Taranto, gli operai Ilva scioperano per 24 ore: "Inaccettabili 3.300 esuberi" - Repubblica.it

TARANTO - Gli operai dell'Ilva di Taranto in sciopero hanno fermato la fabbrica mentre a Roma è saltato il tavolo tra governo e Am Investco, la società che ha vinto la gara per rilevare il siderurgico. Ad annullare il confronto sull'occupazione è stato proprio il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, secondo il quale "non sono stati mantenuti gli impegni presi a luglio, cioè garantire i salari". Il tavolo è stato aggiornato a data da destinarsi.

A Taranto intanto presidi, assemblee e fabbrica praticamente fermata dall'adesione quasi totale allo sciopero di 24 ore organizzato dai sindacati dei metalmeccanici contro i tagli e gli esuberi annunciati da Am Investco (cordata formata da Arcelormittal e Marcegaglia). "Qui nessuno può stare tranquillo" è il refrain che si sente tra gli operai davanti alla portineria D. "Le condizioni proposte sono inaccettabili" hanno detto i lavoratori riuniti in assemblea.

Si riferiscono ai 3.300 esuberi annunciati da Am Investco solo per lo stabilimento di Taranto, dove lavorano circa 12mila addetti. In tutto sono 4mila, su 14.200 addetti totali, gli esuberi annunciati anche per gli stabilimenti di Genova e Novi Ligure. Oltre agli esuberi, per i sindacati è inaccettabile l'interno pacchetto di proposte della cordata acquirente, che prevede la riassunzione col Jobs Act di tutti gli addetti con la relativa perdita di anzianità e di tutte le voci integrative.

Taranto, gli operai Ilva scioperano per 24 ore: "Inaccettabili 3.300 esuberi"
Lo sciopero dei lavoratori Ilva
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Un taglio netto di circa 6-7mila euro all'anno per ogni lavoratore. C'è un altro punto sul quale Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno alzato le barricate: il rischio che il già delicato sistema di indotto e appalto locale crolli a causa della creazione di nuove società ad hoc per gli appalti. per riassorbire i dipendenti non assunti da Am Investco e dall'attuale amministrazione straordinaria che ha da spendere circa 1 miliardo di euro nei lavori di bonifica.

"Si tratta di almeno altre 3500 persone e famiglie che da anni vivono ancora più in bilico dei lavoratori diretti. Sarebbe un massacro sociale" spiega Giuseppe Romano della Fiom Cgil. Le aziende dell'indotto, ricorda Vincenzo Cesareo presidente di Confindustria Taranto "attendono ormai da anni 150 milioni di euro di crediti che erano stati garantiti dal governo e che rischiano di restare nel passivo della vecchia Ilva fallita".

Allo sciopero indetto dai sindacati hanno partecipato perfino i lavoratori delle così dette "comandate", squadre che avrebbero dovuto assicurare il funzionamento degli impianti e la loro sicurezza. L'Ilva ha dovuto fermare alcuni impianti come l'acciaieria. "Lo sciopero non è solo per tutelare il lavoro ma anche per difendere l'ambiente e la città di Taranto. Mittal se crede di venire qui a dettare legge ha sbagliato di grosso" ha detto durante le assemblee uno dei partecipanti.

Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci ha fatto visita a uno dei presidi di protesta dei lavoratori Ilva in sciopero. "Non è con l'azzeramento dei diritti acquisiti nel tempo dai lavoratori o con generiche rassicurazioni e nemmeno escludendo le Istituzioni locali che si raggiungerà
il successo di una operazione così complessa" ha dichiarato il primo cittadino.

Solidarietà ai lavoratori è arrivata anche dall'arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro, che chiede al governo il massimo impegno sui salari e sull'ambiente. "Un solo giorno di ritardo nell'applicazione dell'Aia è un giorno in più di oltraggio all'ambiente, un giorno in meno di salute per i tarantini".