Il Presidente del Senato Grasso abbandona il PD



«La misura è colma, politicamente e umanamente», ha confidato un Pietro Grasso «molto amareggiato e deluso» prima di comunicare ufficialmente la clamorosa rottura con il Pd di Renzi. «Decisione sofferta», che il presidente del Senato ha assunto dopo averci pensato sopra a lungo: «È l’unica scelta che possa certificare la distanza da una deriva che non condivido». Parole pesanti, spedite all’indirizzo del Nazareno per marcare la distanza dall’attuale inquilino.
Pietro Grasso spiega così la decisione di lasciare il Pd: «Il fatto che il presidente del Senato veda passare una legge elettorale redatta in altra Camera senza poter cambiare una virgola è una sorta di violenza che ho voluto rappresentare. Mi sono dimesso dopo e non prima per rispetto delle istituzioni. È stata una decisione molto sofferta, ma non mi riconosco più né nel merito né nel metodo delle scelte del Pd»
Da quando nel 2013, con Bersani alla guida, il Pd lo portò sullo scranno più alto di Palazzo Madama, per la seconda carica dello Stato è cambiato tutto. Sono mutati «i principi e i valori condivisi, che negli anni si sono andati disperdendo». Grasso non si riconosce più «nel merito e nel metodo» e vede con preoccupazione le prospettive future di questo Pd. Un partito che potrebbe imbarcare in coalizione pezzi di centrodestra e di cui condanna «comportamenti che imbarazzano le istituzioni e ne minano la credibilità e l’indipendenza».L’ex magistrato che studia da leader politico ha resistito «per dovere istituzionale» fino a quando il Rosatellum, che giudica guastato da «enormi difetti», è diventato legge. A quel punto, soppesata anche la «forzatura» per lui evitabile delle cinque fiducie e l’ennesima botta al ruolo e alle funzioni del Senato, il presidente ha detto addio al gruppo del Pd e, d’ufficio, sarà da oggi un membro del Misto. Il vaso era colmo da un pezzo. I durissimi mesi di lavori e contrasti sulla riforma costituzionale, il rischio «plebiscito» denunciato da Grasso nel gennaio 2016, le critiche nel luglio dello scorso anno verso i «toni apocalittici» di Renzi durante la campagna referendaria... Un avviso ai naviganti Grasso lo aveva spedito mercoledì dallo scranno della presidenza. Rispondendo alle provocazioni del pentastellato Vito Crimi, il presidente aveva rivelato quanto «duro» fosse per lui, nonostante il profondo malessere, «resistere e continuare piuttosto che accettare una fuga vigliacca».