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  1. #21
    calici amari
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    Predefinito Re: smog, le città italiane più a rischio

    Citazione Originariamente Scritto da MaIn Visualizza Messaggio
    a questo punto, forse ci ritrovermo a dover sostenere l'industria delle auto ibride (elettrico + benzina) e la fiat è in ritardo rispetto ai concorrenti su questo fronte :/

    .

    Ma che fine hanno fatto i soldi che lo stato ha regalato alla fiat...?

    Marchionne? “Poco chiaro, ha ricevuto importanti risorse pubbliche per il green e non si capisce perché ha mollato”. Non erano cadute nel vuoto le critiche del ministro dell’Ambiente alla Fiat per la mancata restituzione al Paese, in termini di ricerca e sviluppo, delle risorse statali ricevute negli ultimi quindici anni: 70 milioni di euro per lo sviluppo di tecnologie innovative. (...)
    ha detto Marchionne: “Il discorso del ministro è parziale, alcune sue dichiarazioni poco generose verso Fiat. Dimentica che abbiamo il più basso livello di emissioni di Co2.

    Fiat, botta e risposta Clini-Marchionne sugli aiuti per la ricerca non fatta - Il Fatto Quotidiano

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    Ultima modifica di Regina di Coppe; 05-01-16 alle 20:31
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
    Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.

  2. #22
    calici amari
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    Predefinito Re: smog, le città italiane più a rischio

    Citazione Originariamente Scritto da MaIn Visualizza Messaggio

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    In arrivo controlli e multe per chi non si adegua....

    Bollino blu caldaia Roma 2016 costo quando fare rinnovo e multa


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  3. #23
    calici amari
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    Predefinito Re: smog, le città italiane più a rischio

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    Qualche giorno di pioggia ha ridotto lo smog, ma l'inquinamento che era sparso per aria ora è stato riversato sui terreni e sulle acque...

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  4. #24
    calici amari
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    Predefinito Re: smog, le città italiane più a rischio

    .

    nel 2015 ben 48 (il 53%), hanno superato il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti di Pm10. Le situazioni più critiche si sono registrate a Frosinone che guida anche quest’anno la classifica dei capoluoghi di provincia dove i giorni di superamento nel 2015 sono stati 115; seguita da Pavia con 114 giorni, Vicenza con 110, Milano con 101 e Torino con 99. Dei 48 capoluoghi fuori legge il 6% (Frosinone, Pavia e Vicenza) ha superato il limite delle 35 giornate più del triplo delle volte, andando oltre i 105 giorni totali; il 33% lo ha superato di almeno due volte e il 25% ha superato il limite legale una volta e mezza. Anche a livello regionale, la situazione non è delle migliori: in Veneto il 92% delle centraline urbane monitorate ha superato il limite dei 35 giorni consentiti; (in particolare quelle di Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza), in Lombardia l’84% delle centraline urbane (tutte quelle di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia, Como e Monza), in Piemonte l’82% delle stazioni di città (en plein per le centraline di Alessandria, Asti, Novara, Torino e Vercelli), il 75% delle centraline sia in Emilia-Romagna (Ferrara, Modena, Piacenza, Parma, Ravenna e Rimini) sia in Campania (Avellino, Benevento, Caserta e Salerno). (...)


    Per Legambiente per contrastare in maniera efficace l’inquinamento atmosferico, è indispensabile un cambio di passo nelle politiche della mobilità sostenibile, potenziando il trasporto sul ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così le auto l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini. Oggi l’Italia continua ad avere il record per numero di auto per abitante: il tasso di motorizzazione arriva a 62 auto ogni 100 abitanti della città di Roma o ai 67 di Catania, contro le 25 auto ogni 100 abitanti di Amsterdam e Parigi o le 31 di Londra. Per l’associazione ambientalista è perciò indispensabile una strategia nazionale per la qualità dell’aria e un piano per la mobilità in città, accompagnato da studi accurati sulle fonti di emissione, eseguiti a scala locale e urbana, per pianificare le giuste politiche di intervento.

    Articolo completo:
    Legambiente presenta Mal?aria di città 2016 | Legambiente

    Dossier completo sullo smog Mal'aria 2016: v. link qui sotto:

    http://www.legambiente.it/sites/defa...alaria2016.pdf

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  5. #25
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    Predefinito Re: smog, le città italiane più a rischio

    l'azzardo lì: bisognerebbe incentivare il trasferimento degli anziani nelle campagne. in modo da decongestionare le città. e in campagna respirano aria buona, fanno circolare un po' di soldi e si fanno l'orticello.

  6. #26
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    Predefinito Re: smog, le città italiane più a rischio

    Quoto in pieno Main !
    Poi accade come nella puntata di South Park !

    http://entrainfantasia.blogspot.it/

    "In tempi passati alberi e uomini erano buoni amici" Hayao Miyazaki

  7. #27
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  8. #28
    calici amari
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    Predefinito Re: smog, le città italiane più a rischio

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    Ennio Cadum, direttore del centro regionale per l’epidemiologia e la salute ambientale di Arpa, non è abituato ad usare parole diplomatiche per descrivere questa situazione di emergenza anche perché i numeri non lasciano margine ad interpretazioni: «Abbiamo stimato - spiega - che in città ci siano circa 900 decessi l’anno causati dall’eccesso di presenza di polveri sottili e di questi un centinaio si registrino nei giorni a ridosso dei picchi». I tecnici di Arpa e i responsabili dei servizi epidemiologici delle Asl 1 e 2 di Torino hanno illustrato i loro studi alla commissione Ambiente del Consiglio comunale convocata dal presidente Federico Mensio per discutere dell’emergenza smog.
    ?A Torino 900 morti l?anno per colpa dello smog? - La Stampa

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  9. #29
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    Predefinito Re: smog, le città italiane più a rischio

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    “Fa bene l’Europa a intervenire duramente contro l’Italia – spiega il presidente Carlo Rienzi – Di fronte al costante superamento dei limiti all’inquinamento dell’aria i Comuni hanno adottato solo misure blande, palliativi inefficaci, spesso senza alcun controllo reale su divieti e limitazioni imposti. Nessun incentivo sull’utilizzo dei mezzi pubblici né potenziamento dei trasporti locali per disincentivare il ricorso all’automobile da parte dei cittadini. Una situazione che ha portato l’Italia ad occupare il primo posto in Europa per morti da smog: nel nostro paese si contano infatti 90mila vittime ogni anno causate dall’inquinamento dell’aria, 1.500 solo a Roma”. Secondo Rienzi, “nel caso in cui si arrivi ad una sanzione per l’Italia, chiameremo gli amministratori locali a pagare la multa con i loro beni personali, per l’incapacità e l’immobilismo dimostrati”.



    Per approfondire
    Smog, Codacons: in Italia record europeo per morti, 90mila all'anno - Meteo Web


    La Commissione europea, si legge in una nota, ha inviato un ultimo avvertimento a Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito perche' "non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell'aria per il biossido di azoto (NO2) che costituisce un grave rischio per la salute. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale" e in particolare dai motori diesel. Se gli Stati membri non agiranno entro due mesi per mettere in campo "misure idonee" a risolvere il problema, si sottolinea nella nota, "la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell'Ue". Bruxelles sollecita quindi l'Italia e gli altri Paesi "ad agire per garantire una buona qualità dell'aria e salvaguardare la salute pubblica" ricordando che più di 400 mila cittadini muoiono prematuramente nell'Ue ogni anno a causa della scarsa qualità dell'aria. Milioni di persone, inoltre, soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie causate dall'inquinamento atmosferico.
    See more at: Smog: Ue apre seconda fase della procedura di infrazione contro l'Italia - Rai News
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  10. #30
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    Predefinito Smog, la strage invisibile che fa milioni di morti l'anno

    https://ilmanifesto.it/smog-una-guer...ioni-di-morti/

    Un valore economico di 4,6 trilioni di dollari all’anno andato in fumo. Equivale al 6,2% della produzione mondiale; più della ricchezza complessiva generata annualmente in Giappone, l’equivalente di Regno Unito e Italia messe insieme.

    Un trilione è una cifra impegnativa: si scrive con 18 zeri e si fatica a pensarla. Ma ne abbiamo esperienza quotidiana: è la quantità di ricchezza e benessere distrutta ogni anno dall’inquinamento atmosferico.

    Le cifre dell’economica sono sbalorditive ma fredde, quelle della medicina dicono meglio: la somma degli inquinanti in atmosfera, acqua e suolo, a livello globale, causa annualmente 9 milioni di morti.

    Quindici volte le vittime di tutte le guerre in corso sul Pianeta e di tutti gli atti di violenza. La mortalità generata dall’inquinamento atmosferico è stimata in circa 6,5 milioni.

    Questi dati emergono dal rapporto preparato dalla Lancet Commission on Pollution & Health, pubblicato da poche ore. Vengono resi noti in giornate in cui sulla Pianura Padana, come immortalato da una foto dell’astronauta Nespoli, si stende una cappa di smog visibile dallo spazio.

    “Torino come Pechino” è stato il titolo giornalistico, facile ma veridico, coniato per rendere l’immagine di quanto avviene. Nel capoluogo sabaudo la concentrazione delle polveri è salita a oltre il doppio del valore individuato dalla normativa come soglia di allarme.

    Dal Comune raccomandano di tenere le finestre chiuse, limitare gli spostamenti, non riscaldare i luoghi indoor oltre i 19 gradi. E partono anche misure di limitazione al traffico privato che sembreranno draconiane – in un Paese in cui per molti l’automobile è vettore solo e unico della mobilità – e che invece sono insufficienti ed emergenziali.

    E come tali destinate solo a tamponare un fenomeno che ha invece una portata cronica.

    Le fonti dell’inquinamento atmosferico, in un ambiente urbano, sono molteplici. Dipendono principalmente dalla mobilità, dall’edilizia, dall’industria. Variano da contesto a contesto ma, in generale, il loro contributo specifico al problema complessivo, inquinante per inquinante, è noto.

    La situazione, da vent’anni a questa parte, nelle nostre città è in parte migliorata. Ma i miglioramenti sono appunto settoriali e non sufficienti.

    Le città italiane – e quelle del nord padano in particolare – sono meno esposte ai fumi dell’industria; e l’efficienza energetica sta riducendo (anche se troppo lentamente) le emissioni che vengono dall’edilizia. Il settore che meno di altri contribuisce al risanamento dell’aria che respiriamo nelle nostre città è certamente quello della mobilità.

    Greenpeace si sta occupando, in questo periodo e su scala europea, di un inquinante specifico: il biossido di azoto, un gas cancerogeno emesso in larga quantità dai veicoli diesel.

    In una città come Roma oltre tre quarti del NO2 in atmosfera viene dai veicoli a gasolio. In difformità dall’immaginario collettivo, benché sia un inquinante precursore anche delle polveri sottili, non è un inquinante “padano”: la capitale e Palermo, ad esempio, registrano concentrazioni medie annue non dissimili da Milano e Torino, e sempre ben al di sopra della soglia indicata dall’Oms per la protezione della salute umana (40 microgrammi/metro cubo).

    Secondo un recente rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente l’Italia è il paese europeo dove l’NO2 ha gli impatti sanitari maggiori: oltre 17mila casi l’anno di mortalità prematura.

    I bambini sono i soggetti più esposti agli effetti patogeni del biossido di azoto. Per questo, nelle ultime settimane, Greenpeace ha monitorato l’aria in prossimità di dieci scuole romane, asili ed elementari.

    Dieci monitoraggi su dieci mostrano livelli di inquinamento costantemente allarmanti, con picchi – in concentrazioni medie su dieci minuti – fino a 111,4 μg/m3: un valore abnorme, se si considera che già nel 2005 l’Oms segnalava come nei bambini gli effetti patogeni sul sistema respiratorio siano provati anche per concentrazioni inferiori ai 40 μg/m3.

    “Biossido di azoto” è una dizione sconosciuta ai più. “Dieselgate” lo è certamente meno. I veleni che respiriamo sono anche e soprattutto il risultato composito di una gigantesca frode industriale, dell’attività di lobbying dell’industria automobilistica, di controllori “distratti”, di decisori pavidi. La sfida immediata resta quella di salvarci i polmoni. E una tra le poche soluzioni a disposizione, la più urgente, è una rivoluzione della mobilità.

    * responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace

 

 
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