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  1. #1
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Alain De Benoist "imbavagliato"

    Voglio fare una breve premessa prima di pubblicare questo articolo. E' storicamente esistito un antifascismo serio e stimabile. Un antifascismo che ha combattuto "armi in pugno" la presenza dei nazisti e dei loro sodali italiani. L'unico grande errore di questi antifascisti, a ben vedere, fu l'aver deposto le armi conto un altro invasore: quello a stelle e strisce. In questa categoria di antifascisti rientravano le Brigate Garibaldi, le Brigate Matteoti e, in misura minore, taluni spezzoni del mondo cattolico e azionista.
    Esisteva, però, anche un anti-fascismo conservatore, papalino, monarchico , antisociale o di matrice filo americana. Parlo di monarchici, badogliani, diversi popolari e diversi azionisti.

    In questa seconda categoria, rientrava gente come Carlo Fumagalli, Edgardo Sogno, Randolfo Pacciardi, Giovanni Conti, Enrico Cuccia e Alcide De Gasperi. Del loro "antifascismo", sinceramente, non sappiamo cosa farcene! Né quando erano in vita, né ora che sono passati al regno dei morti. Ricordo, tra le tante cose, che alcuni di questi "antifascisti" , nel secondo dopoguerra, manifestarono velleità golpiste, atlantiste e anti-operaie.

    Oggi, questo è vero, un po' tutti parlano di "antifascismo". Ma chi si auto-proclama erede storico dell'antifascismo rosso, purtroppo, sono diversi esponenti dei centri sociali e di circoli trotskisti o anarchici. Gente che definire intollerante sarebbe un eufemismo bello e buono. Gente che avrebbe preso tanti calci in culo da stalinisti e social-massimalisti.

    Ebbene, questi "estremisti", nei fatti più vicini a Cuccia e a Sogno che non a Di Vittorio, hanno ben pensato di boicottare il dibattito di Alain De Benoist che si sarebbe dovuto svolgere presso la Fondazione Feltrinelli.

    Una fondazione storicamente di "sinistra" che ha ospitato un pensatore che già da diversi anni ha fatto i conti con il nostalgismo di marca fascista e che, oggi più di ieri, accetta di buon grado il dialogo con marxisti ed ecologisti. Chi sarà mai questo signore? Il già citato Alain De Benoist.

    Perché gli "antifa" eredi di Edgardo Sogno e di Enrico Cuccia non vanno a boicottare i monologhi di D'Alema, Fini, Martino, Sgarbi, Bonino, Boldrini, Monti o quelli dei "libertarians" alla Facco? Perché ancora oggi, nel 2018, dobbiamo leggere accuse di filo-nazismo rivolte al signor De Benoist?

    Costoro , forse, sono stati scavalcati a "sinistra" dal pensatore francese? Tutto è possibile.
    Ultima modifica di LupoSciolto°; 07-02-18 alle 16:37
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  2. #2
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    Gli intellò mettono il bavaglio al filosofo “di destra”

    Alla sinistra illuminata non piace il free speech. La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha sospeso la conferenza con Alain de Benoist: ecco perché




    Questo incontro non s’ha da fare. E infatti non si farà: la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha sospeso la conferenza con Alain de Benoist, scrittore, filosofo e fondatore della Nouvelle Droite, che il prossimo 13 febbraio avrebbe dovuto dialogare con il politologo Piero Ignazi e con Gad Lerner nelle vesti di moderatore. Un appuntamento che faceva parte del ciclo “What is left / What is right” al quale ha già partecipato, il 30 gennaio scorso, Florian Philippot, ex esponente di spicco del Front National.



    “Purtroppo – ha scritto Spartaco Puttini della Fondazione Feltrinelli in un’email a de Benoist – devo comunicarvi che ci troviamo costretti a sospendere l’iniziativa del 13 febbraio, perché la contestuale campagna elettorale italiana potrebbe fornire degli argomenti speciosi e la nostra ferma volontà di confronto intellettuale potrebbe essere mal compresa e perciò oggetto di strumentalizzazione”. La “strumentalizzazione” a dire il vero c’è già stata. L’incontro è stato sospeso dopo un appello-petizione firmato da una ventina di “studiose e studiosi delle delle destre e estreme-destre”, pubblicato su alcune riviste online come Lavoro Culturale e ripreso anche dal Fatto Quotidiano lo scorso 2 febbraio.



    “Proprio perché studiamo l’estrema destra, siamo sorprese e sorpresi nel vedere che la vostra Fondazione, di cui apprezziamo l’impegno per la democrazia e l’antifascismo, ha invitato due noti rappresentanti dell’estrema destra francese, quali Alain de Benoist e Florian Philippot, ad intervenire in un ciclo di conferenze su cosa significhi destra e sinistra. Un ciclo di conferenze inserito, peraltro, all’interno di un percorso ideato perché gli elettori si orientino in vista delle elezioni politiche del 4 marzo... Contestiamo l’idea che de Benoist e Philippot siano dei rappresentati di una destra ‘nuova’. Le ricerche scientifiche sul Front National mostrano come la ‘de-demonizzazione’ del partito guidato oggi da Marine Le Pen sia una strategia di comunicazione politica, non un lavoro di rottura ideologica rispetto alle posizioni di Jean-Marie Le Pen”. E il fatto che gli interventi di “Philippot e de Benoist avvengano nel contesto della campagna elettorale italiana non fa che aggravare, ai nostri occhi, la vostra scelta”.

    L’appello è stato firmato da Matteo Albanese dell’Università di Lisbona, Martina Avanza dell’Università di Lausanne, Christine Bard dell’Università di Angers, Elisa Bellé dell’università di Trento, Lorenzo Bernini dell’Università di Verona e altri, compresi alcuni studiosi francesi.



    “Non avevo alcuna intenzione di immischiarmi nella campagna elettorale italiana!”, ha risposto de Benoist all’email della Fondazione Feltrinelli. “Mi sembra che lei abbia ceduto alle pressioni della piccola bolla che fomenta l’odio che vi ha indirizzato una grottesca ‘lettera aperta’ e intimato di non darmi la parola. Peccato”. Il Foglio ha provato a contattare il dottor Puttini, che però ha rimandato a un imminente comunicato stampa dell’ufficio comunicazione della Fondazione. Il quale però ha solo confermato la sospensione dell’incontro: “Non verrà inviato nessun comunicato stampa”. La petizione è stata inviata anche a Jean Yves Camus, politologo francese progressista, specializzato nello studio dell’estrema destra e direttore dell’Osservatorio delle radicalità politiche alla Fondazione Jean-Jaurès di Parigi, ma si è rifiutato di firmarla. Le idee fanno paura, ma per fortuna c’è chi si sottrae alle liste di proscrizione.



    “Non ho chiesto di essere invitato a questa conferenza”, spiega de Benoist al Foglio. “La fondazione Feltrinelli mi ha contattato la scorsa estate per invitarmi. Mi dissero che volevano organizzare un ciclo di conferenze sulla questione Destra-Sinistra. Era l’argomento di uno dei miei ultimi libri, che è anche stato tradotto in italiano: ‘Populismo. La fine della destra e della sinistra’ (Arianna, Bologna, 2017). Ho accettato l’invito, che poi è stato confermato più volte lo scorso gennaio. Pochi giorni fa, ho sentito parlare di una ‘lettera aperta’ alla Fondazione Feltrinelli nella quale si diceva, per ragioni non chiare, che questo invito era in qualche modo scandaloso e si chiedeva di cancellare l’annunciata discussione. Questa lettera è stata firmata da italiani di cui non ho mai sentito parlare e da quattro o cinque studiosi francesi completamente sconosciuti, a eccezione di Eric Fassin, un sostenitore estremista dell’ideologia gender, lo stesso Eric Fassin che qualche mese fa aveva dibattuto con me abbastanza normalmente alla radio pubblica France-Culture”.



    Il testo della lettera, dice de Benoist al Foglio, “secondo me non è solo incredibilmente intollerante e pieno di odio, ma anche estremamente stupido. Prova ad attribuirmi tesi che non sono mai state le mie, e prova a stabilire una connessione tra me e Florian Philippot, che non ho mai incontrato una sola volta in tutta la mia vita (in 45 anni inoltre non ho mai votato per il Front national)”. Insomma, de Benoist, c’è un problema con le idee e il free speech? Le idee fanno paura? “Mi pare che ci sia un grosso problema. Non sono membro di nessun partito politico. Sono uno scrittore e un filosofo, specializzato in filosofia politica e nella storia delle idee. Ho pubblicato 110 libri, inclusi tre libri contro il razzismo e la xenofobia, 2000 articoli e fatto più di 700 interviste. Oltre 45 di questi libri sono stati tradotti in Italia. Ma mi sembra abbastanza evidente che le persone che hanno firmato la lettera non hanno la benché minima idea di ciò che ho scritto. Non mi leggono. Hanno chiesto la soppressione della conferenza perché hanno sentito questo o quello, o solo per ragioni collegate alla politica italiana. Questo tipo di persone ha un problema reale con le idee e il free speech. Non sanno che cos’è un dibattito intellettuale (o forse sono semplicemente incapaci di dibattere, a causa delle loro modeste abilità cognitive). In ogni caso è un peccato. La storia recente ha dimostrato che quando uno comincia a impedire le discussioni intellettuali, poi arriva un momento in cui i libri vengono bruciati, poi arriva un altro momento in cui le stesse persone vengono bruciate. È la logica base della caccia alle streghe”.

    https://www.ilfoglio.it/cultura/2018...destra-177173/
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  3. #3
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    Le scimmie subumane dei cessi sociali, saranno contente: adesso abbiamo gli "studiosi delle destre e delle destre estreme", ovviamente loro sì "democratici e antifascisti", anche se intolleranti, che in un ciclo di conferenze su cosa significhino dx e sx, decidono che non bisogna invitare nessuno di dx, ma devono essere loro a decidere chi deve parlare e chi no, e stabilire cosa è dx, perché sennò "si può influenzare la campagna elettorale italiana", che invece solo loro devono essere liberi di influenzare, vuoi mettere...
    Che pezzi di melma.
    Anche gli ominicchi della Fond. Feltrinelli che si sono sottomessi al ricatto.
    Tutta la mia solidarietà ad Alain de Benoist.
    Ultima modifica di Kavalerists; 07-02-18 alle 12:33
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  4. #4
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    Che poi è da trent'anni che De Benoist non si definisce di "destra"

  5. #5
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    De Benoist, incontro cancellato. Ma il filosofo non è di destra e non è razzista - Secolo d'Italia

    Alla fine è andata così: la Fondazione Feltrinelli, sollecitata da una lettera-appello di docenti e ricercatori che vedono nella destra razzista e nel neofascismo il nemico principale, ha fatto cortesemente sapere al filosofo francese Alain de Benoist che l’incontro fissato per il 13 febbraio a Milano nell’ambito del ciclo di conferenze sul tema “Cos’è la sinistra/Cos’è la destra” è cancellato. Un bavaglio in piena regola, anche se certo avendo scritto de Benoist decine di libri non sarà difficile agli interessati farsi un’idea del suo pensiero.

    Il problema è che la censura – ammantata dalla scusante della vicinanza del voto del 4 marzo – si basa su una motivazione stupida. Questi ricercatori e accademici che protestano, infatti, motivano la loro denuncia osservando che le idee di de Benoist sono diffuse nei gruppi radicali di estrema destra. Insomma se un autore è letto da gente poco raccomandabile, automaticamente diventa censurabile anche lui. E poiché sono ricercatori e accademici si sarebbero dovuti mettere a studiare, prima di gettare il marchio d’infamia su un autore, per capire meglio quali sono le idee di de Benoist e se sono davvero così “pericolose”.

    Se lo avessero fatto, avrebbero scoperto, per prima cosa, che de Benoist è per il superamento delle categorie di destra e di sinistra e dunque definirlo semplicemente come un autore “di destra” è limitativo e fuorviante. Ma ancor di più avrebbero dovuto prendere atto che de Benoist non solo non è razzista ma considera le idee razziste infondate sul piano genetico e sul piano teorico, generate da un positivismo scientifico anacronistico. ma i fautori delle dottrine razziste sono ormai una esigua minoranza mentre è più diffuso e generalizzato un “razzismo comportamentale” che è frutto di una ostilità istintiva verso l’altro da sé. Questa “alterofobia” è il sentimento in genere sfruttato dai movimenti populisti ma non ha alcuna dignità teorica.

    Accanto a queste forme di razzismo, aggiunge de Benoist, c’è un antirazzismo che consiste nel condannare come razzista chiunque osservi che l’umanità non è unica e indistinta, chiunque faccia l’elogio delle differenze e chiunque faccia notare che non è necessario considerare due individui identici per sostenere che hanno gli stessi diritti. Questo “antirazzismo” – dice de Benoist – è una “minaccia incapacitante che mira a imbavagliare, impedire, colpevolizzare, disarmare ogni critica, mettere definitivamente a tacere”. Un meccanismo che, in questa circostanza -ma non sarà né la prima né l’ultima volta – ha colpito Alain de Benoist il quale, proprio perché ne conosce bene effetti e origini, ha saputo spiegarlo così bene. E’ lo stesso antirazzismo che Alain Finkielkraut ha definito “il totalitarismo del XXI secolo”.

  6. #6
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    Per una volta mi trovo d'accordo con Il Secolo. Incredibile.
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  7. #7
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Per una volta mi trovo d'accordo con Il Secolo. Incredibile.
    Di fronte a tale agire, di un'immondizia aberrante, è facile ritrovarsi daccordo con chiunque.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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  8. #8
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    Colgo la palla al balzo per parlare di censura in relazione a questo forum.

    Un utente demenziale, pochi giorni orsono, mi ha accusato di essere una sorta di "guardia rossobruna" che schiaccia il libero dibattito sul nascere e che banna, a suo piacere, chiunque non si allinei al pensiero del forum. FALSO.

    In questo forum, infatti, scrivono persone con idee molto diverse dalle mie e da quelle di Kavalerists. Radicali, grillini, leghisti, sovranisti, neofascisti ecc...

    Anche un anarchico individualista come Egomet poteva liberamente muovere critiche (purché articolate e civili) nei nostri confronti. Nessuno l'ha mai censurato.

    La censura parte, invece, quando si manifestano trolloni in vena di provocazione senza un briciolo di cervello. I nomi li conosciamo bene. La censura, inoltre, viene applicata agli interventi bislacchi di chi, CONSAPEVOLMENTE, viola i punti fermi scritti nella sezione "Chi Siamo".
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  9. #9
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    Manco fosse Adinolfi. Solidarietà a De Benoist, anche se non sono d'accordo col suo pensiero ha diritto di parola.

    Inviato dal mio SM-G355HN utilizzando Tapatalk
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  10. #10
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    Predefinito Re: Alain De Benoist "imbavagliato"

    Eh, ormai è da qualche decennio che si dà del fascista assolutamente a cazzo, da Houellebecq a Trump passando per mezzo mondo. Basta deviare tre millimetri dal pensiero unico.

    E in genere a sparare 'ste idiozie è gente che poi andrà a votare Renzi o Dalema...
    Hitler or Hell.

 

 
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