- Salve direttore, qual è la percezione sull'accanimento contro Forza Nuova e tutto il mondo del nazionalismo italiano?
«La percezione è che il Sistema sia barcollante e perciò molto, molto nervoso. Questo nervosismo è sintomo di debolezza intrinseca: se il popolo italiano fosse felice della sua condizioni sociali, se si rallegrasse della sostituzione etnica avviata dalla nostra classe politica e da affaristi senza scrupoli per conto dei poteri forti a danno della nostra Patria, se fosse spontaneamente antifascista, antirazzista, omosessualista, demoliberale o marxista, il sistema potrebbe benissimo tollerare democraticamente e serenamente una opposizione radicale minoritaria. Quando invece la reazione si fa isterica significa che i vertici temono di perdere il controllo delle masse. In questa ottica si spiega la repressione antifascista a livelli differenti: politico, legislativo, poliziesco, mediatico, culturale, di strada. Tutto questo riparlare ossessivo della resistenza e della costituzione antifascista ricorda le società comuniste nei paesi dell’Est negli ultimi anni quando, apparentemente monolitiche, sentivano invece approssimarsi la fine del loro esperimento contro natura: più agonizzavano a causa del comunismo e più invocavano una maggiore applicazione dello stesso. Il Sistema oggi reagisce allo stesso modo iniettando maggiori dosi di veleno nel proprio sangue: un po’ come il drogato terminale che quando soffre vorrebbe aumentare la dose! Dall’altra parte, la repressione ha anche aspetti positivi per i nazionalisti: opera una selezione eliminando opportunisti, deboli, ipocriti e confusi – in altri termini gli ignavi di tutti i tipi – che in un modo o nell’altro si accodano al Sistema vendendosi per un piatto di lenticchie e contemporaneamente spinge i migliori a intensificare l’impegno, fa riscoprire il cameratismo, ricompatta i ranghi tra quelli in buona fede, evidenzia che solo i nazionalisti più radicali possono essere una vera opposizione sociale che non si limiti alla politica politicante.»
- L'Onda Nera esiste in realtà?
«L’Onda Nera? All’estero è già arrivata in paesi come Polonia, Ungheria, Slovacchia – e porta sicurezza, benessere e stabilità spirituali e materiali nella società. In Italia esiste per ora a livello potenziale, così come esiste negli incubi dei nostri nemici, questi apprendisti stregoni che evocano spiriti che poi non riescono a controllare. Ricordiamoci degli ultimi tempi della Germania Est: il potere rosso sbraitava contro il “pericolo dell’estrema destra” che stava sorgendo all’Ovest e come conseguenza un movimento giovanile militante finì per nascere proprio all’Est come imitazione di un fenomeno occidentale amplificato e criminalizzato dal potere comunista. Non a caso, a livello popolare, l’estrema destra riuscì in molte occasioni a prendere la testa delle proteste popolari contro il regime della DDR in una misura e con una frequenza che all’Ovest sarebbero state impensabili. I marxisti e tutti i progressisti riescono in molti casi a dare vita reale ai propri incubi e più cercano di combatterli e più li rendono reali. Non dimentichiamo che il muro di Berlino era nato come il “vallo di difesa antifascista”. Sotto questo aspetto, l’antifascismo rischia di fare la stessa fine del muro!»
- Perchè la stampa di sinistra, tende a criminalizzare i nazionalisti, mentre quella di destra a ridicolizzare e qual è il gioco di testate come Il Fatto Quotidiano, che ricalcano la strategia de Il Giornale in questo? Siamo rimasti basiti da quel triste titolo del Fatto: «Ai fascisti puzzano le ascelle», cosa ne pensa?
«La “sinistra” e la “destra” borghese sono le due gambe del Sistema a livello politico e anche mediatico. Si completano a vicenda. La sinistra si rivolge principalmente a un pubblico che si suppone essere antifascista e che quindi di fronte al pericolo dei “fascisti” veri o presunti, si ricompatta in un gregge ben gestibile – da qui la necessità di usare la criminalizzazione. La destra parla a un pubblico accomunato da un generico anticomunismo e che quindi è bene che resti ben distante dai veri patrioti di Forza Nuova che vanno ridicolizzati. Più in generale, chi sta a sinistra non deve vedere la carica sociale presente nel forzanovismo mentre chi sta a destra non deve rendersi conto della sua valenza etnico-nazionale perché se lo scoprissero potrebbero esserne contagiati e magari abbattere gli steccati che li dividono, incontrandosi insieme in una vera Comunità di Popolo. In realtà, cosa c’è di più spaventoso e insieme ridicolo di una classe politica che sta portando il nostro popolo verso la sua stessa scomparsa per annientamento sociale e sostituzione etnica insieme?»
- Parlando di stampa, Ordine Futuro che lei dirige da anni ed è l'organo di diffusione politico-culturale più imminente del forzanovismo, qual è la posizione di OF in relazione al blitz a La Repubblica? Quale sono i limiti tra libertà di informare dei giornalisti ed il diritto di un movimento ad non essere linciato mediaticamente da ingiusti ed infamanti attacchi?
«La verità è che i media non sono mai neutri, indipendenti, distaccati. Sono sempre al servizio di chi li finanzia. I giornali più affermati sono imprese capitaliste in perenne perdita economica, acuita dal calo delle vendite. Una impresa capitalista deve rendere: se non lo fa a livello economico diretto allora vuol dire che rende in altro modo a livello politico e di manipolazione culturale. Non è certo una novità, tutti lo sanno. Quello che è grottesco è che questa opera di lavaggio del cervello delle masse – la “libertà di stampa” del Sistema - sia trattata come una dea alla quale sacrificare e rendere omaggio. I militanti forzanovisti che hanno protestato contro la Repubblica hanno avuto l’ardire di mostrare che il re è nudo, hanno dissacrato un idolo del potere così come i militanti del VFS leggendo un comunicato hanno dissacrato in diretta la dea dell’accoglienza indiscriminata. Indicativo che il Sistema abbia detto a chiare lettere e ribadito con l’azione repressiva che una protesta non violenta contro una testata giornalistica dei poteri forti è cosa più grave di una bomba a una caserma delle forze dell’ordine. I servitori in divisa sono sacrificabili ma i servi culturali e i manipolatori della pubblica opinione non sono neppure criticabili? I servi mediatici dei poteri forti devono avere tutto il diritto non di informare, ma di criminalizzare, insultare, diffamare, linciare mediaticamente e istigare magari a altri tipi di linciaggio, ma chi viene colpito non ha neppure il diritto di reagire. Curiosa, questa “libertà di stampa”! »
- Sdrammatizziamo, visto che le ascelle sono entrate nell'iconografia del giornalismo antifascista e tralasciando che il giornalista de Il Fatto, guarda caso, è una ex "penna" a corte de La Repubblica, con trascorsi “particolari”, tralasciando tutto, mi viene da chiedere se “ai fascisti puzzano le ascelle” a certi giornalisti cosa gli puzza?
«A vedere la mancanza di stile di certi giornalisti verrebbe da pensare male. Come se rispondessero a interessi particolari. Naturalmente non voglio generalizzare ma in determinati casi chi dovrebbe fare servizi giornalistici ha fatto un lavoro da altro genere di servizi … magari igienici. In Italia (e non solo) si sta realizzando l’inferno sociale e loro sanno solo gridare al pericolo fascista per sostenere il potere. In fondo purtroppo c’è poco da sdrammatizzare: ai giornalisti di regime come a tutti i servi del Sistema puzzano di ideologia, come la prassi. Puzzano di morte, di cadavere, di disperazione, di smantellamento dello stato sociale. Puzzano di milioni di bambini abortiti, di famiglie italiane sfrattate, di quartieri abbandonati al degrado o consegnati agli invasori islamici, di patrioti arrestati per aver difeso i più poveri, di italiani privati del lavoro, di pensionati abbandonati. Puzzano di sostituzione etnica a danno degli italiani, di bimbi corrotti dal gender nelle scuole, di suicidi di imprenditori rovinati dal Sistema e l’elenco potrebbe continuare. Forse si sentono invulnerabili, al sicuro? Anche il Vallo di difesa antifascista a Berlino sembrava non dover cadere mai… »
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