"Ognuno di voi convinca un finiano moderato a tornare nel Pdl", questo il senso del compito affidato da Silvio Berlusconi ai dirigenti del partito in vista della riapertura della battaglia politica in Parlamento e del vertice di venerdì a Roma con tutti i maggiorenti del partito. Un premier che, pur non volendone sapere di Gianfranco Fini o dei più duri dei suoi supporter come Italo Bocchino, lancia un appello a quelli che sono definiti "finiani moderati" a non tradire il governo e gli elettori.
La lealtà dimostrata nei confronti di Gianfranco Fini - è stato il ragionamento che il presidente del Consiglio ha fatto a diversi interlocutori fra ieri e oggi - per certi versi è persino comprensibile. Ma coerenza vuole che dimostrino la stessa fedeltà a chi li ha votati, portandoli in Parlamento e al governo e, conseguentemente, che continuino a sostenere lealmente l'esecutivo in carica.
Nel corso del suo ragionamento - così come viene riferito da diversi intelocutori - il Cavaliere non ha accennato alla possibilità di ricucire con l'ex leader di An o con quei parlamentari (Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Fabio Granata o Luca Barbareschi) che considera 'falchi'. Le speranze di colmare le distanze con il presidente della Camera, sottolinea infatti un dirigente del Pdl che dice di aver parlato con il premier, sono praticamente nulle.
L'obiettivo, semmai, è quello di dialogare con coloro che Berlusconi considera 'finiani moderati'; ovvero quelli che hanno seguito l'ex leader di An nel gruppo Futuro e Libertà, ma che non vogliono veder naufragare l'attuale maggioranza. E che, a detta del Cavaliere, sono parecchi. Da qui il ragionamento fatto con i più stretti collaboratori e ripetuto in questi giorni ad alcuni parlamentari della maggioranza sulla possibilità di 'recuperare' diversi di loro. Insomma, il Cavaliere guarda alla parte mezza piena del bicchiere: e per farlo ha spiegato di non voler condannare quelli che hanno scelto di restare fedeli al proprio leader storico. Anzi, secondo qualcuno, è arrivato persino a dire di comprenderne la lealtà (pur non mancando di criticare l'esito della loro scelta e cioè la formazione di un gruppo separato dal Pdl). Allo stesso tempo, però, il Cavaliere si aspetta che la medesima lealtà sia dimostrata verso gli elettori che li hanno portati in Parlamento e al governo.
Così come si attende lealtà verso la frase scritta sulla scheda elettorale: 'Berlusconi presidente'. :giagia:
Ragionamenti riferiti dai fedelissimi e dunque non pubblici, ma che suonano come un appello a chi vuole evitare una rottura che - ha sostenuto Berlusconi - avrebbe come unica conseguenza il ritorno alle urne. Invito che il premier avrebbe consegnato a dirigenti e esponenti di peso del Pdl. Con l'obiettivo, per ciascuno di loro, di riportare almeno un 'finiano moderato' all'ovile.
Berlusconi, appello ai finiani moderati E ai suoi dice: "Convincetene uno a testa" - Repubblica.it