Emma Bonino : cambiate la legge elettorale: è una vergogna che solo i radicali debbano raccogliere le firme



Le battaglie sono sempre state il fiore all’occhiello della sua storia politica gloriosa, «ma questa volta, con la nuova legge elettorale, stiamo davvero sfiorando il ridicolo».

Cosa intende Emma Bonino?
«Le sembra possibile che dopo cinquant’anni di Radicali io debba dimostrare di esistere? Sono la zia d’Italia e mi chiedono di andare in giro proprio per l’Italia a raccogliere le firme e poter così presentare la mia lista: “Più Europa con Emma Bonino».
È l’unica lista costretta a raccogliere le firme...
«Già, che Paese».


Ma perché?
«Gli altri hanno santi in Parlamento».
Seriamente.
«Sono seria. Per legge è stato combinato un pasticcio discriminatorio, ma adesso è giusto che chi lo ha combinato lo risolva, in modo trasparente e legale».
Ci sono strade per risolverlo?
«Certo, una strada era già stata trovata, un emendamento esplicativo del Partito democratico che però è stato ritirato in parte in commissione Bilancio della Camera, proprio quella parte che serviva».
Come mai?
«Ci è stato detto che Brunetta aveva minacciato di bloccare la legge di Bilancio e quindi di mandare il Paese in esercizio provvisorio con relativo aumento dell’Iva se fosse passato l’emendamento. Da mettersi a ridere o a piangere, a scelta».
E voi della lista cosa avete fatto?
«Non ci siamo fermati. Siamo andati a spiegare ovunque il paradosso. Da Mattarella, da Gentiloni, al Viminale, da Fassino, da Rosato».
Da Renzi no?
«A parlare con Renzi ci sono andati Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi, il segretario dei Radicali, ed era per la questione legata alla coalizione con il Pd».
E com’è andata?
«Renzi aveva detto che non ci sarebbe stato problema, che tutto era a posto, emendamento compreso».
E invece non è così?
«Ha visto fuori dalla finestra che tempo brutto che fa?».
Non capisco...
«Nemmeno io capisco perché per una legge unica in Europa noi siamo obbligati a raccogliere circa quattrocento firme in sessantatré collegi e lo dobbiamo fare a mano, autenticandole e con certificato elettorale».
E che c’entra Renzi?
«Mi è stato detto che renderà noti i candidati dei collegi uninominali in una direzione del Pd intorno al 20 gennaio. Noi mica possiamo aspettare il 20 gennaio per fare un apparentamento con il Pd. A quel punto ci rimarrebbero soltanto nove giorni di tempo per raccogliere le firme».
Impossibile?
«Praticamente sì. A parte le bufere di neve, di vento e di pioggia che ci sono in questi giorni e che non smetteranno, il problema non sono le città come Roma, Milano o Torino, ma quelle piccole come Rieti, Viterbo, Latina, Biella. Vuole che le reciti l’assurdità prevista dalla legge?».
Proviamo...
«Lasciamo perdere. Ma in pratica dobbiamo raccogliere un minimo di 1500 e un massimo di 200o firme tra gli elettori di quei collegi».
Quindi?
«Abbiamo fiducia che nelle prossime ore qualcuno realizzi e risolva il pasticcio paradossale che è stato creato per la nostra lista che non ha santi in Parlamento ma che in questo Paese — come dicevo — esiste ed è ben visibile da cinquant’anni».
E se nessuno dovesse mettere mano al pasticcio? La lista «Più Europa con Emma Bonino» correrà da sola?
«Certo. E cominceremo a raccogliere le firme dal 3 gennaio, come prevede la legge».
Dovete raccogliere tante firme, 400 firme moltiplicato per 63 collegi fa più di 25 mila...
«Già».