E’ cominciata ufficialmente la campagna elettorale per le regionali 2018 del Lazio
In Lazio la campagna regionale piu’ incerta del 2018.
L'approvazione della manovra 2018, del rendiconto 2016 e dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio fino al 31 marzo 2018, segna di fatto l'ultimo atto politico della giunta di Nicola Zingaretti. Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha indetto elezioni regionali per il 4 marzo, in concomitanza con le politiche. E tra le sei Regioni che andranno al voto l'anno prossimo la sfida nel Lazio appare la più incerta. Al momento i candidati in corsa sono tre, il presidente uscente che tenta la riconferma per il centrosinistra, la deputata M5S Roberta Lombardi e il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Nei cinque anni del suo mandato Zingaretti ha lavorato prevalentemente su due direttrici: risanamento dei conti sanitari e crescita dei servizi di trasporto regionali. La prima ha condotto all'annuncio del governo che il 31 dicembre del 2018 il Lazio uscirà dal commissariamento della sanità, che dura dal 2008. Dopo un lavoro di efficientamento delle centrali di acquisto, la Regione non produce più disavanzo sanitario, resta però il problema non secondario delle lunghe liste di attesa che spesso costringono i pazienti a rivolgersi alle strutture private. Il lavoro sui trasporti invece ha portato l'acquisto di una trentina di nuovi convogli da destinare alle tratte dei pendolari e al risanamento dei conti del Cotral, l'azienda regionale dei pullman, seguito dal rinnovamento della flotta.
Per Zingaretti i problemi sono soprattutto di tenuta della maggioranza. Il suo partito, il Pd, nel Lazio da sempre balcanizzato tra le correnti, con segretario regionale e romano piuttosto deboli, appare ancora incapace di superare il trauma della defenestrazione di Ignazio Marino dal Campidoglio. A sinistra invece i partiti che compongono Liberi e Uguali devono ancora scegliere: il governatore ha già in tasca l'accordo con Mdp mentre Sinistra Italiana tentenna, e qualcuno al suo interno riflette anche una eventuale candidatura autonoma di Paolo Cento. E allora Zingaretti nei giorni scorsi ha provato a giocare di anticipo lanciando un appello all'unità della sinistra. Ma la sua candidatura è molto più all'insegna del civismo e dei risultati ottenuti che non delle bandiere del Pd, visto anche il rapporto da sempre altalenante con il segretario Matteo Renzi.
Visto il traino delle elezioni politiche, di queste incertezze in teoria potrebbe avvantaggiarsi il centrodestra, che ha già governato due volte la Regione negli ultimi decenni, ma manca l'intesa tra i leader di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega. I candidati per le sei Regioni al voto in teoria dovevano essere scelti in contemporanea ma per ora non c'è intesa. La Lega appare interessata soprattutto alla riconferma di Roberto Maroni in Lombardia e a far correre Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia mentre Silvio Berlusconi per il Lazio vorrebbe un candidato civico. Così i nomi circolati finora, parlamentari (di Forza Italia)come Maurizio Gasparri e Fabio Rampelli, oppure giornalisti come Nicola Porro e Paolo Liguori, o quello del generale Leonardo Gallitelli, non hanno trovato il consenso di tuttidato che in Lazio Forza Italia è molto debole rispetto agli alleati.Resta poi in campo la candidatura di Sergio Pirozzi che preme perché il centrodestra lo appoggi anche se a forza Italia il suo nome non piace. Il sindaco simbolo del terremoto del Centro Italia non fa mistero di guardare a destra con la sua lista civica, dietro di lui si muovono uomini legati a Gianni Alemanno e Francesco Storace, ma rivendica autonomia dai partiti (Pirozzi è soprattutto insofferente vero Forza Italia) ed in ogni caso pare deciso a candidarsi persino da solo con una lista civica anche se Forza Italia costringesse il centrodestra a non appoggiarlo. Chi è già in campagna elettorale da diverse settimane è Roberta Lombardi del M5S, partita dalle province più piccole del Lazio, dove i 5 Stelle finora non hanno mai raccolto troppi consensi. Il programma elettorale è pronto e da dopo la Befana la deputata inizierà a battere il territorio cercando di smontare la narrazione messa in campo da Zingaretti. Il grosso dei consensi per il Movimento dovrebbe arrivare dalle cittadine più popolose dell'hinterland romano, Civitavecchia, Guidonia, Genzano, Marino, guidate da sindaci M5S. E poi da Roma, dove però le peripezie della giunta diVirginia Raggi non sembrano garantire lo stesso bacino di voti capace nel 2016 di portare i pentastellati in Campidoglio. La Raggi si è detta intenzionata ad aiutare la Lombardi dopo i dissapori tra le due ma resta da vedere in quali termini si concretizzerà questo sostegno. Insomma la partita delle regionali è una sfida incerta.