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  1. #1
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    Arrow Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise


    Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise
    Lo sciopero dei dipendenti Ilva, indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb, è iniziato alle 7 di questa mattina; ha visto una partecipazione molto alta di dipendenti, i quali hanno presidiato le sedi degli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure. Il motivo dello sciopero è la proposta del nuovo piano industriale previsto con l’acquisizione dell’Ilva da parte della società Am InvestCO. Essa è al momento controllata dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal.
    Era infatti previsto per oggi un tavolo di discussione proprio su questo al Mise, il Ministero per lo sviluppo economico, ma il ministro Carlo Calenda ha deciso di annullarlo. Ecco il suo tweet:
    #ILVA proprosta dell’azienda su salario ed inquadramento dei lavoratori irricevibile. Tavolo aggiornato. pic.twitter.com/zTxOpTUMQ8
    — Carlo Calenda (@CarloCalenda) 9 ottobre 2017
    Sciopero Ilva: le motivazioni

    Quello che ha generato l’ennesima protesta da parte dei dipendenti Ilva è stata la conferma, contenuta nella nuova proposta di piano industriale, dei 4.000 esuberi; di questi almeno 3.300 previsti nello stabilimento di Taranto. Ma non solo: il piano non va a prevedere continuità contrattuale tra vecchia e nuova gestione aziendale, con conseguente perdita di anzianità. I dipendenti andrebbero così anche a perdere le garanzie dell’art. 18 poiché la ri-assunzione avverrebbe con le tutele crescenti del Jobs Act.

    Le promesse fatte erano diverse da quanto invece è poi emerso venerdì scorso, quando sono venute fuori le condizioni per il rilancio dell’azienda. “Pacta servanda sunt” è infatti la scritta sugli striscioni degli operai, i quali hanno comunque ottenuto l’appoggio anche delle Regioni, Puglia e Liguria, e dei Comuni di Taranto e Genova. “Sono pronto a mettere in campo tutto quanto nelle prerogative del governo per il rispetto degli impegni presi”, ha detto il ministro Calenda ai sindacati. “Abbiamo incontrato con il viceministro Bellanova l’azienda e abbiamo comunicato che l’apertura del tavolo in questi termini è irricevibile. Soprattutto per quanto concerne gli impegni sui livelli di stipendio e inquadramento su cui c’era l’impegno dell’azienda a rispettare l’attuale situazione”, ha poi aggiunto ai giornalisti.


    Scritto da: Giulia Angeletti
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  2. #2
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    quei coglioni di operai se aveveno strappato le tessere nel giorno della chiusua dell'ilva,qualcosa in più avrebbero ottenuto

  3. #3
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    Ma come...il governo e Calenda parla di proposte irricevibili...ma gli indiani non propongono di assumere 10.000 operai con il job act che è la riforma lustro di questo governo?
    Mhh qualcosa non torna.

    e poi sono arrivati all'alba del 9 ottobre per accorgersi di quelle proposte?
    poveri, poveri, poveri operai.
    DI ROSSO IN ITALIA C'E' SOLO IL VINO

    L'Italia è una razza, una storia, un orgoglio, una passione, l'Italia è una grandezza del passato.

  4. #4
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    Citazione Originariamente Scritto da CARLO NORD ITALIA Visualizza Messaggio
    Ma come...il governo e Calenda parla di proposte irricevibili...ma gli indiani non propongono di assumere 10.000 operai con il job act che è la riforma lustro di questo governo?
    Mhh qualcosa non torna.

    e poi sono arrivati all'alba del 9 ottobre per accorgersi di quelle proposte?
    poveri, poveri, poveri operai.
    Il jobs act non c'entra nulla con il taglio di salario proposto da ilva. Vorrebbero considerare gli operai come neo assunti e quindi con il salario di 20 anni fa.

  5. #5
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    Citazione Originariamente Scritto da Dav. c. G. Visualizza Messaggio
    Il jobs act non c'entra nulla con il taglio di salario proposto da ilva. Vorrebbero considerare gli operai come neo assunti e quindi con il salario di 20 anni fa.
    Egregio amico, non mi sembra .
    fino ad oggi ( fino al job act) mai nessuna proprietà è intervenuta su un altra chiedendo e ( forse) ottenendo la riassunzione con la cancellazione delle anzianità e degli scatti.
    Mai , almeno non ricordo di averlo mai letto.
    Certo, magari hanno chiesto il prepensionamento o la riposizione degli esuberi in altre realtà , ma mai hanno chiesto la riassunzione.
    Questo invece è dovuto al fatto che il job act è legge ( legge di un governo di sinistra ) che pone gli operai in queste condizioni di precarietà.
    Licenziati e riassunti come fossero all'inizio della carriera lavorativa.
    Io , di destra sociale , lo trovo aberrante , terribile e offensivo nei confronti delle maestranze.
    Trovarsi la riduzione dello stipendio del 30-40% con il rischio del licenziamento.
    DI ROSSO IN ITALIA C'E' SOLO IL VINO

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  6. #6
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    Nel jobs act non c'ē nulla di quel che dici. Ē solo nella testa dei bananas.

  7. #7
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post16609141

    Ma come ca***o ti presenti qui nel forum a discutere con gli altri se non sai nemmeno quello che ha combinato il PD con Renzi con la Jobs Act?



    Ma poiché sono buono te ne trovo uno, solo un però, del tuo amato giornale la Repubblica




    Jobs Act, da oggi addio all'articolo 18: il contratto a tutele crescenti è in vigore - Repubblica.it



    Jobs Act, da oggi addio all'articolo 18: il contratto a tutele crescenti è in vigore



    Matteo Renzi

    I primi decreti attuativi sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale, saranno efficaci immediatamente. Fiat promette 1.500 assunzioni a Melfi, Telecom 4mila nuovi contratti in due anni. Preoccupati i sindacati che temono licenziamenti a catena
    di GIULIANO BALESTRERI
    07 marzo 2015

    MILANO - Sabato 7 marzo 2015: il contratto a tutele crescenti entra in vigore, così come la riforma degli ammortizzatori sociali e la rottamazione definitiva dell'articolo 18. Un anno dopo la presentazione del Jobs Act al Consiglio dei ministri del 12 marzo 2014, i primi due decreti attuativi sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale e sono entrati in vigore: dal 7 marzo tutti i nuovi assunti - anche chi passerà da un'azienda a un'altra - non avranno diritto alle tutele dell'articolo 18, che resta, invece, per tutti gli altri. Sull'effettiva efficacia della riforma il governo Renzi si gioca molta della sua credibilità. Il premier ha promesso il rilancio dell'occupazione e a cascata dei consumi, incassando i pareri positivi dell'Unione europea e le promesse di assunzione da parte delle grandi imprese. Renzi, però, si muove lungo un crinale pericoloso: il contratto a tutele crescenti cancella il diritto al reintegro in caso di licenziamento per motivi economici, anche quando sono illegittimi. Per i sindacati il rischio di licenziamenti a catena è dietro l'angolo, ma per il governo il paracadute dei sussidi alla disoccupazione estesi a tutti è più che sufficiente.

    Tutti gli imprenditori in queste ore premettono che "la scelta di assumere o licenziare dipende innanzitutto dal mercato e dalle commesse. Nessuno aumenta l'organico perché c'è una nuova legge", ma le aziende di grandi dimensioni hanno già annunciato che intendono approfittare della nuova legge. A fine 2014 era stata Telecom a fare da apripista: "Con il Jobs Act assumeremo quattromila persone in due anni", aveva detto l'ad della società, Marco Patuano. Pietro Salini, ceo di Salini-Impregilo, ha parlato di "2.500 assunzioni in Italia nei prossimi 12 mesi". E Sergio Marchionne, al Salone di Detroit, aveva annunciato "1.000 nuove assunzioni a Melfi". Anche le piccole aziende promettono di fare la loro parte: "Se io so che non sono vincolato a tenere a vita i miei dipendenti in azienda, posso rischiare anche un investimento che nella condizione precedente avrei giudicato imprudente " dice Marco Gay, presidente dei giovani di Confindustria. .

    Anche perché come segnala uno studio della Uil del dicembre scorso, conterà soprattutto quello che i giuristi chiamano il "combinato disposto ", tra l'abolizione dei contributi a carico delle imprese per i primi tre anni di assunzione e l'abolizione dell'articolo 18 sostituito con gli indennizzi previsti dal contratto a tutele crescenti. La simulazione dalla Uil spiega che gli sgravi fiscali previsti dalla legge di stabilità sono molto superiori agli indennizzi che le aziende sono obbligate a pagare in caso di licenziamento di un dipendente assunto con il contratto a tutele crescenti. Un vantaggio per le aziende che, nel caso di licenziamento senza giusta causa dopo tre anni, varia da 5 a 14 mila euro a seconda dell'inquadramento. Per la Cgia di Mestre in tre mesi è ipotizzabile che arrivino 8mila nuove assunzioni.

    La scheda. Domande e risposte sul nuovo contratto.

    Oltre al contratto a tutele crescenti, dal 6 marzo, sono in vigore anche i nuovi ammortizzatori sociali con la nuova Aspi che avrà una durata di due anni al termine dei quali è possibile avere una proroga al sostegno: entrerà in vigore dal primo maggio, non potrà superare i 1.300 euro al mese e verrà ridotta del 3% al mese dopo i primi quattro. Per quest'anno viene introdotta anche l'Asdi, l'assegno di disoccupazione che verrà riconosciuto a chi, scaduta la Naspi, non ha trovato impiego e si trovi in condizioni di particolare necessità. La durata dell'assegno, che sarà pari al 75% dell'indennità Naspi, è di 6 mesi e verrà erogato fino ad esaurimento dei 300 milioni del fondo specificamente costituito.

    Contratti. Entra in vigore anche il riordino delle tipologie contrattuali. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha spiegato che per il contratto a tempo determinato resterà il limite attuale di 36 mesi: esclusa la riduzione a due anni e quella del numero possibile di proroghe (resteranno cinque). Stop, invece, ai vecchi contratti di collaborazione co.co.pro: dal 2016, su quelli ancora in essere, verranno effettuati dei controlli: "Nei casi previsti dalla legge diventeranno lavoratori dipendenti - dice Poletti -. La nostra scommessa è che l'assunzione a tempo indeterminato diventi la regola". Per il governo si intende lavoro dipendente quello ripetitivo all'interno di un'azienda coordinato direttamente dal committente. Giro di vite, dunque, anche sulla partite Iva fasulle. Restano salve le collaborazioni regolamentate da accordi collettivi, all'interno, però, della nuova normativa.

    Ricollocazione. Arriva che il "il contratto di ricollocazione: un voucher da 7mila euro con quale ci si rivolge all'agenzia per trovare un nuovo posto di lavoro". Cambia anche l'apprendistato: quando si fa formazione il costo a carico dell'aziende scende al 10% "perché si fa formazione".

    Part time per malattia. Aumenta la flessibilità sul part-time: "In caso di grave patologia - ha spiegato il ministro Poletti - , in aggiunta a quelle oncologiche già previste, si potrà trasformare il lavoro a tempo pieno in lavoro a tempo parziale. Basta quindi con 'o stai a lavorare o vai a casa'. Lo stesso sarà possibile anche per i periodi di maternità o congedo parentale". Resta il contratto a chiamata se il tempo parziale avrà una maggior decontribuzione fiscale.

    Maternità e congedo parentale. Due le novità previste dal decreto: viene esteso dai tre ai sei anni del bambino il diritto ad usufruire del congedo parentale retribuito al 30%, mentre i permessi non pagati potranno essere richiesti fino ai 12 anni (oggi la norma prevede un limite a otto anni). In questo contesto vengono equiparati figli adottivi a quelli naturali. Sarà inoltre possibile optare per il part-time al posto del congedo di maternità.
    Ricordate sempre che l'Europa è il mezzo con cui la sinistra ha imposto la sua ideologia. Non serve uscire, perché adesso la si può cambiare dall'interno ---> E ancora non avete visto quello che succederà alle prossime elezioni europee ...

  8. #8
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    Citazione Originariamente Scritto da Dav. c. G. Visualizza Messaggio
    Nel jobs act non c'ē nulla di quel che dici. Ē solo nella testa dei bananas.
    Questa tua risposta mi delude molto.
    pensavo di avere a che fare con un altra persona di altro spessore.
    Ma va bè , è un vostro antico vizio negare la realtà, lo fate da almeno un secolo in Italia .
    Votrrei solo farti osservare che prima del job act , nelle aziende sopra i 15 operai , dopo il periodo di prova di due mesi, venivi assunto a tempo indeterminato e il tuo posto ( e la tua serenità di lavoratore , che voleva dire metter su casa ,acquistare un auto , accendere un mutuo) era garantita dalla magistratura del lavoro.
    Sotto i 15 dipendenti non era previsto perchè , il rapporto diretto con il proprietario, metteva al riparo l'operaio onesto e lavoratore da sorprese; cosa che nelle grandi aziende dove si era solo un numero di matricola non succedeva.
    Solo se tu eri uno scapestrato e delinquente potevi rischiare di perdere il lavoro , ma comunque sempre per causa del lavoratore.
    I sindacati avevano portato queste tutele a livello inaccettabile, tanto da garantire il posto anche a chi rubava e tramava contro la propria azienda , ma tant'è...lo spirito dell'art 18 era giusto e sacrosanto.
    Oggi invece, grazie al PD, ogni fine turno , i nuovi assunti, rischiano di trovarsi la letterina di licenziamento e nessun magistrato potrà farti riavere il tuo lavoro.
    C'è una grossa differenza tra ieri e oggi , che la gente ha colto ma che voi proprio non volete vedere.
    Ve ne accorgerete alle elezioni quando vi voteranno solo pensionati retributivi al riparo da sorprese e chi con il job act scarica sugli operai i suoi errori di impresa .
    Ma è, fortunatamente, una infima minoranza.
    Voi di sinistra avete fatto bene il compitino del signor Monti e Fornero.
    E lo iussoli è chiaramente una mossa per sostituire la classe operaia con un meticciato istupidito senza dignità e diritti per far vivere tranquilli le classi super agiate.

    diversa era la scelta di abbassare le tasse alle aziende , migliorare di molto la burocrazia e proteggere in vece il posto ai dipendenti.
    Ma per far questo bisognava risparmiare e mettere a repentaglio i privilegi e vitalizi di posizione di intere categorie di mangiapane a tradimento che vivano bellamente in Italia.
    Si è scelto allora , nella tradizione della sinistra che a parole fa miracoli ma nei fatti e feroce peggio del peggior sfruttatore, di far pagare il costo allo operaio, al più debole.
    vedremo come andrà a finire per voi.
    Se ancora avrete voti vuol dire che il popolo italiano è proprio stupido e merita di essere sottomesso.
    DI ROSSO IN ITALIA C'E' SOLO IL VINO

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  9. #9
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    Citazione Originariamente Scritto da CARLO NORD ITALIA Visualizza Messaggio
    Questa tua risposta mi delude molto.
    pensavo di avere a che fare con un altra persona di altro spessore.
    Ma va bè , è un vostro antico vizio negare la realtà, lo fate da almeno un secolo in Italia .
    Votrrei solo farti osservare che prima del job act , nelle aziende sopra i 15 operai , dopo il periodo di prova di due mesi, venivi assunto a tempo indeterminato e il tuo posto ( e la tua serenità di lavoratore , che voleva dire metter su casa ,acquistare un auto , accendere un mutuo) era garantita dalla magistratura del lavoro.
    Sotto i 15 dipendenti non era previsto perchè , il rapporto diretto con il proprietario, metteva al riparo l'operaio onesto e lavoratore da sorprese; cosa che nelle grandi aziende dove si era solo un numero di matricola non succedeva.
    Solo se tu eri uno scapestrato e delinquente potevi rischiare di perdere il lavoro , ma comunque sempre per causa del lavoratore.
    I sindacati avevano portato queste tutele a livello inaccettabile, tanto da garantire il posto anche a chi rubava e tramava contro la propria azienda , ma tant'è...lo spirito dell'art 18 era giusto e sacrosanto.
    Oggi invece, grazie al PD, ogni fine turno , i nuovi assunti, rischiano di trovarsi la letterina di licenziamento e nessun magistrato potrà farti riavere il tuo lavoro.
    C'è una grossa differenza tra ieri e oggi , che la gente ha colto ma che voi proprio non volete vedere.
    Ve ne accorgerete alle elezioni quando vi voteranno solo pensionati retributivi al riparo da sorprese e chi con il job act scarica sugli operai i suoi errori di impresa .
    Ma è, fortunatamente, una infima minoranza.
    Voi di sinistra avete fatto bene il compitino del signor Monti e Fornero.
    E lo iussoli è chiaramente una mossa per sostituire la classe operaia con un meticciato istupidito senza dignità e diritti per far vivere tranquilli le classi super agiate.

    diversa era la scelta di abbassare le tasse alle aziende , migliorare di molto la burocrazia e proteggere in vece il posto ai dipendenti.
    Ma per far questo bisognava risparmiare e mettere a repentaglio i privilegi e vitalizi di posizione di intere categorie di mangiapane a tradimento che vivano bellamente in Italia.
    Si è scelto allora , nella tradizione della sinistra che a parole fa miracoli ma nei fatti e feroce peggio del peggior sfruttatore, di far pagare il costo allo operaio, al più debole.
    vedremo come andrà a finire per voi.
    Se ancora avrete voti vuol dire che il popolo italiano è proprio stupido e merita di essere sottomesso.


    Le risposte che ti deludono, sono quelle che non ti fanno comodo politicamente...

  10. #10
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    Predefinito Re: Sciopero Ilva: sindacati contro i tagli, tavolo rinviato al Mise

    Citazione Originariamente Scritto da caio Visualizza Messaggio
    Le risposte che ti deludono, sono quelle che non ti fanno comodo politicamente...
    Impossibile da commentare .
    Anzi...si.
    la verità delle cose a voi sinistri fa male.
    Ma dei disastri che avete combinato ne pagherete lo scotto in termini di voti e popolarità .
    farete la fine dei socialisti francesi.
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