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  1. #2301
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Libano, centro di smistamento dei finanziamenti per la guerra in Siria

    Gli attentati di Beirut confermano l'esportazione della guerra civile siriana in Libano. Leader sunniti ed Hezbollah gestiscono su fronti opposti un enorme traffico di denaro e armi diretto in Siria. Muore dopo l'arresto Mohammad al-Majid saudita e leader delle brigate Abdullah Azzam. Egli era il punto di riferimento delle ricche famiglie del Golfo sostenitrici dei ribelli islamisti.

    Asianews - Con tre attentati in meno di un mese il Libano è diventato un vero e proprio campo di battaglia "esterno" della guerra siriana dove a suon di bombe si affrontano i medesimi schieramenti: estremisti islamici sunniti legati ad al-Qaeda e Hezbollah sciiti filo iraniani e sostenitori del regime di Bashar al-Assad. Un altro e più inquietante effetto del conflitto è la trasformazione del Paese in un centro di smistamento del denaro proveniente dai Paesi del Golfo e dall'Iran diretto in Siria per finanziare i combattenti su entrambi i fronti.

    Secondo funzionari statunitensi ed europei le fazioni sunnite più estremiste come Jabat al-Nusra e lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) - legati ad al-Qaida - sono finanziati in gran parte da famiglie benestanti di Arabia Saudita e Stati del Golfo. Nei giorni scorsi l'esercito libanese ha arrestato Mohammad al-Majid, cittadino saudita, leader delle brigate Abdullah Azzam, responsabili del doppio attacco suicida contro l'ambasciata iraniana a Beirut avvenuto lo 20 scorso novembre. Majid non si sarebbe limitato a sostenere il gruppo islamista. L'uomo è morto mentre era in custodia in circostanze ancora da chiarire.

    Per Laith Al Khouri di Flashpoint Partners, gruppo privato che controlla i siti web estremisti per conto del governo, l'uomo gestiva "una grande quantità di finanziamenti per i jihadisti che combattono in Siria". Negli ultimi due anni, gli uomini al soldo di Majid hanno fatto transitare enormi quantità di denaro su conti bancari di cittadini del Kuwait, con campagne di raccolta fondi attraverso social media tra cui Twitter, Facebook, YouTube e Skype. L'unico Paese del Golfo ad aver ostacolato il finanziamento privato dei gruppi estremisti in Siria è l'Arabia Saudita. Nel giugno 2012, Majid ha pubblicato in rete un messaggio audio contro il governo di Rijadh che aveva bloccato campagna di raccolta fondi di diversi studiosi musulmani wahabiti. Egli invitava inoltre gli ascoltatori a donare fondi ai ribelli siriani, indicando un contatto in Kuwait a cui consegnare il denaro e armi.

    I traffici dei leader islamici sunniti si intersecano con quelli dei movimenti sciiti alleati di Bashar al-Assad. Il primo fra tutti è Hezbollah che grazie alla sua doppia natura di movimento politico e gruppo paramilitare riesce a raccogliere denaro da Paesi stranieri come l'Iran. In questi anni ha contribuito a creare un esercito di circa 7mila uomini più 20mila riservisti, superiore per qualità e armamenti a quello regolare. Da giugno Hezbollah ha fatto il suo ingresso nella guerra siriana e al momento combatte in tutto il Paese a fianco dell'esercito siriano. I suoi miliziani controllano gran parte dei valichi di confine, soprattutto verso Iraq e Libano, e combattono il traffico di armi destinate ai ribelli sunniti.

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    "Non abbiamo l'unione sociale ma solo quella economica e finanziaria. Finchè non capiamo questo, non capiremo perché i populisti hanno tanto successo!". Gabriele Zimmer
    Gratteri: "L'Ue è una prateria per le mafie"

  2. #2302
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Citazione Originariamente Scritto da Turriciano Visualizza Messaggio
    Libano, centro di smistamento dei finanziamenti per la guerra in Siria

    Gli attentati di Beirut confermano l'esportazione della guerra civile siriana in Libano. Leader sunniti ed Hezbollah gestiscono su fronti opposti un enorme traffico di denaro e armi diretto in Siria. Muore dopo l'arresto Mohammad al-Majid saudita e leader delle brigate Abdullah Azzam. Egli era il punto di riferimento delle ricche famiglie del Golfo sostenitrici dei ribelli islamisti.

    Asianews - Con tre attentati in meno di un mese il Libano è diventato un vero e proprio campo di battaglia "esterno" della guerra siriana dove a suon di bombe si affrontano i medesimi schieramenti: estremisti islamici sunniti legati ad al-Qaeda e Hezbollah sciiti filo iraniani e sostenitori del regime di Bashar al-Assad. Un altro e più inquietante effetto del conflitto è la trasformazione del Paese in un centro di smistamento del denaro proveniente dai Paesi del Golfo e dall'Iran diretto in Siria per finanziare i combattenti su entrambi i fronti.

    Secondo funzionari statunitensi ed europei le fazioni sunnite più estremiste come Jabat al-Nusra e lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) - legati ad al-Qaida - sono finanziati in gran parte da famiglie benestanti di Arabia Saudita e Stati del Golfo. Nei giorni scorsi l'esercito libanese ha arrestato Mohammad al-Majid, cittadino saudita, leader delle brigate Abdullah Azzam, responsabili del doppio attacco suicida contro l'ambasciata iraniana a Beirut avvenuto lo 20 scorso novembre. Majid non si sarebbe limitato a sostenere il gruppo islamista. L'uomo è morto mentre era in custodia in circostanze ancora da chiarire.

    Per Laith Al Khouri di Flashpoint Partners, gruppo privato che controlla i siti web estremisti per conto del governo, l'uomo gestiva "una grande quantità di finanziamenti per i jihadisti che combattono in Siria". Negli ultimi due anni, gli uomini al soldo di Majid hanno fatto transitare enormi quantità di denaro su conti bancari di cittadini del Kuwait, con campagne di raccolta fondi attraverso social media tra cui Twitter, Facebook, YouTube e Skype. L'unico Paese del Golfo ad aver ostacolato il finanziamento privato dei gruppi estremisti in Siria è l'Arabia Saudita. Nel giugno 2012, Majid ha pubblicato in rete un messaggio audio contro il governo di Rijadh che aveva bloccato campagna di raccolta fondi di diversi studiosi musulmani wahabiti. Egli invitava inoltre gli ascoltatori a donare fondi ai ribelli siriani, indicando un contatto in Kuwait a cui consegnare il denaro e armi.

    I traffici dei leader islamici sunniti si intersecano con quelli dei movimenti sciiti alleati di Bashar al-Assad. Il primo fra tutti è Hezbollah che grazie alla sua doppia natura di movimento politico e gruppo paramilitare riesce a raccogliere denaro da Paesi stranieri come l'Iran. In questi anni ha contribuito a creare un esercito di circa 7mila uomini più 20mila riservisti, superiore per qualità e armamenti a quello regolare. Da giugno Hezbollah ha fatto il suo ingresso nella guerra siriana e al momento combatte in tutto il Paese a fianco dell'esercito siriano. I suoi miliziani controllano gran parte dei valichi di confine, soprattutto verso Iraq e Libano, e combattono il traffico di armi destinate ai ribelli sunniti.

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    Onore ad Hezbollah!!!
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  3. #2303
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Siria: 500 morti in guerra tra ribelli e qaedisti in una settimana - Nel Mondo - L'Unione Sarda
    Sono circa 500 le persone che in una settimana sono rimaste uccise nella guerra che oppone ribelli e qaedisti dell'Isis (Stato islamico dell'Iraq e del Levante) nel nord della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani.
    Venerdì 10 gennaio 2014 114
    Ultima modifica di Avanguardia; 10-01-14 alle 13:04
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  4. #2304
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Siria: 500 morti in guerra tra ribelli e qaedisti in una settimana - Nel Mondo - L'Unione Sarda
    Sono circa 500 le persone che in una settimana sono rimaste uccise nella guerra che oppone ribelli e qaedisti dell'Isis (Stato islamico dell'Iraq e del Levante) nel nord della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani.
    Venerdì 10 gennaio 2014 114
    E questi vorrebbero governare, che schifo!!!
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  5. #2305
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Onore e Gloria alla Repubblica Araba Siriana! Que viva Nasser!

  6. #2306
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Nazionalisti egiziani pronti a unirsi all?esercito siriano - Stato & Potenza

    Pubblicato il: 15 gennaio, 2014
    Esteri

    Nazionalisti egiziani pronti a unirsi all’esercito siriano

    PressTV 15 gennaio 2014 Il Partito Arabo Democratico Nasseriano dell’Egitto e altri movimenti nazionalisti hanno annunciato la loro disponibilità a raggiungere l’Esercito siriano nella lotta contro i militanti stranieri. Fonti dell’Egitto dicono che i movimenti nazionalisti hanno capito che ciò che accade in Siria è un complotto occidentale e l’occidente usa i gruppi estremisti contro il Paese arabo. Dicono che migliaia di egiziani di diversi gruppi politici e della Guardia Nazionale sono pronti a sventare questo complotto e ad unirsi all’esercito siriano per aiutare il Presidente Bashar al-Assad. Il Nasserismo è un’ideologia politica nazionalista araba basata sul pensiero del defunto leader egiziano Gamal Abdel Nasser.
    Un recente studio della difesa britannico pubblicato da IHS Jane ha mostrato che circa 100000 militanti, frammentati in 1000 gruppi, combattono in Siria contro il governo e il popolo. Gli estratti dello studio della consulenza per la difesa IHS Jane sono stati pubblicati il 16 settembre 2013, rivelando che circa 10000 militanti combattono per i gruppi affiliati ad al-Qaida e il resto con diversi gruppi militanti. L’analisi ha anche detto che un gran numero di estremisti di Paesi stranieri sono attivi in Siria.
    La Siria è coinvolta in un conflitto mortale dal 2011. Secondo le notizie, le potenze occidentali e i loro alleati regionali, in particolare Qatar, Arabia Saudita e Turchia, sostengono i militanti che operano in Siria. Secondo le Nazioni Unite, più di 100000 persone sono state uccise e 7,8 milioni di altre sono sfollate a causa delle violenze. Traduzione di Alessandro Lattanzio
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  7. #2307
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Nazionalisti egiziani pronti a unirsi all?esercito siriano - Stato & Potenza

    Pubblicato il: 15 gennaio, 2014
    Esteri

    Nazionalisti egiziani pronti a unirsi all’esercito siriano

    PressTV 15 gennaio 2014 Il Partito Arabo Democratico Nasseriano dell’Egitto e altri movimenti nazionalisti hanno annunciato la loro disponibilità a raggiungere l’Esercito siriano nella lotta contro i militanti stranieri. Fonti dell’Egitto dicono che i movimenti nazionalisti hanno capito che ciò che accade in Siria è un complotto occidentale e l’occidente usa i gruppi estremisti contro il Paese arabo. Dicono che migliaia di egiziani di diversi gruppi politici e della Guardia Nazionale sono pronti a sventare questo complotto e ad unirsi all’esercito siriano per aiutare il Presidente Bashar al-Assad. Il Nasserismo è un’ideologia politica nazionalista araba basata sul pensiero del defunto leader egiziano Gamal Abdel Nasser.
    Un recente studio della difesa britannico pubblicato da IHS Jane ha mostrato che circa 100000 militanti, frammentati in 1000 gruppi, combattono in Siria contro il governo e il popolo. Gli estratti dello studio della consulenza per la difesa IHS Jane sono stati pubblicati il 16 settembre 2013, rivelando che circa 10000 militanti combattono per i gruppi affiliati ad al-Qaida e il resto con diversi gruppi militanti. L’analisi ha anche detto che un gran numero di estremisti di Paesi stranieri sono attivi in Siria.
    La Siria è coinvolta in un conflitto mortale dal 2011. Secondo le notizie, le potenze occidentali e i loro alleati regionali, in particolare Qatar, Arabia Saudita e Turchia, sostengono i militanti che operano in Siria. Secondo le Nazioni Unite, più di 100000 persone sono state uccise e 7,8 milioni di altre sono sfollate a causa delle violenze. Traduzione di Alessandro Lattanzio
    InE gitto c'è qualcuno che non è intossicato dal veleno u$raeliano , comunque non appoggiare la Siria è come dire sì al nuovo ordine mondiale.
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  8. #2308
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    L’intelligence europea parla con il «nemico» Assad - Corriere.it
    GIOCHI DI SPIE

    L’intelligence europea parla con il «nemico» Assad

    Contatti per paura del terrorismo jihadista. Manovre dei servizi turchi e sauditi contro l’ala più radicale della rivolta siriana

    WASHINGTON - Un grande gioco di spie tra Siria, Turchia e Libano. Ombre che danzano dietro i gruppi armati per sponsorizzarli o condizionarne le mosse. Lo si diceva da settimane ma ora ci sono le conferme da entrambe le parti. Rappresentanti di servizi segreti europei hanno incontrato i loro colleghi siriani per discutere dei jihadisti occidentali unitisi alla ribellione. Contatti per scambiare informazioni e capire meglio il flusso dei volontari.
    I NUMERI - Recenti stime sostengono che sarebbero circa 1700 gli insorti arrivati dall’Europa. Ma sono numeri «ballerini». Il timore è che alcuni, una volta rientrati in patria, possano organizzare cellule qaediste. Da qui gli incontri ai quali hanno partecipato agenti britannici, spagnoli, francesi e tedeschi che sono stati ricevuti a Damasco da interlocutori di alto livello. Tra questi Alì Mamlouk, uomo molto vicino al presidente Assad e responsabile per la sicurezza. La storia ha una valenza doppia. La prima è che gli europei vorrebbero cacciare un dittatore brutale ma poi nsembrano averne bisogno per la questione terrorismo. E così gli concedono ossigeno diplomatico. La seconda si aggancia ai tentativi occidentali (e qui partecipano gli Usa) di separare i ribelli “buoni” dagli estremisti. Missione non facile, anche perché gli insorti sfuggono spesso a questa classificazione. Dunque c’è il rischio di sbagliare “cavallo” o di avere sorprese.
    L’OFFENSIVA DEI «PRAGMATICI» - E arriviamo al secondo scenario, di grande attualità. Tra la fine di novembre e i primi di dicembre - secondo fonti citate da Le Figaro - i servizi di intelligence turchi e sauditi, probabilmente d’accordo con Francia e Usa, avrebbero organizzato l’offensiva degli insorti islamisti «pragmatici» contro i radicali dell’Isil. Una campagna che è in corso con centinaia di vittime. Si tratterebbe, di nuovo, di una manovra per purgare la ribellione della componente qaedista, spesso composta da militanti stranieri. In questo modo i governi occidentali potrebbero rassicurare se stessi e l’opinione pubblica: in Siria non stiamo aiutando elementi che un giorno potrebbero diventare nostri avversari. Anche in questo caso siamo nel piano teorico. Le posizioni mutano e possono mutare ancora. Tra l’altro, tra i «pragmatici» c’è al Nusra, gruppo che Washington ha inserito nella lista del terrorismo. Difficile non trovarsi domani in situazioni ambigue, con mescolamenti di alleanze. Però questo è il Medio Oriente., ingenuo cercare soluzioni nitide. Lo dimostrano i sauditi che finanziano - a seconda del caso - «moderati» e «estremisti».
    LA MORTE DI AL MAJED - Infine il terzo scenario. I soldati libanesi hanno catturato tre grossi esponenti delle Brigate Azzam, fazione sunnita responsabile di attentati anti-sciiti. Nelle mani dei militari è finito anche il capo, il saudita Majed al Majed. Malato, è stato scoperto in un ospedale. Qualche giorno dopo è morto e le foto del suo volto farebbero pensare a torture. Molte le interpretazioni, tutte contrastanti in quanto risentono dei diversi schieramenti. Ecco alcune ipotesi. 1) Al Majed sarebbe stato eliminato su indicazione dei sauditi, suoi sponsor, per evitare che raccontasse dei legami con Riad. 2) I sauditi hanno garantito al Libano una fornitura d’armi per 3 miliardi di dollari e volevano che Beirut consegnasse il terrorista, ma l’operazione è andata storta. 3) Qualcuno ha deciso di vendere alcune “teste” alle autorità, mistero sul movente. La sola certezza è che la partita siro-libanese è sempre più aperta.
    15 gennaio 2014
    Ultima modifica di Avanguardia; 16-01-14 alle 10:10
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  9. #2309
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Nazionalisti egiziani pronti a unirsi all?esercito siriano - Stato & Potenza

    Pubblicato il: 15 gennaio, 2014
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    Nazionalisti egiziani pronti a unirsi all’esercito siriano

    PressTV 15 gennaio 2014 Il Partito Arabo Democratico Nasseriano dell’Egitto e altri movimenti nazionalisti hanno annunciato la loro disponibilità a raggiungere l’Esercito siriano nella lotta contro i militanti stranieri. Fonti dell’Egitto dicono che i movimenti nazionalisti hanno capito che ciò che accade in Siria è un complotto occidentale e l’occidente usa i gruppi estremisti contro il Paese arabo. Dicono che migliaia di egiziani di diversi gruppi politici e della Guardia Nazionale sono pronti a sventare questo complotto e ad unirsi all’esercito siriano per aiutare il Presidente Bashar al-Assad. Il Nasserismo è un’ideologia politica nazionalista araba basata sul pensiero del defunto leader egiziano Gamal Abdel Nasser.
    Un recente studio della difesa britannico pubblicato da IHS Jane ha mostrato che circa 100000 militanti, frammentati in 1000 gruppi, combattono in Siria contro il governo e il popolo. Gli estratti dello studio della consulenza per la difesa IHS Jane sono stati pubblicati il 16 settembre 2013, rivelando che circa 10000 militanti combattono per i gruppi affiliati ad al-Qaida e il resto con diversi gruppi militanti. L’analisi ha anche detto che un gran numero di estremisti di Paesi stranieri sono attivi in Siria.
    La Siria è coinvolta in un conflitto mortale dal 2011. Secondo le notizie, le potenze occidentali e i loro alleati regionali, in particolare Qatar, Arabia Saudita e Turchia, sostengono i militanti che operano in Siria. Secondo le Nazioni Unite, più di 100000 persone sono state uccise e 7,8 milioni di altre sono sfollate a causa delle violenze. Traduzione di Alessandro Lattanzio

    In realtà in Siria operano già milizie panarabiste :

    Brown Moses Blog: The Arab Nationalist Guard: A Pro-Assad Militia
    Ultima modifica di kodiak; 17-01-14 alle 23:51

  10. #2310
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    Predefinito Re: La Repubblica Araba Siriana

    Al-Qaeda, il killer pagato della Nato: scandalo in Turchia | LIBRE

    Scritto il 18/1/14



    Il “banchiere” di Al-Qaeda, Yasin al-Qadi, ricercato dagli Stati Uniti dopo gli attentati contro le loro ambasciate in Kenya e Tanzania del 1998, era un amico personale sia dell’ex vicepresidente Usa Dick Cheney sia dell’attuale primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan, che ha visitato almeno quattro volte nel 2012 facendo scalo a Istanbul dove – grazie alle telecamere oscurate – ha aggirato i controlli doganali, sotto la protezione degli agenti sicurezza turchi. Secondo la polizia e i magistrati turchi che hanno rivelato queste informazioni e incarcerato i collaboratori di svariati ministri coinvolti nel caso, il 17 dicembre 2013 – prima di essere spogliati delle indagini o sollevati dal loro incarico dal primo ministro – Yasin al-Qadi e Erdoğan avevano sviluppato un vasto sistema di distrazione di fondi per finanziare Al-Qaeda in Siria, racconta Thierry Meyssan, secondo cui lo scandalo che sta scutendo la Turchia rivela che Al-Qaeda, in realtà, «ha sempre combattuto gli stessi nemici dell’Alleanza Atlantica», fin dalla sua nascita nel 1979 come struttura di guerriglia contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan.
    Nel momento in cui questo incredibile doppio gioco veniva portato alla luce ad Ankara, continua Meyssan in un post tradotto da “Megachip”, la polizia turca ha fermato vicino al confine siriano un camion che trasportava armi per Al-Qaeda. «Delle tre persone arrestate, una dichiarava di trasportare il carico per conto della Ihh, l’associazione “umanitaria” dei Fratelli Musulmani turchi, mentre un’altra affermava di essere un agente segreto turco in missione». In definitiva, il governo ha ostacolato la giustizia, confermando che «il trasporto era un’operazione segreta del Mit (i servizi segreti turchi)», e ha ordinato che il camion e il suo carico potessero riprendere il loro cammino. L’inchiesta mostra anche che il finanziamento turco di Al-Qaeda usava un’industria iraniana, sia per agire sotto copertura in Siria sia per condurre operazioni terroristiche in Iran. «La Nato disponeva già di complicità a Teheran durante l’operazione “Iran-Contras” presso i circoli vicini all’ex presidente Rafsanjani, come lo sceicco Rohani, divenuto poi l’attuale presidente».
    Questi fatti, aggiunge Meyssan, sono intervenuti nel momento in cui l’opposizione politica siriana in esilio lancia una nuova teoria alla vigilia della Conferenza di Ginevra: le milizie qaediste che hanno seminato strage in Siria sarebbero creature dei servizi di Assad, incaricate di terrorizzare la popolazione per indurla ad accettare la protezione del regime. «Saremmo dinque pregati di dimenticare tutto il bene che la stessa opposizione in esilio diceva di Al-Qaeda da tre anni, così come il silenzio degli Stati membri della Nato sulla diffusione del terrorismo in Siria». Pertanto, se si può ammettere che la maggior parte dei leader dell’Alleanza atlantica ignorasse del tutto il sostegno della loro organizzazione al terrorismo internazionale, per Meyssan «si dovrà anche ammettere che la Nato è il principale responsabile mondiale del terrorismo».
    Finora, le autorità Nato hanno sostenuto che il movimento jihadista internazionale, da esse sostenuto in occasione della sua formazione durante la guerra in Afghanistan contro i sovietici, si sarebbe ritorto contro di loro dopo la liberazione del Kuwait nel 1991. Gli Stati Uniti accusano Al-Qaeda di aver attaccato le ambasciate Usa in Kenya e in Somalia nel 1998 e di aver fomentato gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York, ma ammettono che dopo la morte “ufficiale” di Osama Bin Laden, nel 2011, «certi elementi jihadisti hanno nuovamente collaborato con loro in Libia e in Siria». Tuttavia, Washington avrebbe messo fine a questo riavvicinamento tattico nel dicembre 2012. «In realtà, questa versione è contraddetta dai fatti», sottolinea Meyssan, perché Al-Qaeda ha sempre combattuto dalla parte della Nato, come ora viene confermato anche dallo scandalo turco.
    Il “banchiere” di Al-Qaeda, Yasin al-Qadi, ricercato dagli Stati Uniti dopo gli attentati contro le loro ambasciate in Kenya e Tanzania del 1998, era un amico personale sia dell’ex vicepresidente Usa Dick Cheney sia dell’attuale primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan, che ha visitato almeno quattro volte nel 2012 facendo scalo a Istanbul dove – grazie alle telecamere oscurate – ha aggirato i controlli doganali, sotto la protezione degli agenti sicurezza turchi. Secondo la polizia e i magistrati turchi che hanno rivelato queste informazioni e incarcerato i collaboratori di svariati ministri coinvolti nel caso, il 17 dicembre 2013 – prima di essere spogliati delle indagini o sollevati dal loro incarico dal primo ministro – Yasin al-Qadi e Erdoğan avevano sviluppato un vasto sistema di distrazione di fondi per finanziare Al-Qaeda in Siria, racconta Thierry Meyssan, secondo cui lo scandalo che sta scutendo la Turchia rivela che Al-Qaeda, in realtà, «ha sempre combattuto gli stessi nemici dell’Alleanza Atlantica», fin dalla sua nascita nel 1979 come struttura di guerriglia contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan.
    Nel momento in cui questo incredibile doppio gioco veniva portato alla luce ad Ankara, continua Meyssan in un post tradotto da “Megachip”, la polizia turca ha fermato vicino al confine siriano un camion che trasportava armi per Al-Qaeda. «Delle tre persone arrestate, una dichiarava di trasportare il carico per conto della Ihh, l’associazione “umanitaria” dei Fratelli Musulmani turchi, mentre un’altra affermava di essere un agente segreto turco in missione». In definitiva, il governo ha ostacolato la giustizia, confermando che «il trasporto era un’operazione segreta del Mit (i servizi segreti turchi)», e ha ordinato che il camion e il suo carico potessero riprendere il loro cammino. L’inchiesta mostra anche che il finanziamento turco di Al-Qaeda usava un’industria iraniana, sia per agire sotto copertura in Siria sia per condurre operazioni terroristiche in Iran. «La Nato disponeva già di complicità a Teheran durante l’operazione “Iran-Contras” presso i circoli vicini all’ex presidente Rafsanjani, come lo sceicco Rohani, divenuto poi l’attuale presidente».

    Questi fatti, aggiunge Meyssan, sono intervenuti nel momento in cui l’opposizione politica siriana in esilio lancia una nuova teoria alla vigilia della Conferenza di Ginevra: le milizie qaediste che hanno seminato strage in Siria sarebbero creature dei servizi di Assad, incaricate di terrorizzare la popolazione per indurla ad accettare la protezione del regime. «Saremmo dinque pregati di dimenticare tutto il bene che la stessa opposizione in esilio diceva di Al-Qaeda da tre anni, così come il silenzio degli Stati membri della Nato sulla diffusione del terrorismo in Siria». Pertanto, se si può ammettere che la maggior parte dei leader dell’Alleanza atlantica ignorasse del tutto il sostegno della loro organizzazione al terrorismo internazionale, per Meyssan «si dovrà anche ammettere che la Nato è il principale responsabile mondiale del terrorismo».
    Finora, le autorità Nato hanno sostenuto che il movimento jihadista internazionale, da esse sostenuto in occasione della sua formazione durante la guerra in Afghanistan contro i sovietici, si sarebbe ritorto contro di loro dopo la liberazione del Kuwait nel 1991. Gli Stati Uniti accusano Al-Qaeda di aver attaccato le ambasciate Usa in Kenya e in Somalia nel 1998 e di aver fomentato gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York, ma ammettono che dopo la morte “ufficiale” di Osama Bin Laden, nel 2011, «certi elementi jihadisti hanno nuovamente collaborato con loro in Libia e in Siria». Tuttavia, Washington avrebbe messo fine a questo riavvicinamento tattico nel dicembre 2012. «In realtà, questa versione è contraddetta dai fatti», sottolinea Meyssan, perché Al-Qaeda ha sempre combattuto dalla parte della Nato, come ora viene confermato anche dallo scandalo turco.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

 

 
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