In questi giorni in cui cade il centenario di Caporetto, della rotta e del riposizionamento sul Piave nell'estrema difesa dell'unità ed integrità dell'Italia, provo sconforto a confrontare quell'Italia e quegli Italiani con quelli di adesso.
Un evento terribile, costato centinaia di migliaia di perdite tra uccisi, feriti, prigionieri e circa un milione di profughi civili in fuga dalla furia del nemico, ma che vide una risposta straordinaria di tutta la Nazione, trasformatasi in Esercito combattente sul Piave, sul Grappa, nelle fabbriche, nei campi, in tutti i luoghi in cui si produceva qualcosa utile a resistere.
Oggi, un secolo dopo, i traditori hanno portato milioni di stranieri, del tutto avulsi dalle nostre cultura e civiltà, ad imbarbarire e sfigurare questo nostro Paese.
Anche per questo, sento più che mai la desolazione di essere un italiano d'oggi ma, al contempo, provo fierezza per quello che furono i nostri avi.
Grazie per consentirci ancora, dopo cento anni, di avere l'orgoglio di appartenere a questa Patria!