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  1. #161
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    Predefinito Re: Las Vegas, spari sulla strip: più di 50 morti e 400 feriti

    Citazione Originariamente Scritto da acquazzurra Visualizza Messaggio
    ?
    dhimmi, cosa vuoi sapere




    Rita Katz‏Account verificato @Rita_Katz 5 h5 ore fa
    In risposta a @Rita_Katz

    3)#ISIS mentioned #Vegas shooter indicating #NYC as another prominent attack in US,after #Vegas was"carried out by mujahid AbdulBarr Amriki"

  2. #162
    ...sempre più nera!
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    Predefinito Re: Las Vegas, spari sulla strip: più di 50 morti e 400 feriti

    Io non credo al suicidio.
    Tu?
    Deficienti!!! <-- è un link

  3. #163
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    Predefinito Re: Las Vegas, spari sulla strip: più di 50 morti e 400 feriti

    Citazione Originariamente Scritto da acquazzurra Visualizza Messaggio
    Io non credo al suicidio.
    Tu?
    una delle tante ombre create ad arte

  4. #164
    Dall'Inferno
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    Predefinito Re: Las Vegas, spari sulla strip: più di 50 morti e 400 feriti

    Citazione Originariamente Scritto da Genuato Visualizza Messaggio
    Così su due pedi mi viene in mente Charles Whitman.
    Whitman era assai incazzato...
    Primo Ministro di TPol...[MENTION]
    Proudly member of the Bilderberg Group-Chtulhu Section..

  5. #165
    Dall'Inferno
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    Predefinito Re: Las Vegas, spari sulla strip: più di 50 morti e 400 feriti

    Citazione Originariamente Scritto da Ashur Visualizza Messaggio
    Chi era Stephen Paddock, il killer della strage di Las Vegas - Corriere.it

    Fbi e polizia sono alla ricerca di un movente per il massacro di Las Vegas del primo ottobre e fino ad oggi hanno recuperato molti elementi ma nulla di decisivo. Accade nei casi dei killer di massa americani, a volte servono mesi per chiarire le motivazioni. Non mancano aspetti controversi, come il cambio di versione sul primo allarme e il perché l’omicida abbia smesso di sparare. Nell’attesa una cronologia dettagliata della vita di Stephen Paddock (nella foto sopra, Ap), il nomade dei casinò. Si tratta di dati — preliminari — ricavati dai rapporti della polizia, carte ufficiali e ricostruzioni dei media statunitensi. . Lo Sceriffo ha messo in guardia: la ricostruzione potrebbe mutare ancora.


    Il profilo del padre

    Benjamin Paddock, il padre del killer, ha avuto un’esistenza turbolenta, forse ha inciso su quella dei 4 figli (sfiora l’icona blu per l’analisi di Guido Olimpio sul biglietto lasciato dal killer prima della strage).

    • 1946: arrestato a Chicago — ha solo 19 anni — per furto multiplo di auto. Lo rilasciano nel 1956.

    • 1956: vive con la famiglia a Tucson, Arizona, dove svolge numerose attività: gestore di un night club, benzinaio, titolare di deposito di rifiuti.

    • 1959: Paddock padre compie almeno tre rapine nell’area di Phoenix, in Arizona.

    • 1960, 28 luglio: Benjamin Paddock tenta di travolgere agenti Fbi che vogliono bloccarlo, lo fermano dopo aver esploso alcuni colpi di pistola. Episodio avviene a Las Vegas, incrocio tra la 4th street e la Fremont. L’uomo finisce nella prigione di La Tuna, Texas. All’epoca Stephen Paddock ha 7 anni.

    • 1968: Paddock senior evade dal carcere, l’anno dopo l’Fbi lo inserisce nella lista dei «most wanted».

    • 1978: lo scovano finalmente in Oregon, gestisce casa da bingo, lui si presenta come «pastore».

    • 1979: rilasciato in libertà condizionata, il padre di Paddock torna a Springfield, Oregon, e riapre una sala bingo in nome dell’associazione pseudo religiosa Holy Life Congregation (buco nella legge locale lo permette).

    • 1987; l’uomo è accusato di gioco illegale, evita la prigione pagando allo stato 723 mila dollari. Raccontano che abbia provato a fare stesso schema a Las Vegas.

    • 1998: Benjamin Paddock muore

    La storia di Stephen Paddock

    • Nasce il 9 aprile 1953 in Iowa, a Clinton 1953 in Iowa, a Clinton. È un aspetto non chiarito del tutto, basato su un certificato di nascita scovato dai media. Da bimbo vive a Tucson, Arizona, ed è qui quando arrestano il padre. La madre dice ai figli: papà è morto in incidente. Stephen scoprirà solo a 20 anni che era in prigione (sfiora l’icona blu per il racconto di Guido Olimpio sui perché del mancato avviso).

    • Anni ‘60: Stephen insieme a tre fratelli vive nella zona orientale della Fernando Valley (California), la mamma fa segretaria, è un periodo duro, pochi soldi, poco da mangiare. I rapporti familiari resteranno difficili.

    •1971: si diploma al liceo John H. Francis Polytechnic High School.

    • 1976: inizia a fare il postino, occupazione che termina nel 1978.

    • 1977: si laurea in economia alla California State University, Northridge. Si sposa per la prima volta, il matrimonio dura due anni.

    • 1978/84: impiegato presso il Fisco americano (IRS).

    • 1982: secondo le autorità inizia acquistare armi proprio in quest’anno. Suo fratello Bruce subisce diversi arresti per vandalismo, guida con patente scaduta, danneggiamenti.

    • 1985: Secondo matrimonio per Stephen, sposa una compagna del college, Peggy Okamoto. L’unione dura fino al 1990.

    • 1985/88: contabile per la società Lockheed Martin.

    • 1986/1987: insieme al fratello Eric investe dei risparmi e compra per 407 mila dollari un condominio a Los Angeles, 1256 West 29thstreet. Era bravo a fare riparazioni da solo, faceva fruttare affitti.

    •Inizio anni ‘90: investe in real estate in California, acquista case anche attraverso un trust creato nel nome della madre. Tra gli acquisti c’è un’abitazione a Temecula, California. Qui vive da inizio ‘90 fino alla metà anni 2000. La madre si sposta in Florida. Sempre nel 1990 la sua futura compagna Marilou Danley arriva negli Usa e si sposa una prima volta. Secondo matrimonio nel 1996 con Jose Bustos. Divorziano nel 2015 quando lei già vive con Paddock.

    • 2002/2010: possiede piccoli aerei, uno è ospitato in hangar a Henderson, Nevada, dal 2002/2010. Il modello dovrebbe essere un Cessna 152 Nel 2003 (17 novembre) ottiene licenza da pilota, anche per volo strumentale. Documenti indicano come residenza Mesquite, Texas.

    • 2004/2012: vive in Texas, vicino Dallas, sobborgo di Mesquite. È proprietario e manager del Mesquite Central Park Apartments. Lo ha acquistato per 8 milioni di dollari. Nota: stesso nome della località dove poi andrà a vivere in Nevada. Marilou dichiara bancarotta.

    • Inizio 2005: pare che inizi a frequentare casinò Wynn a Las Vegas, quindi altre case da gioco, il Cosmopolitan, sempre a Vegas, e l’Atlantis di Reno. E’ lo stesso Paddock a precisare che nel 2006 trascorreva 14 ore al giorno davanti al videopoker. Si definiva il più grande giocatore al mondo.

    • 2008: è l’ultima volta che si sottopone a visita dell’ente aeronautico americano (FAA) per il rinnovo licenza pilota.

    • 2012: conosce Marilou Danley, lei lavora all’Atlantis di Reno (almeno dal 2010 al 2013). Paddock è un habitué di questo locale, per almeno un paio d’anni.

    • 2013: acquista una casa a Mesquite, Nevada. Costo circa 370 mila dollari. 9 aprile 2013, va nelle Filippine con la sua compagna. Viaggio che ripete l’anno dopo sempre nello stesso periodo (è il suo compleanno).

    • 29 ottobre 2013: il futuro killer intenta una causa contro il Cosmopolitan, vuole 30 mila per una caduta all’interno del casinò avvenuta due anni prima. Giudice non accoglie richiesta. Nelle carte processuali Paddock ammette di far uso di tranquillanti per calmare uno stato d’ansia (nella foto sotto, un’immagine ripresa da Twitter di Stephen Craig Paddock).

    • 2014: vende insieme a soci — non specificati — il complesso a Dallas.
    Informazioni dicono che gli investimenti gli portano 5-6 milioni di dollari. Cifre che hanno bisogno di conferme.

    • Aprile 2014: secondo viaggio nelle Filippine con la compagna. Stephen e Marilou si spostano da Reno, Nevada, a Orlando, in Florida, in un’abitazione vicino a quella della madre. Il periodo dovrebbe essere quello compreso tra 2013 e il 2015. Poi, in apparenza, ennesimo trasloco: nella villetta di Mesquite, Nevada. Lui specifica che il clima del deserto aiuta la sua salute, la Florida è troppo umida.

    • 2015: passa 4 mesi di fila a giocare a Las Vegas, lo notano. Perde anche 10 mila dollari al giorno. Sempre ed esclusivamente al videopoker. Indiscrezioni su rete Nbc riportano che nella dichiarazione dei redditi di quell’anno ammette introiti per 5 milioni di dollari. Era un «comp hustler» — ha spiegato un esperto — , giocatore che punta abbastanza per farsi notare dal management e ottenere benefits dal locale: trasferimenti in limousine, suites, soggiorni gratuiti, regali.

    • 2016: da ottobre 2016 a settembre 2017 compra 33 armi: tra queste copie di fucili d’assalto, carabine da caccia, pistole. Acquista anche dispositivi per renderle automatiche (12 saranno dotate del dispositivo). È adesso che scatta il suo piano diabolico?

    • 2017, gennaio/febbraio: va tre volte in negozio di St. George, Utah, a procurarsi delle armi. Non è lontano da Mesquite.

    • 21 giugno: medico prescrive a Paddock i tranquillanti. Ha disturbi, perde peso. Circostanza in seguito smentita dalla compagna.

    • 2017, luglio: Paddock pare fare la spola tra la casa di Reno a quella in Nevada, sono viaggi legati sempre al gioco. Inizio settembre: Paddock cerca un biglietto aereo a buon prezzo per la compagna, meta le Filippine. Invia anche 100 mila dollari nel paese asiatico, servono per comprare una casa alla donna. Ci sono indicazioni di forti giocate da parte del killer, ma per lo Sceriffo non sono emersi dati che facciano pensare a debiti .

    • 15 settembre: Marilou parte per Manila.

    • 22 settembre: Paddock prenota stanza nel palazzo Odgen, dalle finestre può vedere un concerto all’aperto. Non escluso che volesse colpirlo. La compagna va da Manila a Hong Kong.

    • 25 settembre: la compagna torna a Manila da Hong Kong. Paddock arriva al Mandalay Hotel. Passa tre notti in una stanza offerta gratuitamente dall’albergo, pratica comune in favori di buoni clienti. Inizia l’operazione d’attacco (in una prima versione la data era stata posticipata al 28).

    • 28 settembre: Paddock si sposta nella suite 32-315. Per gli inquirenti farà alcuni viaggi tra Las Vegas e la residenza di Mesquite fino al 1 Ottobre. Probabile che trasporti le 23 armi contenute in borsoni, in due occasioni è aiutato da un facchino dell’albergo. L’assassino è autorizzato dall’hotel ad usare un ascensore di servizio e non quello dei clienti (un favore - dicono - perché era una persona nota). L’assassino manomette anche la serratura per impedire di essere bloccato e piazza delle micro-telecamere.

    Sparatoria a Las Vegas, chi è Marilou Danley, la donna che viveva con il killer

    Marilou Danley è arrivata all’aeroporto di Los Angeles mercoledì 4 ottobre: la fidanzata del killer di Las Vegas immortalata dalle telecamere della Nbc in sedia a rotelle, scortata dalla polizia per essere ascoltata. La 62enne si trovava a Manila, nelle Filippine, dallo scorso 22 settembre, era lontata dal suo compagno Stephen Paddock che ha compiuto la strage al concerto country. Si indaga su uno suo possibile coinvolgimento, la polizia la definisce una “persona di interesse” nelle indagini sull’attentato. E intanto emergono dettagli sulla doppia vita di questa donna, che viveva con Paddock (Annalisa Grandi - foto da video)

    Si sa innanzitutto che una settimana prima della strage, Paddock aveva trasferito circa 100mila euro su un conto nelle Filippine, non è stato rivelato a chi fosse intestato. Nelle Filippine si trovava lei, la sua compagna. Chi li conosceva, a Mesquite, racconta che i due andavano sempre a fare colazione in uno Starbucks e ordinavano sempre le stesse cose. La responsabile del locale ha riferito di aver visto spesso Paddock sgridare e aggredire verbalmente la compagna. Marilou Danely, secondo quanto riferiscono i media americani, sarebbe una cittadina australiana, per oltre dieci anni avrebbe vissuto nel Queensland con uno dei due suoi mariti. Sì, perché stando a quanto confermato anche dalla polizia, la donna aveva una vera e propria doppia vita. I registri pubblici riportano di due matrimonio, uno con Geary Danley nel 1990, e uno nel 1996 con Jose Bustos. Il divorzio dal primo marito è avvenuto solo nel 2014. “Non sapevamo che avesse una relazione con Paddock - racconta la famiglia di Danley - non lo abbiamo mai conosciuto”. La donna si era trasferita negli Stati Uniti da vent’anni e aveva dichiarato di essere originaria delle Filippine. All’anagrafe risultano diversi indirizzi di residenza in Arkansas, California, Florida e Tennessee. E anche diversi nomi: in California si chiama Marilou Natividad-Bustos e ha 55 anni, in Nevada si chiama Marilou Lou Danley e ne ha 62. Ha una figlia, non si sa di quale dei due mariti, sposati entrambi in Nevada

    Marilou Danley, 62 anni, era la convivente di Stephen Paddock, il killer che ha preso di mira gli spettatori di un concerto di musica country a Las Vegas, uccidendo almeno 50 persone e ferendone altre 200.

    Marilou, di origine asiatica, viveva con Mesquite, in Nevada. «Per quello che sappiamo al momento, vivono nella stessa casa», riferisce lo sceriffo Joe Lombardo senza specificare se la donna sia sospettata o meno. Sempre secondo Lombardo non ci sarebbero connessioni con «gruppi militanti». Su Facebook Mary Lou Danley si descrive come una madre orgogliosa e una nonna che vive la sua vita al massimo

    Al momento della strage si trovava nelle Filippine, è rientrata negli Stati Uniti per essere interrogata dalla polizia

    La giornata del primo ottobre

    La versione sulla sequenza degli eventi è mutata alcune volte.

    • 1.30: nel cuore della notte Paddock chiama la reception del Mandalay per lamentarsi della musica alta che proviene dalla stanza 31-315 (è sotto la sua). Una guardia bussa e chiede all’ospite – Albert Garzon - di abbassarla.

    • 2.00: seconda chiamata di Paddock alla reception sempre per la storia della musica. Nuovo intervento di una guardia alla 31-315.

    • 21.59: la guardia di sicurezza Jesus Campos sale al 32esimo piano dove è scattato un allarme per una porta manomessa, ma non riesce ad accedere al corridoio perché hanno sprangato l’accesso. In una prima versione, contestata dalla MGM (proprietà dell’hotel), lo Sceriffo aveva sostenuto che in questo momento Paddock ha aperto il fuoco sul vigilante avendolo visto arrivare grazie ad una microtelecamera piazzata su un carrello all’esterno. Venerdì 13 ottobre, gli inquirenti rivedono la loro sequenza e si trovano d’accordo con quella della società. La discrepanza dei giorni precedenti è da imputare — dicono — ad un’annotazione non accurata scritta nel registro dell’hotel.

    • 22.05: spari sulla folla al concerto country davanti al Mandalay Hotel. Prime testimonianze riferiscono di tiri dall’albergo. Sempre nella ricostruzione del 13 ottobre lo Sceriffo afferma che è Paddock spara, attraverso la porta, sulla guardia privata che intanto si è avvicinata alla stanza 32-315. Campos informa via radio i superiori. L’MGM aggiunge che questo avviene nello stesso momento o «40 secondi dopo» l’inizio del tiro sugli spettatori. Per ora non è stato chiarito quando viene avvisata la polizia. Fonti vicine all’MGM sottolinea che degli agenti erano già sul posto per un’altra chiamata. Un secondo dipendente dell’albergo, Stephen Schuck, è sul piano e parla anche lui via radio con i superiori.

    • 22.05: spari sulla folla al concerto country davanti al Mandalay Hotel. Prime testimonianze riferiscono di tiri dall’albergo.

    • 22.10: conferma di vittime.

    • 22.12-22.15: altri report su tiri, indicano posizioni diverse nel Mandalay. Il 29esimo e il 32esimo piano. Agenti davanti all’hotel. Quindi una segnalazione parla proprio del 32esimo.

    • 22.15: Paddock sospende il fuoco. Perché?

    • 22.16: un agente, via radio, chiede alla centrale di contattare il Mandalay per far bloccare gli ascensori in modo da impedire la fuga al cecchino, questo però costringe i poliziotti ad usare le scale e ovviamente si perde altro tempo.

    • 22.17: alcuni poliziotti arrivano, attraverso le scale, al 32esimo piano. Sono Joshua Bitsko e Dave Newtown dell’unità cinofila (ma senza cane), il detective Matthew Donaldson (ha lasciato l’auto di servizio, si è tolto gli stivali per correre più veloce), Levi Hancok, testa di cuoio, con esplosivo e scudo anti/proiettile.

    • 22.18: la polizia è informata solo adesso che una persona ha sparato dalla stanza 32-315 ad una guardia. Un ritardo notevole da addebitar alla direzione dell’hotel ?

    • 22.20-22.25: agenti affermano di essere ancora sotto tiro (però non sembra che qualcuno stia sparando).

    • 22.25-22.32: si ha la certezza che il killer (nella foto Ansa, un fermo immagine tratto dalla Cbs) è nella stanza 32-315 del trentaduesimo piano. 8 agenti hanno raggiunto il settore.

    • 22.36-22.40: non ci sono più report di spari;

    • 23.08: agenti prendono posizione, contatti per evitare fuoco amico tra due team in movimento da posizioni diverse. La porta che dalle scale porta al corridoio è stata manomessa e bloccata, un poliziotto la apre con una spranga.

    • 23.19-23.20: agenti usano carica esplosiva per abbattere porta d’ingresso della stanza, fanno irruzione.

    • 23.21-23.23: continuano a circolare news su spari in altri casinò, dal Bellagio al Paris, dall’Aria al New York/New York. Tutti infondati.

    • 23.23-23.25: agenti accertano la morte dello sparatore, si sarebbe tolto la vita. Inquirenti scoprono fucili con ottiche, caricatori a volontà, altre due videocamere collegate ad un tablet e una cassetta per gli attrezzi. Su un tavolino un foglietto pieno di numeri: sono i calcoli per fare una gran numero di morti.

    • 23.26-23.27: teste di cuoio fanno saltare porta adiacente alla camera 32-315, trovate altre armi.

    La giornata del 2 ottobre

    • Attorno alle 24: oltre 25 voli dirottati per timore che tiri potessero raggiungere la pista dello scalo McCarran, il Mandalay è vicino. Giorni dopo sarà la stessa polizia a rivelare che Paddock ha colpito con proiettili traccianti un serbatoio per il carburante aeronautico.

    • 02.15: riaperta l’autostrada I-15;

    • 03.43: polizia identifica il killer — Stephen Paddock — e indica Marilou Danley, la compagna, come persona di interesse.

    • 08.00: dichiarata la fine dell’emergenza al Mandalay, sceriffo Lombardo comunica che le vittime sono 58, quasi 500 i feriti. Stato Islamico rivendica la strage, presenta Paddock come un «soldato del Califfato». Non offre alcuna prova del suo coinvolgimento. In una successiva rivendicazione aggiunge che l’assassino si sarebbe convertito sei mesi fa.

    La giornata del 3 ottobre

    Marilou Danley rientra a Los Angeles dalle Filippine, ha un colloquio con Fbi. Afferma di essere stata all’oscuro dei progetti di Paddock. Gli investigatori riesaminano il film della vita dell’assassino, cercano un perché.



    Annotazioni

    • Cambia molti lavori. Abbastanza frequente negli Usa.

    • È bravo negli affari: ci sono solo i risparmi all’inizio della sua carriera nel settore immobiliare?

    • Vive in posti diversi anche nello stesso arco di tempo. Ma di fatto la sua casa sono i casinò dove resta per lunghi periodi.

    • Vicini sono unanimi nel descriverlo come chiuso, poco socievole, arrogante. Valutazione espressa da persone di luoghi diversi.

    • Dall’ambiente dei casinò emerge il profilo di un giocatore abile, di una mente fredda e calcolatrice.

    • Interazione difficile all’interno del nucleo familiare. Rapporti tesi o inesistenti con almeno due fratelli.

    • Capacità di usare le armi senza avere alcuna preparazione militare. Ha creato un “cono di tiro” per fare più vittime .Dall’82 ne ha acquistate una cinquantina; è possibile che abbia cercato di provocare un incendio sparando con dei proiettili traccianti contro un grande serbatoio del vicino aeroporto.

    • La sicurezza del Mandalay (nella foto sotto, la struttura) ha agito secondo il protocollo e il caos del momento ha pesato sulla reazione? Oppure ha perso tempo nelle verifiche dopo la prima segnalazione delle 21.59?

    • Quante persone c’erano davvero nella stanza 32-315? Lo scontrino di una ordinazione parla di 2 clienti, ma forse è un errore. Resta da chiarire. Così come l’ipotesi del secondo cecchino, peraltro smentita con decisione.

    • La sua deriva si accentua nell’ultimo anno. La polizia non esclude che avesse problemi mentali seri da diversi anni, però è solo un’ipotesi.
    Profilo perfetto di un sociopatico...
    Primo Ministro di TPol...[MENTION]
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