“Difficoltà di comunicazione, disagi e pressioni”. Dopo gli scontri e le polemiche degli scorsi mesi, il Collegio dei revisori dei conti del Comune di Torino ha rassegnato le proprie dimissioni. Nel motivare la decisione, gli esperti contabili parlano di “difficoltà nello scambio di comunicazioni e ostacoli nell’attività di raccordo” tra l’Ente e il Collegio e tra questo e il Consiglio comunale. “L’assenza di collaborazione e le pressioni ricevute – si legge nella lettera – sono state fonte anche di disagi operativi e di incomprensioni”. Le dimissioni sono irrevocabili.
La scelta di rottura è arrivata dopo settimane di divergenze sui conti dell’amministrazione comunale, “nell’interesse dell’Ente” e “al mero fine di agevolare la necessaria ricreazione di un clima di collaborazione reciproca”. Nelle scorse settimane l’organo di revisione, presieduto da Herri Fenoglio, aveva ingaggiato con l’amministrazione pentastellata un vero e proprio braccio di ferro sul debito Ream, la caparra di 5 milioni di euro che la Città di Torino deve restituire alla società nell’ambito del progetto Westinghouse. I revisori hanno inoltre bocciato il bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e il bilancio consolidato 2016.
“Revisori poco credibili, non ci fidiamo più”, avevano sostenuto i consiglieri pentastellati, che si erano detti “rammaricati” del parere dei revisori, mentre l’assessore al Bilancio Sergio Rolando ha sempre sostenuto “l’applicazione della legge” da parte dell’amministrazione. Di qui le dimissioni dell’Organo di Controllo che, ricordano i revisori, “è per definizione estraneo alle dinamiche politiche interne dell’Ente e deve essere dotato del supporto adeguato per lo svolgimento della sua attività di vigilanza e collaborazione alle funzioni di controllo e di indirizzo dell’organo consiliare”.