Il muro della Regione ferma i controlli sui falsi invalidi

Il muro della Regione Calabria
ferma i controlli sui falsi invalidi

Il ricorso accolto con una decisione-lampo dal giudice. E le verifiche dell’Inps saltano


La tartaruga Bertie è entrata nel Guinness dei primati sfrecciando alla velocità temeraria di 28 centimetri al secondo? Il giudice Lanfranco Balucani sa far di meglio. Altro che giustizia-lumaca! È riuscito ad accogliere un ricorso due giorni (due!) dopo che era stato presentato. Un prodigio prodigioso. Che ha stoppato i controlli Inps sugli invalidi calabresi. Tutto nasce dal tentativo dell’Istituto nazionale di previdenza di accentrare gli accertamenti sulle pensioni di invalidità civile. Accertamenti farraginosi a causa del doppio controllo dello stesso Inps e delle Aziende sanitarie locali. In pratica, per chiedere la concessione di un vitalizio di invalidità, il disabile (vero o presunto) compila una domanda corredata da un attestato firmato da un «medico certificatore». Ricevuta la domanda, l’Asl convoca il portatore di handicap davanti alla Commissione Medica Integrata, composta da dottori del Servizio sanitario (pagati con un gettone extra per ogni seduta) più uno (senza bonus) dell’Inps. Segue la redazione di un verbale di visita. Sottoposto al giudizio finale da parte dei medici dell’Istituto di previdenza. A farla corta: stando alla Fish (Federazione italiana superamento handicap che raggruppa 82 associazioni) la giostra dei controlli su ogni singolo caso impegna oggi almeno 15 persone. Che possono salire, di ricorso in ricorso, fino a 25. Un delirio. «Sono anni che chiediamo di semplificare il sistema affidando la responsabilità a un soggetto unico», spiega il presidente Vincenzo Falabella, «Vogliono che se ne occupi l’Inps? Le Asl? I Comuni? Vedano loro: a noi interessano due punti: che vengano ridotti i tempi burocratici e che chi avrà la delega abbia ben chiari il rispetto della legalità, della trasparenza, delle competenze, dei diritti».
Scandali che, come spiegò anni fa il «Libro Bianco sull’invalidità civile» riguardano una minoranza dei pensionati (37,8 milioni di risparmio 2010-2013 su 854.192 verifiche straordinarie) e colpiscono per primi, seminando sospetti e zizzania, i disabili veri. Ma scandali protetti per anni da chi sosteneva che i falsi invalidi rappresentassero «una sorta di ammortizzatore sociale dopo tanti torti al Mezzogiorno». Fatto sta che il tentativo di semplificare le regole per ridurre i contenziosi tra l’Inps e le Asl, agevolare i disabili veri e smascherare più rapidamente i furbi, sta trovando qua e là difficoltà. Quella che più colpisce, però, come dicevamo, è la reazione della Regione Calabria. La quale, messa nei guai dalla decisione del commissario ad acta alla Sanità di aderire al progetto Inps, ha fatto ricorso al Tar perché non fosse ridotta l’influenza delle Asl, storicamente di manica più larga perché più legate al territorio ma anche alla politica e alle clientele. Poi, indispettita per la sentenza dei giudici amministrativi che davano ragione al commissario, ha bussato al Consiglio di Stato. Il quale, col giudice monocratico Balucani di cui dicevamo, è scattato con una prontezza mai vista, in anni e anni, nella burocrazia italiana. Occhio alle date: martedì 22 agosto la sentenza del Tar che dava il via libera all’Inps, venerdì 25 il decreto del giudice d’appello amministrativo che, per ragioni di «estrema gravità e urgenza», rinviava tutto al 21 settembre. Bloccando tutto. Una settimana prima che il 1° settembre scattassero i nuovi meccanismi di controllo...