased.
    Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA

  5. #5
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    Che il politically correct sia una sciagura, con tutti il suo susseguirsi di lacrime e anime belle, è un conto. Ma non bisogna credere che Trump o gente simile possano offrire la soluzione al problema: semmai manifestano il fatto che c'è un problema. L'elettorato di Trump, la middle class delle periferie, fino a ieri era quello più pro-establishment quando le cose andavano bene e i proventi del saccheggio imperialista americano venivano dati anche a loro, adesso che la situazione va male danno la colpa alla finanza e alle classi elevate che vivono nelle città: così è un po' troppo comodo direi!

  6. #6
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    Citazione Originariamente Scritto da amaryllide Visualizza Messaggio
    che analisi assolutamente oggettiva e unbiased.
    che commento inutile.
    Sei l'unico che non ha capito ancora che questo forum serve a me per fare delle riflessioni e non è un articolo di giornale.
    Sono indeciso se togliere il tuo commento inutile o lasciarlo per poter permettere a chi legge di ridere guardando come gli estremisti di sinistra non capiscano mai un cazzo.

  7. #7
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    Un commento che svilupperò tempo permettendo più avanti...soggettivo, naturalmente, ma del quale sono convinto da tempo.

    Molte analisi sui SJW che amplificano il "politicamente scorretto" con tentazioni eccessivamente repressive è sicuramente fondata, ma con tanti "però" a mio avviso. Non conosco bene la situazione e il panorama americani ( anzi quasi per niente), mi limito però ad osservare che sui social è pieno pieno pieno di persone che pensano che essere "politicamente scorretti", spesso volgari, violenti ed eccessivi nel linguaggio sia sinonimo di ribellione contro il sistema "mainstream", senza accorgersi o realizzare che questo loro "politicamente scorretto" è il vero mainstream ormai, dato che ovunque è la moderazione del linguaggio ( qui siamo oltre il politicamente corretto, parliamo proprio di minime regole di educazione e civiltà ) ad essere in via d'estinzione.

    Il commento con 10 punti esclamativi, i "vergonia!11", i "chi ti paca", il piacere di riempire i messaggi di volgarità che a voce si faticherebbe probabilmente a dire se non ubriachi alle 4 di mattina, l'auspicare stragi/disgrazie/sciagure contro le altre tribù digitali , la legge del taglione come stella polare, l'ultrasemplificazione di ogni problema sono ormai il vero "eskimo" linguistico di questo momento storico, il mainstream dominante che supera abbondantemente il linguaggio di tutti i giorni. Su questa linea c'è un conformismo dominante che è egemone proprio come poteva esserlo il linguaggio da sinistra extraparlamentare negli anni '70.

    Il vero anticonformismo in rete, ormai, è il mantenimento di una regola base che però pare essere tramontata: lo scritto permette di pensare più a lungo e meglio a come si esprime un concetto. Quelli che rispettano questa regola mi sembrano ormai una sparuta minoranza, l'80% scrive di getto come e peggio di quando parla al bar, la barriera del pensiero e della riflessione è crollata, e questa è una condizione intergenerazionale che va dal 50enne che alterna "buongiornissimo!!11" e "caffeeeee???" al messaggio traboccante di bile fino al 20enne che spara a zero su tutto e su tutti e pensa di essere antisistema e informatissimo informandosi sulla rete, spesso senza avere gli strumenti culturali minimi per distinguere notizie e nozioni vere da fake news e truffe.
    «Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]

  8. #8
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    Ci sarebbe poi anche la questione delle tribù digitali, che a tratti sembrerebbe ricordare la PILLARISATION avvenuta in alcuni paesi europei e in misura minore anche in Italia.

    Lo vediamo tutti i giorni su TPOL: il discorso politico, il confronto anche sulle piccole cose, tra queste tribù digitali diventa sempre più difficile. Per carità, quando c'era berlusconiani vs antiberlusconiani forse era pure peggio, ma anche questo è un fenomeno da tenere in considerazione.
    «Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]

  9. #9
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    Noto però che più la sinistra usa il politicamente corretto e più prende batoste, in USA come in Europa. Lo so, forse è troppo semplicistico legarlo totalmente al politicamente corretto, però penso che abbia avuto una buon contributo.

  10. #10
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    Predefinito Re: La questione del politicamente corretto e della libertà di espressione

    Il problema vero è che la dicotomia non può essere "politicamente corretto" ( quello vero ed esagerato, non la caricatura che molti fanno della buona educazione e del minimo di civiltà necessario) vs "politicamente scorretto" ( quello vero, ovvero quello che descrivevo sopra...)
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