Querelle sul simbolo Pdl, l'imprenditore casertano ci riprova: voglio 110 milioni
Si riapre la lotta sulla paternità del logo del Popolo della libertà. L'imprenditore di Casal di Principe torna alla carica con una richiesta di un maxi-risarcimento: "Andrò avanti fino in fondo questa volta". Nel 2007 ci fu la cessione a titolo gratuito davanti a un notaio in cambio di una candidatura che non è mai arrivata.
Roma, 19 mag. - (Adnkronos) - Non trova pace il simbolo del Pdl. Torna alla carica l'imprenditore di Casal di Principe, Michelangelo Madonna, che ne rivendica la paternita', perche' assicura di averlo inventato per primo due anni fa, prima della cosiddetta svolta del predellino del 18 novembre 2007. Il dottor Madonna, apprende ADNKRONOS, e' pronto a diffidare Silvio Berlusconi dall'uso del logo e del nome 'Popolo della liberta'' alle prossime europee e amministrative. Chiede un risarcimento di 110 milioni di euro e promette di andare fino in fondo questa volta.
Per correre alle elezioni comunali del maggio 2007 nel suo paese natio, infatti, l'imprenditore aveva deciso di partecipare alla competizione collegandosi al candidato sindaco Cristiano Cipriano, insieme a Fi, An e ai centristi di Pier Ferdinando Casini. Venuto a conoscenza del problema, il Cavaliere chiese ai suoi di intervenire per risolvere la situazione. Da qui la necessita' di un accordo scritto per attribuire al futuro premier la titolarita' esclusiva del simbolo. Il 19 dicembre di due anni fa, il presidente del Consiglio e Madonna si ritrovano in via del Plebiscito, davanti al dottor Paolo Becchetti, notaio in Civitavecchia, per firmare l'atto di cessione a titolo gratuito del simbolo 'Popolo della liberta''.
Dietro questo gesto di generosita', spiegano gli avvocati, c'era la promessa di un coinvolgimento nel partito unitario. Qualcuno parlava di una candidatura, ma poi al momento di inserire i nomi nelle liste elettorali Madonna e' rimasto fuori da quella di Campania 2, gridando al tradimento dell'accordo tacito. L'imprenditore casertano non si da' per vinto e decide di portare Berlusconi in tribunale per impugnare la cessione, farsi restituire la titolarita' del 'marchio' del Pdl e ottenere il risarcimento del danno per il diritto d'autore.
Il contenzioso va avanti. Dopo aver depositato lo scorso febbraio al Tribunale di Roma un ricorso per il sequestro giudiziario del simbolo, ora si sta giocando un nuovo round della partita legale.Come spiegano gli avvocati di Madonna, Mario Iacone e Attilio Doria, e il procuratore personale dell'imprenditore, Francesco Mercurio, in settimana verra' ufficialmente notificata un'ulteriore diffida al premier e ai partiti aderenti al Popolo della liberta' a utilizzare simbolo e dizione per le imminenti elezioni europee e amministrative di giugno. In particolare, i 110 milioni di euro chiesti come ristoro sono cosi' divisi:100 a titolo di indennizzo per l'uso indebito del simbolo e 10 a titolo di risarcimento del danno.
Il deputato del Pdl, Ignazio Abrignani, avvocato incaricato dal partito per questo contenzioso civile, contesta la versione dei fatti offerta dai legali di Madonna, richiamando l'atto difensivo gia' depositato in giudizio alcuni mesi fa. ''Innanzitutto -dice il parlamentare- il Madonna presento' il simbolo in via fiduciaria per conto del partito al fine di verificare il suo impatto sull'elettorato''.
''Ma al di la' di questo -sottolinea- quello che chiude la vicenda a mio parere, e' la circostanza che lo stesso Madonna ha ceduto il logo 'Popolo della liberta' nelle mani del presidente Berlusconi con regolare atto notarile. Qualsiasi richiesta successiva -conclude Abrignani- mi sembra quindi assolutamente pretestuosa, come anche il giudice sicuramente valutera' in tal senso'''.
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