D'altra parte i debiti contratti in campagna elettorale vanno ripagati. Da questo punto di vista la Raggi e' stata molto corretta.
Una vittoria dei bancarellieri mutandari.
“La nuova Festa della Befana premierà qualità, sostenibilità e artigianato”. Queste furono le parole pronunciate, nel settembre scorso, da Andrea Coia, presidente della Commissione capitolina Commercio, il giorno della presentazione del nuovo bando per il tradizionale mercatino natalizio di Piazza Navona, a Roma. E invece, nonostante gli annunci, anche quest’anno – e per i prossimi 9 anni – a vendere dolciumi e giochi natalizi ai bambini romani saranno ancora una volta i membri della famiglia Tredicine, incontrastati dominatori del settore degli ambulanti capitolini. D’altronde, la determinazione dirigenziale contenente le graduatorie e le assegnazioni, firmata lunedì 20 novembre dal direttore del Dipartimento Sviluppo di Roma Capitale, Luigi Maggio, parla chiaro: a vincere, nel 90% dei casi sono stati gli operatori con una maggiore “anzianità di posteggio”.
Fra i nomi degli assegnatari, ci sono quelli che i romani ormai conoscono a memoria: Alfiero Tredicine, Dino Tredicine, Elio Tredicine, Tania Donatella Tredicine, Mario Tredicine, Anna Maria Cirulli (moglie di Mario Tredicine), Irene Rina Cirulli (sorella di Anna Maria), Sandro Cirulli, Pierina Maria Franceschelli (moglie di Dino Tredicine). Alfiero è anche zio di Giordano Tredicine, ex consigliere Pdl condannato a 3 anni nel processo sul Mondo di Mezzo. Un cartello familiare – su cui da anni indagano a vario titolo magistratura e Guardia di Finanza – ben organizzato che è riuscito ad accaparrarsi la bellezza di 16 postazioni sulle 51 a disposizione, mentre gran parte dei posteggi restanti sono comunque stati vinti da commercianti “esperti” del settore. La famiglia Tredicine – originaria di Schiavi d’Abruzzo, in provincia di Chieti – gestisce da anni la stragrande maggioranza degli spazi riservati ai camion bar (in molti casi posizionati proprio davanti ai monumenti più importanti), alle bancarelle e ai venditori di caldarroste. Grazie a un forte sodalizio con la comunità bengalese – documentato dalle informative delle Fiamme Gialle – i concessionari utilizzano ai banchi quasi esclusivamente i migranti di quella nazionalità.
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