La politica dei respingimenti funziona e produce effetti anche in Paesi come la Tunisa, l'Algeria e il Marocco, dai quali non partono più barconi verso l'Italia.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni, parla da Tripoli, dove ha incontrato il suo omologo Abdel Fatah Younis al-Obeidi, avanzando la proposta di istituire un tavolo tecnico con la commissione europea e l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu per affrontare il tema del contrasto all’immigrazione clandestina e le modalità per la richiesta di asilo.
Il titolare del Viminale è tornato sull’accordo siglato tra Italia e Libia in tema di immigrazione clandestina. Accordo che “funziona”, ha sottolineato Maroni, riferendo che oggi sono state definite “iniziative comuni” e confermati “gli impegni presi”.
Maroni ha espresso parole di apprezzamento per “il grande lavoro di prevenzione che la Libia sta facendo sul territorio per combattere il racket dei trafficanti di esseri umani”, e ha annunciato “l’istituzione di due sale operative, una a Roma e una in Libia, dove è già presente nel porto di Zuwarah, che sarà il punto di partenza dei futuri pattugliamenti ad opere delle motovedette mandate dall’Italia”.
Più in generale, secondo Maroni, “la politica dei respingimenti ha dato i suoi frutti”.
Il ministro ha in particolare recepito informazioni dell’intelligence libica, secondo cui i respingimenti hanno fermato le partenze anche da Tunisia, Algeria e Marocco.
Maroni ha infine invitato il collega libico a Roma, prima del Consiglio europeo dei ministri dell'Interno del 4 e 5 giugno, in cui l'Italia presenterà le sue proposte per un progetto di cooperazione sul contrasto all'immigrazione clandestina insieme a Malta e Cipro.
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