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Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito La democrazia dei creduloni

    La democrazia dei creduloni





    Fonte: Ereticamente

    Carl Schmitt insegnò che l’essenza del politico è la distinzione tra amico e nemico. Nemico è il neoliberismo nella forma della globalizzazione, del dominio della finanza, del controllo tecnologico e del materialismo radicale. Identificato il nemico, occorrono armi dialettiche, culturali, civili per contrastarlo. Il primo terreno di lotta riguarda l’individuazione delle sue menzogne per fare opera di verità. Un punto di forza della “narrazione” avversa riguarda il concetto di democrazia. Totem e tabù della modernità, credenza indiscutibile, criticare o revocare in dubbio Sua Maestà la Democrazia pone fuori dallo spazio civile ed espone alla giustizia penale. Nondimeno, è urgente condurre una critica della ragione democratica, a partire dal significato delle parole. Democrazia significa potere del popolo: nessuno può ragionevolmente sostenere che nel regime vigente il popolo detenga quote significative di potere. Ristabilire tale elementare verità è il primo atto rivoluzionario.

    La democrazia dei creduloni è il titolo di un saggio del sociologo Gérald Bronner che si propone di mettere in guardia dalle verità preconfezionate, dalla pigrizia mentale, dall’adesione acritica alle idee dominanti. La soluzione più facile è quella più rassicurante, credere è sempre più comodo che ragionare. Il problema è la riconquista della verità, nella certezza che chi accresce la conoscenza accresce il dolore (Ecclesiaste). I padroni del mondo lo sanno bene e lavorano per plasmare una “personalità democratica” superficiale, triviale e credulona. Poiché possiedono la schiacciante maggioranza delle fonti di informazione, chiamano false notizie tutte le idee non in linea con la narrazione ufficiale. Si sente il bisogno di una ideale rifondazione di quella società degli àpoti (quelli che non se la bevono…) di cui parlò Giuseppe Prezzolini.

    La dogmatica democratica, per quanto il termine sembri un ossimoro, è diventata apologetica, vera e propria santificazione, liturgia obbligatoria, fine della storia nel senso teorizzato da Francis Fukuyama. Il pesce puzza dalla testa, quindi la democrazia ad uso dei creduloni va demistificata a partire dall’origine, ovvero dal più indiscutibile dei suoi dogmi: se infatti essa è il governo del popolo, noi non viviamo affatto in una democrazia. Nella realtà, infatti, vince sempre la minoranza, e quella minoranza è formata dai detentori del potere economico. I loro interessi hanno prodotto leggi, costituzioni, procedure volte a determinare e perpetuarne il dominio. Il potere del denaro svuota la democrazia sino a trasformarla nel suo opposto. Partiamo dall’Unione Europa. Il cosiddetto europarlamento non ha funzione legislativa, ed è quindi inutile, un rifugio ben pagato per politici in disarmo. Le normative, in forma di regolamento, vengono emesse da organi non elettivi e rese immediatamente esecutive in tutti i paesi, scavalcando il diritto nazionale, governi e parlamenti. Quanto agli Stati, i loro governi sono espressione di maggioranze parlamentari costruite a tavolino attraverso l’ingegneria elettorale. Con sistemi di elezione che costituiscono vere e proprie manomissioni della sovranità popolare, partiti votati da minoranze controllano i parlamenti e diventano governi in nome della “stabilità”, ovvero dell’immobilità, architrave della nuova dogmatica democratica.

    Ciò vale per tutti i grandi Paesi. In Gran Bretagna, con il sistema maggioritario secco in alcune occasioni è andato al governo non il partito più votato, ma quello che è arrivato primo nel maggior numero di collegi. Rarissimo è il caso che conservatori o laburisti ottengano la maggioranza dei voti popolari. In Spagna, con un metodo proporzionale corretto (d’Hondt) è possibile conseguire la maggioranza alle Cortes con meno del 40 per cento dei suffragi. Peraltro, l’attuale governo è di netta minoranza e si regge sull’astensione di alcune opposizioni. In Francia, con il doppio turno, le maggioranze governative sono frutto della forzatura elettorale e non del consenso dei cittadini. Il caso tedesco vede due grandi partiti, democristiano e socialdemocratico, costretti dalla continua erosione dei consensi a formare governi di coalizione invisi ai rispettivi elettori ma sponsorizzati dal potere industriale e finanziario. Negli Usa, il metodo è quello britannico, con in più l’elemento federale, tanto che Donald Trump è stato eletto presidente con meno voti di Hillary Clinton. In Italia, dove l’orrendo Porcellum dichiarato incostituzionale ha permesso cinque anni di governo al centrosinistra con meno del 30 per cento dei voti, il nuovo Rosatellum promette esiti simili.

    Tutto ciò è frutto di un disegno preciso che viene dall’alto, diventando la normalità invertita della democrazia reale, in cui vige ormai il principio di minoranza fondato sulla manipolazione di procedure e regole. Vi è poi la tendenza, ampiamente incoraggiata dal sistema, alla depoliticizzazione di massa, la cui conseguenza, insieme con il tramonto del pensiero critico, è l’indifferenza per il dibattito pubblico e l’assenza di partecipazione alle decisioni, a partire dalle elezioni. In molti casi, a dire il vero, non di depoliticizzazione si tratta, ma del voluto deficit progettuale delle forze politiche, la sovrapponibilità dei programmi, la percezione diffusa che la politica, ogni politica, sia un problema anziché una soluzione. Per il resto, generazioni indifferenti alla partecipazione pubblica sono assai gradite al potere, che può portare al massimo livello il suo governo della minoranza. Minore è la partecipazione, più comodamente decidono lorsignori, con il consenso dei gruppi e dei ceti clientelari, mentre tutti gli altri subiscono le scelte di pochi, restando senza rappresentanza. Democrazia apparente, neutralizzata, ridotta a rito, procedura dall’esito precostituito, una corsa truccata decisa in anticipo, come sanno gli allibratori, ma ancora creduta tale da molti: la democrazia dei creduloni, appunto.

    https://www.ariannaeditrice.it/artic...articolo=60077
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  2. #2
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: La democrazia dei creduloni

    In buona parte d'accordo con quanto sottolineato in grassetto. Ma se l'alternativa al partito unico liberal-capitalista non esiste? E se le sedicenti "alternative" sono , come giustamente Rizzo afferma, forme di "dissenso organizzato"?
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  3. #3
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    Predefinito Re: La democrazia dei creduloni

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    In buona parte d'accordo con quanto sottolineato in grassetto. Ma se l'alternativa al partito unico liberal-capitalista non esiste? E se le sedicenti "alternative" sono , come giustamente Rizzo afferma, forme di "dissenso organizzato"?
    Le elezioni sono sempre state l'apogeo della messinscena democratica. Le uniche alternative alla dittatura borghese scaturiscono dalla rivoluzione e dal capovolgimento delle relazioni di classe, come la storia ha dimostrato. Comunque, la crescente apatia elettorale è un fenomeno molto complesso. Se da una parte può essere ascritta alla depoliticizzazione delle masse, è anche il sintomo di una sofferta delegittimazione delle istituzioni liberali.

  4. #4
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: La democrazia dei creduloni

    Citazione Originariamente Scritto da Spirdu Visualizza Messaggio
    Le elezioni sono sempre state l'apogeo della messinscena democratica. Le uniche alternative alla dittatura borghese scaturiscono dalla rivoluzione e dal capovolgimento delle relazioni di classe, come la storia ha dimostrato. Comunque, la crescente apatia elettorale è un fenomeno molto complesso. Se da una parte può essere ascritta alla depoliticizzazione delle masse, è anche il sintomo di una sofferta delegittimazione delle istituzioni liberali.
    Però un processo rivoluzionario, almeno in senso marxista, non è certo dietro l'angolo. Manca una classe cosciente, un partito-avanguardia, una forte egemonia culturale e tutti quegli elementi fondamentali che, un sacco di volte, ho menzionato. Poi sono d'accordo con te: quella elettorale è sempre stata una truffa bella e buona e tale rimane.
    Ultima modifica di LupoSciolto°; 01-02-18 alle 15:51
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  5. #5
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    Predefinito Re: La democrazia dei creduloni

    La democrazia generalmente consistere nello "scegliere" tra il partito A e il partito A, così poi si può dire al popolo "eh ma cosa volete li avete votati voi questi".

    Però si può sfruttare a proprio vantaggio, almeno in teoria.
    Hitler or Hell.

  6. #6
    Giuseppe C
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    Predefinito Re: La democrazia dei creduloni

    Purtroppo sono temi oramai vecchi, nel senso che se ne discute da decenni. Di come il termine 'democrazia' sia stato prima osteggiato, poi inglobato nelle democrazie (appunto) liberali, di come i vari concetti di sovranità e di stato si impernino intorno alle democrazie (quali? in che termini?)
    L'errore più grave dell'articolo, a mio avviso, è sovrapporre le democrazie dando l'impressione che quella denominata dei creduloni sia una degenerazione di una versione buona, mentre le due cose sono totalmente incompatibili, sono sistematicamente diverse.

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    In buona parte d'accordo con quanto sottolineato in grassetto. Ma se l'alternativa al partito unico liberal-capitalista non esiste? E se le sedicenti "alternative" sono , come giustamente Rizzo afferma, forme di "dissenso organizzato"?
    qualcuno può anche ritenere che proprio l'europarlamentare, il parlamentere prodiano, il treuiano rizzo sia anche esso parte di un dissenso organizzato

  7. #7
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: La democrazia dei creduloni

    Citazione Originariamente Scritto da Anglachel Visualizza Messaggio
    Purtroppo sono temi oramai vecchi, nel senso che se ne discute da decenni. Di come il termine 'democrazia' sia stato prima osteggiato, poi inglobato nelle democrazie (appunto) liberali, di come i vari concetti di sovranità e di stato si impernino intorno alle democrazie (quali? in che termini?)
    L'errore più grave dell'articolo, a mio avviso, è sovrapporre le democrazie dando l'impressione che quella denominata dei creduloni sia una degenerazione di una versione buona, mentre le due cose sono totalmente incompatibili, sono sistematicamente diverse.
    D'accordissimo.



    Citazione Originariamente Scritto da Anglachel Visualizza Messaggio
    qualcuno può anche ritenere che proprio l'europarlamentare, il parlamentere prodiano, il treuiano rizzo sia anche esso parte di un dissenso organizzato
    Questo, però, non invalida né annulla il suo ragionamento. Suvvia: che alternativa rappresenterebbero Lega e M5S?
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  8. #8
    Giuseppe C
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    Predefinito Re: La democrazia dei creduloni

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Questo, però, non invalida né annulla il suo ragionamento. Suvvia: che alternativa rappresenterebbero Lega e M5S?
    Ma mica invalida il suo ragionamento.
    E tra i due la lega non raccoglie dissenso: la lega è un partito che rappresenta interessi ben precisi.

 

 

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