Originariamente Scritto da
massena
il motivo reale e pure giusto era difensivo.
il confine al Brennero era utile per proteggere il fronte alpino italiano, dato che i passi verso l'austria sono tre (se non sbaglio) e cioè Resia, Brennero e la soglia di Dobbiaco (correggetemi se scrivo cazzate).
se la popolazione va contro la geografia si deve adattare.
nella prima guerra mondiale il confine italiano era una "S" rovesciata, con il Trentino puntato come un pugnale tra Lombardia e Veneto. Venendo giù dall'Adige o dal Brenta-Piave si circonda la pianura veneta (dove era schierato il nostro esercito) prendendo Venezia, Padova e Vicenza. Scendendo dal Tonale si arriva a Brescia e da lì per prendere Milano non c'è più nessuna difficoltà, perché si salta la barriera Garda-Mincio-Po (che nelle guerre di indipendenza era "doppiata" dal famoso Quadrilatero (fortezze di Mantova, Peschiera, Legnago e Verona).
l'incubo di Cadorna era l'offensiva dal Trentino e infatti aveva fatto fortificare il Grappa già nel 1916, cosa che si è rivelata fondamentale nel 1917 e nel 1918.
un problema analogo per la difesa dell'italia è il Cantone Ticino. Anche lui è una punta verso Milano, praticamente senza sbarramenti difensivi. Gli austriaci e poi i tedeschi facevano girare voci sulla loro possibile penetrazione in Svizzera per far distogliere truppe dalla fronte giulia e dal trentino e farle schierare in Lombardia.
la geografia militare va studiata. ci sono persone che sanno tutto di storia, tattica, tecnologia militare ma non capiscono che a influire la strategia è sempre e (quasi) solo la geografia, e che le scienze della terra (geomorfologia, geologia, idrologia) sono fondamentali per capire anche la tattica. Ad esempio lo studio del movimento dei mezzi motorizzati nel deserto deriva da articoli sulla "fisica delle sabbie", scritti da un inglese che poi ha collaborato con i reparti speciali del LRDG durante la WWII.