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Che cosa ha scoperto ancora una volta il Canard?
Ha scoperto che dal 2015, quindi non da poco, Areva ha bloccato la fornitura di componenti metallurgici, a cominciare dalle cuve d'acciaio dove si produce il vapore che alimenta le turbine, da parte della sua controllata, la Creusot Forge, la storica azienda della Loira che un tempo costruiva cannoni e ora grands pièces, componenti per l'industria elettro-nucleare, e che è passata per tante mani, dagli indiani di Arcelor-Mittal fino alla Essor di Michel-Yves Bolloré, il fratello di Vincent di Vivendi, prima di arrivare allo stato francese via Areva-Edf.
E perché l'ha fatto? Per la stessa ragione per cui un committente blocca un suo fornitore: errori di fabbricazione, anomalie, componenti difettosi.
Ma il fatto forse ancor più grave è che a svelare, per dirla con un eufemismo, la défaillance della Creusot non è stato il suo committente-azionista (come avrebbe dovuto essere), ma l'Asn, l'Autorité de sûreté nucléaire, l'Agenzia nazionale per la sicurezza nucleare, guidata da Pierre Franck Chevet, un ingegnere-grand commis (al ministero dell'industria dai tempi di Chernobyl), che nel corso di una verifica al cantiere di Flammanville, in Normandia, dove Areva sta costruendo la sua seconda centrale di nuova generazione (la prima è in Finlandia, come abbiamo detto), ha scoperto alcune gravi anomalie (écarts) in alcune componenti della cuve, fornite per l'appunto da Creusot Forge.
Solo che qui si tratta di componenti essenziali del ciclo nucleare non di una subfornitura industriale qualsiasi.
Un portavoce dell'Asn, Remy Catteau, conferma tutto: «Non solo difetti di produzione ma anche errori di progettazione. C'è da chiedersi come mai Areva non se ne sia accorta prima».
Punta sul vivo, Areva ha, allora, avviato un controllo a tappeto su tutti i componenti forniti dalla sua controllata a partire dal 2010 e ha affidato questa massiccia operazione di audit industriale alla Lloyd Register Apeva, una società di ingegneria che si occupa di controllo qualità nei grandi impianti.
Il documento, 35 pagine, che Apeva ha consegnato ad Areva (e di cui il Canard è venuto in possesso, naturalmente) è agghiacciante: il controllo qualità alla Creusot era praticamente inesistente. Nessuna verifica in laboratorio, solo una serie di fiches, di schede compilate a mano. Tanto, chi sarebbe mai venuto a controllare...