Dalla Stampa
Nel paese ferito dalla strage nazifascista, l’omaggio della vergogna alla Repubblica di Salò. Al termine della gara giocata ieri (domenica 12 novembre) tra il Marzabotto - padrone di casa - e il Futa 65, per il campionato della seconda categoria dilettanti, un giocatore del Futa «si è diretto verso il pubblico sugli spalti togliendosi la maglietta sportiva e sfoggiandone una nera con in bella vista l’Aquila fascista». A segnalare il fatto, in una nota, è il presidente del comitato regionale onoranze ai caduti di Marzabotto, Valter Cardi secondo cui «ancora una volta Marzabotto si vede costretto a subire una ennesima inaccettabile offesa durante una partita di calcio».
Questo povero ragazzo di 25 anni, povero di testa, intendo, non ha chiuso come si deve la sua intelligente esibizione: se dopo aver segnato un goal ed essersi tolto la maglietta e aver mostrato, sotto la sua faccia corredata da due baffetti del tutto simili a quelli di Hitler, una maglia nera con grande stemma della RSI, accompagnando il tutto con l'esibizione del saluto romano sotto la tribuna, avesse anche esposto un cartello con nome cognome e indirizzo di casa sua, così che gli eredi dei duemila morti di Marzabotto ammazzati dai nazi-fascisti avessero potuto vedere chi era l'autore di quel capolavoro, avrebbe quanto meno, nella sua povertà mentale, dimostrato di sapersi prendere la responsabilità del suo gesto.