Risulta che la pubblicazione giapponese "Hagakure" non è stata realmente diffusa in Italia con dei libri, perché in essi le traduzioni sono in molti punti incomplete, dato che per capire veramente bisogna essere già per vie diverse inoltrati all'argomento, inoltre essendo esse fatte anche in base a premesse culturali scarsamente edotte sulla differenza tra cristianesimo e buddhismo, sui fondamenti reali di ciascuna delle due religioni, ugualmente manchevoli anche in rapporto alle altre religiosità occidentali ed orientali. Ma ciò che è peggio è la previa assunzione di un riferimento, nelle operazioni culturali, editoriali, pubblicitarie, ad un mondo in Giappone che non ne intendeva o non voleva intenderne o intendendone rifiutava ed occultava o ne deformava il messaggio; sicché da chi ne sapeva di Esso poteva solo essere elargito ai tristi impresari un modo per sbagliare con meno disonore. Ma ovviamente raccontando dall'odio e per l'odio non si può mostrare al lettore la differenza tra un codice vero ed un falso martirologio, neppure tra lo scopo della vita e l'errore che costringe al suicidio inaspettato affinché la vita altrui non ne abbia danno. E senza queste distinzioni, non si può capir niente dei samurai. Non comprendendo, il dovere non è di ipotesi, ma di silenzi; questo purtroppo non è avvenuto e dire sciocchezze in nome di una storia non conosciuta è stato un delitto, compiuto già da prima che ne apparissero le confessioni in forma di prodotti editoriali. Esempio di cui facile riscontro, in una espressiohe usata anche per la vendita dei falsi prodotti: dovrebbesi dire "il codice", o "del codice", data la parzialità del materiale? Sin da un modo troppo ambiguo bisogna dunque avvedersi che si tratta di pensieri soggettivi sul mondo dei samurai redatti da chi tale mondo per antipatia non ha voluto conoscere neppure ed attribuiti ad esso ed alle sue scritture senza esserne realmente versione né riferimento e neanche imitazione! Dunque con le elucubrazioni scritte e diffuse in Italia (forse ugualmente anche altrove in altre lingue) su Hagakure, presentate pure per traduzioni e riduzioni, si proceda con la stessa cautela e difesa che si usano per le facce dei maldicenti mentre si danno alla maldicenza, ancor maggior cautela e difesa coi commenti abbinati alle elucubrazioni. Infatti questi ultimi risultano atti ostili e non solo contro l'onore della vera storia giapponese ma contro l'onore nipponico ovunque esso sia, perché offendono l'intelligenza della vita umana facendo in tal modo sembrare i mondi nipponici ed il mondo giapponese delle insensatezze complete. Quanto ho scritto non è fatto per polemiche e non è offesa per nessuno perché non è giudizio ma descrizione. Infatti:
come il tramonto non suscita i pensieri dell'alba, così l'ostilità non provoca reazioni di amicizia.
MAURO PASTORE