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  1. #11
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    Non oso pensare ad una Svizzera con la testa a Bruxelle!
    Comunque gli ordini li prendono lo stesso, vedesi la politica balorda della difesa del cambio e la cancellazione dello stesso in una notte con svalutazione dell'euro del 18% rispetto al franco in una sola giornata!
    Roba da staterello sudamericano!
    Mah, tra tutti gli esempi che si potevano citare non credo vi rientri il cambio, anche considerando che la politica della BNS ha causato parecchi grattacapi (e pure qualche danno) nell'UE.
    Volendone trovare, proprio ora c'è in ballo la donazione di 1,3 miliardi di franchi ai Paesi dell'est-UE, le negoziazioni del farsesco "accordo-quadro" (ovvero un SEE in diverso abito da far passare senza bisogno di una votazione popolare, o quantomeno senza la necessità della doppia maggioranza popolo-cantoni) accompagnato proprio ora da ricatti e minacce varie da parte di Bruxelles, le leggi Schengen sulle armi, eccetera. E questo senza parlare dei cosiddetti accordi "bilaterali".

  2. #12
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    1,3 miliardi ai paesi dell' ex cortina?
    e a quale titolo?
    Piuttosto sarebbe il caso di non permettere piu' la libera circolazione di Bulgari e Rumeni nella Confederazione!
    bastano gia' gli italiani!!!!
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  3. #13
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Mah, tra tutti gli esempi che si potevano citare non credo vi rientri il cambio, anche considerando che la politica della BNS ha causato parecchi grattacapi (e pure qualche danno) nell'UE.
    Volendone trovare, proprio ora c'è in ballo la donazione di 1,3 miliardi di franchi ai Paesi dell'est-UE, le negoziazioni del farsesco "accordo-quadro" (ovvero un SEE in diverso abito da far passare senza bisogno di una votazione popolare, o quantomeno senza la necessità della doppia maggioranza popolo-cantoni) accompagnato proprio ora da ricatti e minacce varie da parte di Bruxelles, le leggi Schengen sulle armi, eccetera. E questo senza parlare dei cosiddetti accordi "bilaterali".
    6 dicembre 1992: NO all'integrazione istituzionale nell'UE

    Berna, 6 dicembre 2017 – 25 anni fa l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) contribuì in modo determinante a impedire l’integrazione istituzionale nell’UE. Assieme al presidente fondatore dell’ASNI, Dr. Christoph Blocher, e l'allora direttore, ex-consigliere nazionale, Dr. Otto Fischer (PLR BE), migliaia di membri s’impegnarono contro l’adesione allo Spazio economico europeo (SEE). La propaganda allarmistica dei sostenitori non riuscì a ingannare, né tantomeno influenzare. Il fermo NO ha fino a oggi fatto sì che la Svizzera non sia membro dell’UE.

    Battaglia contro l'integrazione nell'UE

    Gli sconfitti di allora non tralasciarono e non tralasciano nulla per trascinare la Svizzera nell’UE. Nonostante che con il NO allo SEE fosse chiaro che la Svizzera non voleva la libera circolazione delle persone, quest’ultima fu infilata in un pacchetto con altri sei accordi, per farci così votare su un «pacchetto unico di vitale importanza» per l’economia. A far sì che il pacchetto non sia ritornato al mittente, ha fino a oggi pensato la clausola ghigliottina. Questa dovrebbe trattenere le cittadine e i cittadini votanti dal mettere in discussione e disdire la libera circolazione delle persone. Altrimenti cala la scure su tutti gli accordi del pacchetto e, poiché sono d’«importanza vitale», sarebbe la fine della Svizzera. C’è da chiedersi chi negozierebbe delle condizioni così stupide. Forse, il Consiglio federale e i suoi negoziatori dovrebbero ascoltare di più le trasmissioni inerenti alla protezione dei consumatori.

    2018 – sfide politiche

    L’odierna immigrazione in Svizzera, pilotata dall’UE, – fra 60'000 e 80'000 al netto l’anno – è troppo elevata. Perciò dobbiamo far sì che la sovranità nella politica d’immigrazione sia ristabilita. La svizzera deve gestire l’immigrazione secondo il suo fabbisogno. Per questo lanceremo in gennaio 2018, assieme all’UDC Svizzera, l’iniziativa restrittiva. L'ASNI continuerà – assieme al Comitato di voto UE-No – a condurre la lotta contro l'integrazione istituzionale (accordo-quadro), contribuirà attivamente alla campagna di voto a favore dell'l'iniziativa per l'autodeterminazione e preparerà, con altri alleati, il referendum contro le direttive UE sulle armi.
    https://asni.ch/6-dicembre-1992-no-a...ionale-nellue/

  4. #14
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    1,3 miliardi ai paesi dell' ex cortina?
    e a quale titolo?
    Piuttosto sarebbe il caso di non permettere piu' la libera circolazione di Bulgari e Rumeni nella Confederazione!
    bastano gia' gli italiani!!!!
    Beh, nel secondo pacchetto degli accordi bilaterali era previsto il pagamento di 1 miliardo di franchi all'UE per lo stesso scopo; lo chiamavano il "fondo di coesione", per migliorare la situazione dei Paesi dell'est e, dicevano, nell'interesse dell'economia svizzera. Ora da Bruxelles sono passati a batter cassa per la seconda volta (evidentemente il bisogno di soldi, dopo il fallito ricatto su Erasmus+ fatto alla Svizzera e ancor più dopo la Brexit, è aumentato) e qualcuno ha pensato di accontentarli. Altri hanno pensato, con un guizzo di intelligenza, di legare il versamento alla cancellazione della famigerata "clausola ghigliottina" degli accordi bilaterali, ma a Bruxelles non accetteranno mai. Ora il versamento è in dubbio, perché l'UE si è messa a ricattare di nuovo la Svizzera; o firma il già citato accordo-quadro (o capestro) alla svelta, oppure, come da prassi consolidata a Bruxelles, si vendicheranno sull'economia elvetica.

  5. #15
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Beh, nel secondo pacchetto degli accordi bilaterali era previsto il pagamento di 1 miliardo di franchi all'UE per lo stesso scopo; lo chiamavano il "fondo di coesione", per migliorare la situazione dei Paesi dell'est e, dicevano, nell'interesse dell'economia svizzera. Ora da Bruxelles sono passati a batter cassa per la seconda volta (evidentemente il bisogno di soldi, dopo il fallito ricatto su Erasmus+ fatto alla Svizzera e ancor più dopo la Brexit, è aumentato) e qualcuno ha pensato di accontentarli. Altri hanno pensato, con un guizzo di intelligenza, di legare il versamento alla cancellazione della famigerata "clausola ghigliottina" degli accordi bilaterali, ma a Bruxelles non accetteranno mai. Ora il versamento è in dubbio, perché l'UE si è messa a ricattare di nuovo la Svizzera; o firma il già citato accordo-quadro (o capestro) alla svelta, oppure, come da prassi consolidata a Bruxelles, si vendicheranno sull'economia elvetica.
    bel braccio di ferro!
    La sola speranza e' che qui vi risiedono gra parte di quelli che tengono i fili delle massonerie mondiali, e non penso che vorranno affossare la Svizzera...almeno credo!
    A meno che abbiano deciso di spostarsi tutti in Dubai!
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
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  6. #16
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    A Berna la musica è cambiata, forza Cassis

    DI TITO TETTAMANTI - Qualche giorno prima di Natale il pur esperto presidente del Partito socialista svizzero Christian Levrat si è lasciato andare ad una violenta intemerata contro il consigliere federale Ignazio Cassis imponendogli di terminare l'apprendistato e di mettersi seriamente al lavoro, specie in materia di rapporti con l'UE.

    A parte il tono scortesemente sopra le righe per un presidente di partito che si rivolge ad un consigliere federale, Cassis deve essere lieto che un politico di lungo corso come Levrat abbia perso così presto i nervi. Vuol dire che il nuovo ministro degli esteri è sulla buona strada. Certo che Levrat, il quale con un partito al 19% dei voti in Svizzera grazie a Burkhalter influenzava sino a ieri la maggioranza del Consiglio federale, è oggi infastidito. Gli sembrerà strano vedere che due consiglieri federali liberali tornano a votare in modo compatto. Era altrimenti abituato.
    Un altro parlamentare socialista ingiunge a Cassis di presentare la sua politica con l'UE entro febbraio. Il predecessore Burkhalter ha fatto disastri per anni, compresa la proposta di ricorrere in caso di controversia al tribunale della controparte (UE), modo piuttosto singolare di difendere i propri interessi. Ricordiamo l'ultima figuraccia con sorrisi a 32 denti e abbracci fraterni rimediata a Lugano pochi mesi fa quando tenne per buone le solenni promesse dell'Angelino (Alfano) che contava già allora in Italia come il due di picche e la garanzia che l'accordo Svizzera-Italia sarebbe stato firmato prima di fine anno. Ultima buggeratura che si è aggiunta alle precedenti per svizzeri creduloni.

    No, la musica è cambiata e speriamo così continui. Ce l'hanno con Cassis perché si è risentito per la limitazione ad un anno del riconoscimento di equivalenza per le Borse svizzere da parte dell'UE. A giusta ragione si è offeso. Il riconoscimento dell'equivalenza tra Stati in relazioni corrette e tenuto conto dell'alto livello delle nostre regolamentazioni è un atto dovuto, come lo è stato con Hong Kong. Il limite di un anno che vuole dire «stai attento perché se non ti comporti bene ti bastoniamo», non è degno di rapporti sovrani; è solo una meschina carognata di un'UE incattivita perché le cose non le vanno bene.

    I socialisti ce l'hanno con Cassis anche perché visto l'inammissibile atteggiamento dell'UE si chiede quale atteggiamento prendere per il miliardo (che in effetti sono un miliardo e trecento milioni) da eventualmente versare al fondo di coesione dell'UE. Ma ancora una volta, pur considerando che i soldi non sono di Levrat e compagni ma dei contribuenti, versiamone anche due di miliardi ma conoscendo con precisione la contropartita. O è una taglia che dobbiamo pagare?

    Infine, viene rimproverata a Cassis la lacunosa organizzazione dell'incontro Leuthard-Juncker. A parte il fatto che un minimo di riguardo per un ministro degli esteri in carica da pochi giorni avrebbe dovuto suggerire un diplomatico rinvio (che avrebbe fatto comodo a tutti), semmai il rimprovero va mosso alla signora Leuthard, il cui ego supera le sue pur notevoli qualità e che si illudeva forse con quattro abbracci e due fotografie di passare per la salvatrice della Patria e sistemare il vecchio volpone lussemburghese che si addormenta dinanzi al Papa (vin Santo?) ma sa essere sveglio quando necessario.

    Dopo anni di politiche inconcludenti e con divergenze profonde nel Consiglio federale non è che il ministro Cassis possa in pochi giorni fare miracoli (e cambiare i collaboratori responsabili del passato). Se si pone termine all'umiliante politica delle genuflessioni preventive è già un notevole progresso.
    Commenti - A Berna la musica è cambiata, forza Cassis

  7. #17
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    ormai la rotazione della parola è completa, se chi canta l'inno nazionale svizzero è un fascista, vuol dire che nel XXI secolo non è fascista chi si ispira a Mussolini, ma chiunque non sia d'accordo con l'UE

  8. #18
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    Quindi Cassis e' ministro degli esteri della Confederazione?
    Come c'e' riuscito?
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  9. #19
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Eric Draven Visualizza Messaggio
    ormai la rotazione della parola è completa, se chi canta l'inno nazionale svizzero è un fascista, vuol dire che nel XXI secolo non è fascista chi si ispira a Mussolini, ma chiunque non sia d'accordo con l'UE
    Esattamente. Nel cranio di quel socialista, quantomeno, ma immagino che per uno che esprime un concetto a parole, ce ne siano molti altri che si limitano a pensarlo. Specie quando parlano a vanvera di "chiusura" ogniqualvolta non si agisce come UE desidera.

    Il presidente del PS, Levrat (citato più sopra e qui sotto in foto, preso di spalle, alla festa del 1.o maggio; notare le due bandiere sulla stessa asta, sopra la sua mano sinistra...), è un pezzo da 90, in questo. Penso creda di essere lui la più alta carica della Svizzera.

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    Quindi Cassis e' ministro degli esteri della Confederazione?
    Come c'e' riuscito?
    L'alternativa era dargli il Dipartimento degli Interni, ma essendo occupato dal socialista Alain Berset ed essendo Cassis vicino alle casse malattia (l'Interno si occupa anche di assicurazioni sociali) hanno preferito fargli ereditare gli Esteri dopo che Burkhalter si è dimesso.
    Devo dire che per ora Cassis non si è mosso eccessivamente bene, ma per ora lascia ancora ben sperare.

  10. #20
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    Predefinito Re: 25 anni fa il referendum che salvo' la Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    [...]
    Il presidente del PS, Levrat (citato più sopra e qui sotto in foto, preso di spalle, alla festa del 1.o maggio; notare le due bandiere sulla stessa asta, sopra la sua mano sinistra...), è un pezzo da 90, in questo. Penso creda di essere lui la più alta carica della Svizzera.
    https://cdn.handelszeitung.ch/sites/...ai-zuerich.jpg
    [...]
    Per l'appunto...
    Un accordo da «concludere al più presto» con l'UE
    Il presidente del PS Christian Levrat ha dichiarato la necessità di agire rapidamente

    BERNA - La Svizzera deve concludere al più presto un accordo istituzionale con l'Unione europea (UE). È quanto ritiene il Partito socialista (PS), che oggi a Berna ha convocato la stampa per rendere note le sue posizioni in materia.
    Christian Levrat, presidente del PS, ha colto l'occasione per dichiarare di aver cambiato idea in materia. All'inizio non vedeva l'urgenza di un accordo, ma il tempo per arrivare a una soluzione si sta riducendo e a suo avviso occorre agire rapidamente.
    La Brexit si avvicina, la Commissione europea in carica sarà sciolta dopo le elezioni nel maggio del 2019 e in Svizzera ci saranno le elezioni federali nell'autunno dello stesso anno, ha ricordato il consigliere agli Stati friburghese. Inoltre ci aspettiamo che il sostegno agli accordi bilaterali diminuisca in seno alla popolazione, ha aggiunto.
    Per Levrat, il Consiglio federale deve pertanto negoziare un accordo entro l'autunno, in modo che il popolo svizzero possa esprimersi nel maggio del 2019.
    Ticinonline - Un accordo da «concludere al più presto» con l'UE

    Non avrei mai pensato che la prospettiva di vedere la borsa svizzera penalizzata dall'UE preoccupasse così tanto questi socialisti anticapitalisti...

 

 
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