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  1. #1
    #Ciaone
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    Predefinito Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”
    gennaio 11th, 2018 | Category: capitale/lavoro
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    All’inizio, più o meno un anno fa, la “crescita” era derisa dai più: “non c’è crescita, sono solo oscillazioni statistiche senza ricadute nella realtà”. Col passare dei mesi, la narrazione si faceva più performante: “c’è una crescita, ma è senza lavoro”. Oggi siamo allo step successivo: “mai così tanti occupati dal 1977”. Il coro mediatico ripete l’ultima buona notizia sul fronte economico: con 23.183.000 occupati, non abbiamo mai avuto tanti lavoratori in attività (qui). Siamo davvero usciti dalla grande recessione decennale? Le statistiche si stanno traducendo in condizioni materiali migliori per la popolazione? In realtà, ancora no. Anzi, la dinamica del mercato del lavoro, speculare tanto in Italia come in Germania e nel resto d’Europa, ci racconta di un impoverimento complessivo e progressivo dei lavoratori europei. In Italia sono aumentati gli occupati, ma sono diminuite le ore di lavoro (-1,1 miliardi dal 2008) (qui).

    (qui)



    Quello che prima veniva prodotto da un lavoratore, oggi viene prodotto da due o più lavoratori. Il tutto non solo a condizioni salariali minori, ma soprattutto a condizioni contrattuali drasticamente peggiorate. Ciò che veniva prodotto nel 2008 da un lavoratore stabilmente contrattualizzato, oggi viene prodotto da due lavoratori meno garantiti, precari, impoveriti: «se nel 2008 i dipendenti full time erano l’86 per cento del totale, 8 anni dopo si sono abbassati all’81 per cento. Quelli a tempo parziale, invece, sono saliti dal 14 al 19 per cento del totale». Di converso, ovviamente, è diminuita la produttività: «Con una produttività del lavoro che ha subito una contrazione molto importante sia nei servizi (-3,1 per cento) sia nelle costruzioni (-7,1 per cento) – settori, questi ultimi, che danno lavoro al 79 per cento del totale dei dipendenti presenti nel Paese – anche la retribuzione media per occupato ha registrato una forte contrazione: tra il 2008 e il 2016 è diminuita, al netto dell’inflazione, del 3,4 per cento». Quindi si, abbiamo più occupati del 2008, anzi: dal 1977. Ma questi sono più poveri e contrattualmente meno protetti.




    E’ una tendenza generale, che non riguarda solo l’Italia. Ed è una tendenza che non riguarda solo i nuovi entrati nel mondo del lavoro, ma che travolge chiunque abbia una mansione dipendente. La crisi, dunque, sta volgendo al termine. Ma il panorama che ci hanno lasciato le politiche anticicliche è quello di un nuovo mercato del lavoro, assimilato al modello anglosassone fondato sullo scambio tra produttività, salari e diritti contrattuali. I salari sono ancora debolissimi, ma probabilmente cresceranno (molto lentamente), al prezzo però dello scardinamento definitivo di ogni garanzia contrattuale, prima fra le quali l’abolizione progressiva della contrattazione nazionale in funzione di quella aziendale o di secondo livello. Per non dire dei diritti sociali legati al salario indiretto e differito: pensioni, sanità, scuola e università, trasporti, diritti collegati alle garanzie contrattuali generali e in via di scomparsa perché – questo lo scambio diabolico – monetizzati nella busta paga, che ovviamente corrisponderà a una percentuale nettamente inferiore dell’insieme delle prestazioni sociali oggi (ancora) garantite dallo Stato. Teniamo dunque a mente l’orizzonte di senso entro cui verrà iscritta la probabile crescita dei salari, che sarà il prossimo gradino della narrazione edificante sull’economia: una crescita che nasconde un impoverimento sociale.

    Meno lavoro, più occupati: l?orizzonte della nuova ?crescita economica? «
    Mi sono rotta il cazzo dei giovani di sinistra, arrivisti, bugiardi, senza lode
    Gente che in una gara di idiozia riuscirebbe ad arrivare seconda

  2. #2
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Lavorare meno, lavorare tutti.

    Ci si sta arrivando.

  3. #3
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    la truffa dei numeri pidisti
    la disoccupazione "diminuisce" secondo le statistiche pidiste... sono considerati occupati se lavorano 1 ora a settimana

  4. #4
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Citazione Originariamente Scritto da Molly Visualizza Messaggio
    Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”
    gennaio 11th, 2018 | Category: capitale/lavoro
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    All’inizio, più o meno un anno fa, la “crescita” era derisa dai più: “non c’è crescita, sono solo oscillazioni statistiche senza ricadute nella realtà”. Col passare dei mesi, la narrazione si faceva più performante: “c’è una crescita, ma è senza lavoro”. Oggi siamo allo step successivo: “mai così tanti occupati dal 1977”. Il coro mediatico ripete l’ultima buona notizia sul fronte economico: con 23.183.000 occupati, non abbiamo mai avuto tanti lavoratori in attività (qui). Siamo davvero usciti dalla grande recessione decennale? Le statistiche si stanno traducendo in condizioni materiali migliori per la popolazione? In realtà, ancora no. Anzi, la dinamica del mercato del lavoro, speculare tanto in Italia come in Germania e nel resto d’Europa, ci racconta di un impoverimento complessivo e progressivo dei lavoratori europei. In Italia sono aumentati gli occupati, ma sono diminuite le ore di lavoro (-1,1 miliardi dal 2008) (qui).

    (qui)



    Quello che prima veniva prodotto da un lavoratore, oggi viene prodotto da due o più lavoratori. Il tutto non solo a condizioni salariali minori, ma soprattutto a condizioni contrattuali drasticamente peggiorate. Ciò che veniva prodotto nel 2008 da un lavoratore stabilmente contrattualizzato, oggi viene prodotto da due lavoratori meno garantiti, precari, impoveriti: «se nel 2008 i dipendenti full time erano l’86 per cento del totale, 8 anni dopo si sono abbassati all’81 per cento. Quelli a tempo parziale, invece, sono saliti dal 14 al 19 per cento del totale». Di converso, ovviamente, è diminuita la produttività: «Con una produttività del lavoro che ha subito una contrazione molto importante sia nei servizi (-3,1 per cento) sia nelle costruzioni (-7,1 per cento) – settori, questi ultimi, che danno lavoro al 79 per cento del totale dei dipendenti presenti nel Paese – anche la retribuzione media per occupato ha registrato una forte contrazione: tra il 2008 e il 2016 è diminuita, al netto dell’inflazione, del 3,4 per cento». Quindi si, abbiamo più occupati del 2008, anzi: dal 1977. Ma questi sono più poveri e contrattualmente meno protetti.




    E’ una tendenza generale, che non riguarda solo l’Italia. Ed è una tendenza che non riguarda solo i nuovi entrati nel mondo del lavoro, ma che travolge chiunque abbia una mansione dipendente. La crisi, dunque, sta volgendo al termine. Ma il panorama che ci hanno lasciato le politiche anticicliche è quello di un nuovo mercato del lavoro, assimilato al modello anglosassone fondato sullo scambio tra produttività, salari e diritti contrattuali. I salari sono ancora debolissimi, ma probabilmente cresceranno (molto lentamente), al prezzo però dello scardinamento definitivo di ogni garanzia contrattuale, prima fra le quali l’abolizione progressiva della contrattazione nazionale in funzione di quella aziendale o di secondo livello. Per non dire dei diritti sociali legati al salario indiretto e differito: pensioni, sanità, scuola e università, trasporti, diritti collegati alle garanzie contrattuali generali e in via di scomparsa perché – questo lo scambio diabolico – monetizzati nella busta paga, che ovviamente corrisponderà a una percentuale nettamente inferiore dell’insieme delle prestazioni sociali oggi (ancora) garantite dallo Stato. Teniamo dunque a mente l’orizzonte di senso entro cui verrà iscritta la probabile crescita dei salari, che sarà il prossimo gradino della narrazione edificante sull’economia: una crescita che nasconde un impoverimento sociale.

    Meno lavoro, più occupati: l?orizzonte della nuova ?crescita economica? «
    Daccordo: ti levo 100 in welfare e ti rendo 10 in busta paga, poi strombazzo che le paghe sono aumentate. Ti faccio contratti precari a 10 ore la settimana poi strombazzo che gli occupati sono aumentati. Il sindacato arriva con le bandiere a "protestare" quando una azienda delocalizza, ma riconosce che delocalizzare "è un diritto dell'impresa".
    Quando invece interi settori vengono cancellati dai concorrenti stranieri il sindacato proprio non si fa vedere, e il governo quale esso sia dice che è il "libero mercato"

    Quindi?

    La "denuncia" viene fatta tutti i giorni nei talk show di CDX e di CDX, dove una volta si esibisce l'esodato, l'altra il disoccupato, l'altra il precario, l'altra il giovane emigrato, e così via. Ma è funzionale solo a dare l'illusione che la denuncia serva a qualcosa, mentre non ha effetti pratici. Sconfitto il CSX liberista poi continua il CDX liberista, poi ritorna il CSX liberista e così via da venti anni.
    Magari quelli di Militant invece che fare la "denuncia" come a l'Aria che Tira o a Quinta Colonna potrebbero cominciare a dire che delocalizzare "non è" diritto dell'impresa, o che i pomodorini della Tunisia "non sono" un diritto dell'importatore.

    La somma delle chiacchiere non fanno bollir la pentola.
    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  5. #5
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    Sconfitto il CSX liberista poi continua il CDX liberista, poi ritorna il CSX liberista
    Il libbbberismo, nel paese con le tasse e la burocrazia peggiori dell'universo, in italia c'è solo nella vostra mente bacata

  6. #6
    #Ciaone
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    Daccordo: ti levo 100 in welfare e ti rendo 10 in busta paga, poi strombazzo che le paghe sono aumentate. Ti faccio contratti precari a 10 ore la settimana poi strombazzo che gli occupati sono aumentati. Il sindacato arriva con le bandiere a "protestare" quando una azienda delocalizza, ma riconosce che delocalizzare "è un diritto dell'impresa".
    Quando invece interi settori vengono cancellati dai concorrenti stranieri il sindacato proprio non si fa vedere, e il governo quale esso sia dice che è il "libero mercato"

    Quindi?

    La "denuncia" viene fatta tutti i giorni nei talk show di CDX e di CDX, dove una volta si esibisce l'esodato, l'altra il disoccupato, l'altra il precario, l'altra il giovane emigrato, e così via. Ma è funzionale solo a dare l'illusione che la denuncia serva a qualcosa, mentre non ha effetti pratici. Sconfitto il CSX liberista poi continua il CDX liberista, poi ritorna il CSX liberista e così via da venti anni.
    Magari quelli di Militant invece che fare la "denuncia" come a l'Aria che Tira o a Quinta Colonna potrebbero cominciare a dire che delocalizzare "non è" diritto dell'impresa, o che i pomodorini della Tunisia "non sono" un diritto dell'importatore.

    La somma delle chiacchiere non fanno bollir la pentola.
    Oddio il problema sono quelli che a sinistra parlano di attirare investimenti e di competitività e allo stesso tempo di diritti sociali riuscendo a stare seri, non la rete Militant, che se a sinistra qualcuno la conoscesse la considererebbe disfattista e colpevole di far vincere il centrodestra a discapito del centrosinistra.
    Mi sono rotta il cazzo dei giovani di sinistra, arrivisti, bugiardi, senza lode
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  7. #7
    Gianicolo, 1849
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Citazione Originariamente Scritto da Hockey Visualizza Messaggio
    Il libbbberismo, nel paese con le tasse e la burocrazia peggiori dell'universo, in italia c'è solo nella vostra mente bacata
    Il liberismo è quando i resti del comparto dei divani pugliese si deve trasferire in Montenegro per non andare fallito, e dal Montenegro importano "liberamente" in Italia.

    Del salto nel cerchio di fuoco, come dell'ortodossia comunista o di quella capitalista non ce ne frega una mazza.
    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  8. #8
    Gianicolo, 1849
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Citazione Originariamente Scritto da Molly Visualizza Messaggio
    Oddio il problema sono quelli che a sinistra parlano di attirare investimenti e di competitività e allo stesso tempo di diritti sociali riuscendo a stare seri, non la rete Militant, che se a sinistra qualcuno la conoscesse la considererebbe disfattista e colpevole di far vincere il centrodestra a discapito del centrosinistra.
    Quelli di Militant con l'Internazionalismo Proletario si portano dentro tutto, dal liberismo alla U.E. Non metteranno in discussione ne i divani del Montenegro ne i pomodorini della Tunisia ne i dazi cinesi.
    Potrebbero andare nei talk show mattutini a rappresentare i Comunisti duri e puri fra il raccapriccio dei moderati e i sorrisi dei conduttori. Solo noi li facciamo uscire fuori dai gangheri, i moderati. Hai visto come urlano?
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  9. #9
    #Ciaone
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    Quelli di Militant con l'Internazionalismo Proletario si portano dentro tutto, dal liberismo alla U.E. Non metteranno in discussione ne i divani del Montenegro ne i pomodorini della Tunisia ne i dazi cinesi.
    Potrebbero andare nei talk show mattutini a rappresentare i Comunisti duri e puri fra il raccapriccio dei moderati e i sorrisi dei conduttori. Solo noi li facciamo uscire fuori dai gangheri, i moderati. Hai visto come urlano?
    Questi non sono della linea un'altra europa è possibile, sono per l'uscita dalla UE fatta e finita. Comunque non sono un partito e non si candideranno, rimaniamo sul tema del post
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  10. #10
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    Predefinito Re: Meno lavoro, più occupati: l’orizzonte della nuova “crescita economica”

    Se i nuovi assunti avessero tutti contratti a tempo pieno, saremmo la locomotiva d'Europa. Ovviamente non lo siamo e siamo lontanissimi dall'esserlo.
    Il più grande compito della politica è riuscire a dare stabilità economica ai giovani. In un paese vecchio, che non fa figli e con un sistema pensionistico insostenibile, scervellarsi per trovare una soluzione a questo enorme problema dovrebbe essere la base del programma di qualunque forza politica. Oggi le pensioni dei nonni e dei genitori sono di fatto il primo e il più grande ammortizzatore sociale.

    Quei numeri positivi (perchè comunque di numeri positivi parliamo), nascondono delle criticità che non possono essere ignorate. Il punto ormai non è più ridisegnare le leggi che regolano il lavoro, il punto è creare terreno fertile affinchè le imprese assumano con convizione, perchè necessitano di personale (non per bonus, incentivi momentanei o per via di contratti particolarmente vantaggiosi). La politica deve interrogarsi su come far crescere e sviluppare le imprese italiane. Se le imprese stanno bene aumentano le assunzioni, le ore lavorate, la produzione, il pil...

 

 
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