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L'uomo è stato giudicato colpevole per violenze privata ed ora è nei guai per abuso d'ufficio dopo aver fatto scendere un passaggero che non aveva esibito un regolare ticket di viaggio.
La vicenda
I fatti risalgono al 12 novembre 2014: siamo sul treno che da Belluno viaggia in direzione Padova. Qui il passeggero Anyanwu Festus Amaechi è presente con un biglietto chilometrico non regolare, non obliterato. Alla stazione di Santa Giustina, provincia di Belluno. Favaretto si avvicina all'uomo e chiede di visionare il ticket di viaggio. Niente da fare. Il cittadino nigeriano rifiuta. Favaretto insiste, ma non c'è nulla da fare. Nasce un diverbio.
Il ferroviere come da regolamento obbliga il passaggero - ora espulso dall'Italia ma al tempi dei fatti residente in provincia di Padova - di scendere dalla carrozza. Alla fermata prende gli effetti personali dell'uomo e li deposita sul binario. Il migrante decidi di dirigersi subito verso la macchinetta obliteratrice, per cercare di riparare al problema e risalire sul convoglio. Favaretto gli intima "se sali, ti denuncio": qui scatta il reato contestato, come si legge su La tribuna di Treviso.
Il giudice Riposati però condanna Favaretto a 20 giorni di reclusione, più le spese. Inoltre ha richiede la trasmissione degli atti al pubblico ministero Gulli, per valutare la possibilità di procedere anche per abuso d’ufficio. Una faccenda particolare: il pm - come scrive la Tribuna di Treviso - aveva semplicemente chiesto una sentenza di assoluzione con formula dubitativa per la violenza privata e gli stessi giorni per il reato tentato. L'avvocato difensore, Jenny Fioraso, puntava invece all’assoluzione poiché il fatto non sussiste.