Auguri mito!

Honda Fireblade: 25 anni di storia

Venticinque anni di Fireblade, venticinque anni di una regina tra le Superbike. Un quarto di secolo, mica roba da poco. Che poi, è tanto per una vita intera, figuriamoci per un'idea, per un progetto che è voluto rimanere sempre al passo con gli anni, vincente spesso, sia per strada che tra le curve di un circuito, sia nelle competizioni che tra gli appassionati amatori.

Insomma, parli di CBR Fireblade e, volente o nolente, appassionato Hondista o meno, non puoi fare a meno di sottolineare la sua storia nata sul finire del 1991 al Salone di Colonia, venne svelata in anteprima la primissima versione, la 900RR da 893cc. Da quel momento, il cammino della quattro cilindri dell'Ala è proseguito fino all'ultimo modello, celebrato in compagnia della Honda Type R su quattro ruote proprio in questi giorni.

1992-1995, CBR900RR Fireblade (893cc)

195 chilogrammi, 116 cavalli. Si, ai tempi si parlava di potenze e peso da urlo per la creatura di Tadao Baba. Per intenderci, ai tempi si saliva tranquillamente oltre i 200 chilogrammi con la cilindrata piena. La Fireblade invece rivoluzionava per questa sua "leggerezza" anche se perdeva qualche cavallo. Era un qualcosa di unico per l'epoca però quello chassis ultra leggero, con oltretutto delle geometrie che per l'epoca erano assolutamente aggressive. Fu rivoluzione dunque, con un interasse da 1405mm ed una ruota anteriore da 16 pollici.

1996-1999 CBR900RR Fireblade (919cc)

Dopo un primo aggiornamento del 1994, si passa ad una cilindrata di 919cc dagli originali 893cc. Come? Un millimetro in più di alesaggio - 71mm x 58mm - con una potenza che sale di un cavallo. Poco? Forse, ma contemporaneamente giunge una dieta di quasi 10 chilogrammi. Un cavallo in più vero, ma un peso di appena 196 kg in ordine di marcia. L'estetica rimane praticamente tale, con uno scarico più grande. Anche ciclisticamente sono stati apportati dei cambiamenti. Cambiate le rigidezze ed un'avancorsa che cala di 5 millimetri. Una moto più reattiva, più agile, più guidabile.

2000-2001 CBR900RR Fireblade (929cc)

La concorrenza si affaccia in maniera chiara ed evidente. La Yamaha ha sfornato la nuova R1 tanto per dirne una ed allora la Honda deve correre ai ripari. Arriva dunque una Fireblade compeltamente differente: linee affinate, filanti, cilindrata che sale a 929cc ed una potenza che arriva alla quota strabordante di 150 cavalli. La rivoluzione? L'elettronica PGM-FI, ruota da 17 pollici, forcella a steli rovesciati, nuovo il telaio. Il forcellone poi è infulcrato direttamente sul carter motore per avere una moto ancor più compatta.

2002-2003 CBR900RR Fireblade (954cc)

L'evoluzione non si ferma. Più di evoluzione, con la 954 arriva una mini rivoluzione, sopratutto dal punto di vista estetico. Il motore? cilindrata aumentata a 152 cavalli, carattere più brusco. Certo, questa Fireblade era più vista come stradale, considerando il VTR che spopolava nel Mondiale Superbike e prima ancora la RC45, ma la Fireblade rimase ancora come una delle moto più iconiche e cattive.

2004-2005 CBR1000RR Fireblade (998cc)

Il mondiale Superbike apre alle 4 cilindri e la Honda dunque si ispira alla sua nuova RC211V per fare la sua CBR1000RR, la Fireblade che cambia il suo passo e torna a solcare i circuiti mondiali. Cilindrata piena con un motore da 998 cc, 172 cavalli di potenza, ma sopratutto quello scarico sottosella. Il propulsore era un superquadro con alesaggio\corsa 75,6 x 56,5mm, anche se era un pochino troppo pesante con i suoi 180 kg a secco. Si ovviò con una riduzione nell'aggiornamento di mezza età: più leggera e più potente, migliorava in termini di agilità e prestazioni su tutti i fronti.

2008-2011 CBR1000RR (999cc)

Ancora un'annata, ancora una rivoluzione. Ancora una Fireblade somigliante alla MotoGP di allora: linee molto più compatte, questa Fireblade del 2008 fu riprogettata dal primo all'ultimo componente. Il motore arriva a 999 cc e la potenza a 178 CV. Lo scarico basso perfettamente integrato nella linea fa scuola in termini di design, e la frizione antisaltellamento è di serie. Nel 2012 arriva anche il restyling. Più spigolosa con il frontale, cerchi a razze sdoppiate. Due anni ancora e si arriva a 181 cavalli con un'erogazione migliorata. Manca ancora però il controllo di trazione. E' una moto che fa dell'equilibrio la sua forza, ma la concorrenza inizia a staccarsi.

2014 CBR1000RR-SP (999cc)

Per la prima volta una Fireblade “Sport Production” viene affiancata alla versione di serie. È dotata di sospensioni Öhlins appositamente messe a punto per Honda, e di freni Brembo monoblocco all’anteriore. Il motore da 181 CV prevede una selezione in fabbrica di pistoni e bielle per mantenerli in un range di equilibratura più ristretto. Rigorosamente monoposto e con livrea dedicata, è la Fireblade che massimizza il rendimento in pista. Il canto del cigno di una moto che dovrà essere rivoluzionata certo...ma che bello portarla in pista.

2017 CBR1000RR (999 cc)

Si arriva all'ultima evoluzione, anzi una rivoluzione con la riprogettazione del 90% delle componenti. 15 chilogrammi in meno, 11 cavalli in più ed un pacchetto elettronico di prim'ordine con piattaforma inerziale IMU. Sospensioni Showa e freni Tokico. Non basta? Honda porta anche la SP: rispetto al modello base, ha serbatoio in titanio, freni Brembo, sospensioni semi elettroniche Öhlins e batteria agli Ioni di Litio. Solo con livrea tricolour, è la 4 cilindri in linea più leggera della sua categoria. Ancora insufficiente? Ecco la SP2, una sigla che mancava da fin troppo tempo affiancata alla casa dell'Ala: progettata con l’obiettivo di essere la base di partenza per le elaborazioni della classe Superbike, ha motore con testata diversa e cerchi in alluminio forgiato per ridurre le masse non sospese e l’effetto giroscopico.

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