Ecco le Marche un anno dopo il terremoto
A un anno dopo il terremoto, la Regione Marche fa il punto sugli aspetti legati alla ricostruzione
E’ passato un anno dopo il terremoto, e da quella prima scossa, alle ore 03,36 del 24 agosto 2016, durante la quale persero la vita 50 persone ad Arquata del Tronto nella sola provincia di Ascoli Piceno (267 morti tra Amatrice, Arquata e Accumoli), il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, nel coso di una conferenza, ha fatto il punto della situazione.
“Un anno di duro impegno da parte delle istituzioni regionali. – ha subito detto Ceriscioli – Ad oggi abbiamo tutti gli strumenti per la ricostruzione, risorse economiche e norme operative ed è un fatto eccezionale in tempi così stretti avere le risorse necessarie. Un fatto non scontato alla luce di passate crisi sismiche. Quindi è una bugia strumentale continuare a dire che non ci sono risorse e non lo può dire soprattutto chi le ha già prontamente e lautamente ricevute in termini di milioni di euro per ricostruire strutture. Non è un discorso di mancata informazione o di troppa burocrazia, ma solo un modo di chi cerca un facile consenso scaricando le proprie responsabilità sulla Regione. La collaborazione fra Enti locali e Istituzioni regionali – ha affermato – deve continuare in misura maggiore proprio ora, coinvolgendo anche le Province nel processo di ricostruzione per un coordinamento territoriale”.
Nella Regione Marche si sono contati 31.979 sfollati, 87 i Comuni nel cratere, su 131 totali, 90 i Comuni fuori dal cratere che hanno fatto segnalazioni di danni. Attualmente come ha spiegato Ceriscioli ci sono “78 cantieri aperti per riportare le persone nei borghi con la consegna delle casette che saranno assegnate tutte entro la fine dell’anno“. Per quanto riguarda i lotti nei territori del Piceno, consegnate a giugno 2017 le casette a Pescara del Tronto e Piedilama, si prevede invece la consegna entro ottobre 2017 dell’area Sae di località Arli ad Acquasanta Terme, Spelonga – Colle e Force in località Fontevecchia, entro settembre 2017 quella di Pretare, Faete 1 e Faete 2. Tra ottobre e novembre 2017, poi, le aree Sae previste a Montegallo.
I borghi non saranno più gli stessi
“Una macchina operativa a pieno regime – ha continuato Ceriscioli – anche quella delle macerie: 125 mila tonnellate già rimosse, l’80% di quelle pubbliche”. Ad oggi 44 su 52 Comuni sono totalmente liberi dalle macerie; nei restanti Comuni è stata liberata la viabilità principale e restano da liberare alcuni tratti di viabilità secondaria. Caso a parte è costituito da Arquata del Tronto, dove sono state rimosse 61.204,70 tonnellate di macerie, dove però risulta ancora la presenza su area pubblica e su area privata.“Solo per fare un paragone con il terremoto dell’Aquila, – ha spiegato Ceriscioli – a distanza di un anno furono rimosse 50 mila tonnellate. Un lavoro importante quindi non solo in quantità ma anche in qualità ambientale e sociale, con la separazione dei materiali pericolosi come l’amianto e anche con la restituzione alle famiglie dei beni personali ritrovati, fino alle fotografie”.
Non tutti sono però ovviamente d’accordo sull’ottimismo del bilancio della ricostruzione.
Ad esempio Patrizia Terzoni, portavoce del Movimento 5 Stelle non esita ad entrare in polemica.
«Ho letto con sgomento le parole del sindaco Giuliano Pazzaglini e di alcuni consiglieri comunali di Visso: apprendere che se tutto va bene il grosso delle soluzioni abitative d’emergenza arriverà da loro per dicembre, con la stagione più rigida già nel vivo“«Ci eravamo raccomandati in sede parlamentare - continua - chiedendo al governo di imbastire tutti gli sforzi necessari per dare un tetto agli sfollati di quell’area per settembre, data che peraltro segna la riapertura delle scuole. Invece a parte 43 casette consegnate alla vigilia delle commemorazioni del 24 agosto tra le vicine Fiastra, Pieve Torina e Montecavallo, tra un ritardo burocratico e l’altro a Visso e in molti altri centri appenninici marchigiani il piatto piange, tanto che il sindaco si è trovato costretto ad affidare all’ufficio tecnico del suo comune l’allestimento di alcune opere pubbliche aggiuntive nel tentativo di sveltire l’iter. Alla riapertura dei lavori alla Camera naturalmente chiederemo lumi al governo su questa situazione vergognosa, ma ci aspettiamo qualche mea culpa anche dalla regione Marche e dal sempre ingiustificatamente ottimista presidente Ceriscioli, che per tutta l’estate non ha fatto altro che ripetere ai sindaci del cratere che in tema di “casette” le tempistiche si sarebbero accorciate di molto. Tenere i cittadini per il secondo inverno consecutivo in una roulotte oppure in un residence a centro chilometri da Visso è semplicemente uno scandalo, per il quale in un paese civile salterebbero teste a tutti i livelli, da quello politico quello tecnico. Bene fa Pazzaglini a “mettersi in proprio” di fronte a una gestione post-sisma che continua a fare acqua da tutte le parti».“