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Pagellone di fine anno.
Pippo Civati, voto 3: come lo sbarramento, che per paura di non superarlo è finito dal fare la destra dei Ds ad accordarsi con gli ex di rifondazione passando per la Leopolda. Confuso.
MEB, s.v.: l'amore non può essere rappresentato con un voto da 1 a 10.
Matteo Renzi, voto 4: corre come un treno, non riesce a star fermo, vince il congresso ma perdere le amministrative, prova a ripartire dal 40% del referendum ma porta il Pd ai livelli bersaniani. Riesce a litigare con Fabio Volo e la commissione sulle banche si rivela una autogol clamoroso. Doveva essere l'erede di Kennedy è diventato l'erede di Comunardo Niccolai. Avrebbe bisogno della sostituzione. Spompo.
Luigi Di Maio, voto 7: in questo 2017 è più vicino alla Presidenza del Consiglio che alla laurea, nonostante un anno pieno di gaffes, congiuntivi sbagliati e sconfitte elettorali.
Silvio Berlusconi, voto 8: alla veneranda età di 81 anni riesce ancora ad essere al centro della scena politica italiana. In questo inizio di campagna elettorale ci regala un Paese da sogno: pensioni a 1000€, reddito di dignità e lavoro per i giovani, nemmeno Cragnotti ai tempi d'oro faceva una campagna acquisti così. Immortale.
Angelino Alfano, voto 2: le pessime prestazioni dell'ultimo anno lo hanno indotto a prendere la miglior decisione della sua carriera politica: il ritiro. Ciao Angelino, insegna agli angeli come scambiare Ruby per la nipote di Mubarak.
Bersani, voto 4: appesantito, fuori forma, continua a sbagliarle tutte e a dichiararsi liberale. Qualcuno lo salvi.
Pisapia, voto 3: sui taccuini degli commentatori politici il suo nome era seguito dalle parole "il Messia", peccato che avesse più titoli sui giornali che voti. Dopo aver chiesto a chiunque, da Renzi a D'Alema, di fare un passo di lato si è fatto da parte lui.
Matteo Salvini, voto 5: soffre il ritorno di Berlusconi a destra e le politiche di Minniti a sinistra. Dopo un 2016 da protagonista è diventato un panchinaro del centrodestra.
Paolo Gentiloni, voto 9: doveve rimanere a Palazzo Chigi il tempo di indire le elezioni, invece si è preso tutto il finale legislatura, portando a casa molti risultati, anche se rimane il neo dello Ius soli. Renzi stia sereno.
Andrea Orlando, voto 7: perde il congresso in cui chiedeva la coalizione di centrosinistra e la continuazione del governo Gentiloni ma alla fine si impone la sua linea. Porta a casa, in extremis, anche la riforma delle carceri.
Matteo Orfini, s.v.: nel 2017 non ha fatto danni, incredibile nel suo caso, speriamo che il migliorino continui cosi anche in campagna elettorale.
Pietro Grasso, voto 7: porta a casa la riforma del Senato e si prende la leadership della sinistra fornendo ottimo materiale per meme.
Giorgia Meloni, voto 5: da quando c'è Minniti, l'unica battaglia che le rimane è quella per il presepe. Speriamo continui così.
Di Battista, voto 8: dopo il suo ritiro volevamo solo dirgli: Grazie.
Senza di lui questa legislatura sarebbe stata una noia mortale.
Mattarella, voto 10: provateci voi a fare l'arbitro e il garante delle regole in queste condizioni. Migliore in campo.