Pagina 3 di 4 PrimaPrima ... 234 UltimaUltima
Risultati da 21 a 30 di 36
  1. #21
    a mia insaputa
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Località
    Casa mia
    Messaggi
    2,339
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Gianfranco Miglio, 10 agosto

    Citazione Originariamente Scritto da Bèrghem Visualizza Messaggio
    Brescia: De Martinis (Pd), federalismo estremo di Miglio dannoso per la nostra societa'
    Fa piacere sentire l'ennesimo intervento a sproposito dell'ennesimo parassita statale che non perde occasione di farsi bello pavoneggiandosi vigliaccamente sulla tomba di chi non può rispondere a tono.
    Ciò dimostra - ce n'era bisogno ? - che l'utilità di certa brava gente tutta dedita al bene comune si riassume nel "fare presenza" a discapito del buongusto per dimostrare ai somari che li votano di "esserci". Tutto lì...
    Miglio avrà avuto anche i suoi difetti ma certi scaraffaggi li conosceva bene e ne ha denunciato l'inutilità per tempo. Questa è forse la sua più grande eredità: Guardatevi dai politici perchè loro sono e saranno sempre il vostro nemico giurato.
    E adesso aspettiamo quelli che andranno a "fare presenza" in senso opposto...
    Se vedòm!

  2. #22
    Mé rèste ü bergamàsch
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Messaggi
    13,036
     Likes dati
    0
     Like avuti
    23
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Gianfranco Miglio, 10 agosto

    Ipse dixit

    di Gianfranco Miglio

    DELLA LIBERTA' POVERA EUROPA!

    Io non sono ottimista sull’avvenire dell’Europa, perché credo che la storia degli Stati europei sia ormai immutabile, per ragioni secolari di stratificazione e quindi che gli Stati nazionali europei siano per loro natura immodificabili. […] Sono molto in dubbio sulla possibilità che gli Stati europei possano cambiare sé stessi con la radicalità necessaria: rimango della convinzione che troveranno delle difficoltà insormontabili, e questo è il motivo per il quale non credo all’avvenire dell’Europa degli Stati nazionali. Per avere un futuro l’Europa dovrebbe essere capace di invertire i suoi ultimi quattro/cinque secoli di storia.

    L’Europa di Maastricht appare sembra un cadavere vivente ed è destinata a tramontare in quanto figlia del mito dell’unità, base dello Stato moderno unitario accentrato, che sta recedendo nel processo storico con la sua soffocante staticità, l’immobilità della sua imponente presenza, l’unitarietà delle sue istituzioni ingessate.

    Il federalismo invece è stato un elemento costitutivo ed estremamente diffuso nell’Europa precedente al consolidamento dello Stato moderno, che ha cercato di asservirlo alla sua logica, rendendolo innocuo. Il federalismo si è consolidato nelle terre dell’Europa centrale e settentrionale, prima di emigrare in America. Le basi contrattuali del federalismo americano risiedono nella tradizione delle Province Unite olandesi, nelle idee di Johannes Althusius, nell’esperienza fatta in Europa dai primi coloni americani.

    Il diritto di secedere e il diritto di resistenza, invece, si trovano a monte di ogni processo costituente. Se non si riconosce il diritto degli uomini liberi ad affrancarsi da un ordinamento tirannico, non altrimenti modificabile (“resistenza”) o a separarsi da una comunione politica che non è più conveniente (“secessione” come “diritto di stare con chi si vuole”), tutte le costruzioni istituzionali esistenti sarebbero inefficaci per un vizio di legittimità insanabile.
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  3. #23
    phasing out
    Data Registrazione
    08 Nov 2009
    Messaggi
    1,615
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Gianfranco Miglio, 10 agosto

    Gianfranco Miglio, lo storico, il politologo, il politico
    a cura di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto (*)
    (Como, 11 gennaio 1918 - 10 agosto 2001)

    Giurista, storico delle istituzioni e politologo, politico, Miglio è uno dei riferimenti imprescindibili del federalismo del Novecento. Ha insegnato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove fu preside della Facoltà di Scienze politiche dal 1959 al 1988. È stato allievo di Alessandro Passerin d’Entrèves e Giorgio Balladore Pallieri, sotto la cui docenza si è formato sui classici del pensiero giuridico e politologico. Costituzionalista e scienziato della politica, è stato Senatore della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura. Sostenitore della trasformazione dello Stato italiano in senso federale, o meglio confederale, fra gli anni ‘80 e ‘90 è stato considerato l’ideologo della Lega Nord, in rappresentanza della quale fu anche senatore, prima di “rompere” con Umberto Bossi e dar vita nel 1995 al Partito Federalista.
    Il lavoro scientifico di storico dell’amministrazione pubblica.
    Laureatosi in Giurisprudenza nel 1939 con una tesi sulle Origini e i primi sviluppi delle dottrine giuridiche internazionali pubbliche nell’età moderna, è stato assistente volontario nella cattedra di Storia delle dottrine politiche, e libero docente dal 1948. Negli anni Cinquanta si è dedicato allo studio delle opere di storici e giuristi, soprattutto tedeschi; fu uno dei primi a studiare a fondo Economia e Società, l’opera più importante del sociologo tedesco Max Weber. Tra i suoi primi studi vi sono quelli sulla crisi dell’universalismo politico medievale di Marsilio da Padova. Nella formazione di Miglio, furono inoltre fondamentali i lavori dello storico austriaco Otto Brunner, che fece pubblicare e conoscere in Italia. Alla fine degli anni Cinquanta, il professore comasco fondò con il giurista Feliciano Benvenuti l’ISAP Milano (Istituto per la Scienza dell’Amministrazione Pubblica), ente pubblico partecipato da Comune e Provincia di Milano, di cui ricopri per alcuni anni la carica di vicedirettore. In un saggio memorabile del 1957, intitolato Le origini della scienza dell’amministrazione, descrive con elegante chiarezza le radici storiche della disciplina. Miglio sentì l’esigenza di studiare in modo più sistematico la storia dei poteri pubblici europei e, negli anni sessanta, costituì la FISA (Fondazione italiana per la storia amministrativa) un istituto le cui ricerche vennero condotte con rigoroso metodo scientifico, basato su uno schema di istruzioni preparato per i collaboratori che divenne famoso per chiarezza e organicità. Servendosi di un metodo scientifico che Hintze aveva parzialmente seguito nella prima metà del novecento, Miglio studiava i poteri pubblici dal medioevo ad oggi in un’ottica analogicocomparativa intendendo definire l’evoluzione storica dello stato moderno, storicizzando le istituzioni contemporanee. La fondazione ha pubblicato tre collezioni: gli Annali, nei quali viene pubblicata una bibliografia periodica sistematica internazionale di storia amministrativa; l’Archivio, diviso in due collane, la prima riguardante ricerche e opere strumentali, la seconda dedicata alle opere dei maggiori storici dell’amministrazione, nella quale sono stati editi testi fondamentali scritti da Walter Goetz a Pietro Vaccai, Gabriella Rossetti, Adriana Petracchi e Pierangelo Schiera; gli Acta italica, nella quale sono stati editi i documenti relativi all’amministrazione pubblica degli stati italiani preunitari, tra cui i lavori della Commissione Giulini, istituita a Torino nel 1859, che doveva elaborare progetti di legge che sarebbero entrati in vigore in Lombardia nel periodo successivo alla guerra, con l’obbiettivo di mantenerne separati gli ordinamenti amministrativi. Miglio si servì di questo studio, anni dopo, per la stesura del celebre saggio su Vocazione e destino dei lombardi (in La Lombardia moderna, 1989, ripubblicato in G. Miglio, Io, Bossi e la Lega, Milano 1994). Nel saggio magistrale Le contraddizioni dello stato unitario (1969) scritto in occasione del convegno per il centenario delle leggi di unificazione, Miglio prese in esame gli effetti devastanti che l’accentramento amministrativo aveva provocato nel sistema politico italiano. Ricorrendo a una felice similitudine, il professore scrisse che la scelta di estendere le norme piemontesi a tutta Italia fu come “far indossare a un gigante il vestito di un nano”: in altre parole, la classe politica italiana non fu capace di elaborare un ordinamento amministrativo che consentisse allo stato di governare adeguatamente un territorio esteso dalle Alpi alla Sicilia. Spaventati dalle annessioni a cascata e dalle circostanze fortunose in cui era avvenuta l’unificazione, i nostri “padri della patria” avevano preferito conservare gli istituti piemontesi. Miglio sosteneva inoltre che il paese, quantunque fosse stato formalmente unito dalle norme piemontesi, continuò nei fatti a restare diviso ancora per molti anni: le leggi, che il Parlamento emanava dalle Alpi alla Sicilia, venivano infatti interpretate in modi diversi nelle regioni storiche in cui il Paese continuava, nonostante tutto, ad essere naturalmente articolato.
    Miglio scienziato della politica e costituzionalista
    Negli anni ottanta, il degenerare del clima politico in Italia indusse il professor Miglio ad occuparsi di riforme istituzionali; egli intendeva contribuire in tal modo alla modernizzazione del paese. Fu così che, nel 1983, raggruppando un gruppo di esperti di diritto costituzionale e amministrativo stese un organico progetto di riforma limitato alla seconda parte della Costituzione. Ne uscirono due volumi che vennero ignorati dalla classe politica del tempo. Tra le proposte più interessanti avanzate dal “Gruppo di Milano” - così venne definito il pool di professori coordinati da Miglio - v’era il rafforzamento del governo guidato da un primo ministro dotato di maggiori poteri, la fine del bicameralismo perfetto con l’istituzione di un senato delle regioni sul modello del Bundesrat tedesco, ed infine l’elezione diretta del primo ministro da tenersi contemporaneamente a quella per la camera dei deputati. La collana Arcana imperii (che dal 1983 al 1995 ha pubblicato più di trenta volumi) era incentrata sullo studio scientifico dei comportamenti politici e offriva contributi di psicologia politica, etologia, teoria politica, economia, sociologia e storia. Miglio intendeva costituire un vero e proprio laboratorio dove lo scienziato della politica, servendosi dei risultati portati alla disciplina dalle diverse scienze sperimentali, fosse in grado di conseguire una formazione scientifica che si ponesse all’avanguardia. Alla formazione del pensiero politico di Gianfranco Miglio contribuirono le opere sociologiche di Lorenz Von Stein e i saggi di Carl Schmitt sulle categorie del politico. Secondo Stein ogni comunità prospera solo quando stato e società sono in equilibrio, ugualmente vitali ed operanti. Anche per Miglio ogni comunità è dominata da due realtà irriducibili, che però non identificava nello stato e nella società. Di Schmitt il professor Miglio apprezzò gli studi di scienza politica e di diritto internazionale e nella prefazione all’edizione italiana di saggi Le categorie del politico (del 1972) ne ha evidenziato i contributi portati alla scienza politologica. L’antologia destò scalpore nel mondo accademico. Dalla produzione scientifica di Schmitt, Miglio riuscì a “fabbricarsi” gli strumenti per costruire una parte importante del suo modello sociologico. Analizzando il conflitto tra amico e nemico, Schmitt aveva dimostrato che il rapporto politico è sempre esclusivo, volto a marcare l’identità del gruppo in opposizione a quella degli altri, ed aveva inoltre scoperto che l’avvento dello stato moderno aveva portato alla fine delle guerre civili all’interno del territorio (le faide e le guerre confessionali del XVIXVII secolo) con l’annientamento del ruolo politico detenuto sino a quel momento dalle fazioni in lotta (dai partiti confessionali ai ceti). Da quel momento i sovrani furono i supremi garanti dell’ordine all’interno degli stati, territori sempre più estesi ch’essi governarono servendosi di un apparato amministrativo regolato dal diritto. L’avvento dello stato moderno portò nello stesso periodo all’erezione di un sistema di diritto internazionale (ius publicum europaeum) assolutamente vincolante per i paesi che vi aderirono. Anche in questo caso, il tasso di politicità (cioè l’aggressività delle parti in lotta, gli stati) venne fortemente limitato: le guerre legittime, intraprese solo dagli stati, vennero condotte da quel momento in base alle regole dello ius publicum europaeum. Si trattava quindi di conflitti a basso tasso di politicità, non foss’altro perché la vittoria di una delle parti in lotta non poteva portare in alcun modo all’annientamento dell’avversario, il cui diritto di esistenza era tutelato dal diritto e accettato da tutti gli stati. La guerra civile e la politicizzazione avvenuta durante le guerre mondiali con la criminalizzazione degli avversari persuasero Schmitt che la fine dello ius publicum europaeum era ormai compiuta. In questo, il giurista tedesco vide soprattutto il fallimento della civiltà giuridica occidentale nel suo supremo tentativo di fondare i rapporti umani unicamente sulle basi del diritto. Anche Miglio ne prese atto, ma, a differenza di Schmitt, non credette che tale processo segnasse la fine del diritto e la vittoria definitiva delle leggi aggressive della politica. Fondando il suo originale modello sociologico, egli sostenne che tutte le comunità umane si sono sempre rette su due tipi di rapporti: l’obbligazione politica e il contrattoscambio. Ai suoi occhi, lo stato (moderno) era stato un autentico capolavoro perché, apportando un contributo decisivo alla sua costituzione, i giuristi dell’età moderna erano riusciti a regolare la politica inserendola in un compiuto sistema di norme fondato sulla razionalità del diritto, sull’impersonalità del comando e sui concetti di contratto e rappresentanza: tutti elementi appartenenti alla sfera del contratto/ scambio. Secondo il professore, il crollo dello ius publicum europaeum aveva però messo in crisi la stessa impalcatura su cui si reggeva lo stato, che ora dimostrava tutta la sua storicità. Diversamente da Schmitt, che non era riuscito a liberarsi dall’idea che le istituzioni statali potessero scomparire, Miglio sosteneva che la civiltà occidentale, soprattutto dopo il 1989, stesse attraversando una fase di transizione al termine della quale lo stato verrà probabilmente sostituito da altre forme di comunità ove obbligazione politica e contratto/scambio si reggeranno in un nuovo equilibrio.
    La fine dello stato e il “ritorno” al medioevo.
    Con il crollo del muro di Berlino (1989), il professore ritenne che lo stato moderno fosse giunto al capolinea. Il progresso tecnologico e, in modo particolare, il più alto livello di ricchezza cui erano giunti i paesi occidentali lo convinsero che negli anni successivi sarebbero avvenuti cambiamenti di portata radicale, tali da coinvolgere anche la costituzione degli ordinamenti politici. Secondo Miglio, lo stato avrà in futuro crescenti difficoltà nel garantire servizi efficienti alla popolazione. Ciascun cittadino, vedendo accresciuto il proprio tenore di vita in forza dell’economia di mercato, sarà infatti portato ad avere sempre meno fiducia nei lenti meccanismi della burocrazia pubblica, ch’egli riterrà inadeguata a soddisfare i suoi standard di vita. L’elevata produttività dei paesi avanzati e la vittoria definitiva dell’economia di mercato su quella pubblica porterà in altri termini a nuove forme di aggregazione politica al cui interno i cittadini saranno destinati a contare in misura molto maggiore rispetto a quanto non lo siano oggi nei vasti stati in cui si trovano inseriti. Secondo il professore gli stati democratici, ancora fondati su istituti rappresentativi risalenti all’ottocento, non riusciranno più a provvedere agli interessi della civiltà tecnologica del secolo XXI. Con il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, si creano in altri termini le premesse perché la politica cessi di ricoprire un ruolo primario nelle comunità umane e venga invece subordinata agli interessi concreti dei cittadini, legati alla logica di mercato. La fine degli stati moderni porterà secondo Miglio alla costituzione di comunità neofederali dominate non più dal rapporto politico di comando-obbedienza, bensì da quello mercantile del contratto e della mediazione continua tra centri di potere diversi: sono i nuovi gruppi in cui sarà articolato il mondo di domani, corporazioni dotate di potere politico ed economico al cui interno saranno inseriti gruppi di cittadini accomunati dagli stessi interessi. Secondo il professore, il mondo sarà costituito da una società pluricentrica, ove le associazioni territoriali e categoriali vedranno riconosciuto giuridicamente il loro peso politico non diversamente da quanto avveniva nel medioevo. Di qui l’appello a riscoprire i sistemi politici anteriori allo stato, a riscoprire quel variegato mosaico medievale costituito dai diritti dei ceti, delle corporazioni e, in particolar modo, delle libere città germaniche. Il professore studiò a fondo gli antichi sistemi federali esistiti tra il medioevo e l’età moderna: le repubbliche urbane dell’Europa germanica tra il XII e il XIII secolo, gli ordinamenti elvetici d’antico regime, la repubblica delle province unite e, da ultimo, gli Stati Uniti tra il 1776 e il 1787. Ai suoi occhi, il punto di forza risiedeva precisamente nel ruolo che quei poteri pubblici avevano saputo riconoscere alla società nelle sue articolazioni corporative e territoriali. Miglio dedicò i suoi ultimi anni allo studio approfondito di questi temi, progettando di scrivere un volume intitolato l’Europa degli Stati contro l’Europa delle città, rimasto incompiuto.
    L’impegno politico diretto e il federalismo.
    Eletto al Senato della Repubblica [per la sua attività parlamentare vedasi il sito del Senato] come indipendente nelle liste della Lega Nord-Lega Lombarda (da allora a Miglio fu attribuito l’appellativo lombardo di Profesùr), per quattro anni (dal 1990 al 1994) lavorò per il partito con l’intento di farne un’autentica forza di cambiamento. In questo periodo elaborò un progetto di riforma federale fondato sul ruolo costituzionale assegnato all’autorità federale e a quella delle macroregioni o cantoni (del Nord o Padania, del Centro o Etruria, del Sud o Mediterranea, oltre alle cinque regioni a statuto speciale). La costituzione migliana prevedeva l’elezione di un governo direttoriale composto dai governatori delle tre macroregioni, da un rappresentante delle cinque regioni a statuto speciale e dal presidente federale. Quest’ultimo, eletto da tutti i cittadini in due tornate elettorali, avrebbe rappresentato l’unità del paese. I punti salienti del progetto, esposti nel decalogo di Assago del 1993, vennero fatti propri dalla Lega Nord, la quale puntava ad una politica di contrattazione con lo stato centrale che mirasse al rafforzamento delle autonomie regionali. Nonostante sostenitori leghisti continuassero a provare grande simpatia e ammirazione per il professore e per le sue teorie, Miglio ruppe con il partito e fondò una nuova aggregazione, il Partito Federalista, attraverso il quale intendeva favorire i processi federalistici. Parve riavvicinarsi alla Lega quando questa assunse posizioni indipendentiste, sostenendo la piena legittimità del diritto di secessione come sottospecie del più antico diritto di resistenza medievale. Chiunque si occupi di federalismo non può prescindere dal contributo essenziale che Miglio ha dato alla storia dello stato moderno e alle idee federaliste. In passato il federalismo è stato visto come un metodo per unificare popoli diversi sotto un unico stato. Il neofederalismo di Miglio è teso alla salvaguardia e alla rivalutazione delle pluralità a partire dalla dissoluzione dello stato-nazione e dalla sua riformulazione, puntando su un patto di federazione, continuamente modificabile e contrattabile a seconda delle diverse esigenze delle comunità umane. Nel pensiero migliano le Comunità acquistano uno status politico poiché al loro interno il singolo individuo, il Comune, il pubblico e il privato sono chiamati a partecipare attivamente alla vita sociale e politica, attraverso la responsabilizzazione sociale e politica. Questo faceva sostenere a Miglio che “con il consenso della gente si può fare di tutto: cambiare il governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo”.
    NOTA BIBLIOGRAFICA: GLI SCRITTI DI GIANFRANCO MIGLIO E LE FONTI
    Gli scritti di e su Gianfranco Miglio sono molti e di vario tipo. Si segnalano in questo contesto le opere principali tralasciando articoli brevi, interventi a convegni, interviste, testi di sintesi. Per un quadro più ampio si rinvia al volume curato da Ornaghi e Vitale (del 1992) ed ai numeri speciali dei “Quaderni padani” (reperibili in internet) n. 37-38, 64-65, 69-70.
    Principali pubblicazioni di Gianfranco Miglio
    # Le origini della scienza dell'amministrazione, in PLURES, Giuffrè, Milano 1957
    # I cattolici di fronte all'unità d'Italia, in ''Vita e pensiero'', 1959 n. 42
    # L'amministrazione nella dinamica storica, 1961 (anche in Storia, amministrazione e costituzione, Annale ISAP 2004)
    # Le trasformazioni dell'attuale regime politico, Prolusione Università Cattolica, Milano 1965
    # Il ruolo del partito nella trasformazione del tipo di ordinamento politico vigente. Il punto di vista della scienza della politica, Milano 1967
    # Le contraddizioni dello Stato unitario, in: Benvenuti- Miglio, L'unificazione amministrativa e i suoi protagonisti, ISAP, Neri Pozza, Vicenza 1969. Nello stesso volume anche: Rappresentanza e amministrazione nelle leggi del 1865
    # Presentazione a Schmitt C., Le categorie del politico. Saggi di teoria politica (con P. Schiera), Il Mulino, Bologna 1972 (ed edizioni successive)
    # La Valtellina: un modello possibile di integrazione economica e sociale, in ''Quaderni Banca Piccolo Credito Valtellinese'', n.1, Sondrio 1978
    # Ricominciare dalla montagna. Tre rapporti sul governo dell'area alpina nell'avanzata età industriale, Giuffrè, Milano 1978
    # Genesi e trasformazioni del termine-concetto 'Stato', in PLURES, Milano 1981
    # Guerra, pace, diritto. Un'ipotesi generale sulle regolarità del ciclo politico, in PLURES, Venezia 1982
    # Una repubblica migliore per gli italiani (Verso una nuova Costituzione), Milano 1983
    # Gruppo di Milano (direzione di Miglio G., con il ''Gruppo di Milano''), 2 voll., Giuffrè, Milano 1983
    # Verso una nuova Costituzione. Ricerca promossa dal CESES su Costituzione vigente e crisi del sistema politico: cause ed effetti (con il ''Gruppo di Milano''), Giuffrè, Milano 1983
    # Le contraddizioni interne del sistema parlamentare integrale, 1984
    # La regolarità della politica (2 vol.), Giuffrè, Milano 1988
    # Il nerbo e le briglie del potere. Scritti brevi di critica politica (1945-1988), Sole 24 ore, Milano 1988
    # Una costituzione per i prossimi trent'anni. Intervista sulla terza Repubblica (a cura di Staglieno M.), Laterza, Bari 1990
    # Introduzione a: Buchanan A., Secessione. Quando e perché un paese ha il diritto di dividersi, Mondadori, Milano 1991
    # Come cambiare. Le mie riforme, Mondadori, Milano 1992
    # Prefazione a: Bossi U., Vimercati D., Vento dal Nord: La mia Lega la mia vita, Sperling & Kupfer, Milano 1992
    # Introduzione a: Oneto G., Bandiere di libertà. Simboli e vessilli dei popoli dell'Italia settentrionale, Effedieffe Edizioni, Milano 1992
    # Io e la sinistra (conversazione con Scalpelli S.), in ''Micro-Mega'' 2, 1992
    # Prefazione a: Bossi U., Vimercati D., La Rivoluzione. La Lega: storia e idee, Sperling & Kupfer, Milano 1993
    # Disobbedienza civile (abbinato al saggio di Thoreau H.D.), Mondadori, Milano 1993
    # Italia 1996: così è andata a finire (con Staglieno M. e Vercesi P.), Mondadori, Milano 1993
    # Un federalismo forte, in M. Sabella (a cura di), Quale federalismo?, Giunti, Firenze 1994
    # Io, Bossi e la Lega. Diario segreto dei miei quattro anni sul Carroccio, Mondadori, Milano 1994
    # La Costituzione federale, Mondadori, Milano 1995
    # I rischi del federalismo debole, in ''Federalismo & Società'', 1995 II
    # Federalismo pro e contro (con Barbera A.), Mondatori, Milano 1996
    # Italia 1996. Così è andata a finire (con il ''Gruppo del lunedì''), Mondadori, Milano 1996
    # Modello di Costituzione Federale per gli italiani, Fondazione per un'Italia Federale, Milano 1996
    # Padania, Italia. Lo Stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai esistito? (libro-dibattito con M. Veneziani), Le Lettere, Firenze 1997
    # Federalismo e secessione. Un dialogo (dibattito con Barbera A.), Mondatori, Milano 1997
    # Federalismi falsi e degenerati (con altri autori), Sperling & Kupfer, Milano 1997
    # Le barche a remi del Lario da trasporto, da guerra, da pesca, e da diporto (con Gozzi M., Zanoletti G.A.), Leonardo Arte, Milano 1999
    # L'asino di buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione per cambiare il destino, Neri Pozza, Vicenza 1999 (seconda edizione 2001)
    # Oltre lo Stato nazionale: L'Europa delle città, in ''Ideazione'', VIII, 2, 2001
    # L'Europa ha bisogno di una Costituzione?, in ''Federalismo e società'', 2002, n. 1
    Principali pubblicazioni su Gianfranco Miglio
    # Ornaghi L. e Vitale A. (a cura di), Multiformità ed unità della politica. Atti del Convegno tenuto in occasione del 70° compleanno di Gianfranco Miglio, 24-26 ottobre 1988, Giuffrè, Milano 1992
    # Miglio G., Le regolarità della politica. Scritti scelti, raccolti e pubblicati dagli allievi, 2 voll., Giuffrè, Milano 1988
    # Ferrari G., Gianfranco Miglio. Storia di un giacobino nordista, Liber intern., Milano 1993
    # Campi A., Schmitt, Freund, Miglio: figure e temi del realismo politico europeo, La Roccia di Erec, Firenze 1996
    # Aa.Vv., Gianfranco Miglio: un uomo libero, ''Quaderni Padani'' n. 37-38, Libera Compagnia Padana, Novara 2002
    # La prospettiva teorica del nuovo federalismo, intervista a G. Miglio, in ''Federalismo e libertà'', 2001, n. 5/6
    # Aa.Vv., Un Miglio alla libertà, Audiolibro, Leonardo Facco Editore, Treviglio (Bg) 2005
    # Palano D., Il cristallo dell'obbligazione politica in ID., Geometrie del potere, Vita e Pensiero, Milano 2005
    # Di Capua G., Gianfranco Miglio, scienziato impolitico, Rubbettino, Catanzaro 2006
    # Aa.Vv., Gianfranco Miglio: gli articoli, ''Quaderni Padani'' n. 64-65, Libera Compagnia Padana, Novara 2006
    # Aa.Vv., Gianfranco Miglio: le interviste, ''Quaderni Padani'' n. 69-70, Libera Compagnia Padana, Novara 2007
    # Vitale A., La costituzione e il cambiamento internazionale. Il mito della costituente, l'obsolescenza della costituzione e la lezione dimenticata di Gianfranco Miglio, Cidas, Torino 2007


    (*) Servizio studi, Documentazione e Biblioteca del Consiglio regionale del Veneto

    Tratto da "Federalismo e Dintorni" n°4, aprile 2009 Speciale monografico su Gianfranco Miglio Osservatorio Federalismo
    L'occasione fa l'uomo italiano

  4. #24
    Mé rèste ü bergamàsch
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Messaggi
    13,036
     Likes dati
    0
     Like avuti
    23
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Gianfranco Miglio, 10 agosto



    Gianfranco Miglio, Como 11 gennaio 1918 – 10 agosto 2001
    Ultima modifica di Bèrghem; 10-08-10 alle 21:58
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  5. #25
    Socialcapitalista
    Data Registrazione
    01 Sep 2002
    Località
    -L'Italia non è un paese povero è un povero paese(C.de Gaulle)
    Messaggi
    89,492
     Likes dati
    7,261
     Like avuti
    6,458
    Mentioned
    340 Post(s)
    Tagged
    30 Thread(s)

    Predefinito 2 Difetti del pensiero di Miglio...

    2 Difetti del pensiero di Miglio...

    1) Era una riflessione universalistica e storica riguardante tutte le società moderne,

    Come tale tralasciava le importanti specificità italaiane, per le quali l'italia ha bisogno del federalismo e del cambiamento subito, mentre altri, messi meglio, possono aspettare,
    I movimenti storici hanno bisogno di tempi storici, l'italia ha bisogno di urgenti riforme politiche,
    non si possono derivare le necessità del caso specifico italiano dai movimenti del mondo più avanzato e che spesso sono assenti nella società italiana passatista.


    2)Si evocano forme passate(L'Ansa, le città tedesche) mentre la soluzione dei problemi contemporanei non potrà che trovarsi in forme inedite,
    solo parzialmente delineate nei movimenti sociali attuali.
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  6. #26
    a mia insaputa
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Località
    Casa mia
    Messaggi
    2,339
     Likes dati
    0
     Like avuti
    4
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: 2 Difetti del pensiero di Miglio...

    Citazione Originariamente Scritto da Libertas Visualizza Messaggio

    2)Si evocano forme passate(L'Ansa, le città tedesche) mentre la soluzione dei problemi contemporanei non potrà che trovarsi in forme inedite,
    solo parzialmente delineate nei movimenti sociali attuali.
    La soluzione dei problemi la si ritrova rigettando l'entità "Stato" e dando il via libera alla più totale libertà di iniziativa sia d'impresa che di autodeterminazione. I due esempi citati sono solo una parte della galassia di proposte e microproposte antecedenti allo stato moderno o sopravvissute nonostante il suo avvento (leggasi ad esempio "La città volontaria" -IBL- per una panoramica in tal senso applicata al centro urbano in quanto tale).
    Forme inedite se ne potranno trovare semplicemente nelle mutate condizioni sociali dei tempi attuali (es. internet) e nelle necessità conseguenti, ma questo non vuol dire che ciò che c'era prima dello stato sia divenuto giocoforza inutile, anzi...
    Se vedòm!

  7. #27
    Blut und Boden
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Località
    Lothlorien
    Messaggi
    68,944
     Likes dati
    2,763
     Like avuti
    9,899
    Mentioned
    139 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito Rif: 2 Difetti del pensiero di Miglio...

    Citazione Originariamente Scritto da Libertas Visualizza Messaggio
    2 Difetti del pensiero di Miglio...

    1) Era una riflessione universalistica e storica riguardante tutte le società moderne,

    Come tale tralasciava le importanti specificità italaiane, per le quali l'italia ha bisogno del federalismo e del cambiamento subito, mentre altri, messi meglio, possono aspettare,
    I movimenti storici hanno bisogno di tempi storici, l'italia ha bisogno di urgenti riforme politiche,
    non si possono derivare le necessità del caso specifico italiano dai movimenti del mondo più avanzato e che spesso sono assenti nella società italiana passatista.


    2)Si evocano forme passate(L'Ansa, le città tedesche) mentre la soluzione dei problemi contemporanei non potrà che trovarsi in forme inedite,
    solo parzialmente delineate nei movimenti sociali attuali.
    Non solo il modello anseatico ma - e soprattutto - quello elvetico.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #28
    phasing out
    Data Registrazione
    08 Nov 2009
    Messaggi
    1,615
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: 2 Difetti del pensiero di Miglio...

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Non solo il modello anseatico ma - e soprattutto - quello elvetico.
    sisì!
    L'occasione fa l'uomo italiano

  9. #29
    Mé rèste ü bergamàsch
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Messaggi
    13,036
     Likes dati
    0
     Like avuti
    23
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Gianfranco Miglio, 10 agosto

    Ricordo che nel 2009 è stato pubblicato il Quaderno n. 84-85 (luglio-ottobre) de “La Libera Compagnia Padana” interamente dedicato a Gianfranco Miglio.


    “Speciale Gianfranco Miglio: Scritti brevi”



    Si riporta di seguito l’indice del volume.


    01 - L’eredità di un uomo libero. Di Alessandro Vitale

    02 - Nota redazionale


    Prima parte: Scritti brevi

    03 - L’”interesse nazionale” non esiste. Contro lo Stato, l’”altra metà del cielo”. A cura di Alessandro Vitale

    04 - Vocazione e destino dei lombardi

    05 - Modello di Costituzione Federale

    06 - L’Italia è mai stata una nazione? A cura di Massimo De Angelis.


    Seconda parte: Interviste

    07 - Intervista a Gianfranco Miglio
    In: Alberto Sensini, Prima o seconda repubblica?, 1988

    08 - L’Italia delle Piccole Patrie
    Intervista di Rita Cenni, 1992

    09 - Miglio: I dogmi dell’Unità sono alle corde
    Intervista di Daniele Vimercati, 1993

    10 - La prospettiva teorica del nuovo federalismo
    Federalismo & Società, I, 2, 1994

    11 -
    Un federalismo forte
    In: Marco Sabella e Nadia Urbinati, Quale federalismo? Interviste sull’Italia del futuro, 1994

    12 - I rischi del federalismo debole
    Federalismo & Società, II, 1, 1995

    13 - Al Sud c’è più passione. I lombardi sono servi
    Intervista di Oscar Giannino, 1995


    Terza parte: interviste su periodici di lingua tedesca

    14 - La Lega e il Sud Tirolo. Mai più nessuna conquista
    Di Alex Maier, 1993

    15 - Il Sud ci sta dissanguando
    Di Ursula Schulz-Favero, 1993

    16 - Gli italiani vogliono uno stato corrotto
    Di Florian Kronbichler, 1995

    17 - Scalfaro non è mai stato al livello della situazione
    Di Andreas Saurer, 1996

    18 - La Padania è una Svizzera
    Di Andreas Saurer, 1996

    19 -
    La Sicilia per me è estero
    di Stephan Pfeifhofer, 1998
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  10. #30
    tra Baltico e Adige
    Data Registrazione
    05 Apr 2009
    Località
    terra dei cachi
    Messaggi
    9,567
     Likes dati
    901
     Like avuti
    1,860
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Gianfranco Miglio, 10 agosto

    Citazione Originariamente Scritto da Bèrghem Visualizza Messaggio
    Ricordo che nel 2009 è stato pubblicato il Quaderno n. 84-85 (luglio-ottobre) de “La Libera Compagnia Padana” interamente dedicato a Gianfranco Miglio.


    “Speciale Gianfranco Miglio: Scritti brevi”



    Si riporta di seguito l’indice del volume.


    01 - L’eredità di un uomo libero. Di Alessandro Vitale

    02 - Nota redazionale


    Prima parte: Scritti brevi

    03 - L’”interesse nazionale” non esiste. Contro lo Stato, l’”altra metà del cielo”. A cura di Alessandro Vitale

    04 - Vocazione e destino dei lombardi

    05 - Modello di Costituzione Federale

    06 - L’Italia è mai stata una nazione? A cura di Massimo De Angelis.


    Seconda parte: Interviste

    07 - Intervista a Gianfranco Miglio
    In: Alberto Sensini, Prima o seconda repubblica?, 1988

    08 - L’Italia delle Piccole Patrie
    Intervista di Rita Cenni, 1992

    09 - Miglio: I dogmi dell’Unità sono alle corde
    Intervista di Daniele Vimercati, 1993

    10 - La prospettiva teorica del nuovo federalismo
    Federalismo & Società, I, 2, 1994

    11 -
    Un federalismo forte
    In: Marco Sabella e Nadia Urbinati, Quale federalismo? Interviste sull’Italia del futuro, 1994

    12 - I rischi del federalismo debole
    Federalismo & Società, II, 1, 1995

    13 - Al Sud c’è più passione. I lombardi sono servi
    Intervista di Oscar Giannino, 1995


    Terza parte: interviste su periodici di lingua tedesca

    14 - La Lega e il Sud Tirolo. Mai più nessuna conquista
    Di Alex Maier, 1993

    15 - Il Sud ci sta dissanguando
    Di Ursula Schulz-Favero, 1993

    16 - Gli italiani vogliono uno stato corrotto
    Di Florian Kronbichler, 1995

    17 - Scalfaro non è mai stato al livello della situazione
    Di Andreas Saurer, 1996

    18 - La Padania è una Svizzera
    Di Andreas Saurer, 1996

    19 -
    La Sicilia per me è estero
    di Stephan Pfeifhofer, 1998
    Averlo si può?



 

 
Pagina 3 di 4 PrimaPrima ... 234 UltimaUltima

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito