L’Aquila, 16 dic – Una mattanza di nostri connazionali con l’unica colpa di essere italiani e vivere da secoli nelle terre di Istria, Fiume e Dalmazia. Fra i 10 e i 20mila morti e almeno 350mila esuli: sono i numeri del massacro delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, tragedia che vede come responsabili i partigiani jugoslavi del maresciallo Tito.
La tragedia, per tanto tempo taciuta, solo di recente ha visto la verità venire a galla. Una verità scomoda perché inchioda i “vincitori” alle proprie responsabilità. E fa vergognare una certa sinistra, pronta a negare perfino l’evidenza. Com’è successo ad esempio a L’Aquila, dove la consigliera comunale Carla Cimoroni ha cercato di riscrivere la storia, attribuendo il massacro….ai fascisti.
Proprio così. “Le foibe se le sono cercate i fascisti“, ha spiegato la consigliera, eletta all’assise del capoluogo abruzzese da candidata a sindaco nelle liste di una coalizione appoggiata da Rifondazione Comunista e centri sociali aquilani, nel corso di una conferenza organizzata ieri dalla locale sezione dell’Anpi in “risposta” all’evento che nelle stesse ore vedeva CasaPound incontrare in città il proprio leader Simone Di Stefano. “Fu il regime a volere la guerra, furono loro ad aggredire il confine orientale, a forzarne l’italianizzazione ricorrendo persino ai campi di concentramento – ha poi aggiunto, attingendo a piene mani dalla retorica negazionista – non possiamo permettere che la storia la scrivano gli altri, non possiamo cedere alla retorica degli italiani brava gente”.
Insomma, sembra voler dire la Cimoroni, le foibe sono colpa nostra: assolviamo dunque i responsabili di quella che fu a tutti gli effetti una pulizia etnica. Parole che hanno subito incontrato la dura reazione degli esponenti del movimento della tartaruga frecciata: “Le parole della Cimoroni sono l’ennesima conferma dell’odio che la sinistra antifascista nutre nei confronti degli italiani e in particolare dei nostri fratelli giuliano-dalmati, massacrati a migliaia dai partigiani titini”, ha affermato il responsabile regionale Simone Laurenzi il quale, oltre a chiedere “che il consiglio comunale condanni con fermezza tali affermazioni”, annuncia che “CasaPound risponderà a queste ridicole provocazioni con i fatti, cioè con la grande fiaccolata che proprio il prossimo 10 febbraio, Giorno del ricordo, sfilerà per le strade dell’Aquila in memoria dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. All’odio degli antifascisti faremo fronte ancora una volta con l’amore per l’Italia e gli italiani”.
"Le foibe se le sono cercate i fascisti": all'Aquila va in scena il negazionismo della sinistra