Leggo il testo dei Radicali:
Russia: +Europa per rispondere alla minaccia in Italia e in Ue - Radicali Italiani
e mi sembra di rivivere la situazione delle "armi di distruzione di massa" di Saddam denunciate da Blair e Bush, a cui (all'epoca) secondo la Bonino non si potevano non credere perchè erano leader di "Paesi liberi". Salvo poi chiedere per Blair un tribunale internazionale.
Ora vero che Putin non è certo un santo e probabilmente neanche democratico, che la Russia fa la potenza regionale e quindi tende ad influenzare in maniera più o meno occulta la politica di altri Paesi, però mi pare che la guerra in Libia e in Iraq non l'abbia inaugurata la tanto vituperata ingerenza dei russi.
Non è la Russia ad intaccare gli interessi italiani (in Libia, in Iran e nella stessa Russia) all'estero nè la Russia a far scoppiare guerre che creano drammi umanitari di dimensioni bibliche.
Quindi di che stiamo parlando?

I Radicali hanno avuto un ruolo positivo nel far emergere tante problematiche interne (l'antiproibizionismo, la laicità, la lotta per condizioni migliore dei carcerati, l'assistenza ai malati) ma sulla politica estera lasciano sempre piuttosto a desiderare.
Forse sarebbe il caso di concentrarsi sui primi. Ottenuti parziali successi ( cannabis terapeutica, divorzio breve, interventi sulle carceri, unioni civili e si spera biotestamento) in questa legislatura, vi è ancora il campo dell'antiproibizionismo sulla droga e la prostituzione da conquistare.

Forse, invece di una lista pro-Europa, che ha il suo perchè ma alle elezioni italiane mi pare un controsenso,
servirebbe concentrarsi su questo grande tema: l'anti-proibizionismo.