Originariamente Scritto da
Ronnie
Le dico la mia, On. Decano,
la risposta è che la mozione o legge non è tecnicamente ri-presentata, perché non ha mai smesso di essere nel 3d delle proposte, ma semplicemente viene ri-calendarizzata quando c'è tempo per trattarla, poiché essendo stata rinviata (e non respinta) essa non è decaduta come iniziativa, ma solo rinviata ancora nel suo stato pre-approvazione, in forza del diniego della firma presidenziale, che può dar luogo a nuove discussioni in futuro.
Una utile precisazione è che il testo della proposta, se modificato con emendamento dalla Camera, ma poi respinto nel merito, non è più quello originario, ma quello modificato rinviato. Quindi in tal caso potrebbe aver senso precisare che il Presidente della Camera deve considerare come presentato e prendere a riferimento tra i progetti da scegliere solo il testo emendato, e non il testo originario.
Ciò premesso, nel predisporre l'art. 6 del regolamento della Camera avevamo previsto che in casi del genere intervenisse la norma che sottolineo qui:
"I) da uno a due progetti possono essere scelti dal Presidente della Camera, fra quelli proposti dai rappresentanti dei gruppi politici. Il Presidente, in pendenza di iniziative arretrate, è tenuto a sceglierne due."
Se le iniziative arretrate sono più d'una, sia nuove che rinviate, tutti i presentatori di una proposta sono uguali nei diritti ed hanno qualcuno che possa tutelarli: il governo se di maggioranza, i capigruppo se di opposizione, o non unitaria nella maggioranza, ed infine c'è comunque il Presidente della Camera che agisce residualmente e comunque dovrà prima o poi ri-calendarizzare, se nessun altro è in fila, qualunque cosa sia rimasta a piè di lista.
Da questo punto di vista il sistema sembra essere perfettamente equanime e funzionale. Si può scrivere meglio perché sia più chiaro? In tal caso pensiamoci, così da farlo insieme all'emendamento citato.