Elezioni regionali 2018: data, candidati e dove si vota, la guida
Come spesso accade, anche il 2018 sarà anno di elezioni in Italia. Oltre alle politiche, infatti, saranno 7 le regioni chiamate alle urne nell’anno in corso per il rinnovo dei consigli e, conseguentemente, delle giunte regionali.
Scontata, o meglio, quasi scontata la possibilità di election day con le elezioni parlamentari per almeno tre regioni (Lombardia, Lazio e Molise), così come accaduto nel 2013. Il “quasi” è del tutto legato ad un “problema” prettamente politico, di strategia. Per farla in breve, tutte le Regioni coinvolte, tranne la Valle d’Aosta, eleggono direttamente non solo il consiglio regionale, ma anche il Presidente della Regione. Dunque, a differenza di quanto avviene a livello nazionale, il capo del governo regionale è eletto direttamente dal corpo elettorale. Ma le regole elettorali per l’elezione del consiglio e quelle per l’elezione del Presidente sono strettamente collegate. Sono infatti beneficiate le liste collegate al candidato presidente che ottiene il maggior numero di voti.
Per evitare due “colori” diversi tra consiglio e giunta, le liste collegate in coalizione al candidato presidente vincente hanno un bonus in seggi per favorire la governabilità. Non è così a livello nazionale. E vista la nuova legge elettorale, in cui è il proporzionalismo ad avere la meglio, meno che mai. Le strategie di coordinamento delle élite partitiche, dunque, saranno differenti. Ed escluso il Movimento 5 Stelle, da sempre contrario al concetto stesso di coalizione, dovremmo attendere un po’ per capire il coordinamento delle liste di centro destra e centro sinistra.
Elezioni regionali 2018: data, candidati e dove si vota, la guida

Va da sé che, vista l’importanza che hanno le elezioni politiche, il coordinamento partitico per la tornata nazionale andrà ad influenzare anche quello per le elezioni regionali.
Detto questo, vediamo più da vicino quali sono le Regioni che andranno ai seggi per il rinnovo di propri consigli e giunte e i candidati presidenti in competizione.
Nel Lazio, il presidente uscente del centro sinistra, Nicola Zingaretti, ha già annunciato la sua ricandidatura. L’obiettivo che si posto è quello di creare, intorno a sé, una coalizione ampia e aperta anche alla società civile. Interessante sarà osservare se Zingaretti riuscirà o meno a ricompattare, in una coalizione comune, le forze di sinistra fuoriuscite dal Pd. E, soprattutto, se le strategie dem a livello nazionale, oltre a quelle delle forze “dissidenti”, glielo permetteranno.
Anche i 5 stelle hanno già scelto la deputata Roberta Lombardi come candidato presidente. Più incerta la candidatura del centro destra, visti i giochi di forza, ancora senza alcuna prevalenza, tra Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Anche in questo caso, con elevata probabilità, saranno le scelte a livello nazionale ad influenzare la candidatura presidenziale nel Lazio. Anche in un’ottica di “scambio”, una sorta di “patto di desistenza” tra le forze politiche di centro destra in due arene elettorali distinte ma in stretta connessione.
Elezioni regionali 2018: Lazio, Lombardia e Molise al voto

In Lombardia, a sfidare il leghista Roberto Maroni, attuale governatore, ci sarà Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, renziano. Il Movimento 5 Stelle, invece, candida Dario Violi, a seguito delle regionarie di novembre. Già consigliere pentastellato in Lombardia, Violi ha 32 anni, è laureato in scienze politiche e specializzato in cooperazione. Prima della sua elezione al consiglio lombardo, lavorava in un’associazione di imprenditori.
Il Presidente del MolisePaolo Di Laura Frattura, dovrebbe rappresentare il Partito Democratico anche nel 2018. Quasi certa la spaccatura con la sinistra, rappresentata, in Molise, da Antonio Di Pietro, che starebbe pensando ad un candidato alternativo.
Incertezza anche nel centrodestra. L’ex Presidente Michele Iorio vorrebbe riproporsi alla reggenza della regione. Ma Fratelli d’Italia punterebbe sulla figura di Filoteo Di Sandro. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, ancora non si sono tenute le votazioni online per l’individuazione del candidato. Favorito Antonio Federico, già candidato nel 2013.
Elezioni regionali 2018: Friuli, Valle d’Aosta, Trentino e Basilicata

Guardando al Friuli Venezia Giulia, l’unica certezza è che le elezioni regionali non avverranno in concomitanza con le politiche. Infatti il Consiglio ha respinto con 25 voti contrari, 13 favorevoli e 1 astenuto, la proposta M5S di accorpare le regionali alle nazionali.
La governatrice uscente Debora Serracchiani, renziana doc, ha annunciato di non volersi ricandidare. Ancora non resi noti i nomi dei candidati del centro destra, in continua concertazione, e del Movimento 5 Stelle. Le regionarie friulane, infatti, non sono ancora state fissate.
Infine, a rinnovare le proprie amministrazioni ci saranno anche altre due regioni a statuto speciale: la Valle d’Aosta (che cinque anni fa votò il 26 maggio) e il Trentino Alto Adige (nel 2013 si votò il 27 ottobre). Per questa ultima regione, in realtà, si tratta di rinnovare l’amministrazione della Provincia Autonoma di Trento e di quella di Bolzano, i cui due consigli andranno poi a formare il consiglio regionale.
Per quanto riguarda la Basilicata, le elezioni sono previste per autunno. E le candidature saranno sicuramente influenzate dai risultati delle attesissime politiche 2018.
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Scritto da: Camilla Ferrandi
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