Sondaggi politici elettorali Ipsos: voto basato su concretezza e fattibilità
Nel consueto sondaggio politico di Nando Pagnoncelli (Ipsos) per Di Martedì, si parla di qualità della prossima classe dirigente (XVIII legislatura) e dei  criteri di scelta del proprio voto.
Si evince che la maggior parte dei cittadini – almeno stando ai risultati, alle risposte offerte – propenderà verso quelle forze politiche che non promettono mari e monti, ma che offrano (almeno secondo la loro prospettiva) un progetto concreto e viabile.
Il ruolo delle promesse elettorali sembra – e si sottolinea, almeno sulla carta – molto minore, rispetto al passato.
La disillusione ha portato l’elettorato a un livello di astensione da record. Se dovessero essere mantenute le attese degli istituti demoscopici (che prevedono, mediamente, un livello di astensione tra il 30 e il 35%), potremmo assistere alle elezioni meno partecipate e sentite della storia repubblicana.
Sondaggi politici elettorali: Quasi i 3/4 del campione non crede alla realizzazione delle promesse

Come detto, la disillusione – misurabile, in parte, attraverso il livello di partecipazione atteso – fa sì che la credibilità dei partiti scemi sempre di più. Alla domanda
I partiti realizzeranno davvero le promesse elettorali?
Appena 2 su 10 ripongono fiducia nelle principali organizzazioni politiche. Un 72% del campione crede che i partiti non manterranno le proprie promesse. Infine, un 8% non sa o non indica la risposta. La forbice tra il “Sì” e il “No” (di oltre 50 punti) è un segno evidente della mancanza di fiducia dei cittadini nei propri rappresentanti. Uno degli effetti (e cause) della continua spoliticizzazione.

Sondaggi politici elettorali: una classe dirigente inadeguata

Osservando la domanda che valuta i candidati e il livello medio della prossima classe politica, risulta ancor più evidente la mancanza di fiducia nelle strutture partitiche e nei suoi dirigenti. Il 76% del afferma che i candidati al Parlamento non garantiranno una classe dirigente all’altezza. Appena il 12% ripone fiducia nelle personalità che entreranno – o lottano per un seggio – in Parlamento. Un ulteriore 12% non sa o non indica.
Sondaggi politici elettorali: la direzione politica non è sufficiente

La gran parte degli intervistati assicura che, nella sua scelta di voto, conterà la fattiblità delle proposte. Ovvero: che queste siano credibili e attuabili. Il 67% opta per questa risposta. In questo senso, le proposte più esose – innalzamento delle pensioni minime a 1.000 euro e abolizione della legge Fornero – non dovrebbero avere un impatto decisivo sul voto.
A poco meno di un elettore su quattro (il 23%), basta capire la direzione che prenderebbe una forza politica una volta giunta al Governo.
Infine, un 10% non sa o non indica.

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Scritto da: Alessandro Faggiano
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